2 agosto 1980, Bologna

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jay.ren
00mercoledì 2 agosto 2006 12:05
La strage

Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25, una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna.
Lo scoppio fu violentissimo, provocò il crollo soccorsidelle strutture sovrastanti le sale d'aspetto di prima e seconda classe dove si trovavano gli uffici dell'azienda di ristorazione Cigar e di circa 30 metri di pensilina. L'esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario.
Il soffio arroventato prodotto da una miscela di tritolo e T4 tranciò i destini di persone provenienti da 50 città diverse italiane e straniere.

Il bilancio finale fu di 85 morti e 200 feriti. (testimonianze di Biacchesi e da "Il giorno")
La violenza colpì alla cieca cancellando a casaccio vite, sogni, speranze.

Maria Fresu si trovava nella sala della bomba con la figlia Angela di tre anni. Stavano partendo con due amiche per una breve vacanza sul lago di Garda. Il corpicino della piccola, la più giovane delle vittime, venne ritrovato subito. Solo il 29 dicembre furono riconosciuti i resti della madre.

Marina Trolese, 16 anni, venne ricoverata all'ospedale Maggiore, il corpo devastato dalle ustioni. Con la sorella Chiara, 15 anni, era in partenza per l'Inghilterra. Le avevano accompagnate il fratello Andrea, e la madre Anna Maria Salvagnini. Il corpo di quest'ultima venne ritrovato dopo ore di scavo tra le macerie. Andrea e Chiara portano ancora sul corpo e nell'anima i segni dello scoppio. Marina morì dieci giorni dopo l'esplosione tra atroci sofferenze.

Torquato Secci, impiegato alla Snia di Terni, venne allertato dalla telefonata di un amico del figlio Sergio, Ferruccio, che si trovava a Verona. Sergio lo aveva informato che a causa del ritardo del treno sul quale viaggiava, proveniente dalla Toscana, aveva perso una coincidenza a Bologna e aveva dovuto aspettare il treno successivo.
Poi non ne aveva più saputo nulla.
Solo il giorno successivo, telefonando all'Ufficio assistenza del Comune di Bologna, Secci scoprì che suo figlio era ricoverato al reparto Rianimazione dell'ospedale Maggiore.
"Mi venne incontro un giovane medico, che con molta calma cercò di prepararmi alla visione che da lì a poco mi avrebbe fatto inorridire", ha scritto Secci, "la visione era talmente brutale e agghiacciante che mi lasciò senza fiato. Solo dopo un po' mi ripresi e riuscii a dire solo poche e incoraggianti parole accolte da Sergio con l'evidente, espressa consapevolezza di chi, purtroppo teme di non poter subire le conseguenze di tutte le menomazioni e lacerazioni che tanto erano evidenti sul suo corpo".
Nel 1981 Torquato Secci diventò presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage.

La città si trasformò in una gigantesca macchina di soccorso e assistenza per le vittime, i sopravvissuti e i loro parenti.
soccorsiI vigili del fuoco dirottarono sulla stazione un autobus, il numero 37, che si trasformò in un carro funebre.
E' lì che vennero deposti e coperti da lenzuola bianche i primi corpi estratti dalle macerie.

Alle 17,30, il presidente della Repubblica Sandro Pertini arrivò in elicottero all'aeroporto di Borgo Panigale e si precipitò all'ospedale Maggiore dove era stata allestita una delle tre camere mortuarie.
Per poche ore era circolata l'ipotesi che la strage fosse stata provocata dall'esplosione di una caldaia ma, quando il presidente arrivò a Bologna, era già stato trovato il cratere provocato da una bomba.
Incontrando i giornalisti Pertini non nasconse lo sgomento: "Signori, non ho parole" disse,"siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia".

Ancora prima dei funerali, fissati per il 6 agosto, si svolsero manifestazioni in Piazza Maggiore a testimonianza delle immediate reazioni della città.
Il giorno fissato per la cerimonia funebre nella basilica di San Petronio, si mescolano in piazza rabbia e dolore.
Solo 7 vittime ebbero il funerale di stato.
Il 17 agosto "l'Espresso" uscì con un numero speciale sulla strage.
In copertina un quadro a cui Guttuso ha dato lo stesso titolo che Francisco Goya aveva scelto per uno dei suoi 16 Capricci: "Il sonno della ragione genera mostri".
Guttuso ha solo aggiunto una data: 2 agosto 1980.

Cominciò una delle indagini più difficili della storia giudiziaria italiana.

• Per non dimenticare Bologna >>
Corcaigh
00mercoledì 2 agosto 2006 12:12
Grazie per non aver dimenticato, Ren. Sopratutto in questo momento storico a livello internazionale, è importantissimo ricordare, sempre.



