17.05.2011.
La palestra Saint Léonard farà registrare un’altra volta
il tutto esaurito per un’attesissima sfida.
(TI-PRESS/SCOLARI)
Il Lugano ci riprova a Friborgo.
Gara 4 della finale dei playoff questa sera al Saint Léonard (ore 19, con diretta televisiva).
I Tigers hanno un’altra opportunità per chiudere, l’Olympic deve invece puntare alla quinta partita.
di Dario ‘Mec’ Bernasconi
Gara 4 di finale al Saint Léonard, questa sera alle 19.00, con diretta televisiva. Olympic e Lugano si trovano una volta di più ad affrontarsi su un palcoscenico che non mancherà di entusiasmare una platea da tutto esaurito. Per il Lugano il secondo match-point, per l’Olympic Friborgo una sola scelta, vincere per arrivare a sabato a giocarsi tutto negli ultimi 40 minuti.
Il peso della partita, a questo punto della stagione, è leggero. Le energie fisiche e mentali i giocatori le trovano sempre, anche se sono passati pochi giorni da una gara 3 molto tesa. Con il tifo a fare da supporto energetico, i burgundi cercheranno di infilare una seconda vittoria consecutiva e dimostrare che in finale non ci sono arrivati per caso o per fortuna. La squadra di Leyrolles è stata brava a non demoralizzarsi sul -13 e ha saputo risalire gradatamente la china, sfruttando ogni errore dei bianconeri. Poi, quando tutto era tornato in parità con la serie di 4 canestri di Quidome, nell’ultimo quarto ci ha pensato Williams a mettere le triple dalla lunghissima distanza per fare il vuoto decisivo.
Quanto ci ha messo del suo il Lugano? Diverse cose, soprattutto mentali, a nostro avviso. Trovato un ampio margine nei primi otto minuti, nella testa deve essere balenata l’idea che la partita sarebbe andata in discesa. Sono bastate alcune azioni concluse malamente e una difesa poco attenta per cambiare l’inerzia della gara. E, quando questo succede, non è mai facile riprendere a dominare.
I bianconeri sono comunque restati in scia sino a otto minuti dalla fine, pur giocando con poca determinazione in più frangenti. Errori ai rimbalzi, palle perse, tiri fuori logica. Come ha analizzato Whelton tutto quanto? «Abbiamo visto e rivisto la partita: i ragazzi sono arrabbiati per aver perso e si sono resi conto dei nostri errori. Non ci capita spesso di subire 93 punti, non deve più succedere».
E perché non succeda cosa ci vuole? «Una difesa da playoff, per cominciare: rimbalzi difensivi, palle giocate con intelligenza e senza forzature. Noi abbiamo le qualità per fare bene queste cose, non dobbiamo che metterle in pratica».
L’Olympic cava sempre qualcosa dal cilindro, con l’uno o l’altro giocatore. «È una squadra forte e ha molti giocatori che possono essere decisivi. Dovremo essere bravi a non subire Holland e Smith sotto i canestri, dovremo essere bravi a limitare Quidome, Williams e Buscaglia dalla lunga distanza e credo che abbiamo i mezzi per farlo».
Ma poi occorre anche che ognuno dei bianconeri giochi come in gara 2. «Certamente, questo è il riferimento. Abbiamo visto che se giochiamo bene di squadra in attacco, troviamo delle buone soluzioni. Abbiamo una panchina valida e dobbiamo avere le giuste risposte, proprio come in gara 2».
Tutti pronti? «Certamente. Non abbiamo mai perso due gare di fila. In allenamento ho visto giocatori sereni, motivati, determinati. Come dicevo, erano arrabbiati per aver perso così male. La voglia di riscatto e chiudere la serie c’è in tutti quanti e quindi sono molto fiducioso su quanto tutti potranno dare».
Infortunati? «Nessuno, a parte un piccolo risentimento per Angley ma non credo sia preoccupante, anzi, certamente ci sarà».
Ad Abukar e compagni non mancano certamente gli argomenti per fare loro il titolo già stasera. Sarà importante che non si facciano condizionare da qualche elemento negativo e sappiano tenere in mano la logica della loro differenza tecnica. Se ricordano come hanno difeso in Europa, è chiaro che per l’Olympic non ci sarà molto da fare.
Sempre che anche i fischietti accettino un gioco fisico, non quello sporco, e che non ci siano quelle sottili fischiate, come nel caso di Abukar in gara 3, che possono incidere molto sulla tenuta psicologica dei giocatori.
Appuntamento quindi con la storia, come si dice, per una serata di basket che non mancherà di entusiasmare.
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