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00lunedì 24 ottobre 2011 10:12
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00lunedì 24 ottobre 2011 10:13
15.10.2011.
(foto:Press/Samuel Golay)
Lugano sconfitto in casa dall’Olympic Friborgo.
All’Elvetico i burgundi si sono imposti per 80-73.
A Ginevra perde nettamente anche la Sam Massagno battuta 97-66.
LUGANO – Non è stato un fine settimana felice per le due squadre ticinesi impegnate in campionato. I campioni svizzeri in carica del Lugano sono stati sconfitti 80-73 dall'Olympic Friborgo in una partita che li ha visti inizialmente in vantaggio costante, situazione che non è però servita a demoralizzare gli avversari. I burgundi hanno chiuso così la gara vincendo il secondo incontro di fila e costringendo i ticinesi alla prima sconfitta stagionale.
A Ginevra la Sam Massagno è stata dominata dagli avversari per 97-66 in un incontro che la ha visti subire dalle prime battute di gioco.
La terza squadra ticinese, la Sav Vacallo, che ieri sera si è presentata alla Valascia tra il primo e il secondo tempo della partita tra Ambrì Piotta e Bienne, ha osservato un turno di riposo.
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Dave Esterkamp a pris le dessus sur les Tessinois de Edwin Draughan. (photo: Keystone).
(foto:Keystone)
Fribourg surprend Lugano à domicile.
Fribourg est allé battre les Lugano Tigers (80-73) à l'Istituto Elvetico
dans le match au sommet de la 3e journée de LNA.
ats
Champion en titre, le club tessinois a subi sa première défaite de la saison tandis qu'Olympic a signé sa seconde victoire en autant de matches. Tout est allé très vite en début de partie, dans ce remake de la finale de la saison dernière. Trop vite pour Olympic. Cueilli à froid par les Tessinois qui avaient déjà 7 points d'avance après la moitié du premier quart (15-8), puis 10 en début de 2e période (29-19), Fribourg s'est retrouvé complètement dans les cordes.
Très autoritaires et disciplinés jusqu'à la pause, les Tessinois ont peu à peu balbutié leur jeu et permis à Olympic de recoller au score, puis de prendre l'avantage (64-61) avant l'ultime période. Inexplicablement crispés, les joueurs de Randoald Dessarzin se sont soudainement retrouvés menés de 12 points (75-63) face à des Fribourgeois au visage complètement différent. «J'ai cherché des solutions», a expliqué Dessarzin. «Mais c'est très difficile avec des joueurs qui ont été complètement déresponsabilisés ces dernières saisons.»
L'ultime effort pour arracher un improbable retour n'a pas suffi pour des Luganais qui sont au final leur pire ennemi.
A noter que dans les rangs fribourgeois, Oliver Vogt a signé son retour après sa déchirure du tendon du quadriceps du genou gauche au mois d'avril.
Genève, Monthey et Nyon sourient.
A domicile, les Lions de Genève se sont tranquillement débarrassés d'un modeste Massagno (97-66). Emmenés par les excellents Vladimir Buscaglia (19 points) et Babacar Touré (20 points), les Genevois ont montré que l'éventuel problème de collectif dont ils pourraient souffrir cette saison n'est qu'une aberration. Si 9 des 11 Lions ont marqué au minimum 6 points, Massagno ne peut pas en dire autant puisque seuls Murati, Jones, Kaba et Swinton ont débloqué leur compteur.
Le BBC Monthey a enregistré sa 3e victoire en autant de matches et profite de la défaite de Lugano pour s'installer seul sur le fauteuil de leader. Avec un Ian Dale Boylan en pleine forme - l'Américain totalise 54 points en 3 matches - les Valaisans ont battu sans trembler les Starwings de Bâle (73-56).
Le BBC Nyon a quant à lui enregistré sa première victoire de la saison. A la surprise générale, les Vaudois sont allés s'imposer à Boncourt (79-57) qui, malgré le retour de Nemanja Calasan, a offert une bien pâle prestation à ses supporters.
