21`di Campionato 2008/09 : Losanna - SAV Vacallo: 59 - 65.

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00giovedì 19 marzo 2009 17:41




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00giovedì 19 marzo 2009 17:43







A Losanna la SAV ha rialzato la testa.




Per i gialloverdi di Rodrigo Pastore la vittoria è arrivata nel finale della partita.

La SAV Vacallo come l’Araba Fenice rinasce dalle sue ceneri e con una dimostrazione d’orgoglio alla fine riesce a imporsi in casa della compagine vodese con il punteggio di 64-59.
Sugli scudi Nikola Dacevic con 19 punti.



Mattia Pacella

Come l’Araba Fenice, la SAV Vacallo rinasce dalle sue ceneri. Con una dimostrazione d’orgoglio i gialloverdi riescono nel finale di gara ad acciuffare la vittoria per 59-64 in casa del Losanna. Nulla di fatto, dunque, per la compagine vodese, che a causa di troppe imprecisioni e di un calo fisico repentino perde un test importante in vista dei prossimi playoff, dove molto probabilmente le due compagini si ritroveranno una di fronte all’altra.

Se la gara di sabato doveva stabilire lo stato di forma, il responso del campo è indubbio: le due squadre viaggiano a corrente alternata. Non solo i vodesi, ma anche i momò non stanno certo passando un periodo di quelli facile. Le due sconfitte consecutive incassate in precedenza e le vicissitudini poco chiare all’interno della società non giovano affatto allo spogliatoio, che dimostra di pagare le fatiche di un campionato di alta fattura dove molto si è speso.

Eppure, il match era iniziato nel migliore dei modi, con la SAV che dopo soli 3 minuti andava sul parziale di 0 a 6 grazie a due triple di Smilijanic. La gara sembrava scivolar via su un agevole sentiero e difatti sino al 13’ di gioco Lukovic e compagni conducevano per 25 a 23. Ma le prime avvisaglie di ciò che di lì a poco sarebbe accaduto si respiravano nell’aria. I vodesi prendevano le redini del gioco e in questo frangente scavavano un divario che si fissava addirittura su un massimo di 16 punti. Facevano tutto Polyblanc e Brown, che scaricavano sul campo adrenalina pura. L’ex giocatore del Monthey in questi momenti faceva il bello e il cattivo tempo, mentre l’americano si impossessava di ogni palla vagante e convertiva tutto in canestri. Ma anche Freeman dava il suo prezioso contributo, mettendo a segno un totale di ben 11 punti personali. Un incubo per il Vacallo sul quale, annichilito, calava il buio. Tant’è che per quasi 10 minuti di gioco il punteggio dei ticinesi non si schiodava dalle 31 marcature.

A inizio del terzo quarto nel Losanna però si inceppava qualcosa. Di conseguenza, ecco che quando meno te lo aspetti la gara, che sembrava destinata a finire in un vicolo cieco per gli ospiti, si tinge di gialloverde. Molto del merito va ai ragazzi di Pastore che fornivano da questo momento in poi una prova d’orgoglio davvero meritevole. Se il pubblico presente, giornalisti e tifosi in primis, sembrava già abbinare la parola «crisi» al momento no della SAV, quest’ultima non si lasciava consumare dalle sue stesse fiamme e dava vita ad una reazione da grande squadra. E così, Schneidermann ( 4/7 da 3), Davidov, Gibson (100per cento da 2) e Niang davano una svolta decisiva alla partita. Ma era proprio Mihjalovic che, fino a quel momento non aveva brillato, a scoccare dal suo arco la freccia che di fatto decide tutto: 57 a 59 il risultato ribaltato, con Dacevic migliore in campo che segnava i punti finali del definitivo 59 a 64. Partita chiusa e punto a capo.

