Giovanni Battista profeta (Matteo 3)
Giovanni Battista profeta (Matteo 3) Il capitolo 3 dell’Evangelo di Matteo introduce Giovanni Battista nel suo ministero pubblico. Questo ministero mi sembra sia caratterizzato da due parole del Salvatore, quando prende la difesa di Giovanni davanti alle moltitudini: «Che cosa andaste a vedere? — Un profeta? — Sì, vi dico, e più che profeta» (Matteo 11:9).
Giovanni Battista era un profeta, ma anche come tale, la sua posizione ed il suo ministero si elevarono al disopra di quelli dei profeti antichi. Costoro parlavano, sia a Gerusalemme, sia in Israele, sia nel mezzo del popolo soggetto od uscito dalla cattività; Giovanni Battista invece si separa dal popolo, e vive in un deserto. Il solo profeta con il quale abbia dei punti di contatto sotto altri rapporti, è Elia; ma costui fu condotto nel deserto per la sua mancanza e non dal Signore (1 Re 19).
Un residuo di Giuda era ritornato dalla cattività di Babilonia, ma agli occhi del profeta non era nemmeno considerato per tale. — Ormai non c’era che un residuo di questo residuo che potesse essere riconosciuto come Israele.
Ecco perché Giovanni Battista non fa più appello alla massa del popolo, come i profeti che l’avevano preceduto, e dice invece: «Voce di uno che grida nel deserto. — Israele stesso era un deserto per Dio, e la chiamata profetica si basava ormai sull’irreparabile rovina del popolo; mentre quella dei profeti antichi supponeva sempre la possibilità d’un ritorno della nazione al Signore. Allora il giudizio divino non essendo definitivamente pronunziato sulla razza umana, i profeti erano autorizzati dalla loro missione a cercare se non c’era nell’uomo qualche bene per il quale potesse essere ricondotto a Dio. Come essi, senza dubbio, Giovanni Battista ha predicato il pentimento, ma un pentimento basato sopra una rovina senza rimedio. Perciò Isaia, descrivendo il ministero di Giovanni Battista, soggiunge: «Una voce dice: Grida! E si risponde: Che griderò? — Grida che ogni carne è come l’erba e che tutta la sua grazia è come il fiore del campo. L’erba si secca, il fiore appassisce, quando il soffio dell’Eterno vi passa sopra; certo, il popolo è come l'erba.» (Isaia 40:6-7). Che vi resta dell’uomo? — Nulla: il soffio del Signore vi è passato sopra. — Ormai il pentimento riconosceva ciò; bisognava giudicarsi alla presenza di Dio, ed uscire verso il profeta, confessando i suoi peccati, per essere da lui battezzati nel Giordano. Il peccatore non si limitava a confessare i suoi falli, ma riconosceva che la sola risposta al suo stato era la morte, per la quale non c’era alcun rimedio. Ora il periodo in cui il mondo entrava, rendeva un tal ministero necessario. Il Signore appariva sulla scena, e la storia del primo uomo era virtualmente chiusa (fu terminata di fatto alla croce) per far posto alla storia del secondo uomo, al quale d’ora innanzi si trattava d’appartenere. Il mezzo d’appartenere a questo Messia vivente sulla terra (*) era di andare fare passare la condannazione sopra di sé e di gettarsi nelle braccia della grazia. Così Zaccaria, padre di Giovanni Battista, profetizza sul piccolo bambino, dicendo: «Andrai davanti al Signore.... per dare al suo popolo conoscenza della salvezza mediante il perdono dei loro peccati, grazie ai sentimenti di misericordia del nostro Dio, per i quali l’Aurora dall’alto ci visiterà, per risplendere su quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte » (Luca 1:76-79). Ed in vero, quali classi di persone vediamo recarsi al battesimo del profeta? — Dei pubblicani, uomini d’un carattere apertamente spregevole, e della gente da guerra, abituata a schiacciare il popolo. La corruzione e la violenza, riconosciute e giudicate, s’incontrano al battesimo del pentimento. «Giovanni», dice il Signore, «è venuto a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto, ma i pubblicani e le meretrici gli hanno creduto», (Matteo 21:32). Per tali persone non c’è più alcuna risorsa, e Dio non può riconoscere in esse che il frutto dell’opera Sua. «Da queste pietre, Dio suscitava dei figli ad Abrahamo» (Matteo 3:9).
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(*) Giovanni battezzava per un Cristo vivente — il battesimo cristiano è per la morte di Cristo.