24 GIUGNO (tradizioni, credenze,verità...)

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"Palantir"
00domenica 29 giugno 2003 20:03
Oltre ad essere il mio compleanno, come ormai sapete un po' tutti anche grazie agli auguri che mi avete fatto nel "Chiostro", è anche il solstizio d'estate, giornata magica per eccellenza.
La notte tra il 23 e il 24 giugno è la così detta vera notte delle streghe, che non ha nulla a che fare con la tradizione anglo americana che accomuna la notte delle streghe a quella di ognissanti, l'ormai anche per noi famosa halloween. Dicevo notte delle streghe, perchè proprio nellla notte del solstizio si teneva presso il noce di Benevento il sabba delle streghe. Questo enorme albero era lo scenario adatto per il sabba, dove si vociferava si facesse vedere alle streghe persino il diavolo, loro signore. Nel viaggio verso Benevento le streghe si fermano e tentano di entrare nelle case, per poter prendere ciò che desiderano, e chissà, magari anche persone e bimbi (trad. popolare) e ci sono degli ottimi rimedi perchè ciò non avvenga, infatti le streghe hanno un punto debole, non riescono a superare questo genere di intoppo: se si mette davanti alla finestra una o più scope rovesciate, e del sale, loro prima di entrare in quella casa si sentono obbligate a contare ogni chicco di sale e ogni filo della spazzola della scopa, e perdono tempo e voglia, visto che comunque devono raggiungere il noce di Benevento, e così si stancano e se ne vanno via a mani vuote, e la casa è salva.
Tradizioni, stupidaggini, dicerie, superstizioni, tutto è possibile, sta di fatto che mia nonna ogni notte del 24 giugno mette una scopa e del sale nel nostro balcone....





Il 24 Giugno nella tradizione cattolica è S.Giovanni Battista, soprannominato IANUA COELI, ossia la porta del Cielo, colui che l'ha aperta per noi...

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Giugno : il solstizio d'estate e le erbe di san Giovanni.



