CLAY60
00mercoledì 21 novembre 2007 16:32
Rosina lo francobolla Moro anche se và in bagno. Per il resto gioco di prima, massimo 2 tocchi, con scambi rapidi al limite dell'area. Come e' stato rimarcato i 2 centrali granata sono bravi, ma lentissimi sullo stretto.
LE CURIOSITÀ DI EMPOLI - TORINO
Empoli 2007/08: mai dire gol nel primo tempo
L’Empoli è la sola formazione della serie A 2007/08 che non ha ancora segnato nei primi 45’ dopo 12 turni di campionato.
Le poche soluzioni offensive dell’Empoli 2007/08
Dopo 12 giornate di campionato l’Empoli è andato in rete con soli 4 giocatori: Giovinco, Pozzi, Saudati e Vannucchi. La formazione azzurra è una delle tre della serie A 2007/08 che ha segnato con meno elementi, alla pari di Cagliari e Reggina.
400° da professionista per Adani
Daniele Adani festeggia, se gioca, la 400° gara da professionista con maglie di club. Il difensore dell’Empoli somma finora 195 presenze in A, 154 in B, 21 in coppa Italia, 28 nelle eurocoppe, 1 in altri tornei, con le casacche di Modena, Lazio, Brescia, Fiorentina, Inter, Ascoli ed Empoli. L’esordio è datato 27 ottobre 1991, Modena-Lucchese 1-1, in serie B.
200° in campionati professionistici per Ascoli
Nicola Ascoli, se dovesse scendere in campo nel match odierno, festeggerebbe la 200° presenza della propria carriera in campionati professionistici. Le attuali 199 presenze di Ascoli - collezionate indossando le maglie di Catanzaro ed Empoli - sono così suddivise: 25 in serie A, 22 in B, 28 in C-1 e 124 in C-2. Il debutto di Ascoli risale al 7 dicembre 1997: Catanzaro-Battipagliese 2-0, in serie C-2.
Antonini e il Torino come bersaglio preferito
Luca Antonini, autore di 17 reti in carriera in gare ufficiali, ha nel Torino il suo bersaglio preferito con 3 centri. I gol di Antonini al Torino sono stati realizzati con la maglia del Pescara nella B 2004/05, con quella dell’Arezzo nella B 2005/06 e con quella del Siena nella A 2006/07.
Mai dire rigore per il Torino 2007/08 e maggior saldo negativo tra penalty pro e contro
Il Torino è una delle sei squadre della serie A 2007/08 che, dopo 12 turni, non hanno ancora ricevuto rigori a favore (come anche Catania, Lazio, Reggina, Sampdoria ed Udinese). L’ultimo rigore a favore dei granata risale al 18 marzo 2007, trasformazione di Rosina in Messina-Torino 0-3 (assenza da 22 giornate). Considerando che sono 3 i rigori subiti dal Torino nella serie A in corso, i granata sono anche una delle tre formazioni che hanno il maggior saldo negativo, -3, alla pari di Catania (0 a favore, 3 contro) e Juventus (3 a favore, 6 contro).
Le espulsioni a favore del Toro
Dopo 12 giornate di campionato il Torino è una delle quattro formazioni della serie A 2007/08 che vanta il maggior numero di espulsioni a favore: 4, stessa cifra di Fiorentina, Roma ed Udinese.
Un solo successo esterno nelle ultime 11 trasferte granata
Il Torino ha vinto solamente una delle ultime 11 trasferte ufficiali disputate, per altro riferite a sole gare di campionato: è accaduto lo scorso 13 maggio quando i granata si sono imposti per 1-0 in casa della Roma, in serie A. Nelle altre 10 gare fuori casa prese in esame il Torino ha un bilancio di 5 pareggi e 5 sconfitte.
Barone, Recoba e i gol all’Empoli
Simone Barone ed Alvaro Recoba hanno nell’Empoli il loro bersaglio preferito sommando i rispettivi 21 e 84 gol segnati in gare ufficiali. Barone ha segnato 2 reti ai toscani, come anche ad Ancona, Reggina e Roma, mentre l’uruguayano è a quota 6, stessa cifra rifilata a Bologna, Lecce e Roma.
zeman!
00giovedì 22 novembre 2007 16:46
EMPOLI Cresciuto nella Juve, aspetta la sfida di domenica al Toro con ansia ed emozione
Marchisio è pronto al derby
EMPOLI - Seppure Empoli e Torino siano divise da alcune centinaia di chilometri a qualche azzurro - ovviamente di scuola juventina - il match di domenica offre l'intrigante sapore del derby. E chi meglio di Claudio Marchisio può rappresentare la pattuglia 'anti Toro' che quest'anno si veste di azzurro? Lui di scontri stracittadini ne ha giocati a decine, per cui nel ricordarli c'è solo l'imbarazzo della scelta. Semmai non deve stupire la ritrosia con la quale racconta l'ultimo.
« Era l'ultimo anno di Primavera
- ricorda - e stavamo perdendo 1-0. Per loro avava segnato Bottone, che ora è nel giro della prima squadra, e su di noi ormai incombeva il disastro della sconfitta quando, proprio al novantesimo, calciai una punizione e per fortuna Zammuto, che ora gioca nel Piacenza, segnò il gol del pareggio » .
Ci pensa sopra un attimo il ventunenne costretto a rinunciare all'Under 21 per una borsite al tallone sinistro e rimasto a casa a curarsi ed allenarsi proprio per essere a disposizione di Gigi Cagni - semmai avesse intenzione di schierarlo - e poi si mette lui a far domande. «Quello pareggiato è stato l'ultimo derby - attacca - ma perché non mi chiedete del primo? » Presto fatto, parliamone.
«Avevo solo 7 anni ed essendo di fede bianconera fin dalla nascita entrai in campo deciso a spaccare il mondo. Vincemmo 4- 1, con tre gol miei e uno frutto di un mio cross. Per il Toro andò a segno Vailatti, che gioca ancora lì e che domenica saluterò con gioia, perché è un mio grande amico. Tra l'altro non posso dimenticare che in tribuna a vedere il match c'era Claudio Nené, gran campione della Juve e del Cagliari, che alla fine venne negli spogliatoi e mi fece un mare di complimenti. Che giornata! »
A proposito di Torino e degli amici, ma loro da che parte stanno? « Alcuni sono tifosi bianconeri e altri granata e domenica tutti mi attendono al varco, come d'altra parte accadrà anche ai vari Giovinco, Volpato e Piccolo, anche se quest'ultimo non potrà essere della partita per un problema muscolare. Per cui è facile intuire come in tutti noi arda il sacro fuoco della rivalità cittadina. Anche se in verità quel che interessa più a me e a tutti i miei compagni vecchi e nuovi è agguantare un successo che varrebbe oro». In che senso? «Fino ad ora avevamo il calendario difficile - spiega
e qualche passo falso ci poteva anche essere perdonato. Da ora in avanti invece dobbiamo fare sul serio e metter fieno in cascina, perché i punti che dobbiamo fare da qui a Natale ce li ritroveremo poi a maggio, quando tutto sarà più difficile. Per cui dobbiamo rimbocarci le maniche e darci dentro » . Ma il tallone? « Sta bene - conclude - anzi, ogni giorno che passa mi sento meglio, per cui sono pronto. E se il mister mi farà giocare darò l'anima, e non certo per la storia del mio derby personale, ma solo per contribuire a tirar fuori l'Empoli da una classifica che non merita. Se poi il successo arrivasse per un mio gol, sarebbe proprio il massimo».
Antonio Bassi/atc
PARLA MARIANINI La sosta è servita per imparare la lezione
«L’Empoli ha ripassato»
EMPOLI - Pensare positivo e lavorare sodo, magari fin quasi a notte, com'è accaduto ieri pomeriggio dopo un'ora buona di palestra, un bel po' di corse e una vivace partitella conclusasi solo quando il colpire il pallone pareva una sorta di scommessa. E ciononostante volti sereni in giro dopo tanto 'massacro', perché il gruppo è animato solo dalla voglia di tornar presto in campo per affrontare una bella serie di spareggi salvezza. E quando la mente è sgombra da strani pensieri anche i ricordi più amari finiscono nel dimenticatoio. Vedi il caso di Francesco Marianini, uno al quale solo a sentir parlare del Torino dovrebbe salire un po' di sangue alla testa. Tutta colpa di quel suo gol, solare e regolarissimo, negatogli sotto la Mole da un arbitro malconsigliato dal suo assistente con la bandierina in mano. Ritiene di avere ancora un conto aperto con la squadra granata per quel gol clamorosamente negato? « Ma ci mancherebbe altro - ribatte il centrocampista azzurro - quella ormai è acqua passata. Appartiene a un campionato che è finito, per cui non c'è proprio nessuno spirito di rivalsa contro una squadra che poi in fondo mica ha colpe per quel 'regalo' che si ritrovò a raccogliere proprio nel giorno della gran festa dei suoi cento anni di vita. No, no, quell'eposodio l'ho già dimenticato, anche perché ora io e i miei compagni dobbiamo pensare a questa stagione, cercando di renderla più bella e interessante con un bel successo domenica prossima. Nessun rancore particolare dunque, anche se tuttavia rimane il fatto che, sfortunatamente per loro, i granata arrivino a Empoli nella domenica sbagliata».
