La costellazione di Eridano: Il Nilo del cielo?

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
-Kiya-
00mercoledì 23 aprile 2008 23:23
Ho letto su wiki che la costellazione di Eridano fosse assimilata dagli Egizi al Nilo.

Forse per influenza Bauval-iana, ritenevo che questi fosse invece assimilato alla Via Lattea, alla sua parte più luminosa (che da recente approfondimento credo d'aver intuito sia il centro della galassia).

Chi sa dirmi qualcosa di più a riguardo di Eridano? compare effettivamente nei miti egizi, assimilato al Nilo?
io non ho riscontri sui testi conosciuti...
antonio crasto
00giovedì 24 aprile 2008 08:25
Mi sembra di ricordare di aver letto qualcosa su Eridano, ma non sono riuscito a ricordarmi quando e dove. Dovrebbe essere su uno dei testi di astronomia egizia che mi tengono compagnia in questi giorni, ma non ha trovato il riferimento bibliografico (quando impareranno a scrivere un indice analitico?).

Riporto due stralci di altrettanti siti internet:

www.astrosurf.com/cosmoweb/documenti/mitologia.html

ERIDANO: Fiume celeste che nella mitologia dei greci portava al mare Oceano. Per gli egiziani era sicuramente la raffigurazione del Nilo.

it.wikipedia.org/wiki/Eridano_%28costellazione%29

Sembra che i primi scrittori abbiano ritenuto Eridano un fiume mitico, che sfociava nel grande Oceano che circondava le terre emerse allora conosciute. Virgilio lo chiamò «il re dei fiumi». Eratostene lo identificò con il Nilo, «l'unico fiume che scorre da sud a nord». Igino concordò con Eratostene e sottolineò che la stella Canopo (che indica uno dei due rematori della nave Argo) si trovava alla fine del fiume celeste, così come l'isola di Canopo si trova alla foce del Nilo. Ma Esiodo nel suo Teogonia elencò il Nilo ed Eridano separatamente, dimostrando che li considerava due fiumi diversi. Scrittori greci posteriori identificarono Eridano con il fiume italiano Po.
Ciò che circola in rete va preso con le pinze (il discorso vale ovviamente anche per le nostre discussioni).

Per quanto ne so, il Nilo era visto nel fiume celeste noto come Via Lattea e mi sembra strano che avesse anche una seconda rappresentazione nella costellazione di Eridano.
I Greci forse chiamarono Eridano ogni fiume di dimensioni eccezionali a prescindere dalla direzione di scorrimento: il Nilo (S-N) o il Po (O-E).

Maat Ka Ra
00giovedì 24 aprile 2008 11:28
Ho fondato una Vola in Goliardia basandola sul mito di Eridano, ma sono convinta che i collegamenti siano delle forzature, probabilmente alla base sussiste un collegamento con l'AE, molto in voga nell'epoca romana, il medesimo periodo in cui fu fondata la nostra città come castrum. I ritrovamenti egittizzanti sono molteplici, ma non vedo perchè gli egizian avrebbero dovuto giungere fin qui....credo di essere finita un po' fuori tema, o come si suol dire, decisamente OT!! [SM=x822742] ..scusate... [SM=x822736]
-Kiya-
00giovedì 24 aprile 2008 12:09
secondo me questa teoria andrebbe ulteriormente indagata.

Lo sapete che la costellazione di Eridano si trova accanto a quella di orione, sulla destra?
Hatshepsut76
00giovedì 24 aprile 2008 15:18
è vero, non mi ricordavo... però mi sfugge il nesso tra le due costellazioni... [SM=x822741]
-Kiya-
00giovedì 24 aprile 2008 16:55
il nesso sta nel mito di Osiride, Hat.

