"Il lavoro fa schifo", ma senza tempo e luogo diventa un gioco da ragazzi

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martee1964
00venerdì 12 settembre 2008 09:06
ROMA (11 settembre) – Non avere un orario d'entrata, e nemmeno d'uscita. Fare la spesa il mercoledì mattina e andare in palestra il giovedì. Giocare con i figli il pomeriggio e programmare una cenetta romantica per il giorno dopo, senza l'incubo di una riunione incombente: tutto questo è lavoro. O meglio tutto questo è Rowe: ambiente di lavoro basato sui risultati. L'equazione spazio e luogo scompare dallo scenario lavorativo e va in scena il sogno che ognuno di noi vorrebbe vivere. Pura fantasia vi chiederete?

No, un progetto già messo in atto da anni in uno colosso americano, la "Best Buy", con più di mille punti vendita sparsi per il mondo e riconosciuto dalla rivista Forbes come migliore azienda dell'anno. Dall'esperienza di quanti sono passati dall'altro lato della barricata, è nato un libro dal titolo esemplare Perché il lavoro fa schifo e come miglioralo (ed Elliot, 219 pag, 14 euro). Il concetto sembra facilissimo: il lavoro deve avere come fine il raggiungimento degli obiettivi e per fare questo non ci deve essere un orario, un luogo, un controllore.

Cali Reesler e Jody Thompson, le autrici, paragonano i comuni impiegati a bambini a cui gli adulti dicono cosa fare, il Rowe invece fa diventare tutti studenti universitari, quando per mettersi sui libri non c'era né un tempo e uno spazio ma ognuno gestiva lo studio autonomamente in base alle proprie esigenze e con l'obiettivo dell'esame.

I racconti di quanti hanno vissuto questa esperienza lavorativa farebbero venire i capelli dritti a qualsiasi capo ufficio: da chi è riuscito a seguire il suo cantante preferito per un mese, a chi non si è mai alzato prima di mezzogiorno per poi passare dalla palestra al mercato, a chi non ha mai perso una incontro con i genitori a scuola dei figli: il tutto con risultati lavorativi più che eccellenti, di gran lunga superiori a quelli raggiunti da chi passa in ufficio dalle 9 alle 18 tutti i giorni della settimana. Le tecnologie oggi consentono tutto questo: il telefonino che rende sempre reperibili, la posta elettronica con cui si può essere costantemente in contatto con i colleghi, da qualsiasi luogo.

Duecento pagine in cui vita e lavoro non sono due mondi distinti: dove arrivare sul posto del lavoro alle 14 non è considerato “ritardo” e andare via alle 14 non significa “prima del tempo”. Tutto il resto è fiducia e responsabilità. A volte anche i sogni si avverano.
gioiaedolore
00venerdì 12 settembre 2008 18:58
QUESTI AMERICANI CI INVENTONO PROPRIO TUTTO!!! MAH!!!
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