Ovvero? «E' semplice intuire il senso delle mie parole - commenta il 'maratoneta' azzurro - perché in questa sosta abbiamo sgobbato come non mai proprio per arrivare a domenica nelle migliori condizioni psicofisiche, prima dedicandoci a un bel ripasso atletico e ora puntando sul discorso tecnico- tattico. Per cui è sicuro che domenica in campo scenderà l'Empoli dei giorni migliori ovvero la squadra che ha saputo rimontare sul Palermo fino a batterlo sonoramente o che ha compiuto la grande impresa di andare a sconfiggere il Milan addirittura nel suo stadio o ancora agguantare un incredibile quanto straordinario pareggio con la Roma sul filo della sirena » . Vien da pensare dunque a un Torino vittima predestinata? «Un momento, io non sto solo parlando del match di domenica prossima - conclude Francesco Marianini da Pisa - ma intendo guardare anche più lontano, nel senso che nel prossimo mese ci attendono altri incontri con squadre alla nostra portata. Fino a ora abbiamo fatto i fenomeni con le grandi e ceduto le armi alle provinciali, mentre fin da subito dobbiamo invertire la rotta visto che ci troviamo ad affrontare alcune delle nostre dirette concorrenti nella corsa alla salvezza. E' arrivato il momento dunque di strappare punti importanti pesanti non soltanto al Toro, ma pure al Parma, al Cagliari e al Genoa, con tre gare su quattro da giocare di fronte ai nostri splendidi tifosi. Anche a loro infatti, oltre che a noi stessi, vogliamo regalare belle soddisfazioni, così da abbandonare in fretta quell'ultimo posto in classifica che, essendo immeritato, in effetti rischia di togliere a tutti un briciolo di giusta serenità » .
Antonio Bassi/atc
EMPOLI, ECCOLO Pronto a tornare, in forma, e cattivo al punto giusto
Pratali: Darò il 110%
EMPOLI - Sano, pronto e cattivo. Sembrerebbe il titolo di un classico western all'italiana, mentre invece altro non è che l'identikit di Francesco Pratali, smanioso di tornare a fare il suo mestiere di difensore centrale in un Empoli che si avvia a vivere una delle settimane più importanti della sua stagione.
«In effetti stiamo guardando al match col Torino come se si trattasse di un vero e proprio spareggio salvezza - commenta l'azzurro - per cui nulla di strano che io per primo non veda l'ora di scendere in campo a giocarmi una fetta del nostro futuro » .
In verità dopo la lunga sosta, problema ormai dimenticato, c'era già stato un 'assaggio' col campionato. «E' vero confessa - ma forse in quell'occasione la smania di tornare a giocare ha avuto la meglio sulla prudenza. Ma domenica prossima andrà tutto bene, questo è sicuro. Sono ormai diversi giorni che nel lavoro sono accompagnato da sensazioni estremamente positive, confortate oltretutto dal ripasso atletico svolto nella settimana passata, un'occasione importante soprattutto per uno come me che aveva bisogno di recuperare ancora qualcosa. Ora mi sento davvero al massimo e quindi potrò dedicarmi fin da oggi pomeriggio al discorso tecnico e tattico annunciato dal mister ».
Ma torniamo un attimo al titolo del film. Sano dunque? « Di sicuro - ribatte il difensore - perché quel piccolo problema che mi aveva assillato quando ancora mi allenavo da solo oggi è solo un ricordo, per cui posso tranquillamente dire di essere fisicamente al cento per cento. Anzi, per dirla tutta fino in fondo, in una sorta di calendario tutto mio proprio la sfida col Toro doveva essere l'occasione giusta per il rientro ». E pure pronto? « Per fortuna non ho dovuto faticare più di tanto per rientrare al meglio in un gruppo che in gran parte conoscevo. Con i nuovi poi ho familiarizzato alla svelta, sono tutti bravi e quindi in grado di dare una mano per raggiungere tutti insieme il traguardo di un altro anno ancora in serie A » . E infine anche cattivo?
«La grinta e l'aggressività sono le armi che hanno sempre caratterizzato i momenti migliori dell'Empoli - spiega il 'Pampa' - per cui da quelle dobbiamo ripartire per dare una svolta al nostro campionato. Non dico che fino ad oggi siano state dimenticate, anzi. Però se poi le cose non sono andate come dovevano vuol dire forse che in qualcosa abbiamo sbagliato. A partire da me naturalmente, perché è innegabile che se per tre mesi sono stato a guardare invece di essere in campo a lottare le mie responsabilità non sono state certo inferiori a quelle di tutti gli altri ».
Con Pratali l'Empoli sarà sicuramente più forte. «Fermi tutti - ribatte deciso - io sono a disposizione e pronto a dare il centodieci per cento di tutto me stesso, ma nel calcio non è mai un singolo giocatore a decidere. Soprattutto se si tratta di un difensore, perché se magari parlassimo di un Ibrahimovic forse tutto sarebbe diverso. Per cui è giusto concludere che solo tutti insieme, squadra, dirigenti e pubblico, potremo uscire a testa alta da questo periodo non proprio felicissimo » . Cosa c’è di meglio di uno spareggio per tornare a sorridere? «In verità penso che sarebbe più giusto guardare anche un po' più lontano - conclude il difensore - nel senso che ci apprestiamo ad affrontare diversi scontri diretti, tre dei quali in casa. Dobbiamo sfruttarli al meglio senza sbagliarne uno, anche se in verità tre punti domenica ci farebbero fare non solo un bel balzo in classifica, ma anche un gran volo nel morale. Ecco perché è quello il vero spareggio salvezza».
Antonio Bassi/atc
fonte: corriere dello sport
zeman!
00giovedì 22 novembre 2007 16:52
IL CAPITANO AI RAGAZZI DELLA SUA IVREA
« Sono l’esempio che si può sempre migliorare»
Comotto: «Ci vuole tanta forza d’animo, volontà e impegno»
Il difensore all’iniziativa che si prefigge l’obiettivo di insegnare i valori dello sport. «La famiglia e il club sono fondamentali per crescere bene. Io incarno lo spirito granata, tuttavia non bisogna mai scordare che stiamo “solo” giocando a pallone»
DAVIDE GOTTA
IVREA. Spiegare ad una platea di giovani calciatori ed ai loro genitori cosa siano lealtà, rispetto, impegno e sacrificio, valori fondamentali per un football pulito e civile. Questo il compito cui è stato chiamato Gianluca Comotto, capitano del Torino, ospite d’eccezione della seconda tappa del “Piemonte Calcio Domani Tour”. L’iniziativa organizzata dalla Regione, e patrocinata dal Ministero dello Sport, è sbarcata nel tardo pomeriggio di ieri al Teatro Giacosa d’Ivrea, dove la bandiera del club presieduto da Urbano Cairo ha incontrato una folta rappresentanza dei vivai del Canavese. «Per me è stata un’occasione speciale - dice Gianluca - un ritorno a casa, essendo eporediese doc. Sono nato qui ad Ivrea e nelle file della Scuola Calcio della società cittadina ho mosso i primi passi». Il difensore granata ha portato la sua esperienza, maturata in tanti anni di gavetta, prima sui campi di provincia e successivamente nei principali stadi d’Italia. «A quelli che spero diventino un giorno i campioni del futuro posso dire loro che ci vuole tanta volontà, forza d’animo ed abnegazione. Certamente servono delle qualità, i classici numeri, ma è vero che si può sempre migliorare. Ed io ne sono un esempio lampante». Comotto, nell’arco della sua carriera e del processo di crescita, sia sportiva che umana, ha potuto appoggiarsi ad una base solida, quella della famiglia: «Ogni singolo calciatore deve dare tutto se stesso per arrivare, ma se dietro vi sono dei genitori capaci di spronare il ragazzo ed aiutarlo nei momenti più difficili, diventa decisamente meno dura. Io mi ritengo molto fortunato, perché i miei cari mi sono stati vicini e questo mi è servito tantissimo per raggiungere traguardi importanti». Determinante in questo mondo è il ruolo delle società: «Assieme alla famiglia, i club hanno un ruolo di un certo peso nel processo educativo dei ragazzi, e per questo devono rappresentare uno dei lati puliti di uno sport che, nell’ultimo periodo, è al centro dell’attenzione per tutta una serie di motivi extracalcistici». Il ruolo di capitano è delicato ed allo stesso tempo stimolate, dove alla grinta ed alla determinazione bisogna sempre affiancare la lealtà ed il rispetto dell’avversario: «Io che incarno lo spirito granata - aggiunge Comotto - so bene che a volte la foga del momento può giocare brutti scherzi. Ma è fondamentale recuperare immediatamente toni più tranquilli e ricordarsi che, prima di tutto, stiamo facendo calcio». Dopo una settimana di sosta, nel fine settimana si torna a giocare e Gianluca ed i suoi compagni sono chiamati alla trasferta di Empoli. Il Toro deve fare risultato per continuare a lottare per un posto di primo piano: «Purtroppo stiamo facendo i conti con tutta una serie d’infortuni - conclude il capitano - ma la nostra è una rosa competitiva, che è stata allestita per fare bene e puntare a raggiungere qualcosa di più di una salvezza tranquilla. Ci proveremo con tutte le nostre forze, mettendoci quell’impegno e quella determinazione che sono, da sempre, le caratteristiche di questa società».
Tra gli invitati della serata eporediese anche un altro personaggio di spicco della storia granata, ovvero Renato
Zaccarrelli, che ha rimarcato quanto sia importante il tono con cui si affrontano le sfide: «Bisogna sempre tenere ben a mente che si affronta una partita di calcio. Al di là dell’importanza del confronto, vivere con tranquillità l’evento aiuta a giocare con maggiore scioltezza, oltre che gustarsi nel modo più giusto quello che è uno sport meraviglioso ».
fonte: tuttosport
non so se è un campione o uno scarsone, non so se è un calciatore serio o uno strullino...
alla parola comotto....la mia mente ricorda solo e soltanto una cosa.....il gol di torino......
di quella partita ricordo solo agroppi e comotto...brrr brrr brrr
zeman!
00giovedì 22 novembre 2007 16:56
Dalle 100 partite di Cairo alle proprie condizioni fisiche: «A Empoli ci sarò»
Rosina: «Tranquilli, sto bene»
«Devo solo curare meglio il riscaldamento. E basta con la pubalgia, non ce l’ho»
PIERO VENERA
ALESSANDRO ROSINA, a Empoli il presidente Cairo festeggerà le prime cento partite nel Toro. Siete pronti a regalargli una grande gioia?
