[considerazioni] sulla messa in onda e sul 'panorama'

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ioandrei
00venerdì 22 settembre 2006 21:42
Personalmente da salvare al momento c'è ben poco.
E anche il pubblico dà segnali di insofferenza. Vi do qualche indirizzo

www.ilmessaggero.it/view.php?data=20060920&ediz=01_NAZIONALE&npag=23&file=APRE.xml&type=...
ioandrei
00venerdì 22 settembre 2006 21:46
ELIPIOVEX
00venerdì 22 settembre 2006 21:47
io ho una mia opinione un po' diversa dall'autore dell'articolo.
La RAI e Mediaset offrono programmi sempre più scadenti e imbecilli PER COSTRINGERE LA GENTE A RICORRERE AL SATELLITE e agli altri canali a pagamento.
gattadany
00sabato 23 settembre 2006 09:47
E' vero, più che reality o giochini idioti non si vedono! Quando trasmettono qualcosa di carino è messo in contemporanea ad altri programmi e non parlo tra Rai e Mediaset ma si fanno concorrenza anche canale 5 ed Italia 1. Io ho messo la parabola per evitare di fare quasi tutte le sere zapping sulla tv normale e non vedere mai niente!
Ovvio che dicono che i reality piacciono alla gente... non hai alternative o li guardi o spegni la televisione!

Daniela
ELIPIOVEX
00sabato 23 settembre 2006 12:06
Io la parabola ce l'ho perché era in dotazione con la casa (il mio vicino l'ha voluta e ce l'hanno installata anche a noi, senza spese aggiuntive, o almeno è quello che ci hanno fatto credere firmando il capitolato) però non ho acquistato il decoder e snobbo sky tutte le volte che chiamano. Vorrei evitare che le mie figlie (già abbastanza infervorate con la tv) passassero tutto il tempo a guardare i cartoni
ELIPIOVEX
00martedì 26 settembre 2006 21:55
I reality sono in crisi: fermiamoli alle 23,30
(Articolo tratto dal Corriere.it)

ROMA - La realtà è che non è più tempo di «reality», i programmi tv con gruppi di vippame vario e morti di fama alle prese con situazioni strane o estreme o in qualche isola esotica con eliminazioni da parte del pubblico. Dal primo Grande Fratello, questi programmi hanno prolificato fino a diventare l'ossatura dei programmi Rai e Mediaset. Solo che (particolare non da poco) da questa stagione la gente si è stufata e non li segue più come un tempo.

«LA SFIDA TRA I FAMOSI HA ESAURITO LA SUA SPINTA» - «Lancio una proposta alla concorrenza. Facciamo finire i reality alle 23,30», tenta un compromesso Paolo Bassetti, capo di Endemol e produttore di "Reality Circus" (in onda su Canale 5 con Barbara D'Urso) e di "La pupa e il secchione" (in onda su Italia 1 condotto da Federica Panicucci), in un'intervista concessa al settimanale «Chi», in edicola mercoledì. «"L'Isola dei famosi" rimane un punto fermo, ma se penso a un nuovo reality credo che la sfida tra i famosi abbia esaurito la sua spinta», spiega Bassetti. «Ormai gli abbiamo fatto fare di tutto», aggiunge Giorgio Gori, patron di Magnolia, che per Raidue realizza il reality show condotto da Simona Ventura.

COSTI ELEVATI - Il settimanale pubblica anche i costi di produzione: Reality Circus costa 930 mila euro a settimana tutto compreso; Wild West di Grundy Italia 5,5 milioni di euro; L'Isola dei famosi 4 di Magnolia meno di 6 milioni di euro, ma quasi dieci quando si aggiungono i costi Rai. I partecipanti a La pupa e il secchione ricevono solo 100 euro al giorno di rimborso spese per partecipare alla trasmissione.

ANCHE SU RAIUNO - «Chi» anticipa che i reality per la prima volta saranno programmati anche su RaiUno, rete finora esente dal genere. «Domenica In» (in onda dal 1° ottobre) ospiterà la striscia giornaliera di Wild West . Il Codacons ha chiesto all'Authority per le
comunicazioni di stabilire un tetto massimo nei palinsesti per i reality. Secondo l'associazione di consumatori si tratta di programmi fotocopia in cui i meccanismi sono sempre gli stessi e le situazioni uguali tra loro.

