A Hidden Life

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verdoux47
00martedì 14 aprile 2020 20:35
Terrence Malick







Franz e Fami, una storia d'amore senza lieto fine che si svolge nell'incantevole scenario dolomitico dell'altopiano di Siusi allo Sciliar (luogo che mi è tanto caro dato che sono nato e pochi chilometri da lì e ivi ho trascorso tanto tempo libero
sia di estate che di inverno, sia sotto forma di vacanze lunghe, sia di gite di un giorno singolo). Il paesaggio la cui bellezza fa da contrasto alla bruttezza umana che col nazismo arriva al suo punto più basso è protagonista del film, la cima Santner, che si eleva elegantemente verso l'alto e domina la vallata, insistentemente ripresa in un bizzarro gioco di parallasse col campanile della chiesetta di San Valentino dal caratteristico campanile a cipolla coi bellissimi affreschi giotteschi sulle facciate esterne è il luogo dove Franz e Fami si sono dati appuntamento per quando non ci saranno più misteri. “Verrà un giorno in cui sapremo a cosa sarà servito tutto questo. Non ci saranno più misteri. Sapremo tutto.. Perché noi viviamo... Ci riuniremo... Coltiveremo frutteti. Campi. Costruiremo e allargheremo il nostro paese. Franz. Ti incontrerò là, sulle montagne”. Franz è persona semplice, perbene, un contadino di montagna, un buono, che suo malgrado è costretto a diventare eroe perché rifiuta il nazismo, rifiuta una guerra ingiusta. Non è un obiettore di coscienza colto istruito, la sua è una progressiva presa coscienza quando si trova costretto a vedere a cose brutte, siamo nel 1943 in Austria, non poteva sapere tutto sul nazismo, allora nessuno sapeva, ma la piccola parte che ha intravisto gli è bastata per opporre un rifiuto a oltranza, fino a giungere alle estreme conseguente. Criticato dai suoi stessi amici, dal parroco, dal sindaco, dai parenti più stretti, ma non dalla moglie, abbandonato e oltraggiato dai suoi compaesani, resiste nella sua posizione oltre ogni logica razionale, consapevole che la sua protesta passerà inosservata e non raggiungerà nessun destinatario utile. Gli dicono “giura, che te ne frega, tanto nessuno sa come la pensi veramente, quella è una cosa che rimane dentro di te”. Testardaggine dice qualcuno. Superbia dice qualcun altro. Oggi col senno di poi 80 anni dopo possiamo dire che un regista importante ha fatto un film su di lui. Servirà il film? Non so, penso di si, i film servono sempre. Ma come è il film? Personalmente lo avrei preferito un po' più laico, meno filosofico, con qualche monologo interiore in meno, ma questo è Malick bisogna farsene una ragione; devo dire onestamente che questa volta Malick non eccede in esternazioni filosofiche e religiose e non fa di Franz un eroe soteriologico. Franz è mostrato per quello che è, un contadino onesto e sincero che ama la moglie e la sua famiglia, credente come lo sono quasi tutti da quelle parti, che non si capacita della metamorfosi dell'Austria “cosa è successo al mio paese?”. La moglie Fami lo segue fino alla fine e lei è ancora più eroica, rifiuta del sirene di un facile divorzio, si accolla tutto il lavoro della terra aiutata solo dalla sorella, abbandonata da tutti i maschi del paese, ma non dal Bue che tira l'aratro fino a quando non ce la fa più e si blocca stremato tra le braccia di Fami, nella scena più toccante del film.
A mio parere la prima parte del film, quella che riguarda la presa di coscienza di Franz, è molto bella ed è giusta la scelta di un una narrazione lenta ed espansa, mentre la parte finale, la chiamo carceraria per comodità, poteva essere più concisa perché il cinema è come la vita senza le sue parti più noiose ed a quel punto storia e caratteri erano chiaramente delineati. La località scelta per girare il film è stata Siusi, che per la presenza della imponente bellezza dello Sciliar e dell'altopiano del l'Alpe di Siusi ben si adatta a creare un ambiente contadino di montagna consono allo sviluppo della poetica del film. Il fatto storico in realtà avviene a Sanct Radegund un piccolo paesino austriaco al confine con la Germania. Non ricordo se all'epoca del film i nazisti avevano già invaso il nord Italia, sicuramente l'Austria era già stata annessa, ma poco importa perché nella finzione filmica Siusi è in Austria anche se si sente nel sottofondo qualche parola di italiano. Sulla scelta della lingua non mi esprimo, mi auguro che quando verrà in Italia, era previsto per maggio adesso non ho idea, la parte in inglese venga doppiata in italiano, oppure, meglio ancora, in tedesco del luogo, come quello parlato nei film di Luis Trenker.
Quando se lo rivedrò sul grande schermo rivedrò questo commento; per ora voto 8.
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