Al solstizio d'estate, quando il sole raggiunge la sua massima inclinazione positiva rispetto all'equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso, comincia l'estate
Tale giorno era considerato sacro nelle tradizioni precristiane ed ancora oggi viene celebrato dalla religiosità popolare con una festa che cade qualche giorno dopo il solstizio, il 24 giugno, quando nel calendario liturgico della Chiesa latina si ricorda la natività di San Giovanni Battista.
E nella festa di San Giovanni convergono i riti indoeuropei e celtici esaltanti i poteri della luce e del fuoco, delle acque e della terra feconda di erbe, di messi e di fiori.
Tali riti antichi permangono, differenziandosi in varie forme, nell'arco di duemila anni, benché la Chiesa ostinatamente abbia tentato di sradicarli, o perlomeno di renderli meno incompatibili con la solennità e si esauriscono soltanto con la sistematica repressione dei governanti laici dell'Italia unita: nelle zone rurali si mantengono tuttavia i riti più semplici e naturali, propri della società contadina e pastorale.
Tutte le leggende si basano su di un evento che accade nel cielo : il 24 giugno il sole, che ha appena superato il punto del solstizio, comincia a decrescere, sia pure impercettibilmente, sull'orizzonte : insomma, noi crediamo che cominci l'estate, ma in realtà, da quel momento in poi, il sole comincia a calare, per dissolversi, al fine della sua corsa verso il basso, nelle brume invernali. Sarà all'altro solstizio, quello invernale, che in realtà l'inverno, raggiunta la più lunga delle sue notti, comincerà a decrescere, per lasciar posto all'estate.
E' così che avviene, da millenni, la corsa delle stagioni.
Nella notte della vigilia di San Giovanni, la notte più breve dell'anno, in tutte le campagne del Nord Europa l'attesa del sorgere del sole era (è ?) propiziata dai falò accesi sulle colline e sui monti, poiché da sempre, con il fuoco, si mettono in fuga le tenebre con le tenebre e con esse gli spiriti maligni, le streghe e i demoni vaganti nel cielo. Attorno ai fuochi si danzava e si cantava, e nella notte magica avvenivano prodigi : le acque trovavano voci e parole cristalline, le fiamme disegnavano nell'aria scura promesse d'amore e di fortuna, il Male si dissolveva sconfitto dalla stessa forza di cui subiva alla fine la condanna la feroce Erodiade, la regina maledetta che ebbe in dono il capo mozzo del Battista. Nella veglia, tra la notte e l'alba, i fiori bagnati di rugiada brillavano come segnali ; allo spuntar del sole si sceglievano e raccoglievano in mazzi per essere benedetti in chiesa dal sacerdote. Bagnarsi nella rugiada o lavarsene almeno gli occhi al ritorno della luce era per i fedeli cristiani un gesto di purificazione prima di partecipare ai riti in chiesa.
La rugiada ricordava il battesimo impartito dal Battista nel Giordano, le erbe dei prati e dei boschi riproponevano l'austera penitenza di Giovanni nel deserto prima della sua missione di precursore del Messia. Anche in Valsesia ritroviamo l'usanza dei falò, del lavacro con la rugiada e della benedizione in chiesa del mazzo di erbe e di fiori. Conservate gelosamente in casa, portate all'alpeggio in estate - verso il quale da molti paesi si partiva la stesso giorno del 24 di giugno - le erbe benedette riconsacravano la baita di montagna lasciata l'anno prima mantenendo tra le famiglie dei pastori un legame con la sacralità della festa e del rito d'inizio d'estate. Al ritorno dall'alpe, quelle stesse erbe essiccate, unite ad un ramo di olivo e ad uno di ginepro, venivano bruciate nella stalla a protezione degli animali. Non a caso, dunque, il precursore di Cristo, rappresentato con l'Agnello mistico e vestito da eremita, pastore del deserto, fu assunto dai pastori come patrono privilegiato fino dai primi secoli cristiani.
IL rito della benedizione dei "fiori di San Giovanni", erbe benefiche e medicine medievali per curare il corpo ed evitare il malocchio, per proteggere la casa e gli animali domestici era assai diffuso in Valsesia, fino a pochi decenni fa. Ma ancora adesso, a Rossa, piccolo paese della Val Sermenza, valle minore della Valsesia, il parroco di Boccioleto, Don Luigi, mi ha raccontato che i fedeli richiedono la preghiera "magica", quella che proteggerà dai mali i raccolti. E la richiederebbero anche ad Oro di Mezzo, frazione di Boccioleto, se non fosse che non ci sono più anime a popolare la piccola frazione. Tutti se ne sono andati, ormai. Rimangono le montagne, immobili, maestose, gravide di leggende di cui nessuno ricorda più la trama, e tanto meno il significato.
E rimane, l'antica, suggestiva preghiera che un anno dopo l'altro, un secolo dopo l'altro, ha convinto di aiuto e pietà generazioni di donne e ancora adesso, in questo mondo impazzito, in un piccolo paese nascosto tra le montagne, raccoglie le donne lì giunte in processione a chiedere aiuto e pietà ad un Dio di cui si prega l'ascolto :