ASCOLTI IN CALO - Lunedì sera gli ascolti di Wild west si sono quasi dimezzati rispetto alla puntata di esordio: il reality condotto da Alba Parietti si è fermato infatti al 7,81% di share, con 1.532.000 spettatori. Domenica sera il secondo appuntamento di Reality Circus ha ottenuto il 16,38% di share con 3.104.000 telespettatori. Domenica pomeriggio L'Isola dei famosi ha registrato il 15,93%di share con 1.752.000 telespettatori
26 settembre 2006


(Rosy)
00martedì 26 settembre 2006 22:40
Sono d'accordo! Sia Circus che la pupa e il secchione finiscono ben oltre mezzanotte è chiaro che poi gli ascolti calano... se finissero ad un'ora decente qualcuno in più forse li guarderebbe
ioandrei
00mercoledì 27 settembre 2006 08:49
Peraltro io aggiungo la considerazione che il giochetto di far slittare l'inizio della cosiddetta prima serata alle 21 passate (talvolta si oltrepassano le 21.30 per vedere la sigla d'inizio di fiction, reality e altro) secondo me sta penalizzando un po' tutta la programmazione. Le persone 'normali' al mattino si devono alzare presto, e non si può pretendere che stiano svegli fino a quasi mezzanotte per seguire la tv.
ELIPIOVEX
00mercoledì 27 settembre 2006 13:23
infatti, io sono tra quelle che se so di non poter rimanere alzata, non inizio nemmeno a guardare qualcosa...
ELIPIOVEX
00giovedì 28 settembre 2006 15:10
Wild West e gli altri tutti i reality del nostro scontento
L'articolo è di Rosanna Cornazzi della Stampa


LOS ANGELES. I reality del nostro scontento. In questo inizio di stagione, su Rai e Mediaset, il pubblico italiano è stato sommerso di cowboy, artisti, circensi, semifamosi abbandonati, storie di bellezze e cervelloni andati ad aggiungersi ai già numerosi programmi realizzati dalla gettonatissima «gente comune». Ma il pubblico non è d'acciaio, e dunque non ne può più, abbandonando Wild West, Reality Circus, L'Isola dei famosi, Unan1mous, La pupa e il secchione al loro destino più o meno sfavorevole, e comunque inferiore alle aspettative. Il Codacons, l'associazione consumatori, chiede che l'Authority per la comunicazione stabilisca un tetto di programmi-realtà in palinsesto, e il settimanale Chi pubblica i costi di produzione: Reality Circus, 930 mila euro a settimana tutto compreso; Wild West, 5,5 milioni di euro; L'Isola dei famosi, meno di 6 milioni di euro ma quasi 10 quando si aggiungono i costi Rai.

I reality sono per definizione i programmi che sublimano la finzione: un il bel gioco dura poco, mentre l'anomalia della prima serata italiana lunga tre, quattro ore, porta lo sconforto e la noia anche tra gli spettatori più favorevolmente orientati. Paolo Bassetti, il capo di Endemol nonché produttore di Reality Circus e di La pupa il secchione, è da tempo convinto che la prima serata si dovrebbe accorciare, altrimenti sono guai per tutti. Adesso rilancia, invitando a far terminare i reality almeno alle 23,30. Pure Giorgio Gori di Magnolia (Isola dei famosi) pensa che le sfide tra concorrenti abbiano esaurito la loro spinta: «Ormai gli abbiamo fatto fare di tutto».

Appunto. Forse troppo. Nigel Lithgoe è il produttore esecutivo di American Idol, il padre di tutti i reality, seguito ogni settimana in Usa da qualcosa come 31 milioni di spettatori, con punte di 35 (chi vorrà vederlo sugli italici piccoli schermi, lo troverà dal 3 ottobre su Fox Life). Da noi c'era stata una cosa simile, di poco successo, con Operazione trionfo. Ebbene, l'inglesissimo Lithgoe (debuttò come ballerino, come Lucio Presta) sostiene alcune cose interessanti, dall'alto della sua audience colossale. Sostiene per esempio che «è profondamente sbagliato far mungere una mucca a chi le mucche non le ha mai munte. Può far ridere una volta, ma poi il pubblico percepisce uno sgradevole senso di irrealtà. Così, tanto vale guardare i telefilm». E allora voi che cosa fate, nel preparare il cast? «Cerchiamo intanto qualcuno che sappia cantare, perché la nostra è prima di tutto una gara musicale. Ma saper cantare non basta, e quindi cerchiamo storie, casi umani. Per evitare che qualche aspirante ci racconti delle frottole, lavora per noi anche un gruppo di investigatori privati, che va a controllare ogni dichiarazione degli aspiranti. Poi li facciamo parlare e mescoliamo il tutto con la nostra sceneggiatura».