«Si lavora sempre per questo obiettivo: purtroppo, però, non sempre si riesce a raggiungerlo».
Cairo l’ha definita l’emblema del suo Toro: un giusto premio e un grande onore, per lei.
«Sono fiero e orgoglioso di ciò. Il presidente mi ha emozionato, il suo è un riconoscimento importante. Da parte mia cercherò di fare sempre meglio nel Toro: è qui che voglio crescere».
Dal 2 settembre 2005 ad oggi è cresciuto maggiormente Cairo come presidente o Rosina come calciatore?
«Come ha detto lui, siamo cresciuti assieme, e allo stesso modo. Una promozione incredibile, una serie A difesa con i denti: a fine stagione anche questo campionato potrà darci importanti soddisfazioni ».
Compresa l’Europa?
«Cominciamo a migliorare il piazzamento dell’anno scorso, questa dev’essere una stagione di consolidamento e di crescita. I conti poi li faremo alla fine».
Definisca il presidente Cairo con tre aggettivi.
«Carismatico. Presente. Esigente. Però è estremamente riduttivo sintetizzare un uomo come il presidente con soli tre aggettivi».
Il ricordo più bello, con Cairo?
«La promozione, ovvio. Ma nel cuore e davanti ai miei occhi torna spesso un flash bellissimo: i sorrisi e la felicità di tutti alla firma sul rinnovo del mio contratto».
Il più brutto, col Toro?
«La tribuna di Verona contro il Chievo».
E’ tempo di ristabilire la verità storica. A noi risulta che lei andò in tribuna dopo una diatriba con il presidente, non a causa dell’omesso controllo sulle pagelle di un tifoso pubblicate sul suo sito.
«E’ acqua passata, non pensiamoci più».
Per amor di chiarezza, archiviamola una volta per tutte.
«Venivamo da cinque sconfitte consecutive, eravamo tesi, preoccupati. Ciascuno cercava di fare qualcosa in più, ma non ci riusciva niente. Si agiva d’isteria, c’erano scatti d’ira. Al 90% la mia esclusione maturò dopo un incontro con il presidente e il tecnico, nei faccia a faccia istituiti con tutti i giocatori. Zaccheroni disse: ti lascio in tribuna, sei poco sereno».
Ricordiamo il suo sguardo attonito, al Bentegodi. Resta lo stadio più brutto, nei suoi ricordi?
«Beh, scontato. Ma anche quello di Mantova m’era rimasto sul gozzo. Avevo rosicato in modo pazzesco per quel 4-2 nella finale d’andata dei playoff. Mi aveva dato fastidio la gioia sfrenata dei loro tifosi: per fortuna, a Torino nel ritorno abbiamo poi rimesso le cose a posto».
Reputa sia la più bella partita di Rosina nel Toro?
«Per il risultato, sì. Per la prestazione voto Torino-Catania».
Dell’anno scorso?
«Beh, domenica ho giocato tre minuti. Però ho fatto un bel colpo di tacco...».
Ma no: ripensavamo alla serie B, e al suo rigore segnato al 90’. Risultato molto pesante, per la classifica di allora.
«Ah già, è vero. Beh, no, lo scorso anno ho giocato nettamente meglio; e, se me lo lasciate dire, anche fatto un gran bel gol».
Il più bello del Toro di Cairo?
«Da podio. Primo posto a Rosina con la Lazio, quest’anno. Medaglia d’argento a Rosina, gol a Bergamo con l’Atalanta e bronzo sempre al sottoscritto: appunto per la rete al Catania, lo scorso campionato ».
E lascia fuori Stellone, con quella prodezza al Modena?
«Ah, giusto. Al quarto posto metto Robi, come no!».
Lei ha saltato pochissime partite, tra queste il derby: che smacco.
«La sognavo da due anni, la preparavo da settimane: peccato doverla saltare per un piccolo acciacco. Anche io, come il presidente, aspetto impaziente che arrivi febbraio».
In questi due anni ha dato forfeit in poche partite, ma sempre per guai muscolari. Qual è l’attuale e reale situazione?
«Pure io volevo capire, anche per questo sono andato a Varese dal professor Romani per fare un controllo. Lui, anche analizzando i filmati, ha notato che lavoro molto sugli adduttori alti: ho il baricentro basso, il mio gioco è fatto di scatti e controscatti, di immediati e improvvisi cambi di direzione, di accelerazioni brusche. Sto bene, posso tranquillizzare tutti: già ad Empoli sarò a disposizione del mister».
Da mesi a Rosina viene associata la subdola pubalgia: può escluderla categoricamente?
«Guardate, Stellone mi ha raccontato cosa si prova quando si convive con quel malessere. Io sto bene, calcio senza problemi, non ho la minima avvisaglia. E il professor Romani mi ha tranquillizzato anche sul fatto che le mie ghiandole si ingrossino: è normale, lavoro tanto su quei muscoli. Per piacere, quindi: non si parli più di pubalgia. Non per altro: a forza di evocarla, poi magari mi viene sul serio...».
Deve fare allenamenti differenziati?
«No, assolutamente. Però vado prima agli allenamenti per fare stretching. Se mi sono infortunato col Catania, per fortuna solo un’elongazione e non lo stiramento, è perché mi sono fatto male a freddo. Devo curare meglio la fase del riscaldamento».
A Empoli, lo scorso anno, ha colpito la traversa, su punizione. Domenica ricomincia da lì?
« Dobbiamo essere più bravi e scattanti in attacco e conquistare qualche punizione dal limite. Finora non ce ne sono state assegnate, bisogna cambiare registro. Con i tiratori che abbiamo sarebbe bello avere quattro o cinque opportunità a partita. Intanto però mi accontenterei di averne almeno una: è con questi particolari che si possono vincere le partite».
A proposito: Cairo s’aspetta di festeggiare come si conviene le sue prime cento partite nel Toro...
«Al presidente io voglio augurare altre cinquecento partite così, alla guida del Toro. Da parte mia, ma è un sentimento condiviso da tutta la squadra e immagino pure dai tifosi, voglio dirgli grazie per tutti gli sforzi che compie per questa società. E penso che si possano aggiungere anche gli sportivi italiani: grazie per aver restituito al nostro calcio il blasone e il prestigio del Torino».
«Io e Giovinco: l’altezza non è solo questione di centimetri»
« GIOVINCO? E’ molto bravo, sta facendo bene in A e nell’Under 21. Immagino che gli abbiano già fatto una testa così sulla statura, ma lui come me non se ne cura, e fa bene. Quando hai autostima, consapevolezza delle tue qualità e un pizzico di fondamentale presunzione, automaticamente sei dieci centimetri più alto. E poi gliela fai pagare a tutti con la qualità». Il Toro dei giovani è pronto a sfidare l’Empoli sempreverde: grande merito di Novellino
saper sfruttare i baby. «Il mister ha il vantaggio di essere scontroso, all’inizio. Prende tutti di petto. Poi capisci che anche se è un po’ brusco quello che ti dice è per il tuo bene, e allora lo segui sempre con attenzione. Nella crescita dei nostri giovani il merito è suo: dopo Rubin e Bottone anche Vailatti potrà andare nell’Under 21». E nella Nazionale di Donadoni? «Non mi piace parlare dei singoli, però fatemi ringraziare Barone per le bellissime parole che ha usato nei miei confronti. Se c’è uno che può rammaricarsi, è proprio lui: prima dell’infortunio stava giocando benissimo, aveva tutto per tornare in azzurro. Per me lui resta il granata con le migliori possibilità d’essere convocato».
LA VIOLENZA
«Amo l’Italia, il suo calcio non è ultrà»
BJELANOVIC e la violenza: «Conosco bene anche l’inglese, a casa guardo in tv pure i telegiornali stranieri. In questo periodo hanno parlato molto male dell’Italia per via del caos dei tifosi, di quel ragazzo ucciso, delle violenze che poi si sono scatenate a Bergamo e a Roma. E tutti ricordano bene anche la morte di quell’ispettore di Polizia a Catania. L’immagine che all’estero danno del calcio italiano e dei tifosi è più che altro negativa, quasi soltanto negativa. Ma non è questa l’Italia vera, che io conosco da 5 anni. Gli aspetti positivi del calcio italiano e dei tifosi italiani sono molti di più di quelli negativi, però non fanno notizia: purtroppo fanno notizia solo le cose brutte. L’Italia potrebbe persino essere d’esempio sotto tanti punti di vista, ma purtroppo ormai lo scenario è cambiato, si è rivoltato al contrario. Mi dispiace per voi italiani e per me che amo l’Italia, che sto bene qui. L’altro giorno ho sentito un servizio in tv in cui alcuni miei connazionali dicevano:“Speriamo di non diventare come gli italiani”. Dieci anni fa era l’opposto, in Croazia si parlava solo bene del vostro calcio. E dire che anche noi abbiamo grandi problemi con una minoranza di tifosi violenti, che rovinano l’immagine di tutti. Da noi i tifosi fanno casino quasi soltanto quando seguono all’estero la Nazionale. Siamo già stati diffidati dall’Uefa: sono convinto che se scoppiassero gravi incidenti, potrebbe essere messa in discussione anche la nostra qualificazione ai prossimi Europei. Insomma, nessuno può dirsi immune dal problema. E auguro a voi italiani di trovare in fretta il modo per tacitare per sempre quella minoranza violenza, che fa tanto male a tutto il Paese».
M.BON.
fonte: tuttosport
TIZIAZZURRA
00venerdì 23 novembre 2007 10:23
Re:
zeman!, 22/11/2007 16.56:
Dalle 100 partite di Cairo alle proprie condizioni fisiche: «A Empoli ci sarò»
Rosina: «Tranquilli, sto bene»
«Devo solo curare meglio il riscaldamento. E basta con la pubalgia, non ce l’ho»
.....
ma che si deve sempre capitare in un festeggiamento con loro ????
CLAY60
00venerdì 23 novembre 2007 11:47
Facciamogliela noi la festa, stavolta!!!
zeman!