«La gara poteva andare diversamente – dice il coach Rodrigo Pastore – per come si era messa nel secondo quarto i miei ragazzi avrebbero potuto prenderla come un allenamento in vista dei playoff. Invece, così non è stato e anche questa volta hanno tirato fuori tutto il loro orgoglio». Tutti però sanno che sul parquet vodese la prossima volta si farà sul serio, visto che si giocherà per la fase più importante del campionato.
"‘ Rodrigo Pastore La gara poteva andare diversamente, ma i miei ragazzi hanno tirato fuori tutto l’orgoglio"

© Corriere del Ticino


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00giovedì 19 marzo 2009 17:44








Vacallo, una vittoria sudata.



I vacallesi, sotto anche di 18 punti, hanno rimontato.

A Sion Canti Riva, sconfitta che non fa troppo male.





di J.J. G.F.


La SAV Vacallo ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per spuntarla su un Losanna coriaceo e ben disposto soprattutto nella prima parte del confronto. Dopo un buon avvio

Chiusura di regular season con una sconfitta per il Canti Riva, ieri in trasferta contro l’Hélios. È stata una partita combattuta punto a punto, specialmente dopo la pausa principale. Concitate le fasi finali. Tutto si è deciso in epilogo. A 20’’ dalla sirena la Oberc ha fallito una conclusione, replica offensiva dell’Hélios, palla alla Griffith che, dopo aver fallito una prima volta, sorprendendo la (disattenta) difesa ticinese, ha catturato il rimbalzo offensivo e siglato il ca(2-10), i momo hanno dovuto subìre il ritorno dei vodesi, molto aggressivi in difesa e veloci in fase d'impostazione ed in attacco (grazie all'atleticità mostrata dai vari Freeman, Niang e Polyblank). Il Losanna è così andato alla pausa principale in avanti di otto punti (39-31).

Sul fronte ticinese la difficoltà di trovare i giusti equilibri al tiro (19 conclusioni da 3 e soltanto 9 da 2).

Dopo la pausa principale la compagine diretta da Pastore è apparsa meglio disposta sul piano tattico. In particolare a dare una svolta alla partita è stata la difesa a zona "2-3", modulo che ha imbavagliato i pa-

nestro vincente proprio allo scadere. Una sconfitta che forse si poteva evitare, ma tant’è. Il Riva ha giocato in modo a tratti distratto. Nessun dramma, ci mancherebbe altro. Coach Aldo Corno la prende con serenità: «Il risultato non ci assillava, abbiamo cercato di reagire ma abbiamo commesso alcuni errori fatali. Ne abbiamo approfittato comunque per schierare tutte le giocatrici e per provare gli schemi in vista della seconda fase del torneo. Sono convinto che la droni di casa. Gli ospiti per contro, dopo essere andati sotto anche di 18 punti, hanno così rifatto superficie, riuscendo a dare il colpo del KO grazie a due triple di Mihajlovic e Schneidermann (57-62). A questo punto la SAV ha avuto in mano le redini della partita ed il Losanna ha tirato i remi in barca.

Una vittoria importante e che carica la pattuglia ticinese in vista dell'ultimo impegno della prima fase stagionale, quello di sabato prossimo al Palapenz contro il Friborgo, netto vincitore all'andata.

Rodrigo Pastore contento a fine partita: «I miei ragazzi sono stati bravi a continuare a

squadra saprà lavorare bene in questa settimana e si presenterà al meglio domenica per la partita di Troistorrents. La serie sarà al meglio dei tre match: se dovessimo imporci nel primo, avremmo delle buone possibilità per passare. L’avversario lo conosciamo bene, già lo abbiamo impegnato la settimana scorsa: solo la fatica – accumulata per l’impegno precedente di Neuchâtel – ci ha tagliato le gambe, ma le vallesane sono sicuramente alla nostra portata”. lottare, soprattutto nel momento di maggiore difficoltà. La nostra difesa a zona ha avuto il pregio di bloccare l'iniziativa del Losanna, avversario che comunque ha confermato di avere delle qualità e che ci ha creato dei problemi grazie alla sua aggressività difensiva. Noi stiamo lavorando per cercare di migliorare sul piano del collettivo. Sono comunque fiducioso che arriveremo nel momento decisivo della stagione nella migliore forma».

