07.04.2011.
Nuovamente sconfitta la SAM nel secondo derby dei quarti.
Il Lugano va sul 2-0.
di Dario Bernasconi.
Il Lugano fa 7 su 7 in stagione contro Massagno, mette il 2-0 nella serie dei playoff e non crea nessuna sorpresa, se non un gioco ondivago, molto distratto nel primo quarto, con qualche spunto nel secondo, meglio nel terzo e in souplesse nel quarto. La SAM è partita ancora una volta molto forte, ha messo un +9 all’inizio di secondo quarto: poi è andata sotto, ha recuperato da -17 a -8, per cedere poi nel finale con il -21. « Noi siamo questi e devo fare i complimenti a tutti i miei ragazzi – dice Facchinetti a fine gara –. Abbiamo potuto giocare in un certo modo nel primo quarto, siamo stati capaci di reagire e tornare a soli 8 punti».
Poi la differenza tecnica si è fatta sentire. « Come sempre, ma devo dire che ho visto impegno, voglia di stare bene in campo, giocarsi ogni pallone. Sono contento e se riesco ad arrabbiarmi anche sotto di 20 è perché voglio proteggere i miei ».
Joe Whelton invece non È contento: « Ok, abbiamo vinto, siamo 2-0: ma l’atteggiamento dei miei non mi è piaciuto per lunghi tratti. In particolare, un paio di giocatori, ci fossero stati Sanders e Draughan, avrebbero fatto panchina ».
Un atteggiamento sbagliato. « Certo, noi dobbiamo andare in campo con la massima decisione. A metà tempo ho chiesto gioco d’assieme e concentrazione. Abbiamo migliorato qualcosa, ma non dobbiamo più partire in questo modo. Complimenti alla SAM per la dimostrazione di carattere che hanno dato ».
Nel primo quarto il Lugano sta a guardare una SAM che gli scappa via all’inizio, la sorpassa con un 9 a 0, prontamente replicato dai massagnesi con un 12 a 0 che li porta a +7 alla prima pausa: 11 a 18. Un Lugano che fa 0 su 7 da 3 punti è una rarità da sfruttare. Ofoegbu fa a fette Finn, 8 punti, e i bianconeri sono spaesati. Ma nemmeno la mini pausa mette le cose a posto perché in entrata di secondo quarto i bianco blu mettono un 2-0 che li porta a +9, 11-20. Il Lugano si sveglia, si accorge che non può continuare così, prende a giocare e, con un Efevberha molto efficace, 10 punti quasi consecutivi e un ottimo Schneiderman su Ofoegbu, il Lugano ha piazzato un 16-2 che ha ribaltato risultato e, praticamente, la gara: 27-22 al 5’ salito a 12 prima dell’ultimo giro d’orologio, 41-29.
Nel terzo quarto il Lugano ha preso in mano il gioco e si è portato a +17, 55-38 al 5’. La SAM è tornata a zona, il Lugano a pasticciare basket con inutili forzature. Un fantastico 4 a 4 ha mantenuto immutate le distanze all’ultima pausa, 59-45.
Nell’ultimo quarto, sussulto della SAM che con grande impegno riesce a tornare a – 8, 62-54 su una tripla di Johnson. Ma poi è ancora il Lugano a dominare con Stockalper in particolare, ben sorretto in difesa dal rientro di Schneiderman, e da un Abukar che, beccato dagli arbitri in compensazione, a nostro modo di vedere, sia chiaro, ha saputo mettere 8 punti consecutivi.
Tutto secondo logica, quindi e sabato, in gara 3, potremmo assistere al tris. Con il rispetto di tutti, vincitori e vinti, riprendo le parole del coach: « Noi siamo questi e se riusciamo a fare ancora un po’ meglio sarò soddisfatto. Il sogno di battere il Lugano lo lascio a Morfeo ».
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Anche gara-2 è dei Tigers ma bella SAM .
Massagno tiene testa al Lugano per circa quindici minuti.
di MATTIA MEIER.
