Robert Bauval: Akhet-Aton, la città dei giubilei

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@Ljuba@
00domenica 3 dicembre 2006 22:38
Vorrei condividere con voi questo articolo, scritto da Robert Bauval,pubblicato sulla rivista Hera del dicembre 2005.

Non so se lo sto postando nella sezione giusta, ovviamente, se lo riterrete opportuno, lo sposterete nella cartella più adatta.

E' una via di mezzo tra il diario, il racconto di viaggio, e una serie di teorie riguardanti varie tematiche sull'argomento di cui parla il titolo.

Ne riassumerò buona parte per non annoiarvi, sperando di riuscirci in maniera esauriente.
Come dicevo a Kiya, sono una profana del settore, e quindi, non ancora in grado di farmi opinioni sulle varie teorie.

"La visita a Tell El Amarna era già da un pò nei miei piani, ma in un modo o nell'altro non avevo mai trovato il tempo o l'opportunità di andarci.
Raggiunto il limite dell'oasi di Fayum...abbiamo costeggiato il fiume per alcune ore e alla fine abbiamo raggiunto il laborioso mercato della cittadina di Al Minya.
Dopo un pò di riposo e ristoro, siamo usciti da Al Minya per arrivare al piccolo villaggio di Malawi, dove abbiamo attraversato il Nilo.
A quel punto ci lasciammo alle spalle la lussureggiante valle del Nilo e ci addentrammo nel deserto per raggiungere una vasta piana a forma di falce di luna, costeggiata da basse colline rocciose.
Ci trovavamo al favoloso sito di Tell El Amarna.
Ma dov'era la leggendaria città del sole?

Tristemente, Akhet-Aton è quasi scomparsa.
Secondo Barry Kemp, leader dell'El Amarna Survey, condotto nel 1977/78, dalla Egypt Exploration Society, "Amarna non è mai stata una città perduta nel senso che divenne invisibile, anche se ci potrebbe essere stato un lungo periodo in cui non venne mai presa in considerazione per mancanza di interesse".




una foto della località, presa da un sito francese.

...to be continued... [SM=x822711]
-francis-
00lunedì 4 dicembre 2006 10:20
[SM=x822733] La foto non è di Tell el Amarna!
@Ljuba@
00lunedì 4 dicembre 2006 14:10
Io, l'ho presa dal sito, non saprei, però se dici che non è la foto di Tell el Amarna, mi fido.

Per vedere il sito, in francese, cliccate QUI

Sotto la foto,come puoi vedere, c'è la didascalia in francese, Tel el-Amarna: Akhetaton aujourd’hui.
Se non è la località descritta della didascalia, non hanno tenuto conto che qualcuno potrebbe smentirli?

[SM=x822728]

-francis-
00lunedì 4 dicembre 2006 14:18
Le foto di Akhetaten oggi le ho pubblicate in altro post.
Puoi fare i tuoi raffronti.
Del resto l'articolo mi sembra molto superficiale...
@Ljuba@
00lunedì 4 dicembre 2006 14:38
Non so quale sia il post a cui ti riferisci, se me lo linki, gentilmente, almeno posso vederle anch'io.

Nel frattempo continuo...
Le rovine di Tell El Amarna vennero notate per la prima volta in tempi moderni dal francese Edmè Jomard, un membro anziano della spedizione napoleonica del 1798-1799, il quale, tornando al Cairo lungo il Nilo, fu sorpreso dall'imbattersi nei resti sparsi di ciò che sembrava essere un'enorme città non segnata in nessuna delle sue mappe.

Inconsapevolmente, Jomard si era imbattuto nella città perduta di Akhet-Aton, o piuttosto in ciò che ne era rimasto dopo che fu deliberatamente rasa al suolo dai furiosi sacerdoti di Amon-Ra nel 1335 a.C. circa.