Come detto, sabato, ultima partita con l'Olympic, confronto che promette grandi emozioni visto che i momo vogliono riscattare la sconfitta patita alla St. Croix.



© © laRegione Ticino


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00giovedì 19 marzo 2009 17:45








Il Lugano cresce alla distanza .




Carettoni: ‘La difesa? Un optional nei primi due quarti, poi è emersa la concretezza’.





di Mec


Vince e convince il Lugano, dopo aver sudato prima e rincorso poi un avversario molto duro e rognoso. Il Birstal fa della prestanza fisica la sua arma migliore e nell’individualismo dei vari Mc Crory e Wright il resto, condito dalla mole di Henderson (la sua autonomia raggiunge difficilmente i 3 minuti) e dalla regia di Coffin. Se aggiungiamo che al Birstal è mancato Thomas, infortunato, suo miglior realizzatore e rimbalzista, il quadro dei basilesi è completo. A questa armata dal ritmo lento, il Lugano ha dapprima subito ma poi, nel secondo tempo, ha reagito bene e ha messo al sicuro la vittoria con largo anticipo alla fine del terzo quarto.

L’inizio di gara è stata la fotocopia di sabato scorso, con difese allegre e tiro a segno garantito per tutti quanti, visto che i 12 giocatori schierati han trovato canestro. Birstal regala, si fa per dire, un trattamento speciale a Mladjan per tutta la gara, sia con l’individuale sia con la box1 e, se riescono a limitarlo, aprono però spazi che Stockalper ed Almasson sfruttano al meglio.

Dopo il 26 a 25 dei primi 10 minuti, c’è il 17 a 21 del secondo quarto, con Lugano a -6 su un parziale di 0 a 11 a cavallo dei quarti: 26 a 32 al 2’. Ricuce il Lugano fino a impattare a quota 36 al 5’, ma poi i basilesi riallungano con McCrory (17 punti a metà gara) e -3 alla pausa principale.

Tè ristoratore e un Lugano diverso fa capolino nel terzo quarto: un 13-2 in entrata porta Gray e compagni a +7, 58 a 51, a cui fa seguito un 11 a 0 che lancia i bianconeri avanti di 15, con tre triple consecutive di Stockalper, Gray e Almasson: 69 a 55 al 29’.

Nell’ultimo quarto il vantaggio massimo è di +17 al 4’, 89 a 72 al 38’, un quarto senza storie e reso vivo dai battibecchi fra Wells e consorte con Coffin. Due parole su Cresnar, al suo debutto in campionato: il lungagnone, in sei minuti, ha preso tre rimbalzi d’attacco, tre in difesa e ha servito diversi stopponi: è ancora “grezzo” nei movimenti sotto canestro, ma potrebbe essere utile in prospettiva.

A fine gara Carettoni era soddisfatto... «Abbiamo avuto una bella reazione, dopo i primi due quarti nei quali la difesa è stata un optional. Poi nel terzo quarto abbiamo dato maggior concretezza al gioco, la squadra si è aiutata di più sotto i canestri e abbiamo sfruttato al meglio gli spazi. Abbiamo chiuso meglio su Mc Crory (5 punti nel secondo tempo) anche se su Wright (13 punti nell’ultimo quarto) non siamo stati efficaci. Una partita che volevamo vincere per essere certi di essere nei primi 4, dato che una sconfitta poteva precipitarci anche all’ottavo posto. Ora dobbiamo continuare a migliorare e dobbiamo farlo in fretta».

Laconico Donati... «Quando il Lugano passa i 90 punti come fai a vincere? Noi amiamo i ritmi lenti, loro hanno spinto forte e alla fine eravamo un po’ cotti. Certo che abbiamo risentito dell’assenza di Thomas, ma non basta per accampare scuse: il Lugano ha giocato meglio di noi nel secondo tempo e ha meritato di vincere».


