moby prince, come ustica, piazza della loggia
banca dell'agricoltura, italicus e aggiungete tutto ciò che volete. non ho mai capito perché la distruzione dolosa di una nave passeggeri che quotidianamente portava uomini donne e bambini lungo la linea livorno-olbia non venga ancora considerata per quello che è: un enorme assassinio, coperto da connivenze, omississ, segreti, agenti destabilizzanti, false testimonianze, reticenze, foto di satelliti militari misteriosamente non prese in considerazione, una petroliera che era dove non doveva essere, un via vai di imbarcazioni in fuga dopo la collisione, nessun intervento in risposta al may day dalla Moby, nessun dubbio che in mezzo al disastro potesse esserci la Moby, una nebbia inesistente (ho una ex fidanzatina che abita sul lungomare di Livorno, proprio prossima al porto, e da lì videro TUTTO), possiamo parlare della capitaneria di porto improvvisamente sguarnita, di navi da guerra statunitensi in rada, di bettoline scomparse, di pescherecci in porto quando dovevano essere in alto mare e di pescherecci in rada quando dovevano essere in porto, di navi dei pompieri a zonzo intorno alla agip abruzzo che aveva le luci di segnalazione spente, di navi della marina militare italiana lasciate deliberatamente in porto, di ammiragli a cena che dicono di non disturbare al telefono, del libro di bordo della agip abruzzo che venne lasciato -a detta degli investigatori poi fatti tacere - deliberatamente prendere fuoco dopo tre giorni, dentro la sala comandi della petroliera, del timone manomesso da qualcuno che entrò nella Moby dopo il suo mesto rientro di poli-bara fumante nel porto di livorno, tra, ahimé il disinteresse assoluto delle autorità della toscana e livornesi (comune e provincia), possiamo parlare di faccende legate alle assicurazioni ed ai permessi del registro nautico italiano, di competizione mercantile tra armatori rampanti, possiamo parlare di tante persone ritrovate senza un millimetro quadrato di pelle ustionata, ma morti per le esalazioni tossiche, o del fatto che non sia stata gettata nessuna scialuppa, o del fatto che c'è quel cadavere che compare nelle fotografie di primo mattino e viene lasciato bruciare letteralmente a fuoco lento sulla tolda, dove fiamme non c'erano, ma era incandescente e probabilmente bruciò da vivo (
)...probabilmente era mio cugino, che era uno dei medici di bordo della Moby Prince...solo che quella sera non doveva essere di turno, ma si offrì di sostituire un collega...capirete che è una storia che in Sardegna ha fatto incazzare tante persone. Io, da giornalista, per giunta sardo, ammiro la tenacia di Minoli che spinge (in compagnia della sola Unione Sarda e di una parte dei parenti delle vittime, molti hanno preferito i risarcimenti e chiudere la faccenda lì): ma a distanza di quindici anni, ho ancora in mente il funerale di mio cugino...ed una rabbia in corpo che temo non avrà mai fine.
[Modificato da bibba 02/12/2006 22.44]