39 Che dice la Scrittura? (Romani 4:3)

Manlio-
00mercoledì 20 aprile 2011 19:43
Confessare Cristo e il peccato contro lo Spirito Santo

— Cosa dobbiamo intendere nel passo di Luca 12:10: «E chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato.»? Questo passo sembra in contraddizione con il verso di 1 Giovanni 1:7, in cui si dice che il sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato. (*)

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(*) Vedere domanda 24, sul peccato che non sarà perdonato.
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In Luca, si parla di confessare il Signore con coraggio davanti agli uomini che l’hanno disprezzato e che, come più tardi Saulo di Tarso, erano pronti a mettere in prigione e a uccidere quelli che seguivano Cristo. Per poterLo confessare, bisognava conoscerLo e per conoscerLo bisognava conoscere le Sue parole e le Sue opere.

Se si credeva con semplicità alle Sue parole, si poteva rispondere come Simon Pietro nel capitolo 6 del vangelo di Giovanni: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna» (Giovanni 6:68). A questi credenti lo Spirito Santo dava il potere di confessare con coraggio Cristo davanti ai capi del popolo che volevano eliminarli, insegnava loro cosa dovevano dire nel momento del bisogno. Il libro degli Atti ci fornisce molti esempi. Il Signore aveva promesso loro questa grazia nel passo che stiamo esaminando (Luca 12:12). Gli apostoli che facevano l’esperienza personale dell’aiuto dello Spirito Santo, non avrebbero mai corso il pericolo di proferire delle parole ingiuriose contro di Lui.

Altri, che non avevano ascoltato, o che non avevano compreso gli insegnamenti del Signore, avrebbero potuto accordarsi con gli zelanti farisei per la loro religione, che dicevano: «Quest’uomo non è da Dio perché non osserva il sabato» (Giovanni 9:16). Ecco un’affermazione ingiuriosa contro il Figlio dell’Uomo che metteva in discussione la Sua divinità. La risposta semplice era la testimonianza resa dalle opere di Gesù (Giovanni 5:36). Esse erano un’evidenza incontestabile per ogni cuore onesto, senza pregiudizi. Se ci si arrendeva a questa evidenza, si confessava il Suo Nome come il cieco nato che non l’aveva mai visto, e aveva sentito solo una Sua parola, ma Gli aveva ubbidito. Se ci si ostinava a rifiutare questa testimonianza, ci doveva attribuire queste opere miracolose ad una potenza diversa da quella di Dio; questo facevano gli scribi quando dicevano: «Costui non scaccia i demòni se non per l’aiuto di Belzebù, principe dei demòni.» Essi rifiutavano l’ultima testimonianza che avrebbe potuto agire sulla loro coscienza e dunque per loro non c’era più perdono. Questa è una bestemmia contro lo Spirito di Dio, per mezzo del quale Gesù agiva (vedere Matteo 12:28,32 e Marco 3:29-30). In un’altra occasione il Signore disse loro: «Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati.» (Giovanni 8:24)

In fondo, la cosa importante è sapere qual è la risposta spontanea che esce dal cuore, quando ci viene rivolta la domanda: «Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?» (Matteo 22:42). Chi confessa, come Pietro, che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, è «nato da Dio» e «vince il mondo» (1 Giovanni 5:1 e 5). Questa persona non deve temere quelli che uccidono il corpo, perché non possono far altro. Non deve temere di dire delle bestemmie contro lo Spirito Santo, perché è solo per lo Spirito Santo che si afferma che Gesù è il Signore (1 Corinzi 12:3). Ma se si attribuisce la potenza e le opere di Gesù ad un’energia satanica, si rifiuta il Salvatore e si parla contro lo Spirito Santo. Per questo peccato non esiste perdono.

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