00venerdì 23 novembre 2007 19:12
impressioni ricavate dal campo oggi?
mmm mmm mmm diciamo positive, certo io non vedo, sicuramente mi sbaglio, una feroce determinazione, una (cosa fondamentale) convinzione dei propri mezzi....vedo poca fame di gol, o almeno solo in pochi....
chi non segna ....non fa sognare
la difesa per domanica sembra fatta, raggi-marzorati-pratali-tosto
il centrocampo desta ancora qualche dubbio...
giacomazzi munito di mascherina, marchisio reduce da quel fastidio al tallone, buscè che sembra muoversi bene, ma che non si sente pronto...
abate ancora in mezzo al guado...antonini che mostra belle cose, ma che con l'atalanta ha mostrato di sentire la pressione...vannucchi che sembra ancora avvolto nel mantello dell'apatia...ecc. ecc.
io manderei in campo questi:
............bassi
raggi-marzorati-pratali-tosto
antonini-moro-marchisio-marianini
........pozzi-saudati
credo che sia stata data troppa importanza a questa partita...troppo caricata....mancano ancora un sacco di partite, ma serve vedere in campo un cambio di passo...soprattutto sul piano del carattere...dello spirito propositivo della squadra e del singolo...
chi non ha lo spirito di gettare il cuore oltre l'ostacolo...alzi la mano sinceramente...e si levi dai maroni...serve la sicurezza in se stessi....la voglia di giocare al calcio, di fare e cercare la giocata...la fame di gol...ogni pallone va giocato che se fosse il pallone decisivo...
tirare in porta...magari stordire uno in curva nord...ma bisogna assumersi le responsabilità di tirare in porta....
"...e Diomede balzò a terra dal carro, con le sue armi; il bronzo emise un suono terribile sul petto: persino un uomo intrepido avrebbe tremato...
E Atena gli infuse forza e furore, perché si distinguesse fra tutti e conquistasse gloria immensa; un'inestinguibile fiamma gli arse l'elmo e lo scudo; pareva l'astro d'autunno che splende di fulgida luce quando sorge dalle acque di Oceano; di tale fuoco ardevano la testa e le spalle. La dea lo spinse nel mezzo, dove il tumulto era maggiore...
E non si capiva da che parte stesse Diomede poiché infuriava nella pianura come un torrente in piena gonfiato dalle piogge, che scorre veloce rompendo gli argini, i quali non lo frenano, non lo trattengono, ma rovinano sotto il suo impeto; così Diomede travolgeva le fitte schiere che non gli resistevano, ed erano tante..."
zeman!
00venerdì 23 novembre 2007 20:12
Brutta prova in amichevole ad Alessandria
Toro grigio grigio
Rischia, lo salvano Fontana e un rigore di Recoba
Il test che il 31 agosto del 2006 diede inizio alla cacciata di De Biasi si rivela ancora difficile. Dellafiore provato di nuovo come terzino sinistro. Ventola esce per una botta al polpaccio
NOSTRO INVIATO MARCO BONETTO
ALESSANDRIA. Si può metterla così, con un filo di sarcasmo nell’umidità massima di un pomeriggio a dir poco uggioso: dopo una quindicina di mesi, quando mancava una manciata di minuti alla fine di questa grigia partita con i grigi dell’Alessandria ( dilettanti: serie D), Recoba ha scacciato lo spettro di De Biasi alla stessa maniera in cui il semisconosciuto Lorieri cominciò a esonerare l’allenatore veneto, il 31 agosto di un anno fa. Cioè sconfiggendolo dagli 11 metri, poco prima che il tecnico del Torino criticasse un bel pezzo di mercato del presidente Cairo. De Biasi stava già correndo verso l’esonero: ancora pochi giorni e il siluro cairota divenne ufficiale. Ieri il Toro è sì tornato a calpestare il prato del Moccagatta, ma dopo essere stato rivoltato come un calzino: nello spogliatoio, in panca e in società. E con sul petto un presente e un futuro completamente diversi, tra certezze, garanzie e benauguranti segnali. Eppure, curiosamente, anche stavolta l’amichevole con questa nobile società, cui Cairo è legato da affetto per via delle sue origini alessandrine, ha assunto un rilievo quasi... storico: giacché Novellino ha potuto esporre un rientro dopo l’altro, brindando non certo al gioco, ma ai responsi dell’infermeria sì. Riecco in campo Barone, riecco Rosina, Recoba e Lazetic, più gli ex squalificati Vailatti e Bjelanovic. L’ex stirato Sereni è stato risparmiato per prudenza in vista di Empoli, ma pure lui appare recuperato alla causa. Assenti “ reali” solo i freschi
infortunati Di Michele e Stellone, oltre al lungodegente Franceschini. Sembra un miracolo, vero? A conti fatti lo è: finora il Torino aveva sempre perso dei pezzi, partita dopo partita.
Il presidente, non pervenuto
per forza maggiore, non si è perso granché: sicuramente più... intrigante è stata l’assemblea di Lega. Nel primo tempo Novellino ha schierato quasi tutti i titolari, pensando a domenica. Per la cronaca: riprovato Dellafiore a sinistra, in luogo di Lanna, tuttavia “ benedetto” poi a parole dal tecnico. Bene Barone, assente dal 30 settembre: ha giocato con spigliatezza, non avendo mai paura neanche negli interventi più duri. Ma il migliore in campo, alla fine della fiera, è risultato Fontana: tre paratone nel primo quarto d’ora ai danni di quella vecchia conoscenza ( e lenza) che è Artico: insidioso su punizione, di testa e ancora di piede, da due passi. E a tratti ispirato da Ciccio Balestri, fratello dell’ex difensore granata. Il Toro ha fatto poco o nulla, giocando fin troppo al risparmio: Novellino ha urlato parecchio e non ha nascosto la seccatura nemmeno a posteriori. L’elongato Rosina non ha mai forzato: e si è mangiato un golletto con un pallonetto alto su Casadei, unica vera chance nei primi 45’, quando la difesa granata non ha fatto quel che si dice una grande impressione. Mentre i centrocampisti balbettavano, Malonga tentava qualche progressione e Bjelanovic non illudeva mai. Nella ripresa, con le due formazioni rivoluzionate, Recoba ha infine trasformato un penalty ( numero di Ventola, sbambetto di Dell’Erba), dopo aver mostrato sprazzi di classe, aprendo il gioco o tirando. Battagliero Vailatti, stantuffando anche da terzino. Deboluccia una conclusione di Lazetic da buona posizione. Mezzo rigore non fischiato a Falchini e brividi doppi per Gomis ( un rinvio inciuccato e una parata difficoltosa assai). Difesa a 3 dopo l’uscita di Di Loreto e quella, per prudenza, di Ventola, toccato al polpaccio. Un palo clamoroso: dell’alessandrino Buelli, con una botta dalla distanza. Poi la firma del Chino con la sua maschera protettiva sul volto, post operazione: nuova versione di Zorro.
I grigi corrono verso la C2: e anche ieri hanno corso ( e giocato) bene. Il Toro, invece, culla un sogno europeo: dovrà correre a Empoli, altrimenti sarà Novellino a correre dietro ai granata.
ALESSANDRIA-TORINO 0- 1
Primo tempo ALESSANDRIA ( 4- 3- 1- 2): Casadei; Lauro, Cammaroto, Zappella, Sofrà; Rossi, Longhi, Buglio; Larganà; Artico, Balestri.
TORINO ( 4- 4- 1- 1): Fontana; Comotto, Natali, Di Loreto, Dellafiore; Malonga, Grella, Corini, Barone; Rosina; Bjelanovic.
Secondo tempo ALESSANDRIA ( 4- 4- 2): Bonfiglio; Carini, Anderson, Daleno, Dell’Erba; Cretaz ( 4’ Pino), Viscomi, Demarte, Sofrà ( 44’ Pettinato); Buelli, Falchini. Allenatore: Iacolino.
TORINO ( 4- 4- 1- 1): Gomis; Vailatti, Melara, Di Loreto ( 26’ Oguro), Lanna; Lazetic, Zanetti, Bottone, Nitride; Recoba; Ventola ( 33’ Lo Bosco). Allenatore: Novellino.
ARBITRO: Corbino di Alessandria.
MARCATORE: st 28’ Recoba ( rigore).
NOTE: paganti 304 per 2.600 euro. Angoli: 9 a 4 per il Torino. In tribuna, tra gli altri, l’avvocato Trombetta, membro del CdA del Toro, l’ex granata Ferretti, responsabile del vivaio alessandrino, e alcuni parenti di Cairo ( il papà ha però seguito l’incontro dalla panchina con l’ad Antonelli).
Furioso per la brutta prova («sì, sono incavolato nero») ma felice («per i rientri»)
« Ora scaliamo le montagne»
Novellino: « Con la rosa al completo potremo disputare un campionato ottimo»
NOSTRO INVIATO MARCO BONETTO
ALESSANDRIA. Cominciamo dai retroscena. Il primo affonda nel ventre del Moccagatta, questo storico impianto della nobile Alessandria, che nella storia fu pure usato per girarci alcune scene di un film sul Grande Torino, immaginando un povero Filadelfia che non c’è più. Ebbene, raccontano che ieri notte, a molte ore di distanza dalla fine dell’amichevole, i tubi dell’acqua e i fili della luce dello stadio vibrassero ancora, carichi com’erano di tutta quell’energia nucleare
accumulata nel pomeriggio: gli alessandrini ricorderanno per anni i suoni e la sostanza della solenne cazziata novelliniana ( ai granata), che qui è già divenuta celebre quasi come l’esordio di Rivera. C’era pure chi ne parlava al ristorante, ieri sera, con toni fin preoccupati: « Poveri giocatori... » . Poveri un tubo!, avrebbe smoccolato il tecnico, se avesse udito. « Sono incavolato nero, quindi è meglio lasciar perdere ogni discussione sulla grinta o sul gioco. Scusate per la parola, ma sono davvero incazzato » , aveva già detto Novellino, poco dopo la fine dell’amichevole. Tant’è: « Umano, troppo umano » , avrebbe commentato il filosofo del Superuomo.
