10 Che dice la Scrittura? (Romani 4:3)

Manlio-
00mercoledì 20 aprile 2011 19:24
Le navi di Tarsis
Le navi di Tarsis

«Dopo questo, Giosafat, re di Giuda, si associò con il re d’Israele Acazia, che si comportava da empio; e se lo associò, per costruire delle navi che andassero a Tarsis; e le costruirono a Esion-Gheber. Allora Eliezer, figlio di Dodava da Maresa, profetizzò contro Giosafat, dicendo: "Perché ti sei associato con Acazia, l’Eterno ha disperso le tue opere". E le navi furono sfasciate, e non poterono fare il viaggio di Tarsis.» 2 Cronache 20:35-37

— Che cosa rappresentano le navi di Tarsis che costruirono a Esion-Gheber? E quale lezione ne dobbiamo trarre?

Consideriamo innanzitutto i fatti. «Le navi» sono in questo caso degli strumenti che servono per fare del commercio; «Esion-Gheber» era un porto, nel nord del braccio del Mar Rosso, dove esse venivano costruite e da dove partivano; Tarsis era la il luogo lontano dove andavano a cercare degli oggetti rari e preziosi (2 Cronache 9:21).

L’espressione «navi di Tarsis» sembra un’informazione tecnica, che indica delle imbarcazioni molto grandi, specifiche per i lunghi viaggi e capaci di portare dei carichi pesanti (vedere anche Isaia 2:16, Salmo 48:7, Ezechiele 27:25).

Tutto questo ci indica l’attività del mondo alla ricerca di ricchezze e di occasioni di divertimento.

I re d’Israele e Giosafat, il re di Giuda, si sono associati per un’impresa commerciale, proprio come aveva fatto tempo prima per la guerra contro i Siri. In questa occasione, il re Giosafat avrebbe pagato questa associazione con la propria vita, se Dio non avesse interposto la Sua mano protettrice.

Giosafat era un servo di Dio e Acazia un uomo che non serviva Dio e che agiva con malvagità. Associarsi a lui, significava per Giosafat, ricadere nello stesso peccato. Dio glielo aveva fatto capire con il messaggio del profeta; inoltre, lo punisce con la distruzione della sua flotta. Dio interrompe così, fin dall’inizio, l’esecuzione di un’impresa che non era per la Sua gloria e che sarebbe stata causa di confusione per Giosafat.

Giosafat ha capito la lezione; perché quando Acazia, figlio di Acab, gli propose di rinnovare l’impresa, Giosafat «non volle» (1 Re 22:50).

L’insegnamento che ne deriva è evidente. Il credente fedele non deve associarsi con il mondo: «Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre?... Perciò, uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’impuro; e io vi accoglierò.» (2 Corinzi 6:14,17)

Che ogni credente possa cogliere la portata di questa esortazione!

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