"Dio onnipotente ed eterno, che hai santificato nell'utero di tua madre il beato Giovanni Battista, e nel deserto hai voluto nutrirlo di erbe, di radici e di locuste silvestri, degnati di benedire questi rami, i fiori e le nuove biade, i frutti e le erbe che i popoli ......raccolgono, affinché .....siano una medicina per tutte le anime e per i corpi.
Dio, che in principio hai creato tutte le cose con la Tua onnipotenza e ad esse hai assegnato una forza, degnati di benedire questo insieme di erbe e di fiori, affinché tutti quelli che li portano con sé o li conservano nelle loro case, siano liberati da ogni inganno diabolico.
Dio onnipotente ed eterno, che ti sei degnato di nutrire nelle grotte del deserto il beato Giovanni Battista di locuste e di miele selvatico, degnati pure, Signore, di benedire e di santificare questi fiori oggi preparati in onore al Tuo nome, affinché a tutti quelli che li portano in mano o li conservano nelle loro abitazioni, siano di protezione per i corpi e per le loro anime e di medicina per tutte le malattie.
Dio onnipotente ed eterno, creatore di tutte le cose per l'utilità del genere umano degnati di benedire e di santificare queste creature di erbe e di fiori, affinché tutti quelli che da esse ne abbiano presi alcuni e li abbiano portati con sé ricevano la guarigione tanto del corpo come dell'anima, e affinché per propria forza, e in onore di Tuo Figlio e Nostro Signore e in onore del beato Giovanni Battista siano nuovamente beati e santificati e abbiano potere contro le tenebre, le nubi e le malignità delle tempeste e contro le incursioni dei demoni ....."
Ed ancora le donne si recano in processione, recando con loro i fiori da benedire.
I fiori di San Giovanni, dunque : l'artemisia, l'arnica ; le bacche rosso fuoco del ribes ; la verbena, della quale è credenza diffusa che, colta a mezzanotte della vigilia di San Giovanni, costituisca un'infallibile protezione contro i fulmini, ed è conosciuta in Bretagna come "erba della croce", perché si ritiene che protegga chi la porta con sé da qualsiasi male ed anche come "erba della doppia vista" perché il berne un infuso facilita la visione di realtà altrimenti nascoste.
E l'erica, la pianticella sottile.
L'erica è un fiore delle nevi e dei terreni poveri ed ostili. Infatti, il suo nome deriva dal verbo greco "ereiko", spezzo, rompo, proprio perché l'erica è più forte della dura crosta di terra invernale o della neve che la ricopre, tant'è che la buca senza fatica, emergendo all'aria aperta.
I fiori dell'erica, che vanno dal bianco alle varie tonalità di rosa, assomigliano, rovesciati, ai copricapi degli elfi.
Della stessa famiglia dell'erica è un'altra pianticella, detta brugo (cognome assai diffuso nei paesi ai piedi delle nostre montagne, e davvero molto a Romagnano Sesia), da brucus, termine tardolatino di origine celtica, da cui deriva il termine brughiera, poiché in questa terra povera e arida la pianticella riesce a vivere meglio di altre, coprendo immense distese.
L'erica, dal nome più romantico, era tenuta in grande considerazione fin dall'antichità, tanto da essere utilizzata per costruire le scope che sarebbero servite a pulire i templi degli Dei, e successivamente, in tempi più severi, il forno dove cuocere il pane.
L'utilizzo dell'erica per costruire scope era così diffuso che, in alcune regioni, l'erica stessa viene chiamata scopa e ancora oggi, alcune località soprattutto della Toscana, dove l'erica ricopre a distesa campi e colline, vengono chiamate Scopeto, Poggio delle Scope, Pian di Sco'. Stessa origine dovrebbero avere i paesi di Scopa e Scopello, della nostra Valsesia.
Le leggende associano spesso l'erica alle Entità Fatate, facendole dimorare fra i suoi rami e sconsigliando di
sdraiarsi a dormire fra queste piantine, per non correre il rischio di essere rapiti dal mondo delle fate. Di contro, era possibile accedere ai segreti dell'Aldilà, semplicemente dormendo su un letto di erica, che è anche spesso giaciglio degli amanti in numerose leggende.
E l'erica è posta a guardia del solstizio d'estate, periodo nel quale raggiunge la fioritura più completa. Usanza derivante probabilmente dal mondo celtico, dove l'erica è collegata sia all'Aldilà sia all'amore : le api, simbolo di saggezza segreta che proviene dall'Altromondo, sono particolarmente ghiotte dei fiori di questa piantina e producono così un miele squisito, da sempre legato a riti e significati di immortalità e di rinascita.
E ancora, tipico della notte di San Giovanni, il raro, misterioso fiore della felce che cresce nella notte magica, e si dice fiorisca a mezzanotte.
La storia relativa ai fiori magici è interessante, ed è frutto di credenze molto diffuse. In Boemia, ad esempio, si crede che il fiore della felce risplenda come l'oro, o come il fuoco, nella notte di San Giovanni : chiunque lo possieda in questa magica notte, e salga una montagna tenendolo in mano, scoprirà una vena d'oro, e vedrà brillare di fiamma azzurra i tesori della terra.
