Jn 1,19-33
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OMELIA 4
(Jn 1,19-33)
Jn 1,19-33
Ecco l'agnello di Dio.
Da Adamo ha assunto la carne, non il peccato. Colui che non ha assunto il peccato della nostra razza, è colui che toglie il nostro peccato. Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo.
1. La Santità vostra ha sentito dire con insistenza, e quindi sa molto bene, che Giovanni Battista quanto più illustre era fra i nati di donna, e quanto più era umile nel conoscere il Signore, tanto maggiormente merito di essere amico dello Sposo. Geloso non per sé ma per lo Sposo, non cerco la sua gloria ma quella del suo giudice, che egli precedeva come araldo. Cosi, mentre ai profeti che l'avevano preceduto fu concesso di preannunciare gli avvenimenti futuri riguardanti il Cristo, a Giovanni tocco il privilegio di indicarlo direttamente. Infatti il Cristo, come era sconosciuto a quelli che non avevano creduto ai profeti prima ch'egli venisse, così era sconosciuto a quelli in mezzo ai quali, venuto, era presente. Perché la prima volta egli è venuto umile ed occulto; e tanto più occulto quanto più umile. Ma i popoli, disprezzando nella loro superbia l'umiltà di Dio, misero in croce il loro Salvatore, e ne fecero il loro giudice.
(Umiltà di Cristo.)
2. 2. Ma colui che è venuto la prima volta in modo occulto, in quanto è venuto nell'umiltà, non dovrà forse venire poi in modo manifesto, nella sua gloria? Avete ascoltato poco fa il salmo: Il nostro Dio verrà in modo manifesto, e non tacerà (Ps 49,3). Ha taciuto per consentire che lo giudicassero, ma non tacerà quando comincerà a giudicare. Non avrebbe detto il salmista: verrà in modo manifesto, se prima non fosse venuto in modo occulto; né avrebbe detto: non tacerà, se prima non avesse taciuto. In che senso ha taciuto? Ascolta Isaia: Come pecora fu condotto al macello e come agnello muto davanti a chi lo tosa, non ha aperto bocca (Is 53,7). Ma verrà in modo manifesto, e non tacerà. Quale sarà questo modo manifesto? Lo precederà il fuoco, e sarà accompagnato da una potente tempesta (Ps 49,3). Quella tempesta dovrà spazzar via dall'aia la paglia, che adesso viene battuta, e il fuoco consumerà quanto la tempesta avrà portato via. Egli ora tace; tace quanto al giudicare, ma non tace quanto al dar precetti. Se infatti Cristo tacesse del tutto, che senso avrebbero questi Vangeli, la voce degli Apostoli, il canto dei Salmi, gli oracoli dei Profeti? Tutte queste cose, infatti, dimostrano che Cristo non tace. Egli ora tace, in quanto non castiga; non tace, in quanto ammonisce. Verrà un giorno nella sua terribile potenza, e si mostrerà a tutti, anche a quelli che non credono in lui. Allora invece era necessario che, pur presente, rimanesse occulto tanto da poter essere disprezzato. Che, se non fosse stato disprezzato, non sarebbe stato crocifisso; se non fosse stato crocifisso, non avrebbe versato il suo sangue, che fu il prezzo della nostra redenzione. Per pagare il prezzo della nostra redenzione egli fu crocifisso; e fu disprezzato per poter essere crocifisso; e apparve nell'umiltà affinché lo disprezzassero.
3. 3. Tuttavia, siccome egli era apparso come di notte in un corpo mortale, per essere visto si accese una lucerna. Questa lucerna era Giovanni (Jn 5,35), di cui già tanto abbiamo parlato. Il passo del Vangelo che è stato letto, riporta appunto le parole di Giovanni, che anzitutto - ed è la cosa principale - dichiara di non essere lui il Cristo. Giovanni, infatti, era tanto grande che
poteva essere creduto il Cristo; e in ciò si dimostro la sua umiltà, perché nego di essere il Cristo mentre poteva essere creduto tale. Dunque: Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei da Gerusalemme mandarono a lui dei sacerdoti e dei leviti, per domandargli: Tu chi sei?
Non li avrebbero di certo mandati, se non fossero stati impressionati dalla grande autorità di Giovanni, che appariva dal fatto che battezzava. Egli confesso, e non nego. Che cosa confesso? Confesso: Non sono io il Cristo (Jn 1,19-20).
