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Pet Cemetery
00mercoledì 7 aprile 2004 09:34
Dall’archivio magnetico del signor Alex D. Alla fine, l’equilibrio interiore non è da cercare. Forse ce l’abbiamo già, e più ci muoviamo o agitiamo o altro, e più ce ne allontaniamo.Il fatto è che a parlare di equilibrio interiore mi sento un povero stronzo. Mi sembra uno di quei termini che si usano nelle sedute di psicoanalisi liberatoria collettiva o nei rifugi per donne violentate.
Okay. Tutto mi dice di essere forte, determinato negli scopi, capace di andare avanti nella vita, ma se uno sente che è arrivato il momento di cambiare un po’ rotta o anche solo il bisogno di fermarsi a ragionare sul serio per proprio conto? Voglio dire: e i cazzi di sette e mezzo in latino, per esempio, che da semplici strumenti sono diventati una specie di fine ultimo?… Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi consenta di strappare abbastanza soldi per strappare una qualche cavolo di serenità tutta guerreggiata e ferita e massacrata dagli sforzi inauditi per raggiungerla.
Cioè, uno dei fini ultimi è questa cavolo di serenità martoriata. Il ragionamento è così. Non ci vuole un genio. E allora, perché dovrei sacrificare dei momenti di serenità che mi vengono incontro spontaneamente lungo la strada? Perché dovrei buttarli in un pozzo, se fanno parte anche loro del fine a cui tendere? Se un giorno posso andare a suonare o uscire con una ragazza che mi piace, perché cavolo devo starmene a casa a trascrivere le versioni dal traduttore o far finta di leggere il sunto di filosofia? La realtà è che mi trovo costretto a sacrificare il me diciassettenne felice di oggi pomeriggio a un eventuale me stesso calvo e soprappeso, cinquantenne soddisfatto, che apre la porta del garage col comando a distanza e dentro c’ha una bella macchina, una moglie che probabilmente gli fa le corna col commercialista e due figli gemelli con i capelli a caschetto identici in tutto ai bambini nazisti della kinders. Tutti dentro il garage, magari, no. Diciamo più o meno intorno. Cioè, circondato. Dunque la domanda è : un orrore di queste proporzioni vale più del sole o del gelato di oggi pomeriggio? Più di una qualunque ragazza? Più di Valentina che arriva All’appuntamento con dieci minuti di ritardo e una mogliettina blu con dentro un ben di Dio sorprendente?
Voglio dire, le foto di Martino mi hanno dato la percezione reale della beffa: bastava stare fermi lì e cogliere l’occasione, kazzo…
D’accordo, Martino fa praticamente la vita del gentilgiovane, ritratto nella sua tenuta di campagna, con gli appuntamenti col barbiere segnati sul calendario, pochissimi obblighi e molti privilegi. Così dovremmo odiarci visto che il sottoscritto viene dalla famiglia più medioborghese che c’e’ – una specie di macchinetta da guerra che mi ha già sagomato addosso determinati appuntamenti con lo Sbattersi per gli Obiettivi da Raggiungere e con correre il rischio di diventare un Adulto Pieno di Rimpianti. Okay. I miei saranno contenti. Sono talmente intraprendente e determinato e macchina da guerra che i rimpianti ce li ho già adesso.
Non lo so, ma a casa di Martino, mentre guardavo quelle cavolo di foto, ho provato la sensazione orribile di avere ucciso a uno a uno, giorno dopo giorno, quei ragazzi felici… Perche’ anch’io, forse, avrei potuto essere così felice. D’accordo, non ricco sfondato come Martino. Ma questo non e’ fondamentale per essere felici. Voglio dire, si puo’ vivere bene anche senza molti soldi.
Ma forse le cose stanno addirittura peggio. Perché sono stato io a non prendermi quel che volevo. Come avessi abortito tutti i giorni, come non avessi mai permesso che quel ragazzo nascesse per paura di ritrovarmelo fra i piedi, per paura che sconvolgesse la mia vita. E così mi sono sempre concesso piccole felicità di polistirolo: andare ai giardini; restare a dormire tutto il pomeriggio; guardare Videomusic invece di studiare; fare fuga; mangiare molto; farmi una sega con devozione particolare…


(Estratto da "Jack Frusciante e' uscito dal gruppo" di Enrico Brizzi; Baldini&Castoldi editore; 1999 Milano)

[Modificato da Pet Cemetery 07/04/2004 9.35]

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