E l’altro retroscena? Si è materializzato alla fine della conferenza stampa ed è parso soprannaturale. Subito dopo che un cronista aveva chiesto all’allenatore e all’ad Antonelli
informazioni sul mercato del Toro, la luce della sala stampa è improvvisamente saltata. Nel senso che si è spenta misteriosamente. Li chiamano cali di tensione. La verità è che Novellino e Antonelli hanno benedetto il buio: loro sì che sono subito saltati in aria! Cioè sono saltati in piedi, hanno salutato tutti e ridacchiando di gusto - si sono dileguati nell’oscurità. Applausi: neanche quel formidabile attore e trasformista che è
Brachetti avrebbe osato tanto. In questi giorni il grande Arturo è di scena a Torino: qualche granata dev’essere andato a teatro per trovare ispirazioni. Comunque ‘ sta sala stampa del Moccagatta è veramente spettacolare: succede sempre qualcosa di speciale, quando si discute di trattative. L’anno scorso ospitò un De Biasi che faceva le smorfie a
Cairo seduto al fianco, mentre il presidente parlava di mercato...
Seriamente, Novellino ha detto di essere felice, non solo incacchiato. « Sì, sono felice di avere recuperato tanti giocatori » : ora attende Di Michele, Stellone e Franceschini,
non potendo ancora attendere
Rubin. « I vari Recoba, Rosina
e gli altri stanno tutti abbastanza bene. Sono molto contento di Barone, in particolare: ha giocato bene, ha messo il piede. Mai un attimo di paura. Come i giovani Bottone, Nitride. E Vailatti, che mi è piaciuto anche da terzino destro. Chiaro: Recoba deve ancora trovare il ritmo partita, ma siamo sulla strada giusta. Idem Rosina: è stato fermo, non poteva esprimersi al meglio. Era molto importante vederli un po’ tutti in partita, finalmente. E verificare i progressi fisici. Okay, non abbiamo giocato molto bene: ma abbiamo anche pagato l’intenso lavoro svolto in allenamento in questi ultimi giorni. Amichevole storica perché non mi era mai capitato di averne così tanti sani? Sì, si potrebbe dire così, per un giorno. De Biasi, un anno fa? Il passato non conta. Conta il futuro: non posso prevederlo, ma finalmente potremo scalare pian piano anche le montagne, con pazienza. E con l’organico una buona volta al completo » , dopo 3 mesi cuciti con i fili della sfiga
massima. « I risultati verranno, potremo disputare un campionato ottimo perché ottima è la rosa » . Su Dellafiore provato da terzino sinistro: « E’ un’alternativa, non avendo per mesi e mesi Rubin. Ma Lanna
resta una certezza: e io non tolgo di squadra le certezze » . Poi Novellino ha negato « di avere mai chiesto alla società di andare al caldo all’estero, a inizio gennaio durante la sosta » , smentendo così certe voci. L’ad Antonelli, subito pronto: « E’ vero, Novellino non ci ha chiesto nulla, anche se stiamo verificando delle possibilità in giro » . Quindi il dirigente ha detto di aver « appena parlato con Branchini, il manager di Oguro. Nessun problema, il giapponese a gennaio non partirà. E per lui non ho ricevuto richieste», ha precisato l’ad, prima che qualcuno da lontano ( un papa di nome Urbano?) spegnesse miracolosamente la luce...
«Mai chiesto al club di andare a lavorare al caldo». Antonelli: «Oguro resta». Ma quando si parla di mercato, salta la luce al Moccagatta...
fonte: tuttosport
BUSCE’ IN FORSE
Antonini il Maresca di Empoli «Le corna di Siena? Mi scuso»
MARIO MOSCADELLI
EMPOLI. Il suo soprannome potrebbe essere il “Matador”. Perché se c’è un azzurro che sa come si uccide un toro quello è Luca
Antonini. Il giocatore cresciuto a San Giuliano Milanese ha scosso 3 volte in carriera la porta del Torino e le sue reti sono state sempre decisive. Ha affondato le banderillas con le maglie di Pescara, Arezzo e Siena, colpendo sempre al momento giusto. Anche in seria A. E proprio il gol realizzato lo scorso anno con la maglia bianconera nella massima divisione fece arrabbiare i tifosi granata.
«Esultai (come Maresca in un derby, ndr) facendo il segno delle corna - spiega l’esterno - ma solo per indicare che il Toro mi porta davvero fortuna. Non c’era niente di offensivo in quel gesto. E comunque chiedo scusa a tutti i tifosi granata. Ripeto, volevo solo evidenziare il mio terzo gol al Toro. Tutto qui». Proverà ad allungare questa particolare striscia positiva anche domenica al Castellani, in una corrida che l’Empoli non può assolutamente perdere. «Abbiamo un solo risultato - dice Antonini - ed è la vittoria». Più chiaro di così. Ma quella con i granata sarà soltanto la prima di una serie di partita da non fallire. Dunque, Antonini sa usare decisamente la muleta, la stoffa rossa ripiegata su un bastone che aiuta il torero ad uccidere l’animale. «Speriamo che l’arrivo del Torino - spiega l’ala - riaccenda il mio feeling con il gol. Finora, in campionato, ho fallito diverse occasioni». Un portafortuna per ritrovare la strada vincente verso la porta. «Al Toro ricordo soprattutto le reti con la maglia dell’Arezzo e del Siena. Quest’ultima importante per la salvezza in A. E allora, domenica ce la metterò tutta per centrare il poker, scelte del mister permettendo». Ma una cosa è certa: l’Empoli ha assolutamente bisogno di punti. «Non ho nessun problema - prosegue Antonini - a sostenere che contro i granata dobbiamo vincere e basta». Per gli azzurri, come detto, si aprirà un periodo cruciale della stagione: dopo il Torino, affronterà nell’ordine Parma, Cagliari e Genoa. L’anno poi si chiuderà con le sfide con Udinese, Reggina e Livorno. «Dopo avere affrontato le grandi del torneo, ora abbiamo l’occasione per dimostrare che non meritiamo l’ultimo posto in classifica». E a proposito di reti, Antonini presto sarà premiato dall’Unione clubs azzurri per il sigillo firmato allo Zurigo in Coppa Uefa. Lo stesso riconoscimento sarà consegnato a Piccolo.
Nell’occasione premi a Giovinco per la prima rete in A e a
Saudati per la vittoria nel concorso “Campione in trasferta”.
Ieri intanto la truppa di Cagni ha giocato un test contro il Montelupo, formazione fiorentina di Promozione: 8-0 per l’Empoli. Cagni sembra intenzionato a rilanciare Pratali dal primo minuto in una difesa a quattro. In avanti scalpita Pozzi, rientrato gasatissimo dall’Under 21. Di sicuro non giocheranno Piccolo,
Balli e Adani infortunati. Non al meglio Buscé.
fonte: tuttosport
zeman!
00sabato 24 novembre 2007 19:00
FONTE: TUTTOSPORT
LA VIGILIA DEI TOSCANI
In tre devono cresimarsi e Cagni modifica il lavoro
MARIO MOSCADELLI
EMPOLI. Volete sapere l’ultima? Cagni ha deciso di cambiare per una volta il rito dell’allenamento pomeridiano alla vigilia della partita domenicale, spostandolo al mattino affinché poi tre suoi giocatori, ovvero Moro, Marchisio e Raggi, possano cresimarsi, quest’oggi. In attesa di provare a sconfiggere il Toro, a Empoli “vince” la fede. E adesso cambiamo discorso.
Quando si dice che il gol è l’unica medicina per un attaccante: basta vedere cosa è successo a Nicola Pozzi, tornato gasatissimo alla base dopo la rete vincente segnato alle Far Oer con la maglia dell’Under 21. Un gol (il primo ufficiale con la maglia degli azzurrini) che aspettava con ansia, che lo ha fatto ritornare più carico di prima alla corte di Cagni. Con grande entusiasmo giovedì si è messo subito a disposizione del tecnico, che ora sta pensando seriamente di schierare le due punte contro il Toro. «Non sono per niente stanco - dice Pozzi - ed è tutto merito del gol alle Far Oer. Ci voleva, ci voleva proprio. Lo aspettavo da tempo e sono così contento di averlo realizzato che non ho neanche avvertito i disagi della trasferta». La rete ha salvato l’Italia di Casiraghi
da una figuraccia. «Non esageriamo. Non era facile la partita, perché loro difendevano in 10 e già all’andata avevano dimostrato di essere dei gran lottatori. Però è stato un gol pesante, un gol da tre punti e questo rende tutto ancora più bello». Ora non resta che ripetersi contro il Torino? «Magari. Sarebbe fantastico, perché ci tengo all’Under 21, ma la priorità è sempre l’Empoli. Farò di tutto per essere utile alla causa». Anche perché quella di domani non è un’ultima spiaggia, ma... «Ma è una partita - continua l’attaccante - da vincere. La situazione, per tanti motivi, è quella che è e non possiamo nasconderci. Vogliamo i tre punti e dobbiamo conquistarli». Proprio perché è una partita da vincere, Cagni potrebbe scegliere il modulo con due punte. «E con
Vannucchi alle spalle. E’ uno schema che a noi piace. A me particolarmente, è chiaro. Ma, ripeto, quella contro il Torino è soprattutto una partita da vincere. Stavolta non conta con quale atteggiamento tattico giocheremo, né chi saranno i titolari. Tutti quanti dobbiamo dare il massimo per vincere. Punto e basta». E Pozzi, pare di capire, è pronto a fare la sua parte. «Certamente. Questi giorni trascorsi con l’Under 21 mi hanno impedito di allenarmi come avrei voluto. Non ho potuto sfruttare la sosta per mettere benzina nel motore. Ma sono pronto a dare il massimo. E, come ho già detto, segnare un gol importante come quello rifilato alle Far Oer ti porta entusiasmo. Che io sono pronto a mettere a disposizione della squadra».