4. Ed essi gli domandarono: Chi sei dunque? Elia? (Jn 1,21) Sapevano, infatti, che Elia avrebbe preceduto il Cristo. D'altronde nessuno, presso i Giudei, ignorava il nome di Cristo. Non immaginavano che Gesù fosse il Cristo, ma non avevano mai dubitato della sua venuta. E mentre erano nell'attesa della venuta di Cristo, inciamparono in lui presente, come si inciampa in un'umile pietra. Infatti quella pietra era ancora piccola, allora, ma già staccata dalla montagna senza intervento d'uomo, secondo la testimonianza del profeta Daniele: il quale appunto vide la pietra staccarsi dal monte da sola. Ma che cosa dice, dopo, Daniele? E crebbe quella pietra, e divento un monte grande, e riempi l'intera faccia della terra (Da 2,34-45). La vostra Carità rifletta su ciò che dico: alla vista dei Giudei, Cristo si era già staccato dal monte. Il monte significa il regno dei Giudei. Ma il regno dei Giudei non aveva riempito tutta la faccia della terra. Da li si stacco questa pietra, perché li avvenne la nascita temporale del Signore. E perché dice il profeta, senza l'azione di mani? Perché la Vergine partori il Cristo senza intervento d'uomo (Lc 1,34). Questa pietra, dunque, staccata dalla montagna senza intervento di mani, era già davanti agli occhi dei Giudei, ma non era appariscente. E non poteva essere altrimenti, perché non era ancora cresciuta questa pietra, né aveva ancora riempito il mondo come ha manifestato poi nel suo regno, la Chiesa, per mezzo della quale ha riempito tutta la terra. Poiché dunque Cristo non era ancora cresciuto, essi inciamparono in lui come in una pietra, e accadde ad essi ciò che era stato scritto: Chiunque cade su questa pietra si sfracellerà, e colui sul quale essa cadrà lo stritolerà (Lc 20,18). Prima sono caduti sull'umile pietra, che poi cadrà sopra di loro dall'alto; e li stritolerà dall'alto dopo averli prima sfracellati con la sua umiltà. Hanno inciampato in lui, e sono rimasti sfracellati; non stritolati, ma sfracellati, perché li stritolerà quando sopraggiungerà nella sua gloria. I Giudei pero sono in qualche modo scusabili, perché inciamparono nella pietra che ancora non era cresciuta. Ma che dire di coloro che hanno urtato contro la montagna stessa? Sapete bene di chi intendo parlare. Coloro che negano la Chiesa diffusa in tutto il mondo, non inciampano in un'umile pietra, ma nella montagna stessa: perché la pietra è cresciuta fino a diventare una montagna. I Giudei, ciechi, non videro l'umile pietra: ma quale cecità non vedere la montagna!
(Necessità della lucerna.)
2. 5. Essi videro dunque il Signore nel suo stato di umiltà, e non lo riconobbero. Si manifestava loro per mezzo di una lucerna. E infatti il più grande tra i nati di donna (Mt 11,11), disse per prima cosa: Non sono io il Cristo. E quelli gli chiesero: Forse che tu sei Elia? Rispose: Non lo sono (Jn 1,20-21). In effetti Cristo doveva mandare avanti a sé Elia. Il fatto che Giovanni abbia risposto: Non lo sono, ci pone un problema. E' da temere infatti che qualcuno, non comprendendo bene le parole di Giovanni, le trovi in contraddizione con quelle di Cristo. In un certo passo del Vangelo, in cui il Signore Gesù Cristo parla di sé, i discepoli gli chiedono: Perché dunque gli scribi - gli scribi erano gli esperti della legge -dicono che prima deve venire Elia? E il Signore risponde: Elia è già venuto, e lo hanno trattato come hanno voluto: e, se volete saperlo, egli è Giovanni Battista (Mt 17,10-13). Il Signore Gesù Cristo dunque disse: Elia è già venuto, ed è Giovanni Battista; tuttavia Giovanni, interrogato, risponde di non essere Elia, così come risponde di non essere il Cristo. E come ha detto la verità dichiarando di non essere il Cristo,
così ha detto la verità dichiarando di non essere neppure Elia. Come conciliare, dunque, le affermazioni dell'araldo con quelle del giudice? Impossibile pensare che l'araldo mentisca: egli non dice che quello che ha appreso dal giudice. Perché dunque egli afferma: Non sono Elia, mentre il Signore dice: Egli è Elia? Ecco, in lui, il Signore Gesù Cristo volle prefigurare il suo futuro avvento, e sottolineare che Giovanni era venuto nello spirito di Elia. E cio che è stato Giovanni per il primo avvento, lo sarà Elia per il secondo. Come ci sono due avventi del giudice, così ci sono due araldi. Il giudice è lo stesso, mentre gli araldi sono due: il giudice, cioè il Signore, è uno solo. Il Signore che giudicherà, doveva venire una prima volta per essere giudicato, e mando innanzi a sé il primo araldo, e lo chiamo Elia, perché Elia sarà nel secondo avvento ciò che Giovanni è stato nel primo.
