"Abito a trenta metri dal suolo" di Luciano Erba

Falkenna
00mercoledì 8 luglio 2020 16:18


Abito a trenta metri dal suolo

in un casone di periferia

con un terrazzo e doppi ascensori.

Questo era cielo, mi dico

attraversato secoli fa

forse da una fila di aironi

con sotto tutta la falconeria

dei Torriani, magari degli Erba

e bei cavalli in riva agli acquitrini.

Questo mio alloggio e altri alloggi

libri stoviglie inquilini

questo era azzurro, era spazio

luogo di nuvole e uccelli.

L’aria è la stessa: è la stessa?

sopravvivere: vivere sopra?

Non so come mi sento agganciato

la sera ha tempo di farsi più blu

da un pallido re pescatore

o, di passaggio qui in alto,

dal vero barone di Münchhausen.



Falkenna
00mercoledì 8 luglio 2020 16:46
Ho postato questa poesia per "colpa" di Fabella. Stavo cercando un poeta il cui stile mi ricordasse un pochino quello della nostra amica, ed ho trovato Erba. Dicono che sia minimalista, ma non lo conosco abbastanza per essere d'accordo o in disaccordo.
Un critico, Daniele Maria Pegorari, ne parla come di "un poeta che giunge ad accorciare il raggio del proprio sguardo alla distanza degli oggetti immediatamente percepibili", ma a me non sembra, almeno a giudicare da questa poesia in particolare.
Comunque un poeta cambia e si evolve, quindi forse le etichette servono solo a scrivere le antologie (?)
In ogni caso leggere i nostri "padri" è cosa buona e giusta....anche se faticosa [SM=g8113]
ciao
fabella
00giovedì 9 luglio 2020 17:43

"Erba dunque organizza la sua produzione per sorta di frammenti, ricordi momentanei
e improvvisi che nascono e muoiono apparentemente in sé conchiusi, come pensieri
transitanti in un uomo occupato a vivere altro."

in questo che dice di lui il critico Pier Vincenzo Mengaldo, sento di esserci.

ma in diversi passi di questa pagina critica (http://www.cristinacampo.it/public/luciano%2020erba[1].pdf) mi sento "tirata in ballo". forse la tua scelta è azzeccata. ti ringrazio davvero tanto!!!

"Erba propone l'immagine carica di senso, l'immagine che accosta
frammenti cercando una integrazione, come accade nell’arte primitiva. Questo modo
di contrapporsi alla cultura di massa dell’immagine tende dunque ad integrare ciò che
è bello e ciò che è buono, ciò che è fisico e ciò che è psicologico, ciò che è
immanente e ciò che trascende, come appunto fa la pittura o la poesia dei primitivi (e
qui la mente va, per associazione, a due artisti che seguono simili tracce: Apollinaire
e Mirò, solo per fare un esempio)"

questo che dice Giovanni Agosti mi piace tantissimo (certo detto in generale), soprattutto il cenno all'arte primitiva e quello su Mirò e Apollinaire. pittura scrittura, geroglifici, graffiti... strettamente legati al fine di contrapporsi alla cultura di massa.

grazie per questa preziosa segnalazione. approfondirò i miei studi su questo autore.

e grazie soprattutto di avermi accostata a un personaggio di questo calibro [SM=g2843109]
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