© laRegione Ticino




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00giovedì 19 marzo 2009 17:46






Per i Tigers un successo dai due volti.




Bianconeri belli solo per un quarto, quanto basta per mettere k.o. il Birstal.

Contro i renani, privi del canadese Sheray Thomas, si è riproposto lo stesso copione della partita di dieci giorni fa contro i Devils: il Lugano va alla pausa in svantaggio poi migliora in difesa e riesce faticosamente ad imporsi.




di Andrea Stephani

Quello di sabato è un match di cui si possono dare due resoconti diametralmente opposti a seconda dell’inclinazione all’ottimismo o al pessimismo di ciascuno di noi. Prima di addentrarci in un tentativo di spiegazione, iniziamo con l’enumerazione dei fatti puri e semplici: i Lugano Tigers hanno colto la seconda vittoria dell’era Carettoni sconfiggendo in casa per 93-80 un Birstal privo del canadese Thomas, alle prese con un problema agli adduttori. Secondariamente, questo successo dà ai bianconeri la certezza di concludere la regular season al 3. o al 4. posto.

Passiamo ora alle considerazioni di carattere più soggettivo. Gli ottimisti per natura, quelli che vedono il bicchiere sempre mezzo pieno, metterebbero in risalto il fatto che i Tigers, trascinati da un Almanson impressionante per costanza di rendimento, hanno passato ancora una volta la soglia dei 90 punti segnati. Oppure che il Lugano ha trovato un Cresnar, all’esordio casalingo, in grado di dare il proprio contributo sotto canestro e probabilmente anche qualcosa di più se fosse utilizzato con maggior coraggio. Gli ottimisti, quelli che vedono tutto rosa, sottolineerebbero il fatto che ai ticinesi è bastato difendere per un solo quarto (il terzo, terminato con un parziale di 29-12) per avere la meglio di una diretta rivale nella corsa per il 3. posto e che, per il momento, la coesistenza tra Stockalper e Mladjan, vero punto interrogativo di questa squadra, non sta incontrando particolari problemi.

Al contrario i pessimisti, quelli secondo cui si può sempre vincere meglio e con scarti maggiori, obietterebbero che gli Starwings visti a Lugano erano privi del proprio miglior marcatore e del primo rimbalzista della squadra. Oppure farebbero notare come dopo due quarti i basilesi, autori di 65 punti in 40’ settimana scorsa in casa contro l’Olympic, avessero già segnato la bellezza di 46 punti. I pessimisti, quelli che nella pausa di metà partita scendono le scale dell’Istituto Elvetico scuotendo energicamente la testa, racconterebbero di aver avuto l’impressione che la vittoria dei bianconeri fosse arrivata «per inerzia», come logica conseguenza del maggiore tasso tecnico dei ticinesi confrontati ad una formazione renana che, come ogni anno, da marzo via appare sempre un po’ a corto di carburante. I pessimisti, quelli che, prima ancora che la partita iniziasse, erano convinti che un fischio assurdo dell’arbitro Caspar Schaudt potesse essere decisivo per le sorti dell’incontro, farebbero notare che i Tigers giocano in... cinque e mezzo, visto che il sesto uomo Verginella viene messo in campo solo a spizzichi e bocconi, mentre Otten e Magnani, ma anche Lo Leggio e Pantic sono definitivamente usciti dalle rotazioni (almeno finché il risultato non sia dato per acquisito).

Noi da che parte stiamo? Ognuno si faccia la propria opinione. Sicuramente ci troverete in prima fila nel censurare atteggiamenti «da Bronx» come è stato il caso sabato fuori dall’Elvetico nel poco edificante siparietto che ha visto protagonisti Wells, Coffin e... le rispettive consorti.

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© Corriere del Ticino




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00giovedì 19 marzo 2009 17:47







Ginevra è stregata per la SAM.




Dopo un buon inizio i massagnesi cedono il passo ai Devils.