E insomma, quello che il produttore di uno degli show più seguiti del mondo sostiene è che un reality, perché funzioni, non deve perdere il suo ancoraggio: deve essere davvero vero. E come la mettiamo con il fatto che la televisione è sempre, e comunque, spettacolo e costruzione? «La mettiamo che noi facciamo spettacolo con i nostri concorrenti e le loro storie disperate, ci costruiamo sopra il copione. Ma il pubblico percepisce che la struttura di base non è inventata, e si appassiona». American Idol fa circa 16 mila provini a stagione: saranno anche tutte vere le storie raccontate, ma in compenso sono spesso mostruose e titillano il lato oscuro del «sogno americano». Infatti American Dreamz si intitola il film sarcastico di Paul Weitz, con Hugh Grant, che fa il verso al programma e che Lithgoe sconfessa. Alla fine, non è detto che non siano meglio i nostri reality ruspanti, dove almeno si recita a soggetto e con meno accanimento e dove la verità non deve essere a tutti i costi brutta sporca e cattiva.
ELIPIOVEX
00venerdì 29 settembre 2006 14:52
Landolfi: «La Rai rispetti gli orari dei programmi»
La Rai rispetti gli orari previsti nei palinsesti tv: è l'appello che il presidente della commissione di Vigilanza, Mario Landolfi, rivolge al presidente di Viale Mazzini, Claudio Petruccioli. «Caro presidente - esordisce Landolfi nella lettera - l'intervento di Aldo Grasso sul Corriere della Sera, evidenzia le circostanze, i problemi, le criticità, i dubbi che rendono di fatto completamente inaffidabile la programmazione dei palinsesti televisivi - compresi quelli delle televisioni private».
«In sostanza - continua Landolfi - queste criticità prevalgono sul rispetto degli orari di programmazione ed in qualche caso finiscono per danneggiare, in termini di ascolto, anche le trasmissioni più promettenti. Rispettare gli orari programmati significa rispettare, attraverso l'utente, il cittadino. Il continuo balletto degli orari costituisce un ostacolo effettivo al godimento di quello che per molti telespettatori rappresenta l'unico momento di svago o di apprendimento nella giornata,
senza considerare che il progressivo slittamento delle trasmissioni verso la notte impedisce di seguirle a chi per motivi di lavoro o di studio è costretto ad alzarsi presto».
ELIPIOVEX
00venerdì 29 settembre 2006 14:53
meno male che c'è ancora qualcuno che la pensa come noi!
(Rosy)
00venerdì 29 settembre 2006 17:09
Un articolo di Aldo Grasso
Programmi tv, in onda la follia dei palinsesti Flop imprevisti, successi a giorni alterni, orari oltraggiati: è un terremoto giornaliero in Rai e Mediaset. E intanto sul satellite... STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
Un sinistro scricchiolio sta allarmando i custodi del palazzo televisivo. Da dove proviene? Chi l'ha provocato? Lo scricchiolio è causato dalla follia dei palinsesti. Che ormai oscillano come trottole, mappe impazzite. Da tempo, sui giornali, l'inizio della prima serata di Canale 5 e Raiuno è segnalato alle 21. In realtà, non inizia mai prima delle 21.20.

Perché questo inganno? La seconda serata non esiste più, è slittata a mezzanotte. Gli show finiscono all' una di notte, con buona pace di chi la mattina deve alzarsi. Un telefilm di successo come Dr. House viene brutalmente spostato causando la ribellione dei telespettatori; il programma di Bonolis va in prima serata, poi in seconda, poi viene collocato nella fascia preserale; Reality circus dal lunedì passa alla domenica, dalla domenica al mercoledì: una giostra. Le anomalie non finiscono qui, anzi paiono ben più profonde. Joe Petrosino vince ampiamente la serata di domenica 24 settembre con quasi sei milioni di spettatori, favorito dal clamoroso flop del reality di Canale 5 (3.104.000 spettatori, 16,38% di share, 5/6 punti sotto gli obiettivi della rete). Lunedì 25 Petrosino perde duecentomila spettatori e quasi il 5% di share, andando contro una logica sempre rispettata: ovvero che la seconda puntata di una fiction di successo va meglio della prima, per l'effetto valanga e per l'effetto persistenza, degli spettatori che hanno visto la prima. Ma qui entra in gioco la contro- programmazione de L'Onore e il rispetto, coi suoi 5.656.000 spettatori (22%), già accumulati nelle 4 puntate precedenti. Altri flop da palinsesto. Le quattro serate di Miss Italia, a dimostrazione di come ormai la manifestazione non sia più vissuta come evento. O l'inatteso insuccesso di Luca Barbareschi: Giorni da Leone 2, il seguito di una fiction in onda nel 2002. Allora fece il 20% di share, ma il seguito non funziona. La prima puntata (5 settembre) ha uno share di appena il 12,16 per cento, ridicolo per Raiuno. Tanto che si decide di sfilarla subito per sostituirla con una replica di Bartali.