SONO DUE GIOVANI talenti del nostro calcio, Sebastian Giovinco e Marco Motta, ma non solo. Giovinco e Motta sono, infatti, la stella e il capitano dell’Under 21 di Gigi Casiraghi, Gianfranco Zola e Antonio Rocca. Domani si ritroveranno di fronte da avversari, il primo con la maglia blu dei toscani, il secondo con addosso il granata. Giovinco, la Formica Atomica, è il fenomeno dell’Empoli, uno capace di cambiare la partita in un momento con gol incredibili ( vedi la punizione che ha fermato la Roma e uccellato Doni, il portiere brasiliano dei giallorossi facendo esplodere i tifosi empolesi per un pareggio insperato) o assist al bacio ( vedi quelli distribuiti a piene mani, manco fosse un Babbo Natale in miniatura, ai suoi compagni di Nazionale nella sfida vinta contro l’Azerbaigian). Motta, il Capitano degli azzurrini, è il jolly nella manica a disposizione di Walter Alfredo Novellino, un giocatore che può fare l’esterno destro in difesa ma anche a centrocampo, cavandosela sempre egregiamente.
Alla vigilia della sfida del Castellani i due gioielli della nostra Under si sono cimentati in un’intervista doppia in cui hanno messo in mostra grande sensibilità, prontezza assoluta di spirito e anche una notevole dose di simpatia. I nostri due non si sono risparmiati frecciatine e battute, anche taglienti: ma se ti prende in giro un amico, un amico vero ( e Giovinco e Motta lo sono sul serio) lo scherzo non ti fa arrabbiare, anzi ci ridi sopra di gusto. Domani, se Cagni e Novellino decideranno di continuare a dar loro fiducia e li impiegheranno, magari anche solo a gara in corso, potrebbero ritrovarsi faccia a faccia, con il granata a presidiare la corsia di destra e l’empolese pronto a spaziare su tutto il fronte d’attacco, in attesa del momento propizio per tentare di mandare in crisi la difesa del Toro sfruttando i suoi colpi di genio e la sua velocità. Motta, però, di Giovinco conosce pregi e difetti sul campo e per questo ( c’è da scommettere) la sfida nella sfida sarà davvero godibilissima: così come ci auguriamo che sia quest’intervista doppia a due dei
fiori più profumati e preziosi del giardino fatato del calcio italiano.
PAGINA A CURA DI
ROBERTO COLOMBO
Dall’Under 21 a Empoli-Torino: il mago di Cagni e il jolly di Novellino si sfottono
«Tifosi, sorridete con noi»
Giovinco: «Marco, ti do 4 in fantasia». Motta: «Pensa a come colpisci di testa!»
Il fantasista, prestato dalla Juventus: «Mi ispiro a Maradona, io. La mia vacanza ideale? Fare casino con gli amici. Vorrei essere Cristoforo Colombo oppure un ghepardo. A un arbitro dissi: pezzo di...» «Se la mia ragazza facesse delle foto per un calendario, lo brucerei insieme a lei! Sarei potuto diventare un operaio come mio papà. Mi regalate 20 centimetri di altezza a patto che diventi del Torino? Neanche per idea!»
SEBASTIAN GIOVINCO, a chi si ispira calcisticamente?
«Ai grandi numeri 10 della storia del gioco. Ma se devo sceglierne uno, punto su Diego Armando Maradona».
Che tipo di giocatore è Motta?
«E’ un terzino che è in grado di cavarsela bene anche da esterno di centrocampo. La forza fisica e l’atletismo sono due sue qualità, ma pure tecnicamente non è malaccio, nonostante faccia il difensore».
Già che c’è, gli dia i voti.
«Destro: 7.5. Sinistro: 6. Testa: 8.5. Visione di gioco: 7. Forza fisica: 9. Resistenza: 9. Senso del gol: 7. Fantasia: 4. Personalità: 8. Dribbling: 6. Capacità difensiva: 8. Assist: 7. Fair play: 6».
L’allenatore che l’ha fatta svoltare?
«Tutti i tecnici che mi hanno seguito sono stati molto importanti per la mia maturazione ».
Il complimento più bello.
«Quando mi dicono che continuo a rimanere umile e con i piedi per terra ».
La critica più dura.
«Quando mi dicevano che non ce l’avrei mai fatta a diventare quello che sono, un calciatore».
Dove deve migliorare?
«Devo applicarmi un sacco per fare passi da gigante in fase difensiva».
Domani c’è Empoli- Torino e, sfida nella sfida, Giovinco contro Motta. Come pensa di fregare il granata, se vi affronterete?
«Manderò Marco in crisi puntando tutto sulla mia velocità».
Giacomazzi o Recoba?
«Io scelgo Giacomazzi».
Un aggettivo per definire Cagni.
«Preparato».
Uno per Novellino.
«Focoso».
Uno per Casiraghi.
«Sereno».
Uno per Zola.
«Geniale».
Uno per Corsi.
«Affettuoso».
Uno per Cairo.
« Non lo conosco bene, rischio di sbagliare aggettivo e quindi mi astengo».
La parolaccia più pesante che ha mai detto a un arbitro.
«Pezzo di merda».
La parolaccia più pesante che le ha mai detto un arbitro.
«Agli insulti degli altri non faccio caso».
Cosa pensa di chi si picchia per il football?
« Sono tanto stupidi quanto ignoranti».
Cosa pensa di chi bestemmia in campo?
«Non è bello, certo, ma spesso vengono dette in momenti di rabbia o nervosismo».
Cosa pensa dei giovani italiani che vanno a giocare all’estero?
«Sono scelte individuali. Io me ne sto qui in Italia. Da noi si gioca il calcio più bello del mondo e la nostra serie A è la più difficile tra i tornei delle varie nazioni europee».
Inventi un coro per Motta.
«Io fare un coro a un mio avversario? », e scoppia a ridere.
«State scherzando, vero?».
Il ritiro è una lagna mortale o un’occasione buona per cementare il gruppo?»
«E’ un bel momento per scherzare, a meno che ci siano problemi di classifica...».
Cosa le canta la curva?
«Non ci ho mai fatto caso».
Cosa ama del calcio e cosa le fa schifo?
« Amo la botta di adrenalina che sento ogni volta che faccio gol. Odio i tifosi violenti che inquinano e rovinano il nostro mondo».
Rock, pop, metal, reggae o... Gigi D’Alessio?
«Nessuno di questi generi musicali. Io impazzisco per la black music: R’n’B e Hip Hop».
Perde le chiavi di casa nel cuore della notte e non ha il doppione. A chi dei suoi compagni chiede ospitalità? E degli avversari? Chi invece non chiamerebbe mai?
«Tra i miei compagni sono sicuro che Marchisio e Abate non mi lascerebbero in un casino del genere. Del Toro chi chiamerei? Del Toro proprio nessuno, anzi, vi dico di più: lo zerbino davanti a casa non è poi così scomodo, quindi piuttosto che chiedere aiuto a un granata ci dormo sopra...
».
Ha una settimana di vacanza. Sceglie un romantico tête à tête con una bella ragazza o un gruppo di amici per fare baldoria?
« Amici e casino: non ho mica dubbi, sapete?».
Il piatto di cui non può fare a meno?
«Tutta la cucina meridionale: mia mamma e mio papà sono due cuochi eccelsi. Cucinano tutto da maghi, non c’è un piatto per cui farei follie. Adoro ogni cosa che mi preparano ».
La sua tana a Empoli?
«Lo spogliatoio».
La città europea che preferisce?
«La mia Torino: è splendida».
Cosa ruberebbe a Motta per fare più gol?
«Niente, lui fa il terzino»: altra risata.
Se dovesse diventare un personaggio storico, chi sceglierebbe?
«Cristoforo Colombo».
Se non avesse fatto il calciatore ora sarebbe?
« Un operaio, proprio come il mio papà».
La strega la vuole trasformare in animale. Quale sceglie?
«Un ghepardo».
Se la sua ragazza facesse un calendario, lo comprerebbe o lo brucerebbe insieme a lei?
«La seconda ipotesi».
Vorrebbe 20 centimetri di altezza in più per giocare nel Toro?
«Non scherziamo nemmeno».
Libri, film o playstation?
«Dipende dal film».
Ultimo film visto?
«“Doppia ipotesi per un delitto” con Ray Liotta».
Per un pugno di dollari farebbe?
«Eviterei di vedere tanti bimbi morire di fame in giro per il mondo».
Ha una paura folle di?
«Mio papà».
L’ultima volta che ha pianto.
«Non ricordo, ma non sono uno che piange di sovente».
L’ultima volta che ha riso.
«Poco fa: amo ridere, ridere dà un senso alla vita».
«Mai a casa di un granata, piuttosto dormo sullo zerbino» «Non sai cosa ti perdi, io da Rosina mi diverto sempre»
Il difensore, prestato dall’Udinese: «Seba, se gioco ti darò tanti grattacapi con i miei 20 centimetri in più: merito della pizza con la bufala. Mi rivedo in Giulio Cesare e nei tori.
E ho qualcosa da dire anche a Marchisio...» «Invece io potrei comprarlo un calendario della mia donna, se riuscisse a convincermi.
Io nanerottolo nella Juve? Figuratevi: mi tengo stretto il Toro e la mia statura. Di che cosa ho paura? Di buttarmi col paracadute»
MARCO MOTTA, a chi si ispira calcisticamente?
«Da quando ho iniziato a capire di calcio, ho sempre avuto come idolo Paolo Maldini».
Che tipo di giocatore è Giovinco?
«E’ forte, molto forte, per lui credo che parli il campo: la tecnica è il suo pezzo forte, insieme a un’ottima visione di gioco».
Già che c’è gli dia i voti.