Jomard fece uno schizzo a mano libera della città che servì da grossolano riferimento sino al 1824, quando un sondaggio archeologico vero e proprio venne condotto da Sir John Gardner Wilkinson.
Dopo di lui fu la volta dell'archeologo prussiano Richard Lepsius negli anni quaranta dell'Ottocento.
E' stato Sir Flinders Petrie, tuttavia, a dare il via a scavi archeologici sistematici nell'area dal 1891.
Dal 1917 in poi, vennero eseguiti diversi sondaggi dettagliati di Akhet-Aton, l'ultimo ad opera di Barry Kemp e Mohamad Abdel Aziz Awad nel 1977-78, e pubblicato nel 1993 dalla Egypt Exploration Society (EES), di Londra.
Da tutti questi sondaggi, soprattutto dall'ultimo di Kemp e Awad, si può trarre un'immagine realistica di come dovesse apparire la città di Akhet-Aton.
Oggi esiste un modello in scala della città realizzato dagli architetti inglesi Ingham Associates of London, in mostra presso la EES. (Egypt Exploration Society)Comparata ad altre città antiche, Akhet-Aton era una metropoli in espansione, lunga 12 km e larga 2.
Appena costruita, doveva sembrare un gioiello splendente lungo la riva orientale del Nilo.
I suoi veri confini si estendevano su entrambi i lati del Nilo e comprendevano i campi verdi sulla riva ovest.
Si stima che la popolazione della città arrivò a 30.000 abitanti in pochi anni, un numero enorme per l'epoca e avrebbe reso Akhet-Aton una metropoli comparata alle culture primitive del secondo millennio a.C. in altre parti del mondo, dove la gente viveva ancora in piccoli insediamenti, il cui numero di abitanti raramente eccedeva le 1.000 anime.


Nella foto, un'immagine di Sir William Flinders Petrie, il quale, come riportato nell'articolo, diede il via a scavi sistematici nel 1891.




-francis-
00lunedì 4 dicembre 2006 16:45
Re:

Scritto da: @Ljuba@ 04/12/2006 14.38
Non so quale sia il post a cui ti riferisci, se me lo linki, gentilmente, almeno posso vederle anch'io.





Mi riferisco al link da te citato
-Kiya-
00lunedì 4 dicembre 2006 21:57
Re:

Scritto da: @Ljuba@ 04/12/2006 14.38
Non so quale sia il post a cui ti riferisci, se me lo linki, gentilmente, almeno posso vederle anch'io.





le foto di cui parla -francis- le trovi qui, cara @Ljuba@



mentre qui troverai altre informazioni (nonchè altre immagini) a riguardo della Città di Akhenaton:




[SM=x822713]
-Kiya-
00lunedì 4 dicembre 2006 22:46
Re:

Scritto da: -francis- 04/12/2006 10.20
[SM=x822733] La foto non è di Tell el Amarna!



non avendo mai avuto la fortuna di visitare il sito, mi chiedo: non potrebbe trattarsi del particolare di mura ancora in piedi?
pizia.
00martedì 5 dicembre 2006 00:08
Anche se Bauval non è fra gli archologi più stimati, posta l'articolo più completo che puoi, anzi copialo pure, stai tranquilla che non ci annoierai! [SM=x822712]
@Ljuba@
00martedì 5 dicembre 2006 09:04
Grazie per il link, Kiya.
Mi fa piacere, pizia, che non annoi. [SM=x822712]

Ben presto ad Akhet-Aton iniziarono i lavori per le tombe della famiglia reale e i nobili.
Queste furono scavate nelle colline orientali, dietro il centro della città.
L'area reale fu chiamata "Aton distintosi nei Giubilei" e consisteva di vasti templi con corti aperte, palazzi lussuosamente decorati e ville con giardini e attracchi privati sul Nilo, con una varietà di costruzioni ausiliarie, come caserme militari, e botteghe.

C'era uno splendido viale che serviva da percorso cerimoniale per il re e che correva parallelo al fiume tra il Gran Palazzo e il Grande Tempio di Aton, conosciuto come "gem-pa-Aton", casa di Aton.
Questo enorme tempio aveva una pianta rettangolare allungata con l'entrata a ovest che conduceva in un cortile anteriore chiuso, conosciuto come "casa della gioia" e quindi attraverso una serie di sei corti intercomunicanti.
Nel retro del tempio vi era un macello per gli animali sacrificali e, ancora oltre, all'estremità del complesso, il "santuario di Aton", che consisteva di una serie di corti aperte che contenevano centinaia di tavoli per le offerte.
L'intero complesso misurava sbalorditivamente 760 m di lunghezza e 290 m di larghezza, ed era completamente racchiuso da un alto muro di cinta.
La "casa del re" era immediatamente a sud del tempio, un piccolo ponte conduceva da lì ai giardini reali di fronte al Nilo.

A sud della casa del re vi era il cosiddetto piccolo tempio di Aton che, probabilmente, serviva da cappella privata per il re.