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00lunedì 24 ottobre 2011 10:14
17.10.2011.
L’Olympic passa alla distanza.
LNA maschile, ai friborghesi il big-match. Condizionante l’uscita di Abukar.
Il Lugano ha mostrato buone cose nella prima parte, confermando che c’è della qualità.
di Dario ‘Mec’ Bernasconi.
Lugano – Il Lugano cede all’Olympic nel big-match della terza giornata e subisce così la prima sconfitta stagionale. Una gara che va suddivisa in due parti, praticamente due gare che si fondono in una. La prima, relativa al primo tempo, dominata dai bianconeri, capaci di portarsi avanti anche di 11 punti e di tenere in scacco i burgundi fino al 18’, 41 a 31. Poi un primo sbandamento nei due minuti finali, con un 2 a 8 che ha permesso all’Olympic di ricucire alla pausa di metà gara a -6.
La seconda sfida la si è avuta nel secondo tempo quando il Lugano è stato costretto a lasciar fuori Abukar. L’ala bianconera, già in forse alla vigilia, ha voluto provare e ha tenuto il campo molto bene fino alla pausa, mettendo 9 punti e facendo un buon lavoro difensivo. Visto il riacutizzarsi del dolore, niente campo nel terzo e nell’ultimo quarto e, con lui fuori, sono emersi tutti i punti deboli del Lugano. Nell’ordine, ma non necessariamente per importanza: la panchina corta, la mancanza di un centro vero (Richards non lo è, è bene sottolinearlo), le 20 palle perse (10 per tempo) e un eccesso di individualismi. Con simili fattori negativi, l’Olympic è andato a nozze o quasi. Ha trovato spazi sotto plance, dove Yates ha fatto a fettine Richards, ha trovato buone scelte di tiro con Petkovic, ha avuto i soliti marpioni, Esterkamp e Polyblank a trovare varchi utili.
Il Lugano, dopo un primo tempo dove ha giocato d’assieme e ha trovato ottime percentuali di realizzazione, si è perso. Richards, 8 palle perse, Efevberha troppo solista e Draughan evanescente per lunghi tratti, hanno lasciato il campo agli avversari. L’Olympic ha ricucito lo strappo con un 9 a 2 a inizio del terzo quarto, si è portato avanti per la prima volta al 5’, 50 a 52. Risultato in equilibrio fino al 29’, 61 a 62, poi l’Olympic, proprio a cavallo dei due quarti ha piazzato un 16 a 2 che ha mandato il Lugano a temperature abissali, -12, 63 a 75. I bianconeri hanno lottato per rientrare, firmando un 9 a 0 con D. Mladjan, Pantic e Stockalper: 72 a 75 a 72 secondi dalla sirena. Ma poi, alcune scelte precipitate quanto infelici, hanno ridato fiato ai burgundi: 1 a 5 il parziale e tutti a casa.
«Noi siamo questi» , commentava il vicepresidente Braglia a fine gara, «il budget non ci permette di più e sappiamo che pagheremo caro ogni infortunio agli stranieri. Ma sono contento per come si è lottato sino alla fine» .
Coach Dessarzin è stato esplicito: «Fin quando abbiamo lottato ad armi pari, ho visto un ottimo gioco e una bella prestazione anche in difesa. Poi, concedendo Abukar, troppe palle perse e troppe scelte poco felici, l’Olympic ci ha punito ad ogni errore. Si è vista la loro esperienza nei momenti caldi e la panchina lunga. Ma è una lezione che ci servirà per crescere».
Leyrolles, tra l’altro ha detto: «La squadra ha sofferto nel primo tempo, 47 punti subiti sono tanti. Ma nel secondo tempo abbiamo giocato meglio e abbiamo chiuso bene in difesa. Sono due punti che danno morale, ma nessuna illusione, il campionato è lungo» .