«Destro: 9. Sinistro: 7. Testa: 4. Visione di gioco: 8. Forza fisica: 4. Resistenza: 5. Senso del gol: 5.5. Fantasia: 9. Personalità: 7. Dribbling: 8. Capacità difensiva: 5. Assist: 8. Fair play: 6.».
L’allenatore che l’ha fatta svoltare.
«Tanti, tantissimi sono i tecnici a cui devo molto. Da “Maestro” Bonifacio a Favini fino a Delio Rossi e Novellino».
Il complimento più bello.
«Cesare Maldini dopo ItaliaScozia Under 21 disse che sembravo suo figlio».
La critica più dura.
«Le critiche costruttive servono per crescere. E non devono far arrabbiare».
Dove deve migliorare.
«Se inizio a parlare di dove devo crescere, quest’intervista potrebbe durare anche 12 ore...».
Domani c’è Empoli-Torino e, sfida nella sfida, Motta contro Giovinco. Come pensa di fregare l’empolese, se vi affronterete?
«Gli darò dei grattacapi con la mia velocità».
Giacomazzi o Recoba?
«Mi tengo stretto El Chino ».
Un aggettivo per definire Cagni.
«Non lo conosco, darei un giudizio sbagliato o approssimativo».
Uno per Novellino.
«Carismatico».
Uno per Casiraghi.
«Tranquillo».
Uno per Zola.
«Scherzoso».
Uno per Corsi.
«Come nel caso di Cagni, preferisco non rispondere».
Uno per Cairo.
«Passionale con il nostro Toro».
La parolaccia più pesante che ha mai detto a un arbitro.
«Mi è capitato un sacco di volte di esagerare, ma siccome è poco educativo, preferirei evitare...».
La parolaccia più pesante che le ha mai detto un arbitro.
«Non ci sono stati grandi episodi. Vedete, gli arbitri hanno il fischietto in bocca, comandano loro, hanno il coltello dalla parte del manico. Per questo tento di parlare con loro il minimo indispensabile ».
Cosa pensa di chi si picchia per il football?
«Sono poco intelligenti e non hanno niente di meglio da fare nella vita»
Cosa pensa di chi bestemmia in campo?
«Io sono credente, la bestemmia non andrebbe mai utilizzata».
Cosa pensa dei giovani italiani che vanno a giocare all’estero?
«Li apprezzo: lasciare il proprio Paese e trasferirsi in un altra realtà non è mai una scelta facile e può aiutare a maturare tantissimo ».
Inventi un coro per Giovinco.
«Non faccio cori al mio avversario. Anzi, facciamo così: se Seba
mi promette di non fare gol, gliene faccio anche mille».
Il ritiro è una lagna mortale
o un’occasione buona per cementare il gruppo?
«Se non è troppo lungo aiuta ad amalgamare il gruppo».
Cosa le canta la curva?
«Finora non mi hanno dedicato cori particolari, o se l’hanno fatto io ero in trance agonistica e non ci ho fatto caso».
Cosa ama del calcio e cosa le fa schifo?
«Amo il gioco e anche la competizione. Disprezzo tutta la cornice di violenza che circonda il nostro mondo. Quello, però, non è più calcio».
Rock, pop, metal, reggae o... Gigi D’Alessio?
«Assolutamente pop».
Perde le chiavi di casa nel cuore della notte e non ha il doppione. A chi dei suoi compagni chiede ospitalità? E degli avversari? Chi invece non chiamerebbe mai?
«Visto che sono spessissimo a casa di Rosina o Dellafiore, tirerei giù dal letto uno di loro. Dell’Empoli chiamerei uno qualunque tra i ragazzi che ci sono in Under. Anzi, mi correggo: sveglierei uno tra Seba, Pozzi o Marzoratti. Marchisio no. Perché? Lui ha detto a Tuttosport
che non mi telefonerà prima della partita », e giù una risata.
Ha una settimana di vacanza. Sceglie un romantico tête à tête con una bella ragazza o un gruppo di amici per fare baldoria?
«Andrei in ferie con gli amici».
Il piatto di cui non può fare a meno.
«La pizza con la bufala».
La sua tana a Torino.
«Casa di Rosinaldo o di Hernan Dellafiore».
La città europea che preferisce.
«Parigi».
Cosa suggerisce a Giovinco per fare più gol?
«Di essere più cinico ed egoista».
Se dovesse diventare un personaggio storico, chi sceglierebbe?
«Giulio Cesare».
Se non avesse fatto il calciatore ora sarebbe?
«Uno studente. L’anno scorso mi sono iscritto a Economia e commercio, ma mi sarebbe piaciuto anche fare l’avvocato».
La strega la vuole trasformare in animale. Quale sceglie?
«Sicuramente il toro: è il mio segno zodiacale ed è anche la squadra per cui gioco».
Se la sua ragazza facesse un calendario, lo comprerebbe o lo brucerebbe insieme a lei?
«Potrei anche comprarlo, dipende dalle motivazioni che mi fornisce la mia donna».
Rinuncerebbe a 20 centimetri per giocare nell’Empoli e poi nella Juve?
«Assolutamente no, mi tengo il Toro e i 20 centimetri».
Libri, film o playstation?
«Cinema tutta la vita».
Ultimo film visto?
«“The Bourne ultimatum” con Matt Damon».
Per un pugno di dollari farebbe?
«Del bene».
Ha una paura folle di?
«Essere costretto a buttarmi col paracadute».
L’ultima volta che ha pianto?
«Poco tempo fa, quando ho perso mia nonna».
L’ultima volta che ha riso.
«Ora: mi avete fatto ridere con le vostre domande...».
Il mediano torna a Empoli: «Ho tanti ricordi, lì la mia famiglia ha messo le radici»
«Vincere: per noi e Cairo»
Grella: «Il presidente merita un regalo per le sue 100 partite col Toro»
«Mi auguro che i miei ex tifosi mi accolgano bene, comunque io ho la pelle spessa... I giocatori australiani sul mercato? Ci sono tanti ottimi talenti, però non nel mio ruolo!»
PIERO VENERA
TORINO. Vincenzo Grella sembra un milord inglese. Ma in campo diventa quasi irriconoscibile: proprio per questo è riuscito a fare carriera in Italia, vincendo la scommessa di bambino. Aveva giurato di sfondare nel Bel Paese, contro i pronostici nella sua natìa Australia: con tenacia, sacrifico ed orgoglio ce l’ha fatta. Una storia cominciata ad Empoli, dove tornerà un’altra volta (al Castellani c’è già stato col Parma) da avversario. In questa intervista emergono molte sfaccettature di questo poliedrico personaggio, capace di stupire ogni volta per la profondità di un ragionamento o per la disarmante schiettezza, per la squisita educazione o l’elegante umorismo. Se come mediano è un buon giocatore, l’uomo è già di un’altra categoria.
Grella, se diciamo Empoli cosa le viene in mente?
«Oooooooh, tanti bei ricordi. Sono cresciuto lì come calciatore, con Baldini. Ripenso al mio debutto in A, dopo un mese in Italia, contro la Juve: e senza perdere. Alla mia casa, perché lì ho messo radici con mia moglie Barbara e le nostre figlie di 5 anni, le gemelle Sofia e Victoria. Agli amici, gli ex compagni, i dirigenti, le persone che lavorano in società. Un bel mondo».
Da grande resterà in Italia?
«L’Australia non si sposta e nemmeno mi manca: quando posso, ci torno, ma la mia vita adesso è qui. Non penso a cosa farò dopo. Fatemi giocare, ho 28 anni, mica sono vecchio».
Come verrà accolto?
«Spero bene, ma non è un problema: ho la pelle spessa».
In Italia c’è il malvezzo di fischiare gli ex...
«Ho preso i fischi anche dai miei tifosi. Quelli degli avversari non
mi hanno mai fatto effetto».
Giusto dire che è una partita fondamentale per l’Empoli e molto importante per il Toro?
«E’ un po’ presto per fare questo tipo di ragionamenti».
In trasferta vi manca ancora la vittoria.
«Se è per questo, la vittoria è mancata spesso anche in casa... Dobbiamo dare continuità alle nostre prestazioni».
Cos’ha frenato il Toro?
«Amalgamare tanti nuovi giocatori non è mica semplice, ci vogliono tempo e pazienza: ma sono due parole che nel vocabolario del calcio non esistono».
Il presidente Cairo festeggerà le sue prime cento partite col Toro: non meriterebbe un bel regalo?
«Vogliamo farglielo, perché lo sentiamo come uno di noi, perché ha passione, perché vuole sempre che il Toro faccia bene. Tre punti sarebbero molto importanti: l’unica cosa non in discussione è la nostra volontà».
Non ci sono più alibi, la rosa è tornata quasi al completo.
«Io non cerco alibi neppure quando le cose vanno male, mi sembrerebbe una mancanza di rispetto per chi ha giocato, non è giusto. Però non è nemmeno giusto pretendere da chi è tornato dopo due mesi di infortunio che faccia quattro gol e sei assist».
Lei è contento del suo campionato?
«Ho faticato di più a Parma, a inserirmi. Ora però bisogna cambiare marcia, acquisire la consapevolezza d’essere una squadra forte».
Accetterebbe un pareggio?
«L’obiettivo è sempre ottenere il miglior risultato: se poi quello sarà un punto, lo prenderemo».
L’avversario più pericoloso dell’Empoli?
«La loro organizzazione di gioco. Ma se Buscé non ci sarà, tanto meglio per noi».
Vannucchi è il Rosina di Cagni?
«Il paragone ci può stare. Lui segna e fa segnare, è sempre pericoloso ».
A Empoli sarete senza tifosi.
«Mi spiace, però non ho elementi per contestare questo provvedimento. Allo stadio ci sono tante persone perbene che vengono penalizzate dal comportamento di gente meno perbene. Chi ha deciso così, in generale forse lo ha fatto per la sicurezza delle persone perbene».
Lei pensa che ora i calciatori stranieri possano rinunciare all’Italia?