In Russia, i contadini raccontano che chi riesce ad impadronirsi del meraviglioso fiore nella vigilia di San Giovanni, se lo getta in aria, lo vedrà ricadere per terra nel punto preciso dove è nascosto un tesoro. Pare che questo fiore fiorisca improvvisamente, talvolta, a mezzanotte precisa della magica notte del solstizio d'estate ; e, sempre in Russia si racconta che chi abbia la fortuna di cogliere l'istante di quella fioritura improvvisa, potrà nello stesso tempo assistere a tanti altri spettacoli meravigliosi : gli sarebbero apparsi tre soli, e una luce avrebbe illuminato a giorno la foresta, e avrebbe udito un coro di risa, ed una voce femminile chiamarlo. IL fortunato a cui accade tutto questo non deve spaventarsi : se riesce a conservare la calma, raggiungerà la conoscenza di tutto ciò che sta succedendo o succederà nel mondo. Anche se resta da vedere se quest'ultima sia una buona magia.
Ma anche il seme della felce, che si vuole risplenda come oro nella notte di San Giovanni, non diversamente che dal magico fiore, farebbe scoprire i tesori nascosti nella terra : i contadini del Tirolo credono che alla vigilia di San Giovanni si possano veder brillare come fiamme i tesori nascosti e che il seme della felce raccolto in questa mistica notte possa portare alla superficie l'oro celato nelle viscere della terra. Nel cantone svizzero di Friburgo, il popolo usava un tempo vegliare vicino ad una felce la notte di San Giovanni, nella speranza di guadagnare il tesoro che qualche volta il diavolo in persona portava loro.
Un altro fiore, questo facilmente rintracciabile e che appare d'oro anche ad occhio nudo, è legato nella memoria popolare al solstizio d'estate. La densità della sua fioritura è tale da risaltare sulle grandi distese, come una gran macchia di colore giallo oro misto a rame ; i fiori infatti, così numerosi e brillanti, durano poco, un giorno soltanto, e subito appassiscono e assumono un colore rosso ruggine. Si tratta dell'iperico, un fiore dei campi che è detto erba di San Giovanni, perché anticamente chi si trovava per strada la notte della vigilia, quando le streghe si recavano a frotte verso il luogo del convegno annuale, se ne proteggeva infilandoselo sotto la camicia insieme con altre erbe, dall'aglio, all'artemisia, alla ruta. IL suo stretto legame col Battista sarebbe testimoniato dai petali che, strofinati tra le dita, le macchiano di rosso perché contengono un succo detto per il suo colore "sangue di San Giovanni". E' davvero difficile risalire alla motivazione di questo accostamento - perché il Battista e non un altro martire ? - se non forse il fatto che l'iperico è un fiore che si accontenta di poco, per sopravvivere, e vive anche nei climi desertici, come fece un tempo Giovanni il Battista.
Nelle leggende si parla anche di un 'erba piccolissima e sconosciuta, detta Erba dello Smarrimento. Si dice che essa venisse seminata dalle Fate e dai Folletti nei luoghi da loro frequentati e, calpestata, avrebbe allontanato dalla retta via il malcapitato. A questa leggenda si intreccia quella, di origine tedesca ma alquanto diffusa nel biellese, che, se taluno passa vicino alla magica fioritura della felce, nella notte di San Giovanni, senza raccogliere il seme che la pianta lascia cadere, sarà condannato a smarrirsi per via, anche se percorre strade a lui note.
Altrettanto conosciuta era l'Erba Lucente, che consentiva, se portata sul corpo, di vedere la verità delle cose senza mascheramenti o inganni. Poiché quest'erba era invisibile agli uomini, ma non ai bovini domestici, la si poteva raccogliere solo seguendo un vitello al suo primo pascolo, oppure le mandrie, nella notte di San Giovanni. Si raccontava infatti che in quelle occasioni i bovini mangiassero solo quell'erba, dando così la possibilità a chi proprio lo desiderava di individuarla. Le vecchie storie non tramandano cosa accadesse agli incauti che ci riuscivano, cui da allora, conoscendo ogni verità, era negata la possibilità dell'illusione.
Anche in Valsesia, come abbiamo già detto, ritroviamo l'usanza dei falò, del lavacro con la rugiada e della benedizione in chiesa del mazzo di erbe e di fiori. Conservate gelosamente in casa, portate all'alpeggio in estate - verso il quale da molti paesi si partiva la stesso giorno del 24 di giugno - le erbe benedette riconsacravano la baita di montagna lasciata l'anno prima mantenendo tra le famiglie dei pastori un legame con la sacralità della festa e del rito d'inizio d'estate. Al ritorno dall'alpe, quelle stesse erbe essiccate, unite ad un ramo di olivo e ad uno di ginepro, venivano bruciate nella stalla a protezione degli animali. Non a caso, dunque, il precursore di Cristo, rappresentato con l'Agnello mistico e vestito da eremita, pastore del deserto, fu assunto dai pastori come patrono privilegiato fino dai primi secoli cristiani.










