Eluana, Pg: "Ricorso inammissibile"
Attesa per la sentenza della Cassazione
Il ricorso portato avanti dalla Procura di Milano sul caso Englaro è "inammissibile". Per il Pg della Cassazione, Domenico Iannelli, il Pm di Milano non era "legittimato" perché non si tratta di "un interesse generale e pubblico ma di una tutela soggettiva e individuale". I magistrati si erano opposti alla decisione della Corte d'appello, che aveva riconosciuto al padre di Eluana il diritto a sospendere l'alimentazione artificiale alla figlia.
Saranno comunque i giudici della Cassazione a mettere la parola fine alla vicenda di Eluana Englaro, in stato vegetativo permanente dal 18 gennaio 1992.
Il Pg Iannelli ha tuttavia sottolineato che se la Corte di Cassazione deciderà di accogliere il ricorso della Procura di Milano, allora in quel caso andrebbe accolto il primo motivo del ricorso, ovvero andrebbe verificato se sussistano le "effettive condizioni di irreversibilità dello stato vegetativo permanente" di Eluana.
Il Pg ha tenuto a specificare che, secondo le norme del Codice civile che prevede casi specifici in cui il Pm possa muovere un'azione, il caso Englaro non rientrerebbe nella casistica, perché si tratta di un interesse soggettivo individuale e non di una tutela di pubblico e generale interesse, che invece legittima l'azione del Pm a ricorrere in Cassazione.
Il caso Englaro ha scosso profondamente l'Italia. Tramite il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, la Chiesa, da anni contraria a una legge sulla "fine vita", ha esortato il Parlamento a legiferare per riconoscere il "valore legale" delle disposizioni anticipate del paziente. I cattolic si dicono adesso disponibile a una legge ad hoc proprio per evitare che venga introdotto in Italia, a colpi di sentenze, l'istituto del "testamento biologico", che, secondo i vescovi, permetterebbe di rifiutare trattamenti ordinari (e per questo non rifiutabili) come l'alimentazione e l'idratazione.
Dalla Chiesa, quindi, nessun sì al "diritto di morire" di Eluana. Ma rimane comunque la distanza fra quanti, come Bagnasco, sono favorevoli a una legge sulla famiglia e chi, come il presidente del Centro di bioetica della Università Cattolica, Adriano Pessina, temono che una legge, per quanto restrittiva, possa aprire spiragli per una limitazione dell'intangibilità della vita sancita dalla morale cattolica.
E il dibattito più ampio che si è aperto in Parlamento si concentra su due punti: che cosa possa essere definito "cura", se solo i trattamenti specificamente medici, oppure anche interventi come l'alimentazione e l'idratazione forzata; e chi sia, in ultima istanza, a decidere se ricorrere o meno a una cura, se il paziente adeguatamente informato, oppure il medico, (come chiede la parte cattolica), seppure all'interno di un rapporto forte con il destinatario delle cure, dal nome di "alleanza terapeutica".
L'odissea Eluana
A complicare la questione c'è la lunga e complessa odissea legale che Beppino Englaro ha deciso di affrontare nel nome della figlia. Da quando, nel 1992, dopo un incidente stradale Eluana è caduta in stato vegetativo permanente, alimentata da un sondino nasogastrico, il padre riesce nel 1997 a farsi nominare tutore della figlia, primo passo della battaglia per essere autorizzato a sospendere l'idratazione e l'alimentazione artificiale alla figlia. La prima sentenza del Tribunale di Lecco, nel 1999, respinge la richiesta di fermare l'alimentazione; così anche due successive sentenze, nel 2003, ancora del Tribunale di Lecco prima e della Corte d'Appello di Milano poi. Rifiuti che si ripetono nel 2005 da parte della Cassazione e nel 2006.
La svolta arriva il 16 ottobre del 2007, quando ancora la Suprema Corte rinvia la questione alla Corte d'Appello di Milano, sostenendo però che il giudice può, su istanza del tutore, autorizzare la sospensione in presenza di due precise circostanze: la condizione di stato vegetativo permanente irreversibile e l'accertamento, sulla base di elementi del vissuto del paziente, che questi, se cosciente, non avrebbe prestato il suo consenso alla prosecuzione delle cure.