Forse quando il Lugano incontra la SAM un buon quarto d'ora «di rodaggio» per i bianconeri è da mettere in conto. Ieri infatti, come sabato, Mladjan e compagni sono dovuti finire sotto, questa volta anche pericolosamente, prima di cominciare a giocare davvero a basket. Facendolo quel tanto che basta a una squadra del livello dei Tigers per avere la meglio su una battagliera SAM.
Massagno che dal canto suo ha ovviamente poco da recriminare, se non forse il fatto di non aver capitalizzato al massimo l'appannamento iniziale dell'avversario.
Facchinetti ha preparato bene la gara, obbligando i bianconeri ad inizio partita a cercare soluzioni da fuori. E finchè testa e gambe hanno retto i suoi sono rimasti davanti, prima di cedere senza però mai mollare quando il Lugano ha deciso di spingere sull'accelleratore.
La zona come detto della SAM si rivela mossa azzeccata perchè il Lugano muove sì bene la palla ma la mira scarseggia come ben testimonia lo 0/7 dalla lunga distanza nei primi dieci minuti. E di tiri ravvicinati nemmeno l'ombra, tanto si stringono le maglie difensive degli avversari nell'area pitturata.
Con i bianconeri a sparacchiare senza costrutto Massagno piano piano scava un piccolo ma significativo solco grazie alla buona vena di Ofoegbu (8 punti nella frazione) e a qualche invenzione di Hawkins e Farokmanesh. E sulle ali di un 9-0 gli ospiti si portano ad un passo dalla doppia cifra di vantaggio ad inizio secondo quarto (11-20).
Nel momento peggiore però i campioni svizzeri, sin lì solo la brutta controfigura della squadra ammirata per gran parte della stagione, cambiano registro ritrovando la solita verve in difesa ma soprattutto riaggiustando la mira in attacco. Con le triple che cominciano ad entrare la zona avversaria si svuota di significato ma appena Facchinetti torna a uomo i suoi non trovano le contromisure all'uno contro uno dei talenti dei Tigers.
Tornati in parità nel giro di un paio di minuti i padroni di casa si riprendono la testa della gara grazie ai pochissimi errori dal campo. Sull'altro fronte invece la SAM dopo quindici minuti brillanti comincia a perdersi riuscendo comunque a sfruttare la mancanza di cinismo avversaria limitando così i danni alla pausa lunga (43-32 Lugano).
Al rientro dagli spogliatoi però il match sembra indirizzarsi subito verso un finale già visto. Troppo il talento da contrastare per i ragazzi di Facchinetti i quali finiscono sotto di 16 punti. Partita finita. O almeno parrebbe, perchè manco a dirlo i Tigers mollano nuovamente la presa permettendo a Massagno di rientrare pericolosamente sotto la doppia cifra (62-54 al 33'). Quanto basta a svegliare dal torpore Abukar e compagni ai quali basta poco per ricacciare indietro in maniera definitiva l'indomito avversario.
«Noi più di così non possiamo fare - commenta a fine incontro Facchinetti - La differenza tra le due squadre è lì da vedere. Sono soddisfatto della squadra, soprattutto per l'impegno messo in campo. Rispetto a gara-1 abbiamo aggiustato un paio di cose iniziando di nuovo bene, poi ovviamente le partite durano quaranta minuti e non quattro».
Non è contentissimo invece Whelton: «Non mi è piaciuto il nostro atteggiamento. Siamo un'altra squadra rispetto a quella che giocò i playoff un anno fa. Oggi mancavano due giocatori (Sanders e Draughan), se altri due-tre non si impegnano anche per noi si fa difficile. Queste sono cose che non mi piacciono».
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ANGLEY : ancora foto con dedica.
(Ti-Press/Gabriele Putzu)
Tigers vittoriosi, sconfitte Sam e Sav.
Playoff, fortune alterne per le ticinesi.
di Marco Driussi .
Punteggio finale 82-61, serie sul 2-0 e – teoricamente – una partita di distanza dalla qualifica alle semifinali. Il risultato scaturito questa sera dall’Istituto Elvetico nella seconda sfida dei quarti dei playoff - vinta dai Lugano Tigers sulla Sam Massagno - appare perentorio e non sembra nemmeno dare spazio a grandi interpretazioni.
