dearmichael
00mercoledì 7 giugno 2017 23:48
«Un giorno, Michael Jackson mi chiamò dicendomi: "Bush, puoi venire a prendermi e portarmi in studio di registrazione?". Così mi recai al suo appartamento a Westwood e lo condussi nella mia macchina; una macchina normale, senza vetri oscurati, niente. Beh, stavo guidando lungo la strada e chiesi:
"Dove stiamo andando, Michael?".
Lui rispose: "Allo studio".
"Quale?", chiesi di nuovo.
"Non lo so", rispose.
Non avevo con me il cellulare, non sapevo cosa fare, e avevo #MichaelJackson nella mia macchina che continuava a roteare il mio portafoglio chiedendo cose come un bambino, cambiando le stazioni radio e premendo ogni tasto che poteva essere toccato.
In mezzo a tutto il caos, cercai di ricordare dove avessi visto fare la sua ultima registrazione... Westlake? Record One? Hit Factory...?
Guidai fino a Santa Monica Boulevard pensando: "Oh mio Dio, che faccio ora?". E ridevo allo stesso tempo.
Michael indicò ogni negozio sulla strada, chiedendomi di andarci... Lui non collaborava! Mi sono dovuto fermare in un parcheggio e chiamare in ufficio da un telefono pubblico, mentre lui era solo in macchina.
Non c'era in giro nessuno tranne noi due. Ma, cinque minuti dopo, mi girai e mi accorsi di avere circa 50 fan nella mia macchina!
Michael aveva il finestrino aperto di soli tre centimetri circa e stava firmando autografi sui documenti dell'auto passandoli fuori dal finestrino!
Il mio primo pensiero fu: "E ora... Come faccio a salire in macchina?"».
- Michael Bush, stilista del Re del Pop, dal suo libro
"The King of Style: Dressing Michael Jackson" -
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Traduzione di Jackson Nery e revisione di Vincenzo Compierchio per il Michael Jackson FanSquare.