25.03.2010.
Lugano primo, ma quanta fatica .
Gara poco brillante quella dei bianconeri contro il Monthey
I bianconeri si assicurano il primo posto finale in classifica, ma la prestazione contro i vallesani lascia più dubbi che certezze in vista dei playoff - La tanto agognata difesa richiesta da Whelton, infatti, non si è proprio vista.
di Mattia Meier.
Chiedeva difesa ai suoi ragazzi Joe Whelton prima della gara con il Monthey, un messaggio che, almeno a giudicare principalmente dai primi venti minuti, non è sembrato essere recepito da Abukar e compagni.
L'approcio al match da parte dei bianconeri non è infatti dei più convincenti, non tanto sul fronte offensivo ma, per l'appunto, su quello difensivo. Maglie larghe in difesa e poca aggressività permettono ai vallesani di segnare da subito canestri importanti, più che per il risultato in sè per acquisire fiducia. Non a caso quindi la squadra di Petit continua a macinare gioco per tutto il primo tempo, durante il quale, fatta eccezione per un lampo iniziale, i padroni di casa sono costretti a rincorrere, a tratti anche con affanno.
Buon per il Lugano che il talento in attacco non manchi, e difatti basta l'entrata in campo di Efevberha il quale, ad inizio secondo quarto con il Lugano sotto di 8 (21-29), piazza 8 punti consecutivi che ricuciono lo strappo. Ma anziché restare su di giri il motore bianconero si raffredda immediatamente, soprattutto nella propria metà campo. Ad approfittarne sono soprattutto Johnson (11 punti nella seconda frazione) e Pidoux (8 punti alla pausa). Quando la sirena della pausa grande suona, il tabellone indica 54 punti per Monthey, e i bianconeri hanno decisamente di che preoccuparsi. l rientro dagli spogliatoi infatti la musica non cambia, anzi. Passano cinque minuti e il Lugano finisce sotto di 11 (57-68), prima di una reazione che riporta la gara sui giusti binari per i padroni casa (71-68 al 30' e 14-0 di parziale). Servirebbe continuità ai Tigers per mettere al sicuro il match, continuità che però viene ancora a mancare, e Monthey ne approfitta appieno per rimettere la testa avanti con Alston (71-76). Il Lugano torna sotto ma continua a non riuscire ad allungare, e così gli ultimi minuti regalano al pubblico una finale in volata, unico vero momento di lucidità dei bianconeri, i quali dalla lunetta si assicurano vittoria e primato in classifica. Che alla fine era quello che più contava questa sera, ma quanta fatica per venire a capo di un Monthey comunque mai domo.
by Corriere del Ticino
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Lugano, primo traguardo raggiunto.
Gli uomini di Whelton battono il Monthey: finiranno la regular-season in vetta alla classifica.
di Mec.
Il Lugano si complica la vita, giocando una partita di basket horribilis, al cospetto di una compagine molto aggressiva (eufemismo) e con un arbitro, Wirz, colto da raptus di onnipotenza, che fischia di tutto e di più e, distribuendo oscenità a destra e a manca, coinvolge gli esterrefatti compagni di viaggio in un incubo infinito.
Il Lugano ha vinto risalendo da -11 nel terzo quarto, 55 a 66 al 5’, quando il nonno Alston firmava una tripla. Il time out di un impotente Whelton interrompeva l’inerzia della gara e, dal 57 a 68 al 5’, i bianconeri infilavano un 14 a 0 che inchiodava gli ospiti a quota 68 all’ultima pausa: un +3 che aveva del miracolo (si fa per dire). Inizio di quarto ancora delirante, con Alston a firmare 8 punti e nuovo time out. Finalmente i bianconeri ingranavano la marcia giusta, recuperavano sulle triple di Stein, impattavano di nuovo a quota 78 e allungavano di 5 punti prima, 87 a 82 al 7’ e poi chiudevano la pendenza a un giro d’orologio dalla fine, 92 a 85 e tutti a casa, con spaventi e sorrisi stretti.
Il primo tempo è stato un vero e proprio “ciapa e tira” da una parte e dall’altra. Difese colabrodo, nessuna idea di un’azione costruita con pazienza ed efficacia in attacco. In un bailamme simile non poteva che avvantaggiarsene il Monthey , squadra rustica, si fa per dire, capace di mettere le mani addosso e non farti respirare. Il Lugano, anziché cercare uno schema valido, ha lasciato che i vari Abukar ed Efevberha, tanto per fare due nomi, giocassero come ai play round. Se ci mettiamo che la difesa dei bianconeri è stata una sincera pena (il Presidente Cedraschi ha lasciato imbufalito il suo scranno al 11’17”) il quadro è completo. Lo score è lievitato per gli ospiti che hanno creato il primo mini break al 6’, 10 a 15, per vedersi poi recuperare a -2 alla fine del primo quarto.
Nel secondo quarto, scesi a temperature inusuali, -8, 21 a 29, il Lugano ha trovato nel solista Efevberha la sua ispirazione, recuperando da solo, con 10 punti consecutivi fino al 31 pari. Quando tutti si aspettavano una riscossa dei padroni di casa, ecco gli spavaldi vallesani trovare canestri, anche impossibili, ma tali da mettere di nuovo alle corde Stockalper e soci fino al -8 alla pausa grande. Il Lugano si qualifica così al primo posto, raggiungendo il primo obiettivo della stagione. Una gara che non ha certamente nobilitato il basket. Whelton le ha provate tutte, con quintetti variati, ma nessuno ha dato quel qualcosa in più tranne quando ha schierato assieme Stein e Brown. È stata la mossa vincente. L’ordine è migliorato e, nel contempo, la difesa ha cominciato a difendere, conquistando palloni, rimbalzi e costringendo gli avversari a cercare spazi. Una partita da dimenticare ma non più di quel tanto: con una difesa così è impensabile andare ad affrontare le migliori.
by La RegioneTicino