Già, il tempo per costruire non manca. Ma quei primi 18 minuti ci hanno detto che, se i bianconeri giocano d’assieme e con una difesa attenta, sarà dura per molti. Sempre che gli infortuni non siano un fattore che si ripete, perché allora sarà dura.
BY
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I Tigers calano alla distanza .
Dopo una prima fase di partita su buoni livelli, la squadra di Randoald Dessarzin
non riesce a confermarsi e viene superata in casa da un Olympic Friburgo mai domo.
di DANIELE RABAGLIO
La partita di sabato tra le mura amiche contro l'Olympic Friburgo doveva essere un primo importante banco di prova per i Lugano Tigers condotti in panchina da Randoald Dessarzin. Ebbene, dopo 40 minuti di gioco il tabellone dell'Istituto Elvetico indicava il risultato finale di 73-80. A tornare quindi a casa con due punti in più in classifica è la compagine ospite diretta da Damien Leyrolles, anche se fino al 24' - momento del primo sorpasso dell'Olympic con il punteggio sul 50-52 - i Tigers erano riusciti ad esprimersi piuttosto bene. Detto in altre parole, all'Elvetico, Stockalper e compagni hanno giocato due partite diverse: una prima, convincente, durata come detto fino al 24', e una seconda invece in cui, tra palle perse, forzature individuali di alcuni giocatori e anche un po' di sfortuna (Abukar - infortunatosi in settimana - è riuscito a tenere il campo solo per i primi 20 minuti e non si è più ripresentato sul parquet dopo la pausa principale), non molto è andato per il verso giusto.
E dire che la partita era cominciata sotto i migliori auspici. Come in occasione della prima sfida casalinga contro il Nyon, la squadra di Dessarzin è stata capace anche contro il Friburgo di proporre un basket dinamico fatto di grinta, buone scelte di tiro e una palla a spicchi fatta circolare bene tra i giocatori del quintetto luganese. E allora ecco che i bianconeri sono riusciti a fare sempre corsa in testa raggiungendo attorno al 12' - con una tripla di Dusan Mladjan - 11 lunghezze di vantaggio. Ma l'Olympic risulta essere una squadra mai doma e grazie alle prodezze funamboliche di Stefan Petkovic, 18.enne playmaker di grande talento, è riuscita a limitare i danni e a chiudere il primo tempo sotto di sei lunghezze (47-41).
Poi, come accennato, dopo la pausa, la svolta. Da una parte il Lugano confrontato con palle perse e scelte di tiro forzate, dall'altra invece un Olympic capace di cambiare l'inerzia della partita e di non perdere la testa quando nello spazio di pochi secondi sono stati fischiati, attorno al 25', due falli tecnici, uno a Kazadi e l'altro al tecnico Leyrolles. Da quel momento il Lugano ha sì cercato di riprendere in mano le redini dell'incontro (si pensi al canestro di Pantic che negli ultimi due minuti ha riportato i Tigers a tre lunghezze sul 72-75), senza però riuscire più a fermare definitivamente la corsa dei burgundi. Il quinto fallo commesso da Draughan al 34' e le difficoltà patite dal nuovo straniero Richards hanno poi funto da ulteriore ostacolo alla rimonta dei ragazzi di Dessarzin che, tra l'altro, vista la panchina accorciatasi con il passare dei minuti, ha dovuto attingere molto ai giovani messi a referto.
E proprio il coach bianconero ha evidenziato quelli che sono stati i limiti della sua compagine durante la partita di sabato: «Veniamo da due settimane delicate, visto che non si è potuto lavorare a cinque contro cinque. Comunque non bisogna dimenticare di fare i complimenti agli avversari che hanno dato fondo alle loro risorse, in particolar modo quando noi ci siamo trovati in difficoltà a causa delle limitate possibilità di rotazione interiore». Dopo la sconfitta di sabato si prospetta una pausa di un turno per i Tigers, che torneranno in campo tra due settimane sull'insidioso parquet del Monthey.
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