Eccoci qui... causa dispetti di Aky il mio esame è partito, fa nulla, lo farò a luglio.
Oggi dunque sono andata a trovare una mia zia. Abita in quella che un tempo era la casa dei miei nonni. Certo, la casa è cambiata da allora, ma immagino che è giusto che sia così, in fin dei conti è come se ora avesse due anime. E comunque non è la prima volta che vado a trovarli da quando si sono trasferiti. Solo che oggi... oggi, tornando da lì, ho avuto l'impressione di riconoscere un posto, un posto che conoscevo da quando ero molto piccola. Me ne ero dimenticata completamente, ma rivedendolo mi sono venuti in mente un sacco di ricordi. Era l'inizio di una viuzza, da lì io e mio nonno passavamo per andare nei prati a prendere i "sancarliti" (scusate, in italiano non so come si chiama questa pianta)per i conigli... quante volte avevo fatto quella strada! mi è venuto in mente mio nonno... e Moscardo. Ho pensato che mio nonno sarebbe stato contento di sapere che avevo un coniglio...credo. Anche se lo tengo in casa e lo devo spazzolare e non mi passa neanche per la testa di mangiarmelo. Comunque ricordo che diceva quanto i sancarliti facessero bene ai suoi conigli e io istintivamente sono andata diretta a vedere se ce n'erano per Mosk!
Bhè...non c'era più niente (scema io a pensare al contrario
)... non mi potevo certo aspettare che quei campi rimanessero lì...cemento, cemento, cemento.
Non c'era neanche più la vecchia casa col Lupo che tanto mi faceva paura da piccola...ovviamente.
Solo che ecco... per la prima volta in vita mia mi sono sentita anche molto vecchia
oltre che scema (ma non era affatto la prima volta che mi son sentita scema
).
Ho pensato tristemente a mio nonno che mi raccontava che per andare a scuola (la mia scuola elementare) doveva attraversare un bosco. Io lo prendevo in giro, il bosco non c'era affatto tra casa sua e la scuola elementare, e lui non diceva niente. Poi ho pensato a un pezzetto di terra che aveva comprato già anziano, coi suoi risparmi...per coltivarlo. Hoi pensato che aveva lottato con le unghie e con i denti per tenerselo, ma poi era stato costretto a venderlo (la Malpensa...).
Ho pensato ai boschi dove vado a cavallo adesso. Ho pensato ai campi vicino a casa mia. Ho pensato che, un giorno, tornando, potrei scoprire che sono stati sostituiti con del cemento... è utopistico pensare il contrario.
Avevo già deciso da tempo che appena guadagnerò qualcosa prenderò una casa, non so dove ma in un posto fresco, anche piccola, ma con un po' di terreno fuori e il più lontano possibile dalle città. E' un sogno stupido, ma voglio metterci dei cani provenienza canile
, dei gatti provenienza bidone spazzatura
, dei conigli provenienza associazioni
e se riesco a fare un bel recinto grande con una bella tettoia (no box) ci metterò liberi, un paio di cavalli provenienza macello
. Mi rendo conto che è solo una bella illusione anche se voglio crederci...
spero che quella che io sento già come la mia futura famiglia non convenzionale (cani, gatti, conigli e cavalli) non dovrà migrare continuamente lontano dalle città in espansione continua...devo proprio scegliermi un posto lontano da tutto.
E sperare che non decidano di fami passare sopra il tetto una ferrovia, un'autostrada o, peggio, non ci costruiscano un aeroporto.
Scusate lo sfogo
non ci avevo mai pensato seriamente. E comunque dopo tutto questo mi è venuta in mente una canzone (non è "il ragazzo della via Gluck" citata nel titolo). Siccome io non riesco molto a esprimere bene quello che sento con parole mie, spesso uso quelle degli altri. Eccola:
Il vecchio e il bambino - F. Guccini
Un vecchio e un bambino
si presero per mano
e andarono insieme
incontro alla sera;
polvere rossa
si alzava lontano
e il sole brillava
di luce non vera.
L'immensa pianura sembrava arrivare
fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare
e tutto d'intorno non c'era nessuno
solo il tetro contorno di torri di fumo.
I due camminavano,
il giorno cadeva,
il vecchio parlava
e, piano, piangeva.
Con l'anima assente,
con gli occhi bagnati
seguiva il ricordo
di miti passati.
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni:
non sanno distinguere il vero dai sogni;
i vecchi non sanno nel loro pensiero
distinguer nei sogni il falso dal vero.
E il vecchio diceva
guardando lontano:
"Immagina questo
coperto di grano,
immagina i frutti,
immagina i fiori
e pensa alle voci
e pensa ai colori...
...e in questa pianura fin dove si perde
crescevano gli alberi e tutto era verde...
cadeva la pioggia, segnavano i soli
il ritmo dell'uomo e delle stagioni..."
Il bimbo ristette,
lo sguardo era triste,
gli occhi guardavano
cose mai viste.
Poi disse al vecchio
con voce sognante:
"Mi piaccion le fiabe
raccontane altre!"
Ecco...spero che tutto ciò che abbiamo di bello non diventi solo una fiaba, un giorno non lontano.