1. 6. La vostra Carità può avere la conferma di quanto dico. Quando Giovanni fu concepito, o meglio quando egli nacque, lo Spirito Santo fece su di lui questa profezia: Egli sarà precursore dell'Altissimo nello spirito e nella potenza di Elia (Lc 1,17). Dunque non Elia, ma precursore nello spirito e nella potenza di Elia. Che significa nello spirito e nella potenza di Elia? In vece di Elia, nel medesimo Spirito Santo. E perché in vece di Elia? Perché Elia sarà per il secondo avvento di Cristo ciò che Giovanni è stato per il primo. Giovanni dunque rispose a tono, in senso proprio. In senso figurato, infatti, il Signore aveva detto: Giovanni, è lui Elia; e Giovanni, in senso proprio: Non sono io Elia. Se consideriamo il suo ufficio di precursore, Giovanni è Elia: perché Elia sarà, per il secondo avvento, ciò che Giovanni fu nel primo. Ma, se teniamo conto della realtà delle persone, Giovanni è Giovanni, Elia è Elia. Riferendosi al significato profetico della missione di Giovanni, il Signore giustamente ha potuto dire: E' lui Elia; e Giovanni, limitandosi alla sua persona, altrettanto giustamente ha risposto: Non sono io Elia. Né Giovanni né il Signore hanno detto una cosa falsa; ma, se intendete bene le loro parole, vi renderete conto che tanto l'araldo quanto il giudice hanno detto la verità. Ma chi riuscirà a capire? Chi avrà imitato l'umiltà dell'araldo e conosciuto la grandezza del giudice. Nessuno infatti fu più umile dell'araldo. Fratelli miei, il merito più grande di Giovanni fu questa umiltà, per cui, mentre poteva ingannare gli uomini, mentre poteva essere creduto e farsi passare per il Cristo (tanto grande era la grazia che aveva ricevuto, e altrettanto grande la sua statura morale), apertamente dichiaro: Non sono io il Cristo. Se poi alla domanda: Sei dunque Elia tu?, avesse risposto che si, era Elia, avrebbe fatto supporre che era prossima la seconda venuta di Cristo come giudice, e non la prima, in cui essere giudicato. Ma rispondendo che non era Elia, induceva a credere che Elia doveva ancora venire. Per questo disse: Non sono Elia. Rendete onore a quell'umile di cui Giovanni fu precursore, per non dover temere l'eccelso di cui sarà precursore Elia. Il Signore, nel passo che abbiamo citato, così conclude: Giovanni Battista è lui quell'Elia che deve venire. Giovanni dunque è venuto prefigurando le prerogative di Elia. Allora Elia sarà propriamente Elia, mentre ora è figura di Giovanni; ora Giovanni è propriamente Giovanni, mentre prefigura Elia. I due araldi sono l'uno figura dell'altro, pur conservando ambedue le proprie prerogative: uno solo pero è il Signore giudice, qualunque sia l'araldo che lo precede.
2. 7. Ed essi gli domandarono: Chi sei dunque? Elia? Rispose: No. Il profeta? No. Allora gli chiesero: E chi sei? affinché possiamo portare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che dici di te stesso? Rispose: Io sono la voce di colui che grida nel deserto (Jn 1,21-23). In Giovanni si adempiva la profezia d'Isaia, che appunto dice: Io sono la voce di colui che grida nel deserto. E che cosa grida quella voce? Appianate le vie del Signore, raddrizzate i sentieri del nostro Dio (Is 40,3 Mt 3,3). Non vi sembra che è compito dell'araldo dire: Via, fate largo? Se non che l'araldo dice: Andate via! mentre Giovanni dice: Venite. L'araldo allontana dal giudice, Giovanni invita a venire al giudice. O meglio, Giovanni invita a venire all'umile, perché non si debba temere l'eccelso giudice. Io sono la voce di colui che grida nel deserto: Appianate la via del Signore, come disse il profeta Isaia (Jn 1,23). Non dice: Io sono Giovanni, io sono Elia, io