Paolo Bonolis durante una puntata di «Fattore C» (Lapresse)
Ma la situazione più clamorosa riguarda Paolo Bonolis. Fattore C, un format così collaudato e sperimentato da sembrare un plagio, floppa clamorosamente in prima serata: domenica 10 settembre supera il 23% di share ma la domenica successiva crolla al 17,61. Spostato nel preserale non fa di meglio, meno del 18% di share. Programmi dislocati, orari oltraggiati, soppressioni improvvise, sforamenti abituali. Il palinsesto (dal greco palímpsèstos, «raschiato di nuovo», a significare l'originale programmazione trimestrale fatta di tanti fogli sovrapposti) è ormai inattendibile. Rispetto ai corrispettivi francesi (grille) e inglesi (schedule), il termine italiano sottolinea l'incessante lavoro di perfezionamento, ridefinizione, correzione cui è sottoposta la programmazione. Che può essere infatti continuamente rielaborata in rapporto agli obiettivi della rete (proprio come le antiche pergamene venivano continuamente corrette e riutilizzate). Ma la sensazione è che la nostra programmazione venga raschiata ogni giorno, senza sosta, da una mano insensata. Ciò che vediamo sul piccolo schermo corrisponde raramente a ciò che è riportato dalle guide ufficiali. «Il palinsesto è matematica», sostiene Alba Parietti. Ha ragione. Ma il suo reality sa contare solo fino al 7 (di share). Gli esempi si sprecano, giusto per fornire una sismografia del terremoto in atto. Per Raiuno e Canale 5, come detto, il ritardo è cronico, e francamente anche un po' ridicolo. Non va molto meglio sulle altri reti, la litania dello sforamento si ripete. Il telefilm su Raidue e The Oc su Italia 1 iniziano con cinque minuti di ritardo, il film su Retequattro con quindici. Raitre è in orario, e anche La7 non sgarra. Però il programma di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni sfora volentieri. Nel maggio scorso ha ceduto la linea a Gad Lerner solo alle 21.43. Che non l'ha mollata prima delle 24.00. Per la disperazione di Piero Chiambretti, previsto con Markette alle 23.30. Siccome non è un caso isolato, il conduttore ha pensato di ribattezzare il suo programma Uno mattina Markette.
L'altra sera ha bevuto il calice amaro anche Bruno Vespa battuto da Enrico Mentana che aveva in studio Luciano Moggi (Moggi è la variabile impazzita del palinsesto: una volta era chiamato per rispetto adesso per alzare l'audience). Ma Vespa è stato costretto dal film di Raiuno a partire molto tardi. Da cosa dipende questa debolezza intrinseca della tv generalista, questa assurda partita a scacchi che denota mancanza di rispetto nei confronti dello spettatore? Alcuni impazzimenti sono dovuti alle logiche perverse dei palinsesti. Il ritardo della prima serata è stato «inventato» da Striscia la notizia per fare il pieno d'ascolto. Da questo «male» ne discende un altro ancora più grosso. Per non avere concorrenza in quell' ora topica, Mediaset è stata costretta a riportare Bonolis all'ovile, a peso d'oro. Ma Bonolis è tornato con tutto il clan di Lucio Presta (Paola Perego, Amadeus, Panicucci) imponendo alcuni programmi rivelatisi poi dei fallimenti (Amadeus è già sparito dal video). Visto che parliamo di clan, la disarticolazione dei palinsesti dipende anche dal fatto che in troppi ci mettono le mani. Ormai personaggi come Lucio Presta, Bibi Ballandi, Lele Mora, Beppe Caschetto contano più dei direttori di rete. Non a caso a dirigere Raiuno c'è Fabrizio Del Noce, un giornalista che non si era mai occupato di programmazione. A dirigere Canale 5 ci sarà Massimo Donelli (tanti auguri!), la cui unica esperienza tv consiste nell' aver diretto Sorrisi e canzoni (dove spesso si è lamentato dell'infedeltà dei palinsesti!). Qualcuno imputa la follia della programmazione alla crisi imprevista dei reality (difficoltà che coinvolge persino un campione d'ascolti come L'isola dei famosi) o all'esplosione del satellite, di Sky (è il caso di Lost, laserie di culto, che in onda il lunedì regala share record a Fox). Qualcun altro, più addentro, la spiega con la difficoltà delle reti ammiraglie (specie Canale 5) a raggiungere gli obbiettivi promessi agli investitori pubblicitari; di qui gli spostamenti, le protezioni, i traslochi, le cancellazioni apparentemente inspiegabili. Tutto questo mina due meccanismi su cui si fonda, o si dovrebbe fondare, il patto comunicativo della tv: l'abitudine e la fedeltà. Il pubblico è consuetudinario e affezionato ai programmi preferiti. Perché svilire così il palinsesto? Gli orari dei treni non sono sufficienti per garantire a un Paese una rete efficiente di trasporti, ma senza orario i treni non si muovono, e se si muovono creano solo caos.

