Come già detto in un precedente post, la necessità di dotare la fanteria di armi anticarro leggere e potenti portò allo sviluppo di diversi sistemi, uno tra gli altri, è quello dei cannoni senza rinculo.
Il principio di funzionamento era conosciuto fin dai tempi della prima guerra mondiale ma passò anche la seconda senza che questo tipo di arma godesse di grande fortuna, in effetti solo i tedeschi misero in linea armi del genere in calibro 75 e 105 millimetri dotandone le unità paracadutiste.
Fu dalla guerra di Corea in poi che la proliferazione di modelli e calibri divenne inarrestabile, qui, però, dei validi e diffusi modelli svedesi, britannici e sovietici non parleremo.
Noi siamo interessati ai modelli che prestarono servizio nel nostro esercito.
Tra questi il più importante e longevo è di gran lunga il modello M40/M40A1 universalmente noto come il “106 senza rinculo”.
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Dicevamo che negli USA si iniziò a produrre e distribuire ai reparti cannoni senza rinculo, nei calibri 57mm (M18) e 75mm (M20), solo nell’ultimissimo scorcio della seconda guerra mondiale, il loro vero esteso impiego si ebbe solo nel conflitto coreano, quando però il senza rinculo nei calibri minori era già stato affiancato e, praticamente, sostituito dal più efficiente e maneggevole “superbazooka” M20 da 3.5’’.
Fu così che i recoilless prima ricordati, col tempo, scomparvero dagli arsenali e venne sviluppato un nuovo modello di calibro decisamente superiore, 105mm, che venne adottato con la designazione di M27. l’arma si rivelò un fiasco completo, inaffidabile e imprecisa, dovette essere riprogettata di sana pianta, fu così che nacque il nostro 106.
Il poco felice 105mm M27
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Con una carriera operativa, nel nostro esercito, di almeno trenta anni ci troviamo di fronte ad uno dei sistemi d’arma più conosciuti e longevi, intere generazioni di fanti si sono addestrate ad usarlo.
Ne inizierò la descrizione con una piccola curiosità che forse non tutti conoscono, la designazione 106 non coincide con il calibro, in effetti 105, venne data solo per troncare ogni legame con il precedente e fallimentare M27 e perché a nessuno venisse in mente di usare il suo vecchio munizionamento con su scritto 105, non compatibile con la nuova arma.
La culatta vista dal lato sinistro
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Nel suo insieme l’arma era costituita:
- dalla bocca da fuoco, calibro mm 105,02, solcata da 36 righe destrorse, lunga metri 3,31 e pesante Kg 113,85;
- dal fucile d’aggiustamento M8, calibro mm 12,7, 8 righe destrorse, peso Kg 11,34;
- dall’affusto M79 del peso di Kg 81,65;
il peso totale del complesso, compreso l’alzo ottico M92D raggiungeva i Kg 208.
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Caratteristica dell’arma, visto il suo principio di funzionamento, era la presenza nella culatta di quattro luci di deflusso dei gas generati dalla combustione della carica di lancio, la quantità di gas lasciata sfuggire in questo modo bilanciava alla pari la reazione provocata dal movimento del proiettile nella canna eliminando la necessità di costosi e pesanti organi elastici, in pratica l’affusto aveva il compito di sopportare staticamente il pezzo e nulla più.
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Si pensi che il pezzo da 75 s.r., anch’esso in servizio nell’E.I., si incavalcava sull’affusto a treppiede della Browning 0.30 proprio come illustrato di seguito.
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Lo scotto da pagare era l’impossibilità di effettuare il tiro da ambienti chiusi o anche solo riparati, la presenza di una notevole vampata con sollevamento di fumi e detriti visibile anche da distanze elevate e la notevole usura del materiale.
Ulteriore conseguenza di una tale utilizzazione di parte dei gas era la loro perdita ai fini balistici e la necessità di una maggiore carica di lancio, a parità di gittata, rispetto ad un normale cartoccio granata.
Il munizionamento previsto era il seguente:
- cartoccio granata HEAT M344 e M344A1, controcarro a carica cava velocità iniziale m/s 503;
- cartoccio granata HEP-T M346 e M346B1, esplosivo al plastico e tracciatore, velocità iniziale m/s 498;
- cartoccio granata HEP-T con carica inerte, da addestramento.
Il cartoccio granata HEAT era privo di corona di forzamento e la stabilizzazione era ottenuta mediante impennaggio ad alette, al contrario la granata HEP-T era stabilizzata mediante la rotazione impartita dall’andamento della rigatura.
Il cartoccio granata HEAT
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Entrambe i modelli avevano il bossolo traforato tipico delle armi s.r.
Il sistema di puntamento era basato sul cannocchiale M92 e sul fucile d’aggiustamento M8. La presenza di quest’ultimo era giustificata dal fatto che l’uso del cannone dovesse essere quanto più possibile a colpo sicuro, proprio per la facilità di individuazione del pezzo una volta aperto il fuoco.
Tramite il cannocchiale, a tre ingrandimenti, si effettuava la mira sul bersaglio, fermo o in movimento, un semplice reticolo stadiametrico tarato su bersagli delle dimensioni di 3 e 6 metri (rispettivamente frontale e laterale) permetteva una prima stima della distanza e a quel punto, facendo fuoco con il fucile d’aggiustamento, si apportavano le correzioni necessarie.
La pallottola M48 (spotter) da 12,7 aveva un tracciatore che consentiva di seguirne la traiettoria, e all’impatto, nell’infrangersi, consentiva la fuoriuscita del fosforo bianco contenuto all’interno, il fumo chiaro prodotto dalla combustione permetteva la valutazione delle correzioni da apportare alla mira del pezzo.
La pallottola M48 (spotter)
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La distanza utile d’impiego era di 1000 metri, quella massima consentita dal congegno di puntamento era di 2200 metri, la celerità di tiro ordinaria era di un colpo al minuto, quella massima consentita era di un colpo ogni 6 secondi con una sequenza massima di 5 colpi.
Altra curiosità, a norma dell’istruzione provvisoria ufficiale ogni pezzo risulterebbe dotato di un congegno di puntamento M34, destinato al tiro indiretto (infatti era un materiale normalmente impiegato coi mortai) del quale, però, non si trova traccia in altre pubblicazioni delle scuole d’applicazione e nemmeno sui manuali dell’US Army.
Io, comunque, lo inserisco.
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In ultimo era disponibile un congegno per l’addestramento al tiro contro sagoma in poligono ridotto.
Praticamente un bossolo da 106 con dentro una canna da mitragliatrice modificata per il tiro di proiettili calibro .22 atti a simulare il tiro con munizionamento reale, il tutto da inserire dentro la canna del pezzo vero.
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Una seconda parte tratterà dell'impiego ordinario del pezzo da parte della squadra montata su A.R., essendo, l'impiego a terra, considerato come secondario e di carattere eccezionale.
Saluti
[Modificato da giacomo415 13/06/2006 16.57]