[Modificato da Corcaigh 02/08/2006 17.36]

billingham
00mercoledì 2 agosto 2006 16:11
[SM=g27813]
jay.ren
00mercoledì 2 agosto 2006 16:15
Dopo cinque anni nessun fischio
Negli ultimi cinque anni la cerimonia di commemorazione della strage di Bologna era stata sempre segnata dalle contestazioni al rappresentante del governo. Oggi, alla manifestazione di Piazza Medaglie d'Oro, davanti alla sala d'aspetto di seconda classe in cui esplose l'ordigno che causò la strage, nessun fischio ha accompagnato l'intervento del ministro per l'Attuazione del programma Giulio Santagata. E ci sono stati applausi per il presidente dell'Associazione familiari delle vittime Paolo Bolognesi e il sindaco Sergio Cofferati. Da un piccolo gruppo è partito qualche fischio quando Cofferati ha citato le forze dell'ordine, ma è stato zittito immediatamente dal resto della piazza.

La giornata delle commemorazione di questa mattina è iniziata con l'incontro privato del sindaco di Bologna con i familiari delle vittime. Il corteo per commemorare le vittime e chiedere la verità ha quindi sfilato per le strade della città. E Cofferati, nella prima parte del suo intervento nell'aula del Consiglio comunale, ha sottolineato che oggi si ricordano i morti della stazione, ma anche altre pagine nere che hanno insanguinato la nostra storia e ha ricordato poi la strage di Ustica, le persone uccise dai criminali della Uno bianca e l'uccisione del professor Biagi. Poi, commentando, a Piazza Medaglie d'Oro, l'andamento della manifestazione, ha messo in luce il gesto di responsabilità delle persone presenti, sottolineando che la conoscenza di ciò che è accaduto è la cosa decisiva per dare credibilità alle istituzioni democratiche e ha ribadito la necessità di abolire il segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo, per consolidare la cultura del rispetto e della legalità.

Il 2 agosto 1980, alle 10.25 una bomba esplose alla stazione di Bologna provocando 85 morti e 200 feriti. Ventisei anni dopo Bolognesi torna a chiedere verità sui mandanti di quanto accaduto alla stazione di Bologna, sostenendo che la vicenda dimostra "il fallimento di un'intera generazione politica che non è stata capace di vincere l'omertà di Stato a scapito della verità". Dal palco continua il suo intervento, affermando che ancora oggi esiste chi tenta di inquinare i risultati di anni di indagini difficili, e ricordando che "l'ultimo tentativo di depistaggio, in ordine di tempo, è venuto dalla Commissione parlamentare Mitrokhin dove, pur di scagionare fascisti e piduisti e non arrivare alla verità, si è tentato, ancora una volta, di avallare un'inesistente pista internazionale". L'Associazione familiari delle vittime chiede l'applicazione della legge 206 'Nuove norme a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice' approvata nel 2004 e ancora in parte inapplicata.

A stretto giro di posta risponde il ministro Santagata, ultimo ad intervenire dal palco, impegnandosi a nominare un commissario straordinario in grado di garantire un'applicazione più efficace della legge dei familiari delle vittime di stragi e di atti di terrorismo, ma ricordando che il segreto di Stato non è mai stato sollevato sulla strage di Bologna. "Oggi abbiamo una verità giudiziaria e una verità storica ma manca ancora qualcosa per fare piena luce su questa vicenda - dice il ministro - Non è questione di formali opposizioni del segreto di stato che, peraltro, andrà riformato e limitato nel tempo". Quello che lo Stato deve rinsaldare, secondo il ministro, è il patto di fiducia con i cittadini.

Fonte: •Repubblica >>
Corcaigh
00mercoledì 2 agosto 2006 17:33
Re:

Scritto da: jay.ren 02/08/2006 12.05
Il 17 agosto "l'Espresso" uscì con un numero speciale sulla strage.
In copertina un quadro a cui Guttuso ha dato lo stesso titolo che Francisco Goya aveva scelto per uno dei suoi 16 Capricci: "Il sonno della ragione genera mostri".
Guttuso ha solo aggiunto una data: 2 agosto 1980.




Ecco il manifesto:




Una frase ed un dipinto splendido. Meritano di essere ricordate. Per farci riflettere.

[Modificato da Corcaigh 02/08/2006 17.39]

clyve.50
00mercoledì 2 agosto 2006 19:21
Grazie Ren, appena arrivato a casa ho aperto il forum proprio per ricordare l'evento ma ho trovato il 3D già aperto.
Grazie anche a Martina per avere riportato il dipinto di Guttuso, me l'ero dimenticato.
Queste cose vanno ricordate, ricordate e ancora ricordate, e fatte conoscere a chi non le ha vissute.
jay.ren
00mercoledì 2 agosto 2006 22:12
Se può interessarvi, cliccando sul testo qui sotto, si apre la pagina di ArcoIris Tv.

Sono linkati parecchi video sulla strage di Bologna.

Alcuni sono pesanti (più di 1 GB) ma interessanti.

>> ArcoIris Tv <<

R
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