Aldo Grasso

ELIPIOVEX
00venerdì 29 settembre 2006 17:44
Magari a forza di ripeterlo si torna agli orari normali... o no?
(Rosy)
00venerdì 29 settembre 2006 18:11
Almeno si spera, anche ieri sera i Cesaroni sono cominciati ben oltre le nove
ELIPIOVEX
00venerdì 29 settembre 2006 20:27
Soprattutto con le fiction lunghe, tipo Carabinieri, mettiamoci pure i Cesaroni, Distretto, se perdi il finale di ogni puntata perché non ce la fai più a rimanere sveglio, ti perdi quel pathos, quel senso di eccitazione che ti porta a guardare la puntata successiva... e alla fine smetti di guardare e mandi tutti in malora...
ELIPIOVEX
00martedì 24 ottobre 2006 21:10
'Via i reality dalla tv, per legge'
Sono i consumatori a chiederlo

Secondo un sondaggio di Intesaconsumatori, gli italiani si sono abbondantemente stufati dei vari reality. La conferma arriva dai dati Auditel. Fra i desideri ci sono anche: la riapertura delle case chiuse, niente stipendio ai politici e la rimozione del Vaticano da Roma perchè li influenza troppo



PROPOSTA CLAMOROSA Roma, 24 ottobre 2006 - Eliminare per legge i reality show dai palinsesti della televisione, pubblica o privata che sia. È la richiesta che spicca al primo posto di una ideale classifica dei 'desiderata' dei consumatori.

A conferma di una stanchezza sempre più crescente dei telespettatori per questo genere di intrattenimento, come del resto i dati Auditel di queste settimane stanno impietosamente decretando per Rai e Mediaset e senza fare sconti ad alcuno dei conduttori o conduttrici che siano.

Lo dice un sondaggio curato dall'Intesaconsumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) e presentato oggi nel corso della cerimonia di consegna del premio 'Amico del consumatore', promosso dallo stesso raggruppamento di associazioni e che quest'anno è andato alle Iene di Italia 1, per i loro "servizi di utilità sociale", e al ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani per il suo decreto sulle liberalizzazioni.

Al secondo posto tra le risposte offerte nel sondaggio c'è la riapertura delle 'case chiuse', e quindi a seguire nell'ordine -con risposte sicuramente anche molto singolari - ci sono togliere interamente lo stipendio ai politici; rendere detraibili le spese relative ai prodotti erotici; biglietti bus gratuiti; divieto totale di circolazione per gli scooter; stipendi dei calciatori legati al rendimento in campo; divieto di fumo anche nelle abitazioni private; aumentare i caratteri disponibili per ogni Sms; rendere il lunedì giorno non lavorativo; buste di plastica gratis nei supermercati; togliere il Vaticano da Roma perchè influenza troppo la classe politica; regalare un bonus da 1000 euro a ogni cittadino italiano

