2 giugno, un terzo degli italiani non sa cos’è

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il rat-man
00domenica 1 giugno 2008 10:50

Domani è il 2 giugno, festa della Repubblica. Ma il 29% degli italiani dichiara di essere all’oscuro di cosa sia successo il 2 giugno. Forse non è solo questione di ignoranza, ma anche, più in generale, di scarsa appartenenza. Solo il 45% degli intervistati considera rilevante l’identità italiana, rispetto, per esempio, a quella europea. Domani, 2 giugno, si celebra come ogni anno la Festa della Repubblica. Malgrado se ne parli sui media, molti italiani non sanno in realtà quale sia il motivo del festeggiamento (e del conseguente giorno di vacanza): quasi un terzo, il 29%, dichiara infatti di essere all’oscuro di cosa sia successo il 2 giugno e a quale anno di preciso ci si riferisca (il 2 giugno 1946 si tenne il referendum tra monarchia e repubblica: gli italiani scelsero la repubblica, ndr.). Colpisce il fatto che tra questi cittadini meno consapevoli della ricorrenza si rilevi, oltre che una prevedibile maggiore diffusione di persone con basso titolo di studio e spesso disinteressate a qualsiasi tematica politica e sociale, anche la presenza di numerosissimi giovani al di sotto dei 24 anni, specie residenti al sud. Tra i quali vi sono dunque molti studenti che ignorano il motivo del giorno di sospensione delle loro attività scolastiche. Un altro segnale, forse, della sempre minor conoscenza della nostra storia tra le nuove generazioni. Il che potrebbe suggerire agli insegnanti di dedicare qualche minuto per spiegare il senso e l’attualità della ricorrenza. Ma l’esistenza di una così relativamente limitata (e comunque insufficiente) informazione sul merito della festa del 2 giugno può dipendere anche da motivi di carattere più generale, legati al sentimento di appartenenza al nostro paese. Occorre ricordare al riguardo che proprio l’identità e l’orgoglio nazionale mobilitano (ed emozionano) sempre meno gli italiani. Se ne ha una prova indiretta dalle risposte dei cittadini al quesito sul legame maggiormente sentito tra quelli comunale, provinciale, regionale, italiano o europeo. Solo il 45% degli intervistati—vale a dire significativamente meno della metà — dichiara che, dovendo scegliere tra queste diverse identità, la più rilevante è quella nazionale, l’italiana. Gli altri distribuiscono la loro priorità in contesti diversi: la maggior parte (22%) si sente legata soprattutto al comune in cui abita e una quota minore (12%) dichiara di identificarsi di più con la propria regione o con l’Europa intera. Anche in questo caso, si sentono più «italiane» le persone meno giovani, mentre l’opposto accade per le generazioni più recenti. C’è inoltre una, forse scontata, notevole differenziazione in relazione all'orientamento politico: il sentimento di appartenenza all’Italia appare assai meno accentuato (38%) tra gli elettori della sinistra e del centrosinistra, anche perché specie tra costoro si diffonde inmisura maggiore (giungendo al 18%) il senso di identità con l’Europa. Ma l’elemento più indicativo dello stato attuale del sentimento di identità nazionale è la drastica diminuzione nel tempo della sua diffusione. Quattro anni fa, nel 2004, era ancora la maggioranza, seppur di poco (52%), a privilegiare, tra le diverse possibili identità territoriali, soprattutto quella italiana. L’anno scorso questo stesso atteggiamento coinvolgeva esattamente il 50%. Oggi, come si è detto, siamo scesi al 45%. Il trend costituisce un ulteriore indicatore dell'estendersi del più generale senso di sfiducia degli italiani nei confronti del loro paese. E, in certi casi, delle sue istituzioni.



siamo a posto, dopo il 25 aprile che con il passare degli anni vede offuscata la sua importanza ora anche il 2 giugno viene misconosciuto dai più [SM=x967735] [SM=g27829]
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