18.10.2010.
Nel primo derby stagionale il Lugano di Sanders
non ha lasciato scampo alla SAV Vacallo di Dacevic.
(Foto Maffi)
Al Lugano il primo derby .
Contro una SAV Vacallo priva di diversi titolari, i bianconeri non hanno sbagliato e
hanno chiuso la contesa già dopo metà partita - I momò si svegliano nel finale.
di MATTIA MEIER
C'erano una volta i derby a puro stampo gialloverde, quelli in cui i ragazzi di Pastore dominavano i «cugini» bianconeri senza che questi riuscissero mai a regalarsi una soddisfazione nelle sfide tutte ticinesi. Ora, a nemmeno troppo tempo di distanza, le parti sembrano decisamente invertite. Con la vittoria di ieri infatti si allunga la striscia di successi consecutivi del Lugano nei derby, arrivata ora a quattro successi in serie. Si invertono le parti ma cambiano anche le squadre. La SAV ieri si è ritrovata con due giocatori importanti fermi ai box (Lukovic e Crnogorac), e così quando Pastore è stato costretto a far rifiatare uno dei cinque in campo ha dovuto chiedere minuti di quantità e qualità a gente come Drca, Kovac e Koludrovic, ragazzi giovani di buon talento ma certo non ancora pronti per poter essere tanto importanti contro un avversario come i Tigers. Un avversario che invece ha potuto contare su una panchina «rifornita» di giocatori quali Efevberha e Schneidermann, con Joe Whelton che si è pure concesso il lusso di tenere praticamente sempre seduto Sean Finn, dominante in Russia («Sean non conosce abbastanza la SAV, e se non la conosci è difficile giocarci contro, così ho preferito non impiegarlo» ha spiegato Whelton dopo il match); una differenza non di poco conto.
Ma i bianconeri dalla Russia sono tornati anche decisamente carichi di convinzione. Lo hanno dimostrato nel primo tempo, durante il quale la partita si è praticamente decisa. Capitan Stockalper e compagni hanno iniziato la gara duri, hanno aggredito l'avversario e in pochi minuti hanno preso il comando delle operazioni con autorità. Contro l'aggressività avversaria Vacallo ha presto perso la bussola, faticando non poco sia nel trovare il suo solito gioco che nel contenere la verve offensiva luganese. Difficile però difendere contro il Lugano quando i campioni svizzeri giocano di squadra come ieri al Palapenz. Esattamente come a Mosca i ragazzi di Whelton in attacco si sono mossi con grande fluidità, riducendo al minimo le forzature personali. E il coach statunitense si è potuto pure godere un Dusan Mladjan che ha giocato da playmaker quasi come lo facesse da una vita. Il nazionale rossocrociato, ha spesso scelto i tempi giusti sia per servire i compagni che per andare alla conclusione personale, sbagliando ben poco (2/2 da 2, 4/6 da 3), sacrificandosi pure in difesa su Gibson e Smiljanic. Al momento, aspettando Angley, sembra proprio più indicato lui a portar palla che non Edwin Draughan.
A Vacallo invece non resta che aspettare Lukovic e Crnogorac, più Pape. Che ieri la coperta fosse troppo corta è apparso palese, ma certo non è tutto da buttare.
La SAV, come dichiarato da Pastore e Mihajlovic, ha giocato due partite. Nel primo tempo i momò hanno subito l'avversario senza reagire, sprofondando nel secondo quarto fino a -18 (21-41 al 24'). Poi nella seconda parte di gara la squadra di casa si è trasformata, ha ritrovato intesa sul pickandroll e ha costretto i Tigers a giocare uno contro uno in attacco, riuscendo così a ridare un minimo di senso all'incontro negli ultimi minuti. E a Vacallo è proprio da questi secondi venti muniti che si vuole ripartire.
Lo spogliatoio.
Pastore: «Bene la ripresa»
Whelton: «Contento del nostro inizio».
di MA.ME
A fine partita, nelle parole di Rodrigo Pastore non si è notata particolare amarezza per la sconfitta; il coach argentino è ben consapevole della forza del Lugano e sa che la sua squadra non è ancora attrezzata per lottare al massimo delle sue possibilità: «Devo fare i complimenti a Joe Whelton, quando hai tanto talento a disposizione non è facile creare un gioco di squadra come quello visto questa sera. Si vede la sua impronta in questo. Penso pure che la loro qualificazione in Europa sia un bene per tutto il movimento svizzero. Passando a noi, dobbiamo ripartire dal secondo tempo. Non mi amareggia questa sconfitta perché dopo la pausa ho visto la squadra che volevo vedere. Non è facile per noi al momento, ci mancano dei giocatori (vedi Lukovic e Crnogorac, ndr) che piano piano dovranno rientrare. Quando riusciremo a lavorare tutti insieme andrà meglio, e i ragazzi hanno una gran voglia di tornare a essere protagonisti, lo vedo ogni giorno».