ELIPIOVEX
00martedì 24 ottobre 2006 21:11
io approvo in toto abolire i reality per legge, al secondo posto ci metterei l'abolizione del lunedì come giornata lavorativa...
ELIPIOVEX
00lunedì 30 ottobre 2006 21:28
Tv: il vero caso e' il telefilm, ormai 1 programma su 5.
ROMA - Altro che crisi del reality o stanchezza dell'intrattenimento: il vero caso di stagione (che puo' magari essere la causa e non l'effetto dei primi due fenomeni) e' la definitiva (ri)affermazione del telefilm . I risultati di Italia 1, quelli di Raidue e anche certe impennate del satellite (che con i telefilm cult tipo Desperate, Csi e soprattutto Lost, si e' anche conquistato la fidelizzazione di un pubblico diverso da quello del calcio) dipendono proprio dai telefilm americani che, grazie alla qualita' delle storie e della confezione, hanno riguadagnato il terreno perduto negli anni scorsi e garantiscono ormai ascolti solidi e, a volte, sorprendenti (l'ultimo caso, ma non isolato, e' stato quello di Dr House che ha toccato i 5 milioni su Italia 1 e per questo, alla fine di settembre, e' stato spostato dalla domenica al mercoledi' per non 'disturbare' la rete ammiraglia Mediaset). Ma in questa stagione il genere telefilm non solo mantiene saldi i suoi numerosi affezionati, ma addirittura raggiunge cifre record nel totale della programmazione sulle reti generaliste. Se nella scorsa stagione - da settembre 2005 a maggio 2006 - la percentuale totale dei telefilm sul totale della programmazione sulle tv generaliste (Rai, Mediaset e La7) era arrivata al primato storico del 20%, nei primi due mesi della nuova stagione televisiva - dal 1 settembre al 27 ottobre 2006 - si e' gia' al 17.31%, per un totale di 1425 ore di fiction seriale (serie, serial e sit-com). Si tratta di una cifra che fa prevedere un possibile record assoluto di fine stagione (cioé oltre il 20%) per il genere televisivo piu' in ascesa degli anni 2000 insieme a quello dei reality-show. Nello specifico, le tre Reti Mediaset raggiungono con i telefilm il 21.58% del totale della loro programmazione, pari a 770 ore complessive: Canale 5 e' al 14.53%, Italia 1 al 24.36%, Retequattro al 22.84%. Le tre Reti Rai segnano un 9.19% (per un totale di 344 ore complessive), ma questo senza contare che Raidue deve ancora calare i suoi pezzi da Novanta come 'Desperate Housewives' (novembre), 'Lost' (primavera 2007) e 'ER': Raiuno raggiunge l'11.72%, Raidue e' all'11.74%, Raitre segna il 5.11%. La7 conquista a sorpresa il primato con il 24.85% della sua intera programmazione (per un totale di 311 ore complessive) e supera clamorosamente, seppure di un soffio, la rete che da sempre e' considerata la regina del genere, ovvero Italia 1, che dedica ai telefilm il 24.36% della sua intera programmazione (pari a 304 ore complessive). Italia 1 puo' pero' contare sui due fenomeni televisivi del genere d'inizio stagione, entrambi ormai sulle vette stabili del 18% di share: 'Dr.House', passato indenne al cambio di collocazione dalla domenica al mercoledi' (un ulteriore segnale anche della fedelta' e della prontezza di riflessi del pubblico dei telefilm), nonché il meno pubblicizzato 'CSI: Miami' (al 18% col secondo episodio giovedi' scorso contro Morandi, Freccia Nera e Santoro), con un ascolto ormai sulla corsia di sorpasso anche rispetto alla serie-madre 'CSI-Scena del crimine'. E vanno bene anche telefilm che hanno un po' stentato all'inzio sostenendo per esempio reti come Raidue che, Isola, a parte, non brillano di certo: e' il caso di Navy NCIS (11.20% e 2.730.000 la settimana passata) e Criminale Minds (2.707.000 share 10,86% ieri). Numeri di un boom che ormai fa rumore e conosce anche altre declinazioni extra-televisive: le oltre 80.000 copie vendute delle 3 edizioni 'Dizionario dei Telefilm' (Garzanti) e gli 80.000 lettori del mensile ad hoc 'Telefilm Magazine', uniti ai 15.000 spettatori che hanno popolato l'ultimo 'Telefilm Festival' di Milano, testimoniano una passione che va aldila' dei semplici conteggi. E tutto questo in attesa di 'Supernatural', da novembre su Raidue; '24', da dicembre su Retequattro; 'Smallville' (da novembre su Italia 1); 'Desperate Housewives', 'The Closer', da novembre su Italia 1; 'Medium', prossimamente su Raitre; 'Grey's Anatomy', da dicembre su Italia 1. E naturalmente Lost, su Raidue a primavera con la seconda serie che e' gia' in onda su Fox.(ANSA)
@fiordifragola@
00mercoledì 1 novembre 2006 15:38
beh,in un panorama del genere il telefilm mi sembra l'unica oasi di salvezza...
ELIPIOVEX
00mercoledì 1 novembre 2006 21:02
A volte l'unica certezza...
Per me potrebbero fare anche solo telefilm e film... mi andrebbe sempre bene... aggiungo (a nome del marito) se le interruzioni pubblicitarie fossero meno lunghe lui eviterebbe di addormentarsi e riuscirebbe a vedere la fine dei film...
ELIPIOVEX
00mercoledì 15 novembre 2006 18:01
Una buona notizia
Dopo la “follia” delle ultime settimane, che ha visto l’inizio dei programmi di prima serata slittare in avanti di 15-25 minuti a sera, da lunedì 11 dicembre la Rai fissa delle regole precise: con una decisione nata nel corso del Consiglio di Amministrazione dello scorso 18 ottobre secondo le indicazioni del direttore generale Claudio Cappon, i programmi di prima serata delle reti Rai avranno un preciso orario di inizio:

* RaiUno ore 21.10
* RaiDue ore 21.05
* RaiTre ore 21.00

Inoltre dal 1° gennaio 2007 l’inizio della seconda serata delle reti Rai sarà fissato nelle giornate feriali alle 23.10, e nessun programma di intrattenimento (spettacoli e reality show, che oggi spesso durano anche quattro ore!) potrà superare le due ore di durata, con qualche eccezione ammessa tra sabato e domenica.
La scelta è unilaterale e riguarda soltanto le reti Rai: al momento nessuna risposta da parte di Mediaset, la Rai ha comunque detto di essere pronta ad eventuali contraccolpi degli ascolti dovuti all’orario fisso di inizio.
Tra le altre iniziative annunciate: da fine novembre riparte nella seconda serata del martedì su RaiDue l’appuntamento settimanale con “La storia siamo noi”, curato da Rai Educational e condotto da Giovanni Minoli; inoltre, dal settembre 2007 la seconda serata di Raiuno ospiterà per tre sere (al posto delle attuali quattro) il “Porta a porta” di Bruno Vespa, e in un’altra serata un nuovo programma culturale appetibile per tutti, con un protagonista-testimonial (tra i nomi che circolano, quelli di Roberto Benigni e di Alessandro Baricco, e degli storici Andrea Carandini e Luciano Canfora) e che si occuperà di libri, musica, teatro e arte.
(Rosy)
00giovedì 16 novembre 2006 21:33
Sarebbe l'ora! Potrebbe invece avere dei riscontri positivi, la gente non ha più tanta voglia di fare notte fonda per vedere un programma!
Guarda a che ora sta cominciando Codice Rosso!
ELIPIOVEX
00giovedì 16 novembre 2006 21:36
21,33... una vergogna
ELIPIOVEX
00venerdì 17 novembre 2006 14:25
La Rai blocca la «follia dei palinsesti»
Basta show interminabili, più cultura
Sforamenti non permessi: la prima serata comincerà non oltre le 21.10


