Marian Price. Intervista con una vera repubblicana

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jay.ren
00lunedì 8 gennaio 2007 00:51
Marian Price è la perfetta rappresentante del repubblicanesimo irlandese. Nata in una famiglia repubblicana, ha sempre lottato per liberare le Sei Contee dall'occupazione britannica.
A capo dell'Ira ASU (Active Service Unit) sul suolo inglese, ha orchestrato la 'bombing campaign' contro la capitale britannica. Incarcerata, insieme alla sorella, è stata protagonista del più lungo sciopero della fame. Oltre 270 giorni, alternado digiuno alla crudele tecnica dell'alimentazione forzata.

Poche settimane fa ha accettato di fare quattro chiacchere. Ecco il risultato dell'incontro.



Fire in the Blood. Lady Marian Price


L'odioso trillo del cellulare mi riporta alla realtà. Bip-bip, bip-biip. Il messaggio di Andrea da Belfast è asciutto. Solo poche parole:

"Venerdì ore 16. Puntuale".

Finalmente.

Il momento tanto atteso è arrivato. Salgo sul pullman che da Dublino mi porterà fino a Belfast. L'autista ha messo il climatizzatore sulla temperatura dell'inferno, o quasi; l'aria sul mezzo è irrespirabile e ti fa chiudere gli occhi. Anche il paesaggio che scorre dai finestrini non aiuta a restare vigili. Però devo sistemare le domande, controllare se sono scritte correttamente e se riesco a coprire tutti i punti della mia scaletta. E poi, ovviamente, speriamo di seguirla anche se sono curioso di capire dove può portare.
La mia prima intervista.
Il pullman è in ritardo, ovviamente. Vedo passare dai vetri Newry e la zona del South Armagh, poi Banbridge, Lisburn. Ancora il nastro nero d'asfalto e poi, finalmente, la periferia di Belfast.
L'autista parcheggia il torpedone alla stazione degli autobus dietro all'Europa Hotel, il più bombardato d'Europa dal dopoguerra ad oggi.
Andrea mi aspetta fuori in strada, le quattro frecce accese. Neppure il tempo di un saluto e siamo già nel traffico caotico di Belfast.
Venerdì pomeriggio. Sembra che nessuno lavori. Sono tutti in giro ad intasare le strade cittadine. Ed il ritardo aumenta.
Man mano che ci addentriamo nel cuore di Belfast, l'ansia comincia ad aumentare. I soliti dubbi, le mille perplessità di chi, lontano spettatore degli avvenimenti nordirlandesi, si troverà tra poco a cospetto con un'assoluta protagonista delle lotte repubblicane.

Marian Price.
Una donna che ha vissuto interamente ed intensamente la trentennale lotta di liberazione dal giogo britannico. Ha guidato l'unità dell'Ira responsabile della 'bombing-campaign' sul suolo inglese negli anni '70. Protagonista, suo malgrado, del più lungo sciopero della fame e costretta all'alimentazione forzata che le ha causato problemi di salute. Ma sempre indomita e con una forza esplosiva. Ha aspramente criticato i Provisional e lo Sinn Fein per l'Accordo del Venerdì Santo, ricevendo la visita di alcuni esponenti paramilitari che hanno cercato di convincerla del contrario. È ritornata alla politica attiva, entrando nel 32 County Sovereignty Movement e occupandosi attivamente dei prigionieri repubblicani come portavoce dell'IRPWA. Il 32 Csm viene ritenuto dai governi inglese ed americano la vetrina politica della Real Ira, formazione dissidente formata nel 1997 da importanti repubblicani stanchi dell'immobilismo dei Provisional, tra i quali Michael McKevitt, Thomas "Slab" Murphy, Marian Price e Francis Mackey.
L'auto si ferma davanti alla sua abitazione ad Andersontown. Scendiamo velocemente e suoniamo il campanello. La porta si apre e lei mi accoglie in casa con un largo sorriso, come se mi conoscesse da tempo.
Entriamo nel salotto, con le decorazioni natalizie già in bella mostra. Ci sediamo sul divano, al caldo. Mi sento a mio agio, i timori si sono dissolti. Marian Price ha un volto delicato, molto irlandese, ma ci sono fierezza e orgoglio nello sguardo. Entra una ragazza e ci porta il tè con i biscotti, defilandosi subito dietro la porta chiusa. Dopo aver sorseggiato la bevanda fumante, si parte con la prima domanda. Sono al settimo cielo, incurante se qualche orecchio estraneo potrà sentire ogni nostra parola.
Marian Price ed io... praticamente sono come un ragazzino che incontra il calciatore preferito, moltiplicando tale sensazione di cento volte.

Tutta l'intervista, con le fotografie, ed una breve nota biografica, li trovate su Les Enfants Terribles, Distretto Nord >>
jay.ren
00lunedì 8 gennaio 2007 20:19
L'alimentazione forzata...
"Quattro secondini ti legano alla sedia così forte che non puoi divincolarti. Allora stringi i denti per cercare di tenere chiusa la bocca ma loro inseriscono un oggetto metallico tra mascella e mandibola per aprirtela. Quindi inseriscono nella bocca una ganascia di legno con un buco in mezzo. Ci fanno passare un grosso tubo di gomma. Ti tirano la testa all'indietro. Non puoi muoverti. Intanto buttano il cibo nel frullatore - orange juice, zuppa o crema se vogliono aumentare le calorie. Quindi prendono una brocca di questo intruglio e lo mettono nell'imbuto collegato al tubo in gomma. L'alimentazione forzata dura 15 minuti ma ti sembra un'eternità. Non sei in grado di controllare nulla. Sei terrificata dall'idea che il cibo scenda per la via sbagliata e tu non possa comunicarlo perché non puoi muoverti né parlare. Sei spaventato a morte perché potresti tossire fino alla morte".

[SM=x145460]

Ah Phoblacht Abú [SM=x145459]

Ren
scottishflag
00domenica 21 gennaio 2007 21:06
Seppur con colpevole ritardo, ti porgo i miei complimenti per l'intervista. Davvero un pezzo ben realizzato, nuovamente complimenti a te e LET! [SM=x145459]
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