09.04.2010.
(Keystone)
Tre ticinesi sono al ‘dentro o fuori’.
Il Massagno (contro il Lugano), il Vacallo nella LNA maschile e il Riva in quella femminile.
Tre ticinesi sono al ‘dentro o fuori’
Solamente i chiassesi sembrano possedere le risorse per allungare la serie dei quarti con il Monthey.
di Dario Mec Bernasconi.
Siamo a gara 3 dei playoff e ben tre squadre ticinesi sono arrivate al “dentro o fuori”. La SAM, contro il Lugano, il Vacallo al Palapenz opposto al Monthey e il Canti Riva, domani al Palasangiorgio contro l’Elfic Friborgo.
Come sempre, in queste situazioni, vi sono molte incognite e qualche certezza che riguardano le medesime squadre, anche se i ragazzi di Facchinetti sono certamente quelli messi peggio.
Il Lugano, malgrado l’incostanza di rendimento sull’arco dei 40 minuti, è troppo forte per i biancoblù. Ne sono tutti consapevoli, al di là della voglia di fare il colpaccio e di dimostrare il loro valore. Il tasso tecnico fra le due compagini è certamente molto diverso. Quando esce Mladjan entra Efevberha, se Finn va in panca entra Sanders o Schneiderman: insomma, con tutto il rispetto del caso, non sono né Fridel, né Balletta o Rey. E nel basket queste differenze sono veramente troppe. Poi ci può stare la giornata nera, quella dove sono tutti in quota e non sul parquet, ma sono eccezioni che nel basket non hanno molti riscontri.
Facchinetti, a inizio playoff, confidava sorridendo che se vinceva quattro quarti dei dodici in tre gare, era un po’ come vincere una partita. Oggi siamo al dunque. Whelton non ha gradito l’atteggiamento che i suoi hanno avuto nelle due gare disputate all’Elvetico: per lui è una questione importante avere la mentalità giusta, perché nei playoff non si può andare in campo da distratti. Occorre un approccio determinato, anche se il risultato, almeno nelle teste, appare scontato. Inoltre, partendo bene, si risparmiano le energie che ci vogliono per recuperare e anche le energie hanno il loro peso quando si gioca ogni tre giorni.
La SAM è al game over: sa che potrà e dovrà dare tutto e di più davanti al suo pubblico. Chiudere bene la stagione significa dare impulsi al futuro, significa tenere i propri tifosi legati a un buon ricordo che li riporterà fiduciosi a ottobre attorno al campo di basket. Questa SAM ha fatto ottime cose in stagione e, l’orgoglio di provarci sino all’ultimo, dovrebbe garantire spettacolo.
Per Vacallo siamo all’ultima spiaggia. Nelle due precedenti gare i momò non sono stati molto lontani dal Monthey. I vallesani hanno dalla loro una maggiore fisicità, un maggior peso sotto le plance e qui, senza voler fare polemiche, appare chiaro che certe scelte tecniche vacallesi non sono state propriamente felici. Il peso dei lunghi è importante e si è visto in entrambe le gare che, nella prima con Dacevic e nella seconda con Mihajlovic, quando un lungo esce il Monthey ha vita facile.
Oggi, in un Malapena che ci auguriamo gremito come non mai, i ragazzi di Pastore cercheranno la rimonta. Una gara che, per ora, vale una stagione e, dovesse vincere, lo saranno pure le altre due. Il Monthey è a un passo dalle semifinali e ha tre match point a disposizione. Potrà giocare con minore affanno, sa che ha davanti altre opportunità. La SAV può, deve, solo vincere. Per farlo deve ritrovare una maggiore intensità difensiva e fare le scelte migliori in attacco. Ritrovare, tra l’altro, le buone percentuali dai tre punti che è stata una delle sue caratteristiche vincenti in passato. La squadra è tornata a giocare d’assieme, ma nei playoff basta un nulla, un episodio a volte, per cambiare tutto.
Pastore: «In gara 2 siamo stati bravi a stare anche avanti, anche se siamo stati penalizzati da 6 ore di viaggio a causa di un incidente: poi un Dubas fuori norma ci ha destabilizzato da ogni posizione. Però eravamo lì fino a poche azioni dalla fine».
Oggi? «Non ho capito perché non abbiamo fatto ricorso per Drza, quindi lui non ci sarà. Noi dobbiamo cercare di stare in campo fino alla fine con i nostri lunghi e ritrovare il tiro da tre, anche perché i tiri aperti non ci sono mancati. Il Monthey ha tirato col 45% dalla stessa distanza, noi meno del 30. Dobbiamo riuscire a far valere il nostro fattore campo, perché il Monthey è una compagine che non ci è così lontana. Loro sono molto sciolti, sono in fase positiva, ma noi vogliamo arrivare a giocarci tutto sul campo di Monthey alla quinta».
Conoscendo risorse e carattere dei gialloverdi, crediamo che l’impresa sia tutto fuorché impossibile.
Il Riva come la SAV
Il Canti Riva è nella condizione della SAV, con una differenza sostanziale: se i maschi non sono lontani dagli avversari, l’Elfic odierno è decisamente meglio delle momò sul piano tecnico e dell’esperienza. Due giocatrici hanno marchiato chiaramente le prime due sfide, la Müller e la ex Mazzocchi: 31 punti in due in gara 1, vinta dall’Elfic di 33 punti, 25 punti in gara 2 quando lo score è stato contenuto in soli 14. Sono i due cervelli della squadra, quelli che il Riva decisamente non ha.
Il rinnovamento, prendendo ad esempio le partenze di Augugliaro e Mazzocchi, ha portato, giustamente, i dirigenti a puntare sulle giovani, pagando ovviamente dazio. In stagione queste giovani sono cresciute, ma ci sono penali da pagare quando si fanno salti di categorie. Ed è chiaro che se l’impostazione del gioco è carente, diventa difficile armare il braccio delle straniere che, a conti fatti, non hanno nulla da invidiare alle altre pari passaporto nelle altre squadre.
Il Canti è una squadra che ha cambiato coach e con Rezzonico ha ritrovato maggiore tranquillità di spogliatoio, indispensabile per andare avanti, e una maggiore solidità nel gioco. Ovviamente, non è in un mese che si stravolgono le cose, ma qualche passo avanti lo si è visto. E questo è un messaggio importante per il futuro, perché a Riva sanno lavorare bene e non hanno mai fretta di anticipare i tempi. Hanno vinto un titolo, occorre ricordarlo, costruendo un mattone dopo l’altro e ora hanno cominciato a ricostruire. Oggi tutti vorrebbero che non fosse l’ultima: animo, le speranze non devono mai mancare, ma se andiamo sul realistico, beh, ci pare un altro discorso.
Pronti ad essere smentiti, come sempre quando si fanno pronostici.
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