[ecologia] la siccità la chiesa e montezemolo

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00sabato 28 aprile 2007 11:37
Il “Corriere della Sera” di oggi ospita due interventi, uno di Montezemolo sulla siccità “che può far chiudere le fabbriche”, l’altro del cardinale Martino sull’emergenza ambiente, che, con enorme sprezzo del ridicolo, si accreditano quali difensori dell’ambiente e del “creato”, mentre fino ad oggi le loro organizzazioni, rispettivamente gli industriali e la Chiesa, si sono opposte strenuamente a livello planetario a qualunque limite alle emissioni del sistema industriale e dei trasporti (che è responsabile dell’80% dei gas serra), e a qualunque iniziativa di contenimento delle nascite, che è probabilmente il fattore di maggior crisi per una presenza umana non più sostenibile.

La sortita dei due personaggi, autoproclamatisi difensori dell’ambiente, anche se non credibile e tardiva, appare una manovra del Partito politico “Corriere della Sera”, raffinata organizzazione di vera destra, che vuole accreditare fraudolentemente i più irriducibili nemici dell’ambiente e dell’uso della ragione demografica, a difensori del “creato”, dopo che per anni scienziati e ambientalisti che segnalavano i problemi sono stati sbeffeggiati e calunniati come catastrofismi e nemici dell’economia.

Bisogna avere la faccia come il proprio fondo schiena per lamentare, come fa Montezemolo, la responsabilità della politica nel non fare infrastrutture e prevenire il problema siccità, si sottrae alle proprie responsabilità e va anche fuori tema, perché la siccità globale non è un problema di condutture che perdono, ma è il risultato di una modificazione del clima a causa di un modello industriale distruttivo e irresponsabile.

Il presidente di una società, la Ferrari, che a livello mondiale propaganda il mito e il fanatismo della velocità, quindi diretto responsabile degli attuali enormi consumi e dei morti legati al suddetto mito, se si mette a fare l’ecologista e protesta per la siccità, ci appare come un intollerabile e sordido personaggio, che, negando l’evidenza, vuole evitare che il sistema industriale sia messo sotto processo e con esso il cosiddetto “liberismo”.
I preti, accodandosi tardivamente alle conclusioni degli scienziati, scimmiottano le raccomandazioni che da anni danno gli ecologisti e, per bocca del cardinal Martino, dicono ”l’uomo può usare il creato, ma non abusarne, questa è la consegna di Dio”.

Ma, come è sempre nel loro stile, non indicano responsabilità e soluzioni vere, forse sperano nei miracoli, che però si manifestano storicamente non per salvare il creato, ma per far sciogliere il sangue di San Gennaro o far apparire il sangue sul volto di una Madonnina di gesso.
Se capitalisti e preti cominciano a parlare come gli ecologisti questo vuole dire due cose: la prima è che l’emergenza ambiente esiste, è studiata, documentata, e sta già offrendo danni visibili e non si può più negare come fatto finora.

La seconda è che scenderanno in massa con i loro apparati mediatici, per non apparire come massimi responsabili del disastro e chiederanno a cittadini e pecorelle comportamenti virtuosi, che però non potranno spostare di un millimetro il problema perché i cittadini del mondo influiscono con i propri comportamenti per il 20% dei gas serra e anche se tutti avessero comportamenti esemplari, il nodo del sistema industriale, dei trasporti e dell’energia continuerebbe a fare danni progressivi.
Se poi, per ridurre drasticamente le nascite, chiedi alle religioni monoteiste di consentire che a tutte le donne sia data la possibilità di disporre gratuitamente e riservatamente della pillola del giorno dopo (contraccettivo progestinico, da non confondere con la pillola abortiva RU486. Questa pillola è in vendita senza necessità di prescrizione medica in Svizzera, Inghilterra oltre che in Francia dove è disponibile gratuitamente nelle scuole), ecco che il “non abusare del creato” non vale più e si preferisce assistere alla morte per fame e sete di milioni di persone.

Bisognerà incalzarli su questi temi, sul necessario disarmo mondiale, sull’uso immediato di energia rinnovabile, sulla necessità di fermare la deforestazione dell’Africa e del Sud America vietando ogni importazione di legname, vietando la pesca industriale in acque internazionali che sta desertificando anche il mare, mettendo regole severissime alle emissioni delle industrie, fino a riconvertire l’agricoltura verso produzioni con poca necessità di acqua.

Ormai non considero più le categorie di destra e di sinistra, troppe sono ormai le vicinanze e le ambiguità, divido le persone in due categorie, quelle che capiscono che stiamo andando verso l’autodistruzione e coloro che vogliono continuare come se niente fosse. Ai consapevoli dico: MUOVIAMOCI!
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