Eppure, come spesso accade nello sport, le cifre a volte appaiono fredde se non addirittura menzognere perché non possono raccontare tutto quello che succede, in questo caso, sul parquet. Ebbene l’incontro tra Lugano e Massagno, al di là della ventina di punti di scarto, è stata una partita in cui le due compagini hanno viaggiato, sull’arco dei 40 minuti, relativamente a stretto contatto. Si pensi ad esempio alla tripla dell’americano Brendan Johnson che al 33’10 ha bruciato la retina e ha riportato la Sam Massagno in partita e soprattutto a otto lunghezze dai Tigers. Una testimonianza di grinta da parte della squadra di Facchinetti che è stata però subito rintuzzata dalla compagine di casa con due canestri dalla lunga distanza firmati da Stockalper ed Efevbehra. E in fin dei conti le azioni descritte riassumono quanto visto sull’arco dell’intera partita: da una parta la Sam ha dato fondo alle risorse a propria disposizione, dall’altra il Lugano, quando gli avversari si sono più volte riavvicinati nel punteggio, ha pigiato sull’acceleratore aumentando il divario dello stretto necessario per giocare con più tranquillità. Insomma, visto che si giocava all’Elvetico, in diversi frangenti i Tigers hanno giocato, come si dice in gergo, alla “viva il parroco”. Quando però bisognava mostrare freddezza, i ragazzi di Whelton – sempre per rimanere in tema – hanno rimesso “il campanile al centro del villaggio”.
Due modi diversi di approcciarsi alla partita che sono stati sottolineati anche dai due coach alla fine della sfida. Franco Facchinetti si è detto soddisfatto della prestazione dei suoi giocatori che sono riusciti ad applicare in gara due quegli aspetti su cui si è lavorato in settimana. Da parte sua Whelton ha sottolineato che partite come questa diventano difficili quando gli effettivi non sono al completo (stasera Draughan non era in panchina e Sanders, benché a referto, a causa di un dolore non è stato schierato) e alcuni giocatori presenti non si esprimono con la necessaria intensità. In altre parole il tecnico dei Tigers non è apparso per nulla soddisfatto della prestazione dei suoi, soprattutto se si pensa che – come ha voluto ricordare Whelton stesso – la squadra, lo scorso anno al medesimo stadio dei playoff, era stata capace di infliggere un distacco ben più pesante ai propri avversari (all’epoca i Ginevra Devils).
Al di là delle considerazioni dei due tecnici, le diverse fasi della partita hanno mostrato una Sam Massagno che è riuscita a condurre il gioco dal 6’ al 15’, ovvero fino a quando il Lugano ha agguantato il pareggio sul 22-22 dopo essere stato sotto anche di nove lunghezze al 12’ (11-20). Ma ai canestri del duo americano massagnese Ofoegbu-Hawkins hanno risposto Abukar e Efevbehra che hanno riportato davanti la propria squadra. Dalla metà del secondo quarto fino al termine dell’incontro i Tigers (che alla pausa grande conducevano 43-32) hanno tenuto in mano le redini del gioco benché non siano mancati i momenti in cui – come detto – i giocatori locali non si sono espressi al massimo dell’intensità richiesta, permettendo così alla squadra ospite, in più occasioni, di tornare sotto la soglia dei dieci punti di scarto. La qualità e la lunghezza della panchina dei Tigers ha poi fatto il resto: dalla già citata tripla di Johnson, i Tigers hanno poi risposto presente e hanno scavato un divario ormai diventato incolmabile. Che la partita fosse chiusa lo si è capito al 39’ quando Facchinetti ha operato un triplo cambio inserendo i giovani Lombardini, Fontanini e Ishiodu.
Sul fronte gialloverde, la Sav Vacallo era invece impegnata in trasferta contro il Monthey. Dopo essere stata in vantaggio alla pausa principale di sei lunghezze (42-48), la squadra di Pastore è uscita sconfitta 79-72. La serie è sul 2-0 per i vallesani che però ora dovranno giocare sabato al Palapenz di Chiasso.
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