Sulla stessa linea d'onda l'analisi di Mihajlovic. «Abbiamo giocato due tempi completamente diversi. Nel primo abbiamo lasciato al Lugano lo spazio per correre, nel secondo ci abbiamo messo più aggressività e per poco riaprivamo la partita».
Sul fronte dei vincitori, Joe Whelton si gode la prestazione: «Sono molto contento per come abbiamo cominciato l'incontro: con Ginevra e Boncourt eravamo scesi in campo poco concentrati, oggi invece non è successo. Poi nel secondo tempo il Vacallo ha giocato molto meglio, ci ha messi in difficoltà con il pickandroll e con la difesa, ma noi abbiamo sempre retto. E ovviamente vincere qui fa sempre piacere, si tratta pur sempre di un derby»
by Cdt
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Tigri indomabili per la SAV.
Il derby del Palapenz promuove il Lugano.
Il Vacallo esce battuto, ma a testa alta.
di Dario Bernasconi.
Il derby era annunciato come una partita che non poteva essere scontata e così è stato, anche se il Lugano l’ha condotta dall’inizio alla fine. Una gara che ha entusiasmato tutti quanti, i tifosi bianconeri nel primo tempo e quelli gialloverdi nel secondo.
È presto detto. I bianconeri hanno iniziato la gara a tutto gas, non lasciando respirare il Vacallo: rimbalzi e contropiedi veloci hanno scavato subito un buon divario, 6-17 al 5’ e su questi margini la gara è proseguita per i restanti minuti di gioco con un Vacallo fin troppo timido in difesa. Nel secondo quarto i bianconeri spingono sin dai primi minuti con le triple di Schneidermann, 8-2 di parziale, e il divario sale a 17, 21-38. Pastore chiama il timeout per arginare l’ondata bianconera e in parte riesce: il Vacallo sembra recuperare ma alla fine del quarto il Lugano sale a +19, 35-54 e alla pausa la partita sembra chiusa. La conferma viene a metà del terzo quarto, quando Efevberha trova il primo canestro in azione su un parziale di 6-0 il Lugano va sul 45 a 65. Ma a questo punto, consci che bisognava fare qualcosa di diverso, i gialloverdi cominciano a difendere con maggiore determinazione e ad attaccare con più penetrazioni, soprattutto con un imperiale Gibson che porta di peso la squadra.
Il Vacallo recupera e torna a -14, 58 -72 al 30’. L’inerzia continua nell’ultimo quarto e riesce a ridurre le scarto fino a -10, 71-81. Poi è un susseguirsi di canestri che tengono in ansia sia chi tifa per l’una sia per l’altra squadra.
Il cuore del Vacallo s’infrange contro un Mladjan da incorniciare, il quale trova prima una tripla, poi due liberi e infine un canestro che rimanda il Vacallo a -13, proprio quando anche Greene si era svegliato con 3 su 4 negli ultimi 6 minuti. Il Vacallo ha certamente giocato come sua abitudine e ha reso la vita complessa quando il Lugano, forse inconsciamente, si è rilassato un po’.
I due mister.
Whelton: ‘Momò bravi a lottare fino all’ultimo’
Pastore: ‘Bella prova di carattere dei miei uomini’.
A fine gara i due coach si sono complimentati a vicenda, facendo una chiara lettura della gara.
Parola prima all’allenatore della squadra ospite, Joe Whelton: « Devo fare i complimenti a questo Vacallo che ha saputo metterci in difficoltà ed è stato capace a renderci la vita difficile sino all’ultimo: non era scontato, quando era sotto di 20. Devo dire che sono molto contento della partenza dei miei, perché nelle ultime due gare avevamo giocato male nel primo quarto. Finn? L’ho impiegato poco per le caratteristiche del Vacallo, che gioca senza pivot e non è facile entrare in queste logiche: gli altri, Schneidermann in primis, conoscono bene il Vacallo e quindi, come Sanders ed Abukar, era più facile. È stato un buon test per noi e sono convinto che siamo sulla buona strada per crescere ancora ».
Spazio poi alle considerazioni del tecnico della SAV Rodrigo Pastore: « Complimenti al Lugano perché al talento dei singoli ha unito un gioco di squadra molto efficace e la qualificazione europea nobilita il nostro sport. La partita l’abbiamo giocata con determinazione solo nell’ultimo quarto d’ora, dato che prima abbiamo concesso troppi spazi agli avversari. E loro non si sono fatti pregare per punirci. Ma sono molto felice da quanto visto dal terzo quarto in poi: dobbiamo ripartire da lì e sono certo che, quando avremo tutti quanti in campo, questo Vacallo sarà ancora protagonista. Il Lugano ha meritato di vincere, ma sono felice perché il carattere mostrato dai miei è una garanzia per costruire il futuro ».
Grande basket, tutti felici e contenti e quindi chiudiamo senza tirare in ballo i sofismi. Per quelli non mancherà il tempo.