A.A.A. vendesi Woodstock: 8 milioni di dollari

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liama
00giovedì 23 agosto 2007 11:38
di Simona Orlando

ROMA (14 agosto) - Alla parola "Woodstock" la mente corre al 15 agosto 1969, nord di New York, dove una marea di corpi nudi, inghirlandati di fiori, si unì e si abbandonò ininterrottamente a tre giorni di musica, sesso e droghe. Si trattò del più importante evento collettivo nella storia del rock, ospitato nel villaggio di Bethel, precisamente nel terreno del contadino Max B. Yasgur, la cui fattoria, edificio fondamentale di quella mitologia, è stata appena messa in vendita per otto milioni di dollari. La cifra include la sua residenza originale di quasi duecento metri quadrati, la casa colonica risalente al 1876, un mastodontico granaio che conserva gli esterni originali e le finestre con ritratti di musicisti dipinti a mano, mentre esclude i seicento ettari in cui si svolse il concerto, già acquistati nel 1997 da Alan Gerry e trasformati nel Bethel Woods Center For The Arts, luogo decisamente più composto che negli ultimi anni ha ospitato concerti di Bob Dylan, Dave Brubeck, Earth, Wind & Fire.

La storia narra che quando le autorità di Woodstock negarono il permesso per il megaraduno agli organizzatori, Yasgur, su insistenza del figlio Sam, concesse il suo campo di alfalfa ai quattrocentonila (c’è chi dice ottocentomila) accorsi da tutta l’America. Il terzo giorno fu lui stesso a rivolgersi orgogliosamente alla folla: «La cosa importante è che avete dimostrato al mondo intero che mezzo milione di giovani riesce a stare bene insieme e a divertirsi». Un discorso rimasto famoso perché suggellava una stagione di libertà e pacifismo passata alla storia con il nome di “estate dell’amore”, forse impropriamente, se diamo credito alla teoria poco romantica secondo la quale si trattò piuttosto di un esperimento della Cia nominato MK-Ultra (Ultra controllo della mente attraverso gli stupefacenti) in cui i figli dei fiori fecero da inconsapevoli cavie.

L'esposizione acquariana, come era denominata la tre giorni sulla locandina per sancire l’inizio di un’era di nuova coscienza e luce, costò cara a Yasgur, il quale dovette pagare danni che la disinibita massa aveva provocato al vicinato e nel 1971 fu costretto a vendere. In compenso però divenne un eroe: Joni Mitchell gli dedicò la canzone Woodstock (resa famosa da Crosby Still Nash & Young ), i Mountain scrissero per lui For Yasgur’s Farm e, alla morte, fu salutato dalla rivista Rolling Stone come benefattore dell’umanità.

La fattoria fu successivamente acquistata da Roy Howard e Jeryl Abramson ma rispettata come naturale luogo di pellegrinaggio hippie. La coppia negli ultimi dodici anni ha organizzato le Woodstock Reunions per non perdere memoria dell’evento, e ora, sfiancata dalle cause in tribunale e dalle continue discussioni sui permessi locali, ha mollato il colpo, decretando la definitiva perdita di un monumento all’utopia.

Asgeir Mickelson
00venerdì 24 agosto 2007 00:04
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