10 settembre 2017: alluvione Livorno

silvio'74
00mercoledì 13 settembre 2017 18:35
Proverò qui a fornire qualche spunto di riflessione sulla dinamica atmosferica che ha supportato l'evento alluvionale livornese, ringraziando da subito chi vorrà dare contributo alla discussione, Angelo in primis per i preziosi video che ha linkato.

Ho salvato tre step sinottici che delineano una dinamica piuttosto rapida, solo apparentemente ostacolata da blocking sub-tropicale sull'est europeo. Inciso: ricordo che il blocking si configura quando l'ampiezza e la profondità delle oscillazioni d'alta quota raggiungono uno stallo tale che si annulli la componente di traslazione ovest-est; in tal senso saccatura e anticiclone sono conseguenze dello stallo, non causa.
Venendo al caso in esame, risulta evidente come l'atmosfera risolva in sole 48h una situazione inizialmente zonale, passando per una saccatura pronunciata (+24h) evoluta infine in cut-off (+48h).
Nel 2° quadro ho evidenziato la probabile dominante nel ramo discendente d'alta quota (freccia azzurra) che ha determinato l'isolamento di una circolazione chiusa mediterranea.
silvio'74
00mercoledì 13 settembre 2017 18:37
In termini pratici questa dinamica ha impedito all'avvezione calda sciroccale di raggiungere il golfo ligure in favore dell'ingresso da libeccio e relativa rapida passata frontale (pomeriggio/sera di sabato 9). E' tuttavia evidente che la dinamica abbia subito un certo rallentamento negli step 2-3, lasso temporale in cui si è attardata un'attiva convergenza libeccio/scirocco, decentrata sui confini liguri/alto tirrenici.
Si noti la linea frontale distesa da Gibilterra sino al mare di Sardegna e l'intenso richiamo caldo-umido in risalita dal canale di Sicilia sino all'alto Tirreno.

silvio'74
00mercoledì 13 settembre 2017 18:46
La mobilitazione delle masse d'aria alla quota isobarica di 925hPa incide spiccati contrasti. Sul ligure centro-occidentale ha già debuttato la +14° mentre l'arcipelago toscano è raggiunto dalla +20°.

silvio'74
00mercoledì 13 settembre 2017 19:00
22utc (00 locali)

In loco è già presente una cella temporalesca con sospetta forma a V, che peraltro ha già "figliato" un'incudine morente (freccia viola) in allontanamento lungo la direttrice dominante SW>NE. Tali elementi rivelano un significativo appeal tra la cella e le favorevoli condizioni d'instabilità locale e stazionaria.
Nell'immagine satellitare all'infrarosso viene evidenziato in scala colore la temperatura del top nubi (in rosso i valori più bassi).

silvio'74
00mercoledì 13 settembre 2017 19:02
Seguiranno ulteriori contributi...a domani
angelo.c
00mercoledì 13 settembre 2017 19:04
Non sono un grande esperto........
....io leggo e ascolto con piacere queste interessanti e x me un po complicate disamine rendendomi conto sempre di più che la meteorologia è una scienza affascinante e molto meno scontata di quanto molti vogliano far credere....Grazie Silvio......
massimo.z
00mercoledì 13 settembre 2017 19:38
Beh, anche io resto alfine un'appassionato meteo, ma con scarse attitudini e capacità modellistiche e modifiche atmosferiche così veloci................

E' superfluo ringraziarti, anche a nome dei tanti, tanti che leggono soltanto..........

Massimo
silvio'74
00giovedì 14 settembre 2017 09:17
01:00 utc (03:00 locali)

Davanti al fronte si nota un'intrusione secca (freccia verde, riquadro a sn) che delinea un corridoio dove si innestano diversi sistemi temporaleschi; in sequenza dal basso verso l'alto, sul mar di Sardegna, nel sassarese e sulla Corsica.
Sono direttamente connessi alla dinamica frontale e hanno moto roto-traslativo: avanzano lentamente da ovest verso est e sono visibilmente stirate da intense correnti sud-occidentali (ramo ascendente della saccatura).
Diverse le sorti della cella livornese: stazionaria e con asse più marcatamente orientato verso nord-est (linea rossa, riaquadro a dx)
Le direttrici delle correnti portanti (linee gialla e rossa) evidenziano una spiccata divergenza in quota, elemento che unitamente ad uno share verticale complessivamente positivo, ha stimolato la componente rotazionale della cella livornese. L'intensità delle medesime correnti ha inoltre separato i canali di updraft e downdraft dilatando sensibilmente i tempi di invecchiamento del sistema.


silvio'74
00giovedì 14 settembre 2017 13:42
03-04utc (05-06 locali): la svolta.

