‘Compitino’ fatto col fiatone.
La SAV Vacallo controlla con qualche affanno di troppo il modesto Losanna.
Pastore: ‘Due punti buoni per la classifica e per il morale in vista del derby di mercoledì’.
di Dario Bernasconi.
È finita col fiatone o quasi, questa sfida fra opposti (o quasi) in classifica. La SAV si mette in bella evidenza a tratti, rischia molto nel secondo quarto con un parziale che di solito non prende in mezza gara, 28 punti, ma poi ritrova spirito difensivo, equilibrio e, soprattutto, un 7 su 7 dalla lunga distanza di Smiljanic che prima premette il recupero sul Losanna e poi lo schianta, unitamente al ritrovato Schneidermann. Una SAV che ha saputo ritrovarsi dopo il tè, con una maggior pressione difensiva e un attacco meno sprecone. Il Losanna ci ha messo tanto, ha giocato meglio rispetto a una settimana fa, ma non ha avuto sufficienti argomenti per tener testa ai ticinesi.
Il primo quarto ha messo in evidenza la differenza fra le due squadre. Un monologo vacallese che non ha permesso al Losanna di dire molto. Il vantaggio è salito facilmente e con logica fino al +16 dopo i primi 10’. Spesso accade che, una partita iniziata in questo modo, prenda una brutta piega, soprattutto se agli avversari si concedono spazi in difesa e in attacco non si ragiona nel giusto modo. Uno 0-6 in entrata dei vodesi, condito in un break di 4-16, ha costretto Rodrigo Pastore a chiamare il time out al 4’35”: Losanna, in 4’, ha fatto di più che nei primi 10! Ma neanche il time out ha aiutato più di tanto, al punto che Thomas, con due triple consecutive, ha portato il Losanna avanti di 4 (38-42), prima che Crnogorac, in tap in, chiudesse il quarto a -2 (40-42). Una rarità questo svantaggio. Una SAV irriconoscibile, senza idee in attacco, con 4 su 15 al tiro contro l’11/17 dei primi 10’ e con una difesa troppo lenta, quando è passata a zona, e poco reattiva nell’individuale. Nel terzo quarto la SAV sta in rotta, recupera il -4 (40-44) al 2’, poi Smiljanic comincia il suo show. Sul finale di tempo piazza il 10-0 che chiude le speranze degli ospiti. Infatti, nell’ultimo quarto, malgrado qualche palla persa di troppo, con Gibson non certamente al meglio, Raga fuori per una botta al naso e Dacevic valido solo in difesa, Lukovic e gli altri hanno spinto gli avversari sino a -14, 78-64 e il finale è stato un tiro al bersaglio senza costrutto per i vodesi e un altro 8-0 per Erwin e compagni.
Pastore a fine gara era esaurito:
«Devo fare i complimenti al Losanna perché ha saputo metterci in difficoltà, cogliendo i nostri punti deboli. Noi siamo stati bravi a rimetterci in corsa, ritrovando maggiori equilibri nel quintetto. In alcuni frangenti abbiamo patito certe marcature e non siamo stati bravi a trovare le soluzioni migliori. Due punti importanti, come sempre e avanti così: mercoledì il derby, un’altra sfida da non sottovalutare». Già prima della partita di sabato c’era qualche timore... «Non è mai facile come sembra e ogni gara fa storia a sé».
Verissimo, soprattutto se si fanno troppe concessioni ai più deboli.
by LaRegione Ticino
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Losanna ci prova, Vacallo ci riesce.
Gli ospiti sbarcano al Palapenz con buoni propositi, ma alla fine vanno k.o.
Coach Maissen ha schierato una squadra abile a contrastare la corazzata vacallese, che alla lunga ha fatto però valere il suo tasso tecnico-tattico superiore. A fine gara Rodrigo Pastore ha lodato la compattezza della sua SAV.
di Mattia Meier
«Dobbiamo aspettarci delle partite così sempre, con ogni avversario pronto a non mollare mai e a fare qualsiasi cosa pur di batterci».
Nel commento di Slaven Smiljanic a fine partita c’è tutto quanto già ci aveva detto Dacevic in sede di presentazione («Contro di noi gli altri giocano al 200%») e pure un pizzico di riassunto della partita. Che ha visto prevalere la SAV, ma non così nettamente come il risultato finale potrebbe (erroneamente) indicare. Perchè a differenza di una settimana fa, quando all’Elvetico non lottò neanche, il Losanna pur essendo nettamente in svantaggio dopo 10’ di gioco non ha mai mollato, ma anzi proprio nel momento di difficoltà si è ritrovato. Merito anche dei cambiamenti tattici apportati con accuratezza a partita in corso dal coach ospite Maissen, bravo nell’individuare in Pleux-Decollognes il punto debole della propria difesa.
Dopo un primo quarto dominato su tutti i fronti da Vacallo (brava in attacco sia contro la uomo che contro la zona, 30-14 al primo mini intervallo), il coach vodese ha tolto il piccolo play inserendo Henderson, elevando di conseguenza la prestanza fisica del proprio quintetto.
Così facendo gli ospiti si sono potuti permettere di cambiare su ogni pickandroll mandando così in confusione gli avversari, incapaci nel frangente di trovare una soluzione di fronte a questa nuova tattica difensiva che ha permesso ai vodesi di concedere pochi tiri facili ai padroni di casa.
Bloccati in attacco (così così Dacevic, abulico Gibson) i ticinesi hanno pure allargato le maglie della difesa, permettendo a Thomas (12 punti nei secondi 10’) e compagni di riaprire una partita che sembrava già quasi chiusa, grazie ad un 10-28 di parziale nel quarto.
Ci sono voluti poi 6’ abbondanti nella ripresa alla SAV per ritrovare la propria verve, grazie soprattutto a Smiljanic (autore di 7 triple consecutive a cavallo tra il terzo e il quarto periodo), il quale ha dato il la ad un parziale di 12-0 (dal 52-51 al 64-51) che oltre ad aprire la difesa vodese (graziata troppo spesso dal tiro da fuori dei padroni di casa) ha di fatto chiuso la pendenza. Gli ospiti infatti, non hanno più trovato le risorse sia fisiche che tecniche per restare a contatto (Thomas è stato cancellato da Schneidermann nei secondi 20’), «bruciate» in gran parte già nel corso della clamorosa rimonta della seconda frazione («Quando sei costretto a recuperare tanti punti a squadre così forti, poi lo sforzo lo paghi» dirà poi Maissen).
«A me sembra che si pensi a noi come ad un orologio svizzero – il pensiero di Pastore a fine partita – Invece può succedere a tutti di accusare dei passaggi a vuoto durante la partita. Nel nostro caso ci siamo trovati di fronte una compagine combattiva che è stata in grado, grazie ai cambi sistematici, di mettere in difficoltà il nostro gioco come pochi sono riusciti a fare quest’anno. Per cui non penso siano demeriti nostri quanto meriti loro. La nostra forza è stata quella di restare uniti nel momento di difficoltà, perchè è così che fanno le grandi squadre».{/i]
by CDT