Palantir Amministratore di[COLORE]
I Cavalier, l'arme e l'amore[COLORE]

"Siamo dovuti andare in cerca d'avventure
perché non riuscivamo più a viverle nei nostri cuori"[COLORE]

[Modificato da "Palantir" 30/06/2003 1.54]

tazziana
00domenica 29 giugno 2003 20:06
Copio & incollo,come al solito...[SM=g27823]
"Palantir"
00lunedì 30 giugno 2003 01:51
Tazz leggi, mi raccomando! compreso ciò che fa mia nonna![SM=x131260]
"Palantir"
00mercoledì 9 giugno 2004 17:54
riporto su la discussione ad un anno di distanza, perché sempre valida, e qui dopo troverete nuovi approfondimenti in merito che spero vi interessino
"Palantir"
00mercoledì 9 giugno 2004 17:57
S. Giovanni ed il solstizio d'estate


Fin dall'antichità il cambio di direzione che il sole compie tra il 21 e il 22 giugno, riprendendo la sua corsa sull'orizzonte, è stato salutato come l'inizio di un nuovo periodo di vita. Questo giorno, detto solstizio estivo, è ancora oggi ricordato e atteso, in quanto primo giorno d'estate, ed è associato alla magica festa di San Giovanni Battista.

Il sole, per l'uomo principale fonte di vita, muta il suo cammino sull'orizzonte e sembra fermarsi ("sosta" di qui "solstizio") per alcuni giorni in un punto preciso, sorgendo e tramontando sempre nella stessa posizione, finché, il 24 giugno (e il 25 dicembre) ricomincia a sorgere, giorno dopo giorno sempre più a sud sull'orizzonte (a giugno, e sempre più a nord a dicembre), determinando in maniera graduale l'allungarsi o l'accorciarsi delle giornate.






Fin dall'antichità gli uomini si erano resi conto di questi cambiamenti e avevano celebrato l'evento con diversi festeggiamenti. Gli antichi greci chiamavano il solstizio estivo "Porta degli uomini", poiché, nella loro mitologia, era il momento in cui le anime uscivano dalla caverna cosmica.
I solstizi erano anche festeggiati dalle grandi civiltà dell'America precolombiana, in Perù per esempio, il dio sole, Inti, che era anche l'Imperatore, riceveva grandi sacrifici di animali ed offerte naturali, in modo propiziatorio perché i raccolti estivi fossero abbondanti.

La religione Cristiana, conscia della portata di questi festeggiamenti, si preoccupò fin dai suoi inizi di acquisire le date dei festeggiamenti, sovrapponendoli con solenni celebrazioni. Per dare un'idea dell'importanza di queste feste basta considerare che il solstizio invernale è stato sostituito dal Natale! E che, secondo la tradizione sapienziale, Giovanni sarebbe nato il 24 giugno, esattamente sei mesi prima di Cristo.


"Palantir"
00mercoledì 9 giugno 2004 17:58
Le streghe di S. Giovanni


Il 24 giugno è anche il giorno in cui, secondo le tradizioni italiane, le streghe si recano, in volo, verso il "Grande Noce di Benevento"; l'albero sul quale una dea lunare avrebbe sconfitto il diavolo, rimandandolo negli inferi.