Alle 03utc (05 locali) la cella livornese conserva radice marittima e la semina delle fulminazioni palesa la stazionarietà del sistema (gli ultimi 20' - croci bianche - copiano fedelmente le rilevazioni precedenti con colori tendenti al rosso).
Alle 04utc salta la radice marittima, probabilmente a causa del forcing frontale, e la cella inizia a muovere verso oriente; le fulminazioni indicano il movimento descritto (dal rosso ultimi 100' al bianco ultimi 20').
Nei due quadri proposti si noti come il fronte temporalesco principale abbia perso vigore approcciando il continente sardo (03utc) ritrovando poi vivacità sul medio alto-tirreno (04utc). Pur in un contesto di dinamica spiccata, il vantaggio di Cape marittimo sulla terraferma (ore notturne), sembra determinante nel dirimere l'instabilità temporalesca.


silvio'74
00mercoledì 20 settembre 2017 13:10
Cumulate d'evento

Al cospetto dei responsi diramati dai mezzi di (dis)informazione (“400 mm in poco più di 4 ore”), la mappa raffigura la distribuzione pluviometrica d’evento.
I massimi sono concentrati sulle aree collinari poco ad est della città, con punta di 242 mm totali in località Valle Benedetta, di cui:

210,2 in 2 ore
150,2 in 1 ora e 15 minuti
74, 8 in 30 minuti


Tali valori sono perfettamente coerenti con quelli osservati durante le più recenti flash-floods genovesi.

silvio'74
00mercoledì 20 settembre 2017 13:11
Considerazioni post-evento

- L'energia latente (Cape) al suolo è uno degli ingredienti propedeutici all'attività convettiva. Il gradiente di Cape, più del suo valore assoluto, condiziona lo sviluppo/dissolvimento delle celle. In autunno, specie nelle ore notturne, il Cape marittimo (a prescindere dalla temperatura superficiale) è sensibilmente maggiore di quello terrestre;
- da un'estate molto calda o da una molto fresca derivano differenti accumuli di Cape, ma il gradiente suolo/mare può ugualmente incidere nelle dinamiche temporalesche;
- l'anno scorso, un'estate piacevolmente fresca, non ha impedito l'alluvione in Piemonte, peraltro in autunno ben inoltrato (25 novembre). In quell'evento depressionario a Fiorino (alta valle Cerusa) si registrarono 583 mm in 24 ore (22 novembre) senza esondazione del T.Cerusa;
- sul bacino del Mediterraneo, area di transizione atmosferica, possono sempre operare dinamiche sinottiche particolarmente vivaci, foriere di esplosive avvezioni d'aria, a prescindere dallo stato termico superficiale delle acque e delle terre emerse.

- Il temporale localizzato e stazionario si conferma massimo rischio atmosferico, anche dove l'orografia e il tessuto urbano non sono così esasperati come a Genova;
- la sua previsione si conferma affetta da rilevante indeterminatezza spazio-temporale;
- in sede di monitoraggio è possibile interpretare il carattere di tali fenomeni nelle prime fasi evolutive. Alle 22utc la cella toscana evidenziava già sospetti elementi.

- Le disposizioni nazionali limitano il livello massimo di allerta temporali all'arancione non stimolando un'adeguata percezione dei rischi che il fenomeno sottende;
- l'allerta per piogge diffuse può invece raggiungere il livello rosso, inducendo così a sovrastimare un rischio più tipico dei grandi bacini (es. Po'), dove gli effetti si esplicano in tempi assai più lunghi e dunque più gestibili.

- L'alluvione è un evento naturale; le conseguenze e i danni sono spesso correlati a ingerenze e limiti antropici;
- le 4 vittime di Viale Nazario Sauro risiedevano al piano terra, in fregio al T. Rio Maggiore, tombato da oltre 30 anni;
- nel 2012 l'amministrazione comunale ha avviato il progetto di 4 casse di espansione quale soluzione definitiva ai problemi di contenimento delle piene del Rio Maggiore. L'opera viene ultimata nel gennaio 2015 e collaudata in ottobre;
- le vasche entrano in funzione per la prima volta il 10 settembre scorso e non reggono la portata d'evento nonostante la portata progettuale (tempo di ritorno 200 anni) rispettasse la normativa vigente;
- nell'ottobre 2016 la Regione Toscana ha modificato il Piano di Assetto Idrogeologico inserendo le verifiche anche per portate cinquecentennali.

- La percezione del rischio, quota parte conseguente al livello di allertamento e alle opere strutturali poste in essere dall'amministrazione comunale, ha lasciato dormire sonni incosapevolmente tranquilli;
- le misure di tutela, effettive o presunte, riducono il livello di autotutela;
- un'efficace tutela istituzionale diffonde la conoscenza dei rischi scoraggiando l'illusorio obiettivo del rischio zero;
- solo un'elevata consapevolezza del rischio può attivare una cosciente ed efficace autoprotezione.
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