14.02.2011.
I Tigers schiantano il Monthey .
Vantaggio massimo di +22 per i bianconeri. In campo e a punti anche i giovani Bassi e Pantic.
Il Lugano non lascia che le briciole ai vallesani, ma le palle banalmente perse (21) sono davvero troppe.
di Dario Mec Bernasconi.
Nella partita delle “porte aperte”, i Tigers fanno un sol boccone del Monthey, lasciando ai vallesani qualche briciola e un certo numero di contropiedi, frutto di palle banalmente perse dai bianconeri: alla fine saranno ben 21, anche questo un record.
Un Lugano che è partito subito bene con 10-2 dopo pochi mi-nuti, rintuzzato immediatamente dagli ospiti con un 13-0 che li portava avanti di 5, 10-15 al 4’. I primi cambi, Schneidermann per Angley e Sanders per Finn, davano più fisicità ai bianconeri che, con un 8-0, rimettevano le cose a posto. E da quel 20-17, dopo due triple di Mladjan, il Monthey non ha fatto altro che rincorrere fino a non vedere altro che il lumino di coda, tanto era lontana la squadra di Whelton. Già, perché chiuso a +6 il primo quarto, i bianconeri allungavano, pur perdendo 6 palloni nei primi 5 minuti: dal 37-34 si passava al 43-34, con due triple di un grande Schneiderman. Sul terzo fallo di Reid, il Lugano si portava a +12, 50-38, 52-40 sulla sirena.
Nel terzo quarto la storia non mutava, anzi. In entrata di quarto Abukar, sempre ottimo, e compagni piazzavano un 8-0 e, sul 60-40, la partita era praticamente chiusa. È vero che i vallesani, colpiti nell’orgoglio, operavano una certa rimonta con 5 a 14, 65-54 al 6’28”. Ma Whelton, al time-out, dava fiato alla scossa e con un 11-5 nel finale di gara, rimetteva i Tigers a +19, 78-59. Nell’ultimo quarto, entrambi i coach davano spazio anche ai ragazzi, il Lugano saliva fino a +22, 96-74 al 6’, per chiudere nel finale con i punti dei vari Basso e Pantic a indorare la prestazione del collettivo. E proprio di collettivo bisogna parlare perché questo Lugano sta veramente crescendo anche in questo senso. Lo dimostrano le prestazioni di Schneiderman, uomo d’ordine e non di improvvisazioni, quelle di Angley, metronomo della squadra, l’apporto di Sanders in difesa, i miglioramenti di Finn (persino 3 tiri liberi messi), ma anche una circolazione di palla a beneficio di tutti senza soluzioni forzate, come sono state quelle di Mladjan, Abukar e Draughan, implacabili da ogni angolo del campo. « Stiamo crescendo bene, dopo un periodo un po’ appannato per le fatiche di Eurochallenge – ci diceva Abukar – e più giocheremo assieme più cresceremo ancora ».
Joe Whelton è tranquillo. « Avevo un po’ paura, era la quarta partita in otto giorni e non è scontato giocare così. Sono un po’ deluso per le 21 palle perse, ma credo che sia un fattore di concentrazione determinato un po’ dalla stanchezza e un po’ dal risultato. Ma tutti hanno tenuto bene il campo e vedo notevoli passi avanti come collettivo ».
Petit, il coach del Monthey, era serafico. « Non puoi pensare di venire a Lugano e vincere tirando con queste percentuali o difendendo senza energia. È una gara sulla quale costruire per il futuro, dobbiamo ritrovare mordente ed essere più concreti. Ma, con il rientro di Yates (ancora 2 delle 4 giornate di squalifica da scontare) saremo certamente più presenti anche sotto i tabelloni ».
Intanto, con la sconfitta di Olympic e Vacallo, il Lugano è praticamente certo del primo posto. Meglio di così...
By La Regione Ticino
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C'è stanchezza, ma i Tigers non si fermano .
La squadra di Joe Whelton supera ancora una volta il Monthey.
di VALENTINA FORMENTI .