Nel rispetto di questa credenza, si sono sviluppati molti rimedi per evitare che le streghe si soffermassero, durante il loro lungo viaggio, in casa di qualche sventurato. L'uso del rosmarino e dell'ulivo benedetto e di un barattolo di sale e una scopa di saggina sull'uscio, erano ritenuti i più efficaci. Le streghe infatti, prima di entrare in casa, erano costrette a contare i chicchi di sale e i ramoscelli della scopa, cosa che richiedeva così tanto tempo da non permetter loro di finire prima della mezzanotte, momento in cui iniziava il giorno di San Giovanni, ed erano costrette a fuggire.


Chi, invece, in quella notte non poteva mettersi al ripararo, si proteggeva nascondendo sotto la camicia le erbe di San Giovanni: iperico, aglio, artemisia e ruta. Il primo perché i suoi petali rossi erano ritenuti pregni del sangue del santo, il secondo perché è una pianta che protegge dalle creature malefiche (il nome sanscrito dell'aglio significa infatti "uccisore di mostri"), la terza perché è la pianta della dea Artemide e l'ultima, detta anche "erba allegra", perché è un'efficace talismano contro il maligno.



La notte di San Giovanni, a Roma, fino al 1872 (anno in cui la festa fu soppressa dal governo italiano), dopo l'Ave Maria veniva sparato un colpo di cannone che dava inizio ai festeggiamenti. Chi voleva si metteva in attesa del passaggio delle streghe, sedendosi, con il mento appoggiato ad un bastone doppio, con lo sguardo rivolto alla Santa Croce, scrutando il cielo. Anche nelle notti più nuvolose, il buon vino dei Castelli romani faceva il più del lavoro, permettendo a tutti di avvistare streghe e fantasmi delle grandi malvagie eroine capitoline, come Lucrezia Borgia, la papessa Giovanna e la famigerata donna Olimpia, patrona dei corrotti e dei corruttori.

Quella sera poi, ci si trovava nelle osterie per mangiare tutti insieme le lumache, in modo da scongiurare futuri litigi ed appianare insieme vecchie scaramucce. Le lumache inoltre, in quanto animaletti cornuti, se mangiate in abbondanza, scongiuravano anche il pericolo di essere traditi dai propri amati. Il tutto si risolveva poi nella generale allegria e fraternità, all'insegna dei brindisi e della buona cucina.

"Palantir"
00mercoledì 9 giugno 2004 18:00
Le erbe magiche di San Giovanni

San Giovanni è quindi un santo a cui venivano associati i festeggiamenti più vari, per salutare e per prepararsi all'inizio di una nuova piacevole stagione. Nel periodo in cui cade la sua festa, si credeva anche che nascessero delle piante speciali, in grado di dare poteri magici a chi le raccogliesse.
Tra le piante di San Giovanni vi erano quelle adatte a risolvere questioni amorose, per attirare l'attenzione dell'innamorata, per interrogare il suo cuore a distanza, e piante in grado di svelare l'iniziale del proprio futuro marito. Vi era anche l'usanza, per le ragazze, di gettare un garofano a terra, e chi all'alba lo avesse calpestato avrebbe determinato la famiglia di appartenenza del futuro sposo.




Ma c'erano anche le piante della saggezza. Piante speciali e rarissime in grado di donare a chi le avesse colte proprio nella notte del santo, chiaroveggenza e invisibilità! In quel caso, chi fosse riuscito a reperire la magica pianta nel bosco, dopo averla colta sarebbe stato inondato da una luce meravigliosa, poi si sarebbe sentito chiamare dalla voce di un proprio caro, un meccanismo attivato dal demonio per evitare di cedere il potere magico della pianta. Solo chi fosse riuscito a resistere alla chiamata, e non si fosse girato, avrebbe acquisito l'incredibile potere.
Le più ricercate erano però le piante della buona salute, erbe in grado di donare forza e benessere a chi le avesse assunte. Con alcune di queste veniva fatta un'acqua, che una volta benedetta da un prete, sarebbe stata di buon augurio.