La città aveva due porti principali, uno per il Grande Tempio e uno per il Palazzo Reale.
Vi era anche un grande molo d'attracco con una serie di piccole banchine che servivano i diversi magazzini e le aree residenziali della città.

Era tutto perfetto ad Akhet-Aton, in superficie.
Sfortunatamente, Akhet-Aton fu costruita in fretta per poter soddisfare l'impazienza del faraone per spostare da Karnak la sua corte.
Se fosse sopravvissuto, è improbabile che gli edifici sarebbero rimasti integri per molto senza riparazioni e ridecorazioni costanti.
Per quanto riguarda il luogo, il sovrano non ne avrebbe potuto scegliere uno peggiore.
Si trattava di un catino desertico inospitale reso ancora più impervio dalle colline alle sue spalle, che irradiano il calore del sole con una spietata intensità.
L'estate ad Akhet-Aton doveva essere un incubo infuocato.
Non protetta dalla lussureggiante vegetazione della valle del Nilo, i venti dovevano costantemente portare nuvole di polvere dal deserto arido e secco.
Ancora oggi è una regione desolata abitata solamente da poche famiglie fellahinche vivono in condizioni misere.
Allora, perchè il sovrano scelse un luogo tanto impervio per costruire il dominio eterno del dio solare?

@Ljuba@
00mercoledì 6 dicembre 2006 14:37
Il Signore dei Giubilei
C'è qualcosa di specifico nel grandioso piano di Akhenaton, che credo sia sfuggito all'attenzione dei più, cioè il forte legame creato dal sovrano stesso tra la città di Akhet-Aton e i giubilei reali.
Ciò, come abbiamo già visto, è reso ovvio dal nome del centro della città, conosciuta come "Aton distintosi nei giubilei".

In uno dei miei articoli precedenti avevo associato questi giubilei al Ciclo Sotiaco e, conseguentemente, alla fenice solare che, cosa abbastanza strana, veniva a volta chiamata "Il Signore dei Giubilei".

La fenice era sacra in modo particolare a Eliopoli, perchè lì si è accesa al momento della Creazione, zep tepi, il "primo tempo", per dare avvio ai cicli del cielo e del "tempo".

Avendo questo in mente, è quindi molto significativo che Akhenaton descrisse il sito di Akhet-Aton come "la sede del Primo Tempo, che lui (Aton) ha costruito per sè per poterci riposare".

Quanti giubilei Akhenaton ha celebrato ad Akhet-Aton?

E per chi?

La risposta dipende da quale egittologo si vuole credere.
Donald Redford, ad esempio, attribuisce solamente un giubileo ad Akhenaton e non ad Akhet-Aton, ma a Karnak.
Anche l'egittologa Jocelyn Gohary, che vive in Egitto, ed è accreditata come uno dei maggiori esperti sui giubilei di Akhenaton, è d'accordo, anche se, a differenza di Redford, lascia la questione leggermente aperta.

Dall'altro lato altri, come Gunn, Aldred, Uphill e Griffith hanno proposto che ci siano stati almeno due, e forse persino tre o più giubieli celebrati ad Akhenaton durante i suoi 17 anni di regno.

Ad ogni modo, tutti questi studiosi sembrano almeno d'accordo che all'inizio del suo regno, probabilmente il secondo o il terzo anno, Akhenaton decise di proclamare un giubileo non per sè stesso ma, stranamente, per suo padre Aton.
E questo tre anni prima della rottura con i sacerdoti di Amon-Ra a Karnak.
Potrebbe ben essere che il sovrano, nella sua ingenuità, pensò di poter semplicemente imporre il suo nuovo dio ai sacerdoti di Amon-Ra con un tale evento.

Ad ogni modo, il controverso desiderio di Akhenaton di avere un giubileo così presto nel corso del suo regno, senza considerare che fosse dedicato a Aton, diede impulso a un monumentale programma edile a Karnak, sotto il naso dei contrariati sacerdoti di Amon-Ra.

Tra i molti templi costruiti in fretta a Karnak, due si distinguono: il cosiddetto Gm-(t)-p-itn, "Il Disco Solare è stato Trovato"m e lo Hwt-bnbn "La Residenza del Benben".

