TELECOMCERTO: IN 500 MILA PER I GENESIS
ROMA - "Sarà un concerto di canzoni d'annata", annuncia in italiano Phil Collins aprendo il Telecomcerto al Circo Massimo. E così è stato. Davanti a diverse centinaia di persone (500 mila per il Comune di Roma) i Genesis hanno chiuso trionfalmente nella Capitale la tranche europea del loro Turn it on again Tour. E, nonostante mancasse il tanto atteso ex leader carismatico Peter Gabriel, la band britannica non ha deluso le attese.
Passando con disinvoltura dallo stadio di Wembley, dove una settimana fa hanno partecipato al Live Earth, all'antichissimo Circo Massimo, Phil Collins, Mike Rutherford e Tony Banks, di nuovo sulle scene live dopo 15 anni e con 130 milioni di dischi venduti alle spalle, sono stati i gladiatori della quinta edizione del Telecomcerto, evento gratuito organizzato da Telecom Progetto Italia con il Comune di Roma. La premiata ditta Collins-Banks-Rutherford non ha badato a spese: oltre due ore di show su un mega-palco iper-tecnologico di 64 metri di larghezza e 28 di altezza e profondità, 90 milioni di led a comporre un mega-schermo, esplosioni e fuochi che hanno illuminato la torrida e stellata notte romana. I Genesis hanno infiammato i fan regalando i loro pezzi storici ripescati dal loro ricco repertorio (e su 24 brani cinque portavano la firma di Gabriel). Per tutti coloro che non hanno potuto essere presenti o per chi volesse un ricordo della serata, uscirà un dvd, girato dal figlio di Rutherford, Harry. Il Circo Massimo si accende subito con Behind the Lines e Dukés End, per passare poi all'energetica Turn it on Again, del 1980. Le lancette di un gigantesco orologio scorrono velocissime in senso antiorario sul ledwall e la band di Nursery Crime si compatta per No son of mine, impreziosita dall'inossidabile voce del 56enne Collins, in ottima forma, e dalle tastiere dell'imperturbabile Banks.
Uno show teatrale e ricco di effetti visivi di grande impatto, di cui non c'era quasi traccia nell'avvio del tour, l'11 giugno a Helsinki, dove il sole non tramontava mai. Dopo Land of Confusion, Tonight, tonight e Invisible Touch, tutti dall'omonimo album dell"86, ecco i pezzi del periodo d'oro, quello tra la leadership di Gabriel e i cinque anni successivi al suo addio: emozione e brividi con un medley che offre in successione In The Cage (dal monumentale capolavoro del '74 The Lamb lies down on Broadway), The Cinema Show (entrambe firmate dai tre attuali membri piu' Gabriel e l'ex mitico chitarrista Steve Hackett), Dukés Travels e Afterglow. Dopo Hold of my Heart di Collins e Home by the Sea di Banks, si arriva alla leggera Follow you Follow me, e da due perle: Firth of Fifth e I know what I like, sulle quali grava l'inconfondibile impronta di Gabriel. Non sarà stato sul palco accanto agli ex colleghi, ma un Peter giovanissimo, versione anni Settanta, appare sul ledwall insieme agli altri Genesis dei tempi andati. I fan si devono 'accontentare' di Collins, che ironicamente cerca di ripetere le sue celebri acrobazie con il tamburello, urla la sua Mama mentre, esattamente come 20 anni, il faccione é illuminato dal basso drammatizzando al massimo il set; dirige con autorità il mare di gente in una gigantesca ola al momento di Domino, coinvolgendo le differenti fasce di pubblico in un divertente 'effetto domino'. Con il potente Chester Thompson alla batteria, dà quindi vita a un duetto rock da ricordare per molto tempo, che sfocia nella magnifica Los Endos, tratta da Trick of the Tail, del 1976. Phil, cantante, musicista e batterista cui è toccato svolgere il difficile compito di raccogliere il testimone di Gabriel e che nel 2004 aveva annunciato il suo addio alle scene, non delude. I bis chiudono la serata in bellezza: l'ironica I can't dance lascia il posto, per il gran finale, all'indimenticata Carpet Crawlers. Il pubblico del Circo Massimo si fonde in un unico coro. Anche quest'ultimo brano è tratto da The Lamb, che consacrò Peter Gabriel e che fu anche l'album del suo addio. C'é da augurarsi che il saluto finale della band alla folla felice del Circo Massimo sia stato non un addio, ma un arrivederci. Il Telecomcerto è un evento al quale Telecom Italia non vorrebbe rinunciare. e per il prossimo anno si vorrebbero portare a Roma nomi come Michael Bublé, Police, Pink Floyd e David Bowie.