22.11.2010.
I Tigers non tremano e battono i Lions .
Dopo un inizio incerto i luganesi mettono il turbo e si impongono senza più soffrire.
di MATTIA MEIER .
Che questo Lugano sia in grado di accendersi a piacimento ormai è un dato assodato. Lo si è visto benissimo anche sabato, contro i Lions di Ginevra, ovvero un avversario tra i più temibili (sulla carta) di questo campionato, l'unico sin qui a essere riuscito a mettere davvero in difficoltà i campioni svizzeri, impostisi all'andata con una sola lunghezza di vantaggio (alla salle du Pommier finì infatti 75-76). Poco sorprende quindi la prestazione dei bianconeri, capaci di umiliare una compagine scesa in Ticino senza Lee ma con l'intenzione di fare comunque ben altra figura. «Quando c'è una sfida di questo genere, i miei danno sempre il massimo» ha poi spiegato Joe Whelton a fine incontro. Un concetto, dopo dieci giornate di campionato, ormai fin troppo palese. Ci hanno messo poco meno di un quarto sabato all'Istituto Elvetico i Tigers prima di pigiare inesorabilmente il piede sull'acceleratore e lasciare sul posto un frastornato e spaesato Ginevra.
Infatti nei primi dieci minuti i padroni di casa hanno dato l'impressione di pensare più a offendere che a difendere, ma non appena hanno stretto come si deve le maglie difensive la partita è andata rapidamente chiudendosi. Se al 7' il risultato era ancora 19-15, dieci minuti più tardi il tabellone indicava già un +18 Lugano (48-30). Un vantaggio mai rimesso in discussione e che è rimasto sostanzialmente tale fino a fine gara. I Lions infatti, decisamente poco arcigni nella propria metà campo (per una squadra che punta in alto non è certo un difetto da poco), in attacco hanno subìto la buona difesa avversaria senza mai trovare contromisure, nonostante il talento non manchi certo ai ragazzi di Michel Perrin.
Gran mattatore del match è stato tale Efevberha, non nuovo a prestazioni simili. Con 28 punti in venti minuti la guardia nigeriana ha letteralmente dominato il primo tempo, tirando in testa a ogni difensore anche da distanze «siderali» - e sbagliando davvero poco. Così, mentre la difesa oscurava la vista degli attaccanti ginevrini, il numero 13 bianconero continuava a produrre in attacco sfruttando al meglio i palloni lasciati a disposizione dalle assenze di Abukar e Mladjan. Già, perché sabato i ticinesi non hanno potuto contare sull'apporto di due dei loro migliori giocatori, ma se ne sono accorti davvero in pochi.
«Ci siamo espressi molto bene - ha poi detto proprio Efevberha nel post-partita - abbiamo avuto un'ottima intensità offensiva, ma è soprattutto in difesa che abbiamo fatto la differenza e vinto la partita». Intanto il campionato saluta Brendon Polyblank, in Svizzera dalla stagione 2004-2005, che se ne ritornerà in Australia e il cui posto verrà preso da una vecchia conoscenza luganese, ovvero Josh Almansson. Sembrano invece prive di fondamento le voci che davano un possibile approdo di un altro ex-Lugano sulle sponde della città di Calvino, ovvero Brian Brown.
By Cdt
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Per il Lugano dieci... e lode.
Le Tigri di Joe Whelton fanno un sol boccone dei Lions di Ginevra.
Continua il percorso senza macchia dei bianconeri, leader imbattuti del campionato
di Dario Bernasconi.
La prima notizia che raccogliamo alle 16.30 è che Mladjan è out per i problemi alla spalla rimediati contro gli estoni. La seconda notizia, un minuto dopo, è che Abukar è out a causa di dolori alla schiena. La terza notizia è che giocherà Angley con la maschera di protezione. Fatte queste annotazioni e considerato che il Ginevra è una delle big di questa stagione, si raccoglieva dai più la speranza di una gara in equilibrio. Ma, memori che i Tigers ne avevano rifilato una trentina all’Olympic senza Abukar, non ne eravamo per nulla convinti, pronosticando un “ventello”.
Smentiti tutti, ma verso l’alto, con un Lugano stratosferico in molti tratti di gara, con Efevberha in trance agonistica in alcuni frangenti, capace sì di 36 punti ma anche buono in difesa. Con lui tutti quanti, dall’ottimo capitan Stockalper, capace sempre di sacrificarsi nel gioco duro (rimbalzi e difesa), con Schneidermann abile in ogni angolo del gioco, con Draughan ritrovato anche nelle conclusioni, con Finn implacabile sotto le plance. Detto del quintetto base schierato da Whelton, pure Sanders e Angley hanno fatto la loro parte e, nel finale di gara, pure Basso, Pantic e Markus Mladjan (clamorosa la stoppata su Polyblank) han fatto la loro parte. E il Ginevra? Beh, è durato 7’, il tempo di lasciare ai bianconeri lo studio della situazione, di permettere a Ross un 3 su 3 e poi ha avuto inizio il monologo ticinese: 9-3 nel finale di primo quarto, con un +10 che era nelle logiche del vissuto.