@Ljuba@
00mercoledì 6 dicembre 2006 14:53
I misteriosi Talatat
Questi templi, come tutti gli altri templi costruiti da Akhenaton sotto il suo regno, sarebbero stati deliberatamente smantellati pietra su pietra dai sacerdoti di Amon-Ra dopo la morte del sovrano e le pietre vennero usate come base comune o sedili per le nuove costruzioni di Karnak.

Negli ultimi 50 anni, gli archeologi hanno scoperto una vasta quantità di piccoli blocchi di pietra, circa 45.000 sino ad ora, che facevano parte un tempo del Gm-(t)-p-itn, e dello Hwt-bnbn, all'interno dei piloni delle mura costruite dopo la morte di Akhenaton.

Questi piccoli blocchi sono noti agli egittologi come Talatat, apparentemente una parola di origini sconosciute.
All'inizio, alcuni intraprendenti egittologi pensarono di poter riassemblare i talatat come un gigantesco puzzle, ma il processo si dimostrò talmente lungo e tedioso che quasi nessun progresso è stao realizzato in molti anni.

Nel 1965 tuttavia, Ray W. Smith, un ufficiale dell'esercito americano in pensione e amante sviscerato delle arti e tecnologie antiche, propose di usare la grafica computerizzata per ricostruire virtualmente i vari pannelli murari dai quali erano stati estratti i talatat.

Smith raggruppò un certo numero di eminenti egittologi per fondare il progetto del Tempio di Akhenaton sotto la sua direzione.

Nel 1972, a Smith succedete l'egittologo Donald Redford che stabilì che quasi tutti i talatat venivano da Gm-(t)-p-itn, che venne utilizzato da Akhenaton per il suo giubileo di Karnak.

Ma siccome non vi erano prove simili di un giubileo a Tell El Amarna, Redford ne concluse che non si era verificato nessun altro giubileo dopo il secondo anno del regno di Akhenaton.

Ma questa mancanza di prove archeologiche, specialmente inun luogo smantellato con tale ferocità dalle armate di Amon-Ra, è largamente controbilanciata dalle prove circostanziali "testuali" che attestano come Akhenaton ebbe almeno l'intenzione di tenere molti giubilei nella sua nuova città, non solo per sè stesso ma anche per il padre, Aton.

Effettivamente, è chiaro sin dall'inizio che l'intenzione di Akhenaton era che Akhet-Aton doveva servire come centro per giubilei durante la sua vita e, in modo particolare, dopo la sua vita all'infinito, un pò come intese fare il faraone della II Dinastia, Zoser, per il complesso della sua Piramide a Gradoni di Saqqara, 1300 anni prima.

In effetti, le eulogie che Akhenaton spesso offriva al "padre" Aton sono più che sufficienti per confermare tale intenzione: "Il grande Aton vivente che è nel giubileo, Signore del Cielo, Signore della TErra, al centro della "Gioia" in Akhet-Aton".

L'Aton viene spesso chiamato da Akhenaton imy hb(w) sd e nb hb(w) sd, Distintosi nei Giubilei, e Signori dei Giubilei e, un'iscrizione sulla stele del primo confine della città, posizionata da akhenaton stesso, chiarisce che, "un sepolcro dovrà essere costruito per me (Akhenaton) sulle colline orientali; la mia sepoltura dovrà essere lì, nella moltitudine di giubilei che Aton, mio Padre, ha ordinato per me".

Tell El Amarna doveva essere quindi una città magica per "la moltitudine di giubilei"?

The End.

Che dire?
L'argomento è interessante, ed ha un seguito, che ahimè, non possiedo, non essendo riuscita, almeno per il momento, a reperire la rivista successiva a quella in cui è pubblicato quest'articolo, dove si tentava di andare a fondo sulla tematica.


Ma, inutile dirlo, mi piacerebbe sapere l'opinione di un forum di esperti come voi [SM=x822706] soprattutto per quanto riguarda il discorso giubilare,sui Talatat e comunque, sull'articolo in generale [SM=x822712]
Grazie [SM=x822707]
-francis-
00mercoledì 6 dicembre 2006 17:10
Re: I misteriosi Talatat

Scritto da: @Ljuba@ 06/12/2006 14.53

Questi piccoli blocchi sono noti agli egittologi come Talatat, apparentemente una parola di origini sconosciute.



Talatat in arabo vuol dire 30. E' questa la misura delle pietre usate per la costruzione del tempio all'Aton fatto costruire da Akhenaten nella zona est di Karnak.
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