Esso racconta che Osiride, dopo esser stato chiuso nel sarcofago da Seth, fu gettato nel Nilo.
Sto cercando di comprendere se ciò potrebbe avere un riferimento cosmologico.
Ragion per cui mi chiedevo se vi è un mito originario egizio (non mi riferisco all'associazione tra Eridano e Torino, quindi) che associa questa costellazione al Nilo.
antonio crasto
00martedì 29 aprile 2008 11:47
Non abbiamo alcuna certezza che i sacerdoti / astronomi egizi considerassero le costellazioni a occidente di Orione: La Balena e Eridano.
Sappiamo che gli Egizi considerarono la costellazione di Orione come sede dell’anima di Osiride e, almeno durante il regno di Khufu, videro in questa costellazione la sede della rinascita celeste delle anime dei faraoni, come nuova stella.

Io ritengo molto probabile che la costellazione di Orione abbia un riscontro nella civiltà globale del Paleolitico Superiore e che insieme alle costellazioni della Balena e di Eridano rimandino alla catastrofe che pose fine all’antichissima civiltà.
Forse un qualche spunto si può trovare nella storia leggendaria di Cefeo.
La Balena sarebbe stata il mostro marino che minacciava la vita della figlia di Cefeo, legate sulle scogliere dell’Etiopia. Eridano avrebbe rappresentato il fiume che collegava le coste dell’Africa nord orientale al grande Oceano e Orione sembra proprio richiamare un sovrano dell’antica civiltà.
In tal senso è possibile che il mito di Orione e Cefeo non sia solo Egizio, ma appartenga a varie culture del Medio Oriente, Sumeri in testa.
Gli Egizi avrebbero visto inoltre l’associazione del grande Orione con Osiride.

Ho molti dubbi sul fatto che si possano cogliere nelle stelle informazioni su catastrofi terrestri. Se alcune catastrofi celesti ci furono, in tempi in cui esisteva sulla Terra una qualche civiltà, e se queste furono osservate dagli uomini è possibile che le catastrofi celesti e le conseguenti catastrofi terrestri siano state tramandate tramite miti.

Uno di questi miti sembra essere quello di Fetonte, figlio del Sole, ma a mio parere esso riguarda la caduta di un grosso corpo celeste sulla Terra, forse proprio quel corpo che potrebbe aver distrutta la civiltà di Atlantide nel 9600 a.C.
-Kiya-
00martedì 29 aprile 2008 11:54
non cerco la prova di catastrofi terrestri.
Cerco eventi cosmologici (di qualsiasi natura essi fossero)che possano essere stati raccontati attraverso i miti
antonio crasto
00martedì 29 aprile 2008 14:58
Nel mio libro ho considerato la possibilità che durante il Paleolitico Superiore il Sistema Solare sia stato sconvolto da un’immane catastrofe. So bene che non è un’idea originale e che è stata portata avanti da vari studiosi.

Un corpo estraneo: una cometa gigante, un pianetino o un frammento gigante di una supernova sarebbe penetrato nel Sistema Solare determinando immani catastrofi. Viene ipotizzato una sua collisione, fisica o gravitazionale, col pianeta che doveva trovarsi fra Giove e Marte.
La conseguenza sarebbe stata la creazione della fascia degli asteroidi e di uno sciame meteorico contenente oltre al proiettile anche frammenti abbastanza grossi del bersaglio.
E’ ipotizzabile che, nell’avvicinarsi al centro del Sistema, alcuni frammenti abbastanza grossi abbiano impattato sulla superficie di Marte, determinando la formazione di vulcani giganteschi, ma soprattutto l’esplosione di una parte della calotta del pianeta.
Lo sciame meteorico, arricchito da parte della calotta di Marte, avrebbe continuato la sua folle corsa verso il centro del Sistema Solare e si sarebbe inserito in un’orbita ellittica che avrebbe interessato la zona del Sistema dove orbitano i pianeti interni.
E’ possibile che a ogni passaggio dello sciame meteorico alcuni corpi siano stati attratti dai pianeti, provocando notevoli catastrofi.
Anche la Terra avrebbe subito le conseguenze di questi impatti ed è molto probabile che l’anomala e inspiegabile fine dell’Era Glaciale sia da ricollegarsi proprio a questi impatti cosmici in sequenza.