ROMA - Partiamo dalla novità principale: anticipo della prima serata alle 21, com’era prima del braccio di ferro tra «Affari tuoi» su Raiuno e «Striscia la notizia» su Canale 5. Seconda novità: rivalutazione delle seconde serate e revisione della loro politica editoriale su Raiuno e Raidue. Terza novità: lancio su Raiuno di una seconda serata interamente dedicata alla grande cultura.
Con una decisione a sorpresa, ma comunque maturata nel consiglio di amministrazione del 18 ottobre che ha votato un «indirizzo» presentato dal direttore generale Claudio Cappon, i palinsesti Rai adotteranno un orario diverso. Nell’indirizzo si parlava di «prime iniziative di riqualificazione dell’offerta e di rinnovamento dei linguaggi, più differenziati rispetto all’offerta commerciale e con formule innovative capaci di dare risposte alle tante domande inevase del pubblico televisivo». Da lunedì 11 dicembre la prima serata di Raitre comincerà alle 21, quella di Raidue alle 21.05 mentre Raiuno si attesterà alle 21.10. Niente più slittamento alle 21.25 di «Affari tuoi» per reggere la gara allo share con «Striscia la notizia». La seconda conseguenza sarà dal 1°gennaio 2007 (quando saranno finiti gli attuali show) il contenimento ferreo della prima serata entro le due ore. Per farla breve, alle 23.10 dovrà cominciare con sicurezza «Porta a porta». E comunque sia, dal 2007 qualsiasi programma di intrattenimento non potrà superare le due ore. Finiranno gli «sforamenti » di uno show come «Ballando con le stelle» e di un reality come «L’isola dei famosi», solo per citare due tra i casi che hanno suscitato maggiori contestazioni esterne ma anche interne alla Rai. La griglia delle due ore sarà invalicabile tra lunedì e venerdì, qualche eccezione è prevista il sabato e la domenica. Il problema riguarderà l’intrattenimento: film e fiction hanno da sempre tempi certissimi.
Dopo le tante polemiche sulla instabilità e imprevedibilità degli orari della tv pubblica (il 28 settembre scorso Aldo Grasso parlò di «follia dei palinsesti », intervennero anche il presidente della Rai Claudio Petruccioli e il vicepresidente di Mediaset Pier Silvio Berlusconi) la Rai gira pagina e senza accordo preventivo col concorrente. Anzi, a viale Mazzini fanno sapere di mettere nel conto un primo, eventuale contraccolpo negativo in termini di ascolti e di share per questa scelta unilaterale. La decisione è stata adottata dalla direzione generale e messa a punto da Giancarlo Leone, vicedirettore generale con responsabilità sul prodotto, dopo lunghi seminari del comitato editoriale con i direttori Rai e con realtà esterne: produttori, creativi, filosofi e sociologi. Proprio Leone dice: «Si parla molto di qualità televisiva. Ma qualità è anche assicurare certezza negli orari, contenere la lunghezza dei programmi, dare una risposta alle nuove domande del pubblico».
Ed eccoci alla questione delle «nuove domande». Da settembre la seconda serata di Raiuno ospiterà un appuntamento fisso culturale. Non un talk-show («Porta a porta», secondo lo schema previsto, tornerà alle tre serate)maun format sul modello di Roberto Benigni che legge Dante: un protagonista che testimonia come la cultura possa essere appetibile e stimolante, soprattutto per un pubblico più giovane. Già si fanno i nomi dello stesso Benigni e di Alessandro Baricco, di storici come Andrea Carandini e Luciano Canfora che hanno riempito l’auditorium di Roma con le loro lezioni di storia ideate dall’editore Giuseppe Laterza. Ci sarà spazio per arte, musica, teatro.
A proposito di storia, dalla fine di novembre la seconda serata di Raidue proporrà di nuovo una volta a settimana «La storia siamo noi» della Rai Educational di Giovanni Minoli. Un prodotto sperimentato che tradizionalmente aumenta la media della rete diretta da Antonio Marano del 31% di share in quella fascia. Ma c’è chi in Consiglio, per esempio Sandro Curzi, vedrebbe con favore una striscia quotidiana di storia, sempre affidata alla squadra di Minoli, tra le 19 e le 20: «La storia è la nuova scoperta culturale di questi mesi, abbiamo già in casa un prodotto che funziona, Raidue ha bisogno di rafforzarsi. Mi sembra che ci siano tutte le condizioni per una scelta coraggiosa». Sempre Raidue in seconda serata fisserà un appuntamento col cinema italiano ed europeo di qualità. Tanta offerta Sky va in questa direzione con successo (per esempio il canale «Cult») e quindi la Rai intende puntare su quel pubblico, sfruttando anche il lavoro compiuto da Rai Cinema sotto la direzione di Giancarlo Leone.
Paolo Conti
(Rosy)
00venerdì 17 novembre 2006 15:44
Qualcuno deve pur cominciare e credo che sia dovere della TV di Stato non perseverare in questa spirale perversa di allungamento programmi. Spero che diventi un esempio da seguire anche dalle altre televisioni.
Sibi83
00venerdì 17 novembre 2006 15:57
Speriamo e che valga anche per i canali mediaset!

Non è possibile che una fiction o un film inizi alle 21.40 su canale5 e pochi minuti prima su rai1 quando c'è striscia e affari e tuoi. che si diano una regolata!
Sul sito di sorrisi ogni giorno ci sono lettere di protesta, non se se avete mai letto, segno che nessuno ce la fa più a sopportare questi giochetti.
Ormai l'unica cosa che guardo per intero è distretto che martedì finisce anche. Codice rosso non l'ho guardato tutto e così ho fatto con altre fiction.
e spero che per l'inizio di nati ieri, ris3, cc6, il giudice mastrangelo 2 che sono previsti per il prossimo anno quelli di striscia si moderino nella lunghezza del loro programma.
ELIPIOVEX
00venerdì 17 novembre 2006 16:24
Se tutti gli altri iniziano alle 21 è probabile che calino gli ascolti per striscia dopo tale ora e comincino seriamente a ridimensionarla. Come andava bene prima non bastava?
(Rosy)
00domenica 19 novembre 2006 21:57
Visto che il nuovo autoregolamento comincia dall'undici di dicembre, la rai anche stasera non si smentisce, per la fiction "Capri" hanno appena fatto il riassunto delle puntate precedenti e sono quasi le dieci. [SM=x988254] [SM=x988218]
ELIPIOVEX
00domenica 19 novembre 2006 21:58
C'era Fiorello con Viva radio 2... pensavo fosse quello il programma di prima serata...
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