A Barcellona più che della partita si parla del campo di... patate

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memoj
00lunedì 22 novembre 2004 11:33
Negli spogliatoi dell’Igea Virus si parla poco della partita e della vittoria sul Rende ma di più delle condizioni penose in cui versa il campo. Nel settore ospiti porte e bocche chiuse. Il presidente ha imposto il silenzio stampa, nessuno può rilasciare dichiarazioni. Nel clan igeano la vittoria passa in secondo piano. Sotto accusa il terreno di gioco, gli spogliatoi dei giocatori e dell’arbitro. Il Comune è stato latitante nessuno intervento è stato fatto per migliorare il fondo campo e per tamponare i problemi esistenti negli spogliatoi. È un coro unanime. Il presidente Immacolato Bonina è su tutte le furie. Soddisfatto della gara e della vittoria preferisce soffermarsi sulle condizioni della struttura sportiva: «Siamo contenti di quanto stiamo facendo, andiamo avanti per la nostra strada, ma soli contro tutti. Avete visto in quale campo abbiamo giocato. Per la prossima partita chiederemo ospitalità ad un Comune vicino. È umiliante giocare al calcio in queste condizioni. Mi auguro che il sindaco richiami gli uffici competenti che invece di mandarci lettere ridicole pensino a sistemare la struttura. È vergognoso, ha aggiunto Bonina, che una città come Barcellona abbia uno stadio con un fondo campo in queste condizioni, con docce che non funzionano e con gli spogliatoi dell’arbitro allagati.
Oggi abbiamo vinto ma non è un campo dove si può giocare al calcio». A farsi portavoce del malumore dei giocatori igeani per lo stato del terreno, capitan
Giuseppe Alizzi: «In estate mi sono proposto riducendomi l’ingaggio perché la società era in enormi difficoltà. Il sindaco ha promesso che avrebbe fatto tutto il possibile per l’Igea Virtus ma ho visto ben poco. Ora ci troviamo con problemi seri e nessuno interviene».
Ciccio Esposito, autore del gol che ha dedicato alla moglie Antonella e alla figlia Giorgia, è amareggiato per le condizioni esistenti: «Non è facile giocare su questo campo, ha detto, rischiamo di infortunarci. Noi non chiediamo tantissimo, ha aggiunto, ma un pò d’impegno di chi è responsabile della struttura sportiva perché una città di cinquantamila abitanti non si può permettere un campo di prima categoria». Parlando della partita Esposito descrive il gol: «Una punizione laterale e l’unico modo per poter segnare era quello di fare un tiro cross per un gol ad inganno. Ha crossato verso la porta sapendo che se il pallone non fosse stato toccato da nessuno sarebbe entrato in porta. E così è stato». Ed ecco l’allenatore Pensabene. “Mister un’altra battaglia in un pantano un’altra vittoria dopo quella di domenica scorsa”.«È normale che fare bottino pieno in due gare consecutive è un grosso risultato. Abbiamo alzato la testa e questo ci consente di affrontare le altre gare in maniera più tranquilla. Un bravo ai ragazzi per la loro prestazione in un campo impossibile. A nome mio e della squadra ringraziamo l’amministrazione comunale che ci dà la possibilità di giocare in un campo di patate. A questo punto è giusto andare a giocare altrove perché è improponibile giocare su un campo del genere». Silenzio stampa come dicevamo sul fronte calabrese. Nessuno può parlare. Inutile la caccia all’allenatore e ai dirigenti del Rende. Ci dicono che l’unico a poter parlare è il direttore sportivo. Lo cerchiamo inutilmente, è già andato via. (f. m.)
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