In Val Padana inoltre, con certe piante si fa ancora un liquore, tipico di San Giovanni, detto nocino.
Anche la rugiada della mattina di San Giovanni era di buon auspicio e veniva raccolta dalle giovani spose che volevano avere molti figli.


"Palantir"
00mercoledì 9 giugno 2004 18:02
I fuochi

Ma la notte di San Giovanni era soprattutto il momento in cui, in tutta Italia, le campagne e le città si riempivano di imponenti fuochi.
A Firenze, sui tetti delle basiliche venivano posti dei pentoloni di terracotta, pieni di grasso, che producevano dei magnifici fuochi che era possibile vedere da lontano. Nei campi venivano accesi dei focolari propiziatori, per allontanare il maligno e proteggere i campi.

Le fiamme erano tenute in vita fino all'alba, momento in cui si spegnevano per lasciar spazio al più importante dei fuochi: il sole. E si credeva che la ragazza che, guardando il sole all'alba, vi avesse visto la testa decapitata di San Giovanni, si sarebbe sposata entro l'anno. Addirittura in Sardegna si ritiene che il sole all'alba saltelli tre volte prima di innalzarsi in cielo, come la testa di Giovanni Battista decapitato.





"Salomè riceve la testa di Giovanni Battista"
in un dipinto di B. Luini. (Collezione privata)


Questa festa, originariamente pagana, diffusa in molte culture umane, poiché basata sull'osservazione antichissima del moto del sole, si è quindi fusa con la tradizione Cristiana, dando vita a tutta una serie di curiose ricorrenze a metà tra il sacro e il profano. Oggi purtroppo molte delle particolarità di questa festa si sono perse.

arielbianca
00mercoledì 16 giugno 2004 00:06
Che bel lavoro hai fatto
"Palantir"
00mercoledì 16 giugno 2004 00:12
Evvivaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
allora qualcuno legge!
[SM=x131209]


Merci Ariel
arielbianca
00venerdì 18 giugno 2004 19:40
Questa discussione ha avuto 45 visite ad oggi...la leggono eccome!! [SM=g27823]
Ariel

Le Stanze dell'Anima

[Modificato da arielbianca 18/06/2004 19.41]

Lalla73
00sabato 19 giugno 2004 01:27
Sve, non metterti a far scorpacciate di lumache....[SM=x131260]
Lalla73
00venerdì 2 luglio 2004 23:46
Se non hai capito, è una sciocchezza che ho scritto per dimostrarti che ho letto tutto 'sto rotolone di papiro sul giorno del tuo compleanno.....[SM=g27838]
"Palantir"
00martedì 6 luglio 2004 00:22
Re:

Scritto da: Lalla73 02/07/2004 23.46
Se non hai capito, è una sciocchezza che ho scritto per dimostrarti che ho letto tutto 'sto rotolone di papiro sul giorno del tuo compleanno.....[SM=g27838]

Cara mia... se non ci fossi tu a sorbirti il papiro...[SM=x131209]

[SM=x131184]
"Palantir"
00venerdì 24 giugno 2005 19:28
ahahahahahahahhaahah
e io ritiro su la discussione, come ogni anno.... tanto c'è gente nuova e magari interessa[SM=x131260]
Thishar
00venerdì 24 giugno 2005 19:57
1 chicco di sale... 2 chicchi di sale ...3 chicchi di sale... 4 chicchi di sale ...5 chicchi di sale

1 filo di scopa... 2 fili di scopa ..3 fili di scopa...4 fili di scopa.. 5 fili di scopa... 6 fili di scopa...


Palantir !!!! leva quel sale e quella scopa !!!
RedPorsche
00sabato 25 giugno 2005 11:39
Svevo, interessante che parli del sale ... sono andata in un ristorante giapponese recentemente, e il proprietario metteva del sale fuori la porta, e gli chiesi il perche .... mi disse che e' per cacciare via gli spiriti cattivi ... interessante che anche nella cultura giapponese .....
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