Da Gazzettino.it: Treviso senza pace, si è dimesso Cima
«Non ero più in linea con la società». Pillon sfoglia la margherita, ma è pronto per il Chievo
Treviso
All'indomani della sfortunata conclusione di un campionato splendido il Treviso è già piombato nel valzer degli addii. Ufficializzato il passaggio del ds Osti alla Lazio, vicino il saluto di mister Pillon («Voglio prima parlare con il presidente», ma lo aspetta il Chevo), le dimissioni a sorpresa di ieri sono quelle dell'amministratore delegato Lodovico Cima. Il dirigente ha rassegnato il mandato nelle mani del presidente Ettore Setten, con il quale, evidentemente, la sinotnia era calata da tempo. «Il risultato e i fatti tecnici non c'entrano - ha spiegato infatti Cima - non mi trovavo più in linea con la società per quanto riguarda aspetti interpersonali e della gestione economica. Questa rimane comunque una stagione incredibile, raggiungere i playoff è stato un risultato eccezionale soprattutto se si pensa a come eravamo partiti».
Intanto si attende di conoscere il destino di Pillon, l'auriga di questa incredibile cavalcata che ha portato la squadra dall'ultimo posto a sfiorare la promozione. La corte del Chievo si fa insistente e, con tutta probabilità, l'allenatore trevigiano saluterà per la seconda volta i suoi tifosi. "Ho un'offera importante - spiega - ma prima voglio parlare con il presidente per poi decidere". Tutto rinviato a questa sera, dunque.
In pole per subentrare c'è Ezio Rossi. L'ex "roccia" della difesa biancoceleste, reduce dall'esperienza al Torino dopo quella di Trieste, sarebbe l'ideale sostituto del "baffo" nel cuore dei tifosi e garantirebbe una continuità tecnica. Ci sarà comunque un Pillon: Albino, fratello di Bepi, già secondo allenatore in questa stagione. A breve si attende inoltre l'annuncio del ritorno di Giovanni Gardini, che l'altro giorno ha rassegnato le dimissioni alla Lazio, pronto a operare da direttore sportivo.
Sempre ieri Osti ha ufficializzato il suo passaggio alla Lazio con una conferenza stampa: "Per il momento termina la mia avventura qui - ha detto Osti - Mi è capitata un'occasione professionale importante per lavorare in serie A. A Treviso ho passato 4 anni intensi, probabilmente i più importanti della mia carriera sinora". Dalla prima stagione in C/1 alla serie A sfiorata, sono tante le persone che il diesse vittoriese ha salutato: "Vorrei ringraziare chi mi ha dato fiducia: la società, in primis il presidente Setten; poi tutti quelli con cui ho lavorato, i tifosi e i ragazzi, perché senza un gruppo dalle grandi qualità morali come questo non saremmo arrivati così in alto. Infine ringrazio Pillon perché, se la Lazio mi ha chiamato, è anche merito suo".
Poi spazio ai ricordi e agli aneddoti: "Soddisfazioni? La vittoria nel campionato di C1. E poi guardo ai 1.500 spettatori di Treviso-Lumezzane, la mia prima partita, e gli 8.000 dell'ultima gara col Perugia. La mia migliore scoperta? Dire Barreto sarebbe ingiusto: è di Pillon, è stato lui ad avere il coraggio di lanciarlo. Penso allora a D'Agostino, nessuno si sarebbe immaginato la sua crescita. Rappresenta il simbolo di questo Treviso. Come Fabio Gallo, giocatore eccezionale, leader in campo e fuori, vera anima biancoceleste".
Non a caso Osti ha chiesto il prestito di D'Agostino (cercato anche dall'Atalanta) all'Udinese. "La Lazio pensa all'Intertoto - ha chiuso il diesse - quindi non escludo soluzioni rapide. Ma al momento non credo di prendere nessuno. E chissà che non arrivi qualche giovane laziale a Treviso". Da scegliere ora il suo sostituto: uno tra Mangoni (Pistoiese) e Maritozzi.
ROMPETE LE RIGHE - Ieri la squadra s'è ritrovata a colazione "da Dino" a Villorba. L'anfitrione ha offerto la colazione a tutti, quindi è avvenuto il definitivo "rompete le righe". Molti giocatori hanno poi lasciato la Marca già in serata.
Alberto Polita