I primi minuti di secondo quarto han visto uno show personale di Efevberha con 3/4 nelle triple, l’ultima da 8 metri, che ha messo in ginocchio quasi tutto il Ginevra. Infatti il solo Polyblank trovava 12 punti per tenere a galla, si fa per dire, i suoi: +18, 44-26 al 5’, poi +20, 50-30 al 7’ e 59-37 alla pausa, sui due tecnici fischiati a Sloan e Ross, frustrati dalla situazione.
Nel terzo quarto i bianconeri hanno tenuto il pedale giù e il divario degli ospiti è salito a punte di 30, su un parziale di 9-0 quasi a fine quarto, 80-50. I 9 punti realizzati da Sloan e compagni negli ultimi 10’, dopo che il Lugano aveva raggiunto quota 33, 88-55 al 4’, quando Efevberha ha lasciato il campo fra ovazioni, la dicono lunga dove fossero finite le gioie ginevrine di stare in gioco, mentre i giovani portavano a 36 lo scarto finale.
« Sono orgoglioso dei miei giocatori – ha affermato Whelton nel post-partita – , perché non è facile avere questo atteggiamento dopo una vittoria in Europa. È un segno di maturità ma anche di consapevolezza che Ginevra era una squadra forte e andava affrontata al massimo. Tutti ci tenevano a dimostrare le loro qualità, anche per dire che, in questa squadra, sono tutti importanti, con o senza i feriti fuori ».
Un complesso che ha concesso poco per 30’, due palle perse e due rimbalzi d’attacco. « Anche questi sono aspetti positivi, segnali di crescita utili pure in funzione di martedì a Lisbona. Devo ripeterlo: bravi a tutti ».
Sconsolato il coach ginevrino Michel Perrin: « Che dire? Un Lugano così non ha rivali, è fuori quota per tutti. Quando hanno cominciato a difendere, è sceso il buio e, anche mentalmente, non abbiamo saputo reagire ».
Parte Polyblank: sarà dura. « Sì, e arriva Almanson. Anche questa partenza non ci facilita le cose. Dobbiamo ricostruire il gioco di squadra, un handicap che non mi aspettavo. Ma il tempo non ci manca per arrivare nel finale di stagione pronti a reggere in misura migliore ». Auguri anche a loro.
by La Regione Ticino
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!maro!
00giovedì 24 marzo 2011 16:25
22.11.2010.
SAM MASSAGNO .
Vittoriosa senza troppo insistere.
di C.C.
La SAM Massagno non ha dovuto faticare oltre misura per avere la meglio di un Nyon sceso sul parquet della palestra «Rocher» senza i suoi tre stranieri, fermati da problemi burocratici legati ai permessi di lavoro. Gli uomini di Franco Facchinetti hanno approfittato dell'opportunità, ci mancherebbe, senza però mancare di rispetto alla società ospite ed ai 700 tifosi accorsi a vedere l'incontro.
Per trenta minuti buoni, il tecnico dei ticinesi ha fatto giocare la sua squadra come se dall'altra parte ci fosse un avversario a ranghi completi, applicando i cambi e la tattica precedentemente stabiliti.
Quando il vantaggio accumulato ha però raggiunto i 34 punti, Facchinetti ha chiesto ai suoi di non infierire, scegliendo poi di giocare con cinque svizzeri gli ultimi 10' dell'incontro. Ricevendo a fine gara i complimenti per il fairplay dimostrato da parte dei dirigenti della squadra vodese, dell'allenatore avversario e della terna arbitrale. Châpeau.
Per quanto riguarda la partita, va comunque segnalata l'ottima attitudine messa in campo da tutti gli attori, con tre giocatori che hanno chiuso il confronto in doppia cifra: Paredes per i vodesi, hawinks e Farokhmanesh per i ticinesi.
by CdT
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Tutto facile per la SAM Massagno a Nyon.
Privati dei due americani, i vodesi alzano bandiera bianca.
di JJ
Passeggiata di... salute per la SAM Massagno che sabato; in terra vodese, ha dominato il match che la vedeva opposta al Nyon. I romandi si sono presentati senza gli americani Byron e Daniels, pescati non in regola col permesso in Svizzera (fatto non isolato nel nostro Paese quando certi club lavorano con troppa sufficienza, specialmente quando si tratta di regolare burocraticamente la posizione degli stranieri...).
La squadra diretta da Facchinetti è ugualmente entrata in campo concentrata e decisa a conquistare la posta piena. Obiettivo raggiunto e dopo aver disputato una partita tutto sommato buona dal punto di vista dell’impegno e del gioco. Sin dal via gli ospiti hanno dato l’impressione di poter gestire ogni momento con grande lucidità e hanno piazzato un primo break che è servito a creare subito la distanza con gli avversari. Gran trascinatore Farokhmanesh che, in 24’, ha messo a segno 22 punti, con 7/9 dalla lunga distanza. Con 23 punti di margine alla pausa centrale, per la SAM è stato un gioco da ragazzi controllare e chiudere in scioltezza.
Sabato al Palamondo arriverà il Monthey, un’altra opportunità per Johnson e compagni per migliorare la classifica nell’ottica della rincorsa ai playoff.
by La Regione Ticino
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