A Venezia in mostra "La forma instabile" del rivoluzionario Rosso

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vanni-merlin
00venerdì 21 settembre 2007 23:20
A Venezia in mostra "La forma instabile" del rivoluzionario Rosso

di Francesco Prisco

Un rivoluzionario vissuto a cavallo di due secoli, la cui lezione seppe cogliere i temi dell'Impressionismo e anticipare le provocazioni delle Neoavanguardie. Medardo Rosso, torinese di nascita e lombardo d'adozione, è uno degli artisti più problematici della scultura italiana tra Ottocento e Novecento. Preziosa occasione per accostarsi alla sua produzione è la mostra "Rosso – La forma instabile", in programma alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia dal 22 settembre 2007 al 6 gennaio 2008. Un progetto realizzato in collaborazione con il Museo Rosso di Barzio (Como), dal quale sono giunte sculture, cere gessi e bronzi, fotografie e documenti inediti tali da tracciare una vera e propria riscoperta della complessa estetica contemporanea di Medardo Rosso.
La sua è apparentemente una figura nota, ampiamente studiata e consolidata nel panorama europeo della scultura di fine Ottocento come precursore della modernità. Tuttavia, per la parte più significativa oggi della sua produzione, Rosso è ancora sconosciuto. Il vaglio sistematico e capillare di documenti, carte e lettere dell'archivio promosso alcuni anni or sono dall'erede Danila Marsure Rosso, condotto da Paola Mola e Fabio Vittucci, completato da ricerche in Italia e all'estero, apre ora orizzonti inattesi e del tutto contraddittori rispetto all'immagine tramandata dello scultore scapigliato-impressionista. Rosso per natura è stato un ingegno nascosto: ha abilmente occultato tutto il suo lavoro sulla fotografia, ha esposto a più di quindici anni di distanza le opere che gli erano più care come "Madame X" o "Yvette Guilbert", e alla fine della sua vita, ha distrutto, come Marcel Duchamp, tutte le lettere ricevute dai suoi corrispondenti. Fin dall'inizio della sua carriera ha abilmente diretto le linee delle sua biografia, contribuendo alla definizione di una visione univoca della sua arte assunta senza discussione dalla storiografia, così che l'intera parte novecentesca della sua vitalità creativa è rimasta finora senza voce. La mostra alla Collezione Peggy Guggenheim si propone di rendere partecipe del panorama emerso non solo il grande pubblico, e quello degli studiosi, ma anche il mondo contemporaneo dell'arte che potrà trovare nella prassi artistica di Rosso impensate consonanze e aperture alla riflessione. La scelta di esporre una selezione di 22 sculture documentate, tra cui "Madame X" (cera su gesso - 1896), "Yvette Guilbert" (gesso patinato, 1895), "La Rieuse" (cera, 1980) e "Bambino malato" (cera, 1889), testimonia il complesso lavoro di datazione e di ricostruzione della produzione di Rosso per il quale il tempo sembrava importare poco: a volte è l'artista stesso a confondere le date delle sue opere, come se per lui l'opera fosse una cosa fluida che dura per la vita in scultura o in fotografia. Sul piano specificamente storiografico molti dati inediti metteranno infine da parte questioni dibattute, e non secondarie, nel panorama dell'arte del Novecento, come la datazione di "Madame X" o del grande gesso di "Paris la Nuit". Troverà, inoltre, ampio spazio in mostra il lavoro sulla fotografia, con oltre 80 scatti provenienti dall'Archivio Rosso, a complemento del recentissimo studio di Paola Mola. «Nell'intitolare la mostra – spiega la studiosa - ho pensato alla parola forma perchè comprende scultura e fotografia e perchè non è necessariamente concreta, può essere anche quello che resta nell'occhio o nella memoria. Instabile anche per qualificare la scultura di Rosso in relazione a quella antica radicata nel terreno, quella che segna i luoghi: l'obelisco, l'altare; ma anche per distinguerla da quella ottocentesca o anche novecentesca sulle basi o piedestalli. Rosso è da camera, da "mobile", mobile appunto, da teca trasparente e riflettente. Perciò "La forma instabile"». La mostra chiarirà infine - e questo è il tema forse più importante - la qualità estetica della produzione rossiana con la presentazione di opere autografe senza alcun dubbio, la cui storia verrà ricostruita dagli inizi giovandosi degli studi e delle ricerche condotte per il Catalogo dell'opera documentata, promosso dall'Archivio Rosso e in fase avanzata di elaborazione.


"Rosso. La forma instabile"
Venezia, Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Venier dei Leoni
Dal 22 settembre 2007 al 6 gennaio 2008
A cura di Paola Mola e Fabio Vitucci
Orari: 10.00-18.00; chiuso il martedì
Ingresso: euro 10; euro 8 senior oltre i 65 anni; euro 5 studenti; gratuito 0-10 anni
Catalogo: Skira
Per informazioni: 041 2405 411
www.guggenheim-venice.it



da: www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2007/09/venezia-mostra-medardo-rosso.shtml?uuid=e7c8bfb4-6605-11dc-b729-00000e251029&DocRulesVie...

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