«Non posso parlare per gli altri, però so che mi alzavo alle tre di mattina per vedere la serie A, in Australia. Da ragazzino sognavo l’Italia, perché qui si gioca il calcio più difficile e importante. Se alcuni stranieri non vogliono venire, peggio per loro».
I suoi colleghi della Nazionale le hanno fatto tante domande?
«All’estero vedono solo le cose brutte. Le notizie negative viaggiano sempre più veloci di quelle positive. Dell’Australia si parla solo per i serpenti velenosi, per i coccodrilli o per una foresta che brucia: ma è un Paese meraviglioso, ve l’assicuro. Ai miei compagni ho garantito che io non mi muoverò dall’Italia per quello che è successo».
Il Toro s’è mosso diplomaticamente con l’Australia per centellinare le sue trasferte in Nazionale.
«Si tratta di agire con buon senso, di volta in volta, anche constatando le mie condizioni. Conviene a tutti. Il Toro mi paga per giocare bene: se non rendo, non ha senso fare tanti viaggi».
Mercato: ci sono giovani interessanti in Australia?
«Sì, ci sono ottimi talenti, ma solo in difesa e in attacco. I mediani? No, sono tutti scarsi...».
In Italia servirebbe soprattutto un po’ della sportività dei suoi connazionali.
«Io non sono mai stato fischiato, neppure dopo una brutta sconfitta. In assoluto quando si riescono ad accettare le sconfitte, poi si gioisce di più quando si vince».
zeman!
00domenica 25 novembre 2007 18:19
il tabellino secondo www.yahoo.it
• 85' Corini prova la gran botta al volo dalla distanza!! Palla che sfiora la traversa! Che occasione per il Toro!!
• 76' Buona opportunità per l'Empoli: Giovinco va sulla sinistra e mette in mezzo per Vannucchi che però manca di poco l'impatto con il pallone!
• 63' Occasionissima sprecata da Raggi! Empoli vicina al vantaggio sugli sviluppi di un calcio d'angolo, ma Raggi, libero davanti a Sereni, spara altissimo!
• 52' Occasione per l'Empoli: accelerazione fantastica di Antonini, ma la sua conclusione è respinta da un grande intervento di Sereni!
• 45'+3 Occasione per l'Empoli, con Marianini che prova la gran botta dal limite dell'area! Palla che sfiora il palo e si spegne sul fondo!
• 28' Ancora Rosina a trascinare il Torino! Grande conclusione dal limite, ma Bassi è ancora una volta strepitoso nel negare la rete!
• 14' Occasionissima per il Toro!! Punizione da posizione invitante per Rosina... palla che gira e si spegne a poca distanza dall'incrocio dei pali!
• 2' Subito Empoli pericolosa con Saudati! Palla di poco sopra la traversa!
fonte:
www.yahoo.it
78azzurro78
00domenica 25 novembre 2007 18:48
Secondo me prova da 5,5 per la nostra squadra contro un Torino non trascendentale e con un attacco sterile...dovevamo vincere per sbloccarci e tutto sommato qualche occasione l'abbiamo avuta, vedi Antonini, Marianini e Raggi...purtroppo in queste tre belle azioni hanno tirato gli uomini sbagliati...Antonini non sà tirare proprio in porta, mentre Raggi purtroppo ha poca sensibilità di piede ma almeno la forza ce l'ha!
Prendiamo il punto e sorridiamo almeno pensando che la classifica non è peggiorata,e anche se questa era una giornata per risalire andiamo avanti con la politica dei piccoli passi in attesa di un miglioramento nella costruzione del gioco, spero che Cagni si dia una svegliata e che Buscè sia almeno all'80% per cento con il Parma in attesa del doppio impegno casalingo in cui dovremo raccogliere davvero vittorie o saranno guai!
zeman!
00lunedì 26 novembre 2007 06:53
si una provina sull'orlo della sufficienza.....
senza molta sagacia tattica, senza molto cuore, senza moltro coraggio, senza molto carisma, senza la cattivaria agonistica di chi vuole e pretende il risultato, senza molta organizzazione tattica....
cagni lavora da quasi tre anni su questo gruppo,ma ieri non si è visto....
penso sia giunta l'ora di vedere in campo qualcosa di più di semplici pallonate in avanti o singole ed episodite giocate perlopiù nate da giocate del singolo....
io considero questa partita l'inizio di un cammino....non un punto d'arrivo...
coraggio
umiltè-aggressivitè-velocitè
CLAY60
00lunedì 26 novembre 2007 08:45
Sono scemo io, o c'era un rigore colossale su Saudati? Il difensore lo colpisce nettamente sul costato, in area....per il resto aspetto di rivederla stasera in tv, ma 2 occasioni clamorose le abbiamo avute, rischiando il giusto dietro. Prendiamo questo brodino in attesa della pastasciutta...
zeman!
00lunedì 26 novembre 2007 09:09
Re:
CLAY60, 26/11/2007 8.45:
Sono scemo io, o c'era un rigore colossale su Saudati? Il difensore lo colpisce nettamente sul costato, in area....per il resto aspetto di rivederla stasera in tv, ma 2 occasioni clamorose le abbiamo avute, rischiando il giusto dietro. Prendiamo questo brodino in attesa della pastasciutta...
c'era,era netto e plateale....come eccessiva l'ammonizione per tosto...la spallata c'è stata....ma l'arbitro s'è messo alla pari della modestia tecnico-tattica mostrata dalle 2 squadre....
Renaissance'96
00lunedì 26 novembre 2007 12:28
Bassi 6,5.Bravo nel primo tempo,nel secondo quasi mai chiamato in causa.
Raggi 6.Buono in difesa e tanto impegno,ma che "orrore" sotto porta!
Marzorati 5,5. Non sembra ancora il professorino dello scorso anno.
Tosto 5,5.Lasciato colpevolmente sguarnito da Vannucchi patisce troppo Comotto e Rosina che sulla sua fascia fanno quello che vogliono.Meglio nella ripresa.
Abate 6.Parte bene,poi si spenge piano piano ma la sua sfuriata verso la fine del primo tempo fa vedere le sue qualità.Dovrebbe essere servito più spesso in velocità
Moro 5,5.Colpevolmente costretto da Cagni a fare l'Almiron dello scorso anno,finisce per mettere in evidenza più i suoi difetti che delle sue,tante,qualità
Marianini 6,5.Il migliore in campo,tignoso,sempre vivo e bravo negli inserimenti e nel tiro.
Vannucchi 5.Troppo spompato,inoltre nel primo tempo è chiaramente fuori posizione.Quando rivedremo il vero Igli?
Pozzi 4.Impresentabile,troppo frenetico e nervoso.
Saudati 5.La squadra non la aiuta per niente,ricevendo,specie nel 1°tempo,solo pallonate.Ma lui non era il solito.
Giovinco 6,5.Merita di partire dal primo minuto.Fa accendere la squadra,peccato per le punizioni non sfruttate.Ma non sempre si può tirar fuori dal cilindro il coniglio.
Antonini.6 Il suo ingresso stabilizza la squadra e spenge le velleità di Comotto.Questo ragazzo per corsa ed inserimento meriterebbe il posto fisso in squadra.Il problema è che i suoi gravissimi errori sotto porta ci stanno costando troppi punti.
Volpato.ng.Servito poco e male,si impegna come ariete.L'impressione,cmq,è che la serie A gli stia larga.
Cagni 5.Dov'è finito l'omino di ferro,tutto grinta e carattere?
La squadra sembra messa in campo senza troppo logica.Inoltre,siamo quasi a dicembre,DEVE essere trovato uno schema base con 8/9 interpreti.A mio parere questa squadra ha il 3-5-2 come il migliore schema possibile a patto che Vannucchi si svegli.Ora come ora sembra di rivedere il vecchio Perrotti.
La società poi,se ci crede,deve prendere assolutamente una punta buona a gennaio.
CLAY60
00lunedì 26 novembre 2007 12:46
Daccordo sul 3-5-2 e sulla punta a gennaio.
zeman!
00lunedì 26 novembre 2007 13:11
non credo sia fondamentale il tipo di modulo scelto da cagni....
ma è fondamentale l'atteggiamento, lo spirito dei ragazzi in campo....
non c'è movimento senza palla....sovrapposizioni sulle fasce sono eventi rari e occasionali, ecc. ecc
si discute di vannucchi in fascia, che ha reso poco perchè spostato li in corso d'opera(era partito in mezzo, poi visto la voragine a sinistra il mister ha chiesto a saudati prima e vannucchi poi di chiuderla...poi è intervenuto lui con un cambio)...ma vannucchi si nascondeva anche sulle rimesse laterali,nel primo tempo
....ma chi è che deve andare a riceverle...il medianaccio o il fantasista?
se non sta bene è inutile farlo giocare, per me vale per tutti e anche per lui...da solo adito a strane, numerose, insistenti,ecc. voci...(che Lui e Altri remino contro il mister) e certi atteggiamenti possono essere indizzi...MA NON PROVE...però uno vede il livorno, una massa di morti diventare una gruppo assatanato....fa 2+2...ieri non si sembrava una massa di morti, ma di pulcinelli bagnati si....
ripeto le risposte io le aspetto, prima dal gruppo e poi da cagni!
CLAY60
00lunedì 26 novembre 2007 13:16
Finalmente la partita l’ha vista dal campo e per intero. Francesco Pratali è ai suoi primi 90 minuti dopo sette mesi: “Un peccato aver sciupato tutte quelle occasioni da gol. Ci poteva stare anche una vittoria. Ancora ci manca qualcosa, ma non dimentichiamoci che se la classifica è questa è anche per colpa di un calendario impossibile. Ma ci risolleveremo e le prossime tre gare saranno difficile, ma anche decisive”. La mia condizione? "Non solo al 100% ovviamente ma ho sentito buone sensazioni. Adesso dobbiamo solo stare calmi perché secondo me, non lo dico oggi, siamo più forti dello scorso anno. Ritroviamoci e facciamo punti".
(fonte gonews.it)