Io ritengo che questa immane catastrofe cosmica sia stata osservata dalle popolazioni del Paleolitico Superiore e che in Egitto sia stato tramandata con la creazione del mito di Apophys.

Un grande serpente avrebbe minacciato il Sole, il quale sarebbe riuscito ad avvolgerlo intorno alla testa a mo’ di turbante.

E’ chiaramente l’immagine mitizzata di un grande corpo celeste, del suo movimento irregolare. Da cui le mitiche rappresentazioni di vari popoli di serpenti celesti alati e infuocati.
La salvezza del Sistema Solare fu vista nel fatto che lo sciame cosmico non impattò sul Sole, ma rimase in orbita, determinando si impatti con i vari pianeti interni, ma lasciando salvo Ra.

Questa catastrofe cosmica dovette determinare l’alta religiosità degli Egizi e suggerire il concetto di Maat.
Maat è l’armonia del Sistema Solare di cui il Sole Ra è il centro focale. L’intrusione di un corpo estraneo dovette determinare la rottura dell’armonia cosmica e quindi la rottura del Maat.
I sovrani d’Egitto avrebbero avuto il compito di preservare il Maat, facendo si, col loro comportamento, che il Dio creatore non sottoponesse il Sistema Solare e quindi Terra e Egitto ad una prova così drammatica come quella vissuta nel Paleolitico.
A ricordo di questo impegno e forse giuramento d’incoronazione i faraoni posere sulla propria corona l’ureus, l’immagine del serpente cosmico che osò minacciare Ra.

Il mito di Apophys è stato ripreso, a mio parere, anche dalla Bibbia.
Lucifero è visto in essa come un corpo fiammeggiante con tanto di coda (cometa). Lui e i suoi amici avrebbero minacciato Dio (il Sole), ma sarebbero stati scagliati (deviati) verso la Terra.
Non si tratterebbe dunque di Angeli decaduti, ma di corpi celesti in orbita impazzita attratti per gravità dalla Terra.
-Kiya-
00martedì 29 aprile 2008 18:17
tralasciando momentaneamente le catastrofi, non sarebbe possibile ritenere che alcuni miti , o singoli episodi degli stessi, possano essere scaturiti da eventi di minore portata, se non addirittura rientranti nella normale vita del sistema solare?

anche solo il movimento, ad esempio.
antonio crasto
00martedì 29 aprile 2008 19:28
Il movimento dei pianeti dovette causare notevoli problematiche alle popolazioni antiche. Le orbite differenti e le diverse velocità portavano a riposizionamenti sull’Eclittica (il fiume dove navigavano le barche degli dei associati ai pianeti), che potevano far pensare a sorpassi o anche scontri fra barche.
Come immaginare la sorpresa nel non vedere per esempio la comparsa per un certo tempo di Marte. Venere e Mercurio hanno la caratteristica di comparire alla sera o al mattino. Sembra ipotizzabile che gli Egizi si fossero resi conto che si trattava della stessa stella che si rendeva visibile alla sera o al mattino, ma è credibile che ciò li dovette sorprendere non poco.

Con questo voglio dire che è molto probabile che gli Egizi, ma anche altri popoli, abbiano creato miti che prendevano spunto da alcune particolarità della presentazione in cielo dei pianeti.

Certo mi viene più facile pensare che i miti siano associati a eventi molto importanti, o meglio drammaticamente importanti.
-Kiya-
00martedì 29 aprile 2008 21:50
Secondo De Santillana, leantiche popolazioni della terra ebbero percezione del movimento degli astri e nell'arco dei secoli, tramandandoli, raggiunsero anche consapevolezza della precessione degli equinozi, nonostante la sua percepibile lentezza. Pertanto intuirono anche lo spostamento della stella polare. In sostanza, l'autore sostiene che dietro i numerosi miti