Una settimana dopo la semifinale di Coppa di Lega, i vincitori del Lugano hanno ritrovato sulla propria strada il Monthey, suo avversario anche il prossimo 19 marzo nella finale di Coppa Svizzera. I bianconeri erano sempre privi di Stockalper ed Efevberha, mentre dall'altra parte vi era Yates a fare da spettatore dopo essersi beccato quattro giornate di squalifica a Montreux. Petit ha così proposto, forse provocatoriamente, Molteni nel quintetto base. Se l'obiettivo era far innervosire Abukar (visti i fatti di una settimana fa) è stato tutto inutile perché il californiano sembra aver già archiviato l'episodio e lo ha fatto offrendo, ancora una volta, una grande prova. I bianconeri sono subito partiti a passo spedito, trovandosi sul 10-2 dopo soli 2' di gioco. Gli ospiti hanno poi però iniziato a giocare, piazzando un parziale di 13-0 che ha capovolto la situazione. A sistemare le cose ci hanno pensato le classiche triple di Mladjan, che aiuto da Abukar e Draughan ha portato i suoi sul 30-24 alla prima mini-pausa. Nel secondo quarto è sempre il Lugano a dettare legge, riuscendo a mantenersi in vantaggio nonostante diverse palle perse spesso non concretizzate dalla controparte. Se da un lato il Lugano ha faticato un po' in difesa, dall'altro in attacco si è mostrato piuttosto aggressivo, mettendo in difficoltà un Monthey passato alla difesa a zona ma senza troppo successo. Questo anche grazie ad un ritrovato Schneiderman che se finora ci aveva abituati al gioco sporco e meno visibile, sabato ha rispolverato tutta la sua freddezza al tiro con un 6/8 da tre e un totale di 19 punti finali. Il 52-40 alla pausa principale ha permesso ai bianconeri di gestire la seconda parte dell'incontro senza rischiare un rientro in partita dei vallesani, che pur provandoci a più riprese con Reid, Sharper e Moris non sono mai riusciti ad avvicinarsi, anzi, il Lugano ha preso sempre più vantaggio fino al massimo +22 sul 106-84. Il finale di partita ha visto in campo anche i «giovani» mentre si è rivisto anche Finn, personaggio spesso contestato ma che sabato è riuscito ad offrire una buona prestazione, una iniezione di fiducia più che mai necessaria per lui.
Breve e concisa l'analisi del tecnico vallesano Thibaut Petit: «Abbiamo sicuramente avuto dei problemi in difesa, il Lugano è riuscito a farci male da tutto il campo e questo non va bene, dovremo trovare al più presto delle soluzioni».
Joe Whelton si mostra soddisfatto, ma con qualche remora: «Si è sempre contenti per una vittoria, ma oggi è stato difficile, anche perché quattro partite in otto giorni sono tante. Abbiamo sofferto un po' in difesa, non eravamo al top della forma a causa della stanchezza e dell'assenza di Stockalper ed Efevberha. Abbiamo perso troppe palle, c'era poca concentrazione, però sono contento perché ho visto che quando la palla gira giochiamo bene e siamo una bella squadra».
Viste le voci di corridoio su un possibile nuovo acquisto del Lugano anche per ovviare a un Finn spesso in difficoltà il vice-presidente Riccardo Braglia ci tiene a chiarire le cose una volta per tutte: «La società non sta cercando nuovi giocatori, non ne abbiamo l'interesse, a meno che vi siano degli infortuni. La squadra è questa e non abbiamo intenzione di fare dei cambiamenti». .
By CdT
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!maro!
00venerdì 25 marzo 2011 16:08
14.02.2011.
SAM discontinua, il Boncourt ringrazia.
Glover trascina i giurassiani a un successo piuttosto comodo.
di Giorgio Franchi.
La SAM ha cercato di darsi da fare a Boncourt, ma alla fine è uscita dal campo con una brutta battuta d’arresto. Diciamo subito che i ticinesi non hanno offerto una grande prova, specialmente nella prima parte del confronto. Una discontinuità di rendimento che ha logicamente favorito i padroni di casa, trascinati da un Glover davvero superlativo e capace di colpire da tutte le posizioni del campo.
La situazione per gli ospiti sembrava addirittura compromessa quando il Boncourt ha chiuso il terzo quarto in avanti di 18 punti. Ed invece, nel quarto ed ultimo tempo, eccoti la SAM che avrebbe dovuto essere, una squadra finalmente aggressiva in difesa ed estremamente grintosa in attacco. Farokhmanesh ha cominciato a colpire dalla lunga distanza, Hawkins a fare centro con efficaci penetrazioni ed altre conclusioni da svariate distanze. In men che non si dica, il Massagno è arrivato addirittura a quattro lunghezze dal Boncourt a 4’30” dalla fine. Da qui però tutto si è nuovamente fermato ed i giurassiani hanno potuto finalmente festeggiare un successo che, in pratica, per la classifica vale doppio visto che ora hanno staccato Balletta e compagni di quattro punti.
Deluso coach Facchinetti, «soprattutto perché il rendimento alterno dei miei ragazzi ha agevolato un Boncourt comunque apparso più regolare e compatto nei momenti che contano. Contro Glover c’era poco da fare, oggi ha realizzato da ogni posizione, favorito comunque da alcune leggerezze di troppo evidenziate dentro e attorno al perimetro. Dobbiamo ritrovare più continuità di rendimento, questo è poco ma sicuro ».
by La Regione Ticino
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