Per la squadra ticinese secondo k.o. in una settimana sulle rive del Lemano .





di Karel Swarowsky


Seconda trasferta ginevrina in una settimana per la SAM Massagno e seconda sconfitta sul filo di lana per gli uomini di Rezzonico. Anche questa volta, proprio come a Meyrin sette giorni prima, i ticinesi hanno dominato i padroni di casa per larghi tratti, ma proprio nel momento del bisogno non hanno saputo tirare fuori le forze per poter portare a casa i due punti.

Nelle file della SAM rientrava una pedina importante come Christopher Grimm e la sua presenza si fa subito notare. È infatti uno dei più serviti nei primi minuti, nei quali il Massagno, grazie ad un'ottima gestione di palla, arriva anche a trovarsi sopra di 8 punti a pochi secondi dal termine del primo quarto. Ma una bomba e un fallo «da 3 punti» allo scadere riportano subito sotto i padroni di casa. Da quel momento inizia un match di sostanziale equilibrio, con i rossoblù che grazie ad un Savage davvero ispirato (33 punti segnati, dopo i 31 di sabato scorso) e un Angley sempre pungente mettono in difficoltà la difesa dei Devils. Purtroppo lo stesso livello di gioco dei ticinesi in fase offensiva non viene messo in pratica nella fase difensiva. Troppi sono infatti i rimbalzi concessi ai ginevrini che hanno spesso più possibilità di mettere la palla dentro. La partita per la SAM si complica sulla fine del terzo quarto, con il fallo numero quattro per Angley, seguito da un fallo tecnico contro coach Rezzonico, anche se bisogna ammettere che le proteste sembravano giustificate.

Da quel momento i Devils prendono in mano il pallino del gioco e arrivano anche a condurre di 14 nell'ultimo quarto, prima di una mini-rimonta della SAM che limita i danni. Una brutta sconfitta per come è maturata, anche se nella sostanza non cambia niente per la SAM, visto che la sconfitta del Meyrin le assicura la 10. piazza. In questo match, però, è apparsa ancora una volta evidente le lacuna principale dei ticinesi, ovvero la mancanza di alternative. Da notare infatti che i punti venuti dalla panchina per la SAM Massagno sono stati solo tre, mentre per i Devils quelli messi a segno dai subentranti sono stati ben 34...



© Corriere del Ticino



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00giovedì 19 marzo 2009 17:47







Massagno, prestazione comunque brillante.





di G.F.

La SAM Massagno ha trovato le giuste sensazioni in trasferta ed anche a Ginevra ha offerto una brillante prestazione. Peccato per la sconfitta, maturata nella seconda parte dell'incontro. In particolare a condizionare il tutto è stato un arbitraggio in alcuni frangenti discutibile. Vittima... sacrificale Angley ,reo di due falli inesistenti. Al quarto fischio reclamazioni dalla panchina e "tecnico" fischiato a coach Rezzonico. In questa fase la SAM si è un po’ innervosita ed il Ginevra ne ha approfittato per allungare il passo e chiudere vittoriosamente.

Per almeno 25 minuti i ticinesi hanno tenuto validamente testa agli avversari, conducendo anche con otto punti di margine, trascinati da un Savage particolarmente ispirato (alla fine chiuderà con un bottino personale di 33 punti). Poi, come detto, il "fattaccio" che ha girato la partita, permettendo appunto ai romandi di fare la differenza.

A fine gara comunque soddisfazione da parte di Rezzonico: «La squadra ha lottato con grande tenacia. Non dimentichiamo che i Devils sono anche finalisti di coppa ed hanno una formazione zeppa di talenti. Abbiamo dimostrato grande maturità, peccato per quei due fischi su Angley. Comunque ce la siamo giocata, siamo decimi davanti al Meyrin Grand-Saconnex, squadra che ha più prefessionisti nella sua rosa. Ora vogliamo chiudere al meglio la stagione battendo al Palamondo il Losanna».


© laRegione Ticino

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