Toronto: "Scoprire i capolavori dell'arte egizia: scavi nella tomba di Harwa"

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-Kiya-
00venerdì 29 settembre 2006 01:05
di Simona Giacobbi

Delicate scene in rilievo, disegni in prospettiva e splendidi testi geroglifici che si tuffano nel passato ma sempre con qualcosa di nuovo, di innovativo. Qualcosa che va oltre l'arte per indicare quella linea sottile che separa il corpo dall'anima e la vita dalla morte.
Questa è la tomba di Harwa, un monumento unico nel suo genere, che ricopre un'importanza primaria per la conoscenza della storia, della cultura e delle usanze funerarie della sua epoca. Dal 1996 è oggetto di scavi della Missione archeologica italiana, iniziati a Luxor nel 1996, e diretti da Francesco Tiradritti, ospite martedì al Royal Ontario Museum in una serata dal titolo "Scoprire i capolavori dell'arte egizia: scavi nella tomba di Harwa", in collaborazione con l'Istituto italiano di Cultura di Toronto.
Lavori che, dopo un attento restauro, hanno riportato alla luce la storia della tomba, la sua vastità, originalità e magnificenza, fino a farla diventare uno dei più grandi monumenti funerari d'Egitto.
Prima di dare inizio alle ricerche nel complesso funerario di Harwa e Akhimeru, l'egittologo toscano, curatore di vari volumi scientifici sulla storia dell'arte, ha compiuto scavi anche in Italia e Sudan. Nel 1997 nasce "Harwa 2001", associazione culturale onlus che raccoglie i fondi necessari al finanziamento della ricerca archeologica, oltre a organizzare mostre, convegni e viaggi.
«Ci vorranno sicuramente ancora vent'anni di lavoro» ha spiegato Tiradritti nel decimo anniversario degli scavi, illustrando un ricco reportage e spiegando le difficoltà incontrate durante i lavori ma anche gli strabilianti ritrovamenti.
«Harwa fece scavare il proprio sepolcro nella piana dell'Assassif, sulla riva Ovest di Luxor - ha raccontato Tiradritti - davanti al tempio della regina Hatshepsut. Con i suoi 4.500 metri quadrati di estensione è una delle più grandi tombe private dell'Egitto antico, dove i i quattro livelli sotterranei raggiungono la profondità di ben 25 metri. A partire dalla fine del Nuovo Regno, nell'XI secolo a.C., gli egizi avevano cominciato a seppellire i propri morti in gallerie scavate nella roccia prive di decorazione. Dopo quasi trecento anni, Harwa riprende l'interrotta tradizione della tomba monumentale, realizzandone una che supera in estensione tutte quelle che i sovrani delle epoche precedenti si erano fatti scavare nella vicina Valle dei Re. Oggi la tomba si trova al centro di una vasta necropoli. Harwa non portò a termine, però, la sua tomba e il suo successore, Akhimenru, ampliò la parte settentrionale del corridoio che circonda tutto il primo livello sotterraneo per ricavarne il sepolcro. Per poi essere trasformata, in epoca tolemaica, in santuario. Tra le firme che possono essere ancora lette sulle pareti del cortile, quella del poeta francese Arthur Rimbaud. Non abbiamo prove, ma pensiamo a un suo possibile soggiorno a Luxor verso la fine del XIX secolo». Un ingresso porticato, un vestibolo, un cortile, due sale ipostile, il santuario di Osiride, un corridoio che porta alla tomba di Padineith, una serie di sale e ben 14 pozzi funerari. Sono i nove ambienti che compongono la tomba, ognuno dei quali segna il passaggio di Harwa dalla vita alla rinascita, passando nel tempo, attraverso la morte. Tutto secondo un preciso progetto. «Per la prima volta nella storia egizia - continua Tiradritti - le decorazioni narrano il cammino dell'uomo dalla vita alla morte e dalla morte alla vita eterna. Il culmine di questo racconto è toccato dal rilievo che rappresenta, attraverso un'allegoria, la morte. Harwa, ritratto come un vecchio dal ventre prominente, il seno cadente e il doppio mento, è condotto nell'Oltretomba dal dio sciacallo Anubi. La mano della divinità stringe con fermezza quella dell'uomo, che invece tiene le dita ben distese, quasi cercasse di sfuggire e divincolarsi da quell'ineluttabile presa. Il destino eterno di Harwa si compie con il raggiungimento del dio Osiride, re dei Morti, la cui immagine è scolpita in altorilievo sulla parete di fondo del santuario, che chiude la successione degli ambienti del primo livello sotterraneo. La figura di Osiride è caratterizzata da un'illusione ottica, il trompe-l'oeil. L'immagine del dio, di dimensioni ridotte, è visibile sin dall'ingresso al primo livello sotterraneo della tomba, da dove appare più distante di quanto sia in realtà, quasi a voler posticipare l'incontro con Osiride e il doloroso momento della morte.
Un'altra scena in trompe-l'oeil, si trova nelle raffigurazioni di alcuni pescatori che hanno dimensioni minori rispetto a quelle dell'uomo che pulisce il pesce. Le due scene appaiono in prospettiva spaziale e temporale. Qualcosa di unico a quell'epoca. Gli ambienti sono costruiti in profondità, alternati ad altri a cielo aperto. Chiaro il passaggio simbolico tra la luce e le tenebre, la vita e la morte
».

(fonte:www.corriere.com)
Hatshepsut76
00venerdì 29 settembre 2006 09:07
interessante! E pensare che sono stato a Siena quest'estate... potevo approfittarne per andare alla ricerca dell'Associazione Harwa... [SM=x822731]
Maat Ka Ra
00lunedì 9 ottobre 2006 20:09
Kiya, spero che vada bene, in caso contrario, intervieni pure! :)
Questa che posto è una foto presa dal testo "L'Enigma di Harwa", a cura di Silvia Einaudi e Francesco Tiradritti, in occasione della mostra tenutasi a Torino presso Palazzo Bricherasio per la presentazione dei lavori di scavo e ristrutturazione della tomba.
Si tratta del momento in cui Anubi prende per mano Harwa in maniera decisa per portarlo nel mondo dei morti. E' molto toccante. Se avete l apossibilità di reperire questo testo, lo consiglio: è davvero interessante e Tiradritti e la sua equipe stanno portando avanti i lavori in maniera egregia.
Hatshepsut76
00lunedì 9 ottobre 2006 20:29
Bella immagine! Grazie per averla condivisa con noi!

Credo proprio che cercherò di rimediare il testo... [SM=x822712]
Maat Ka Ra
00lunedì 9 ottobre 2006 20:45
forse ce l'hai già...non eri venuto su e avevi preso anche il CD? [SM=x822734]
Hatshepsut76
00lunedì 9 ottobre 2006 20:52
ehm, no... non ho preso nulla quando c'è stata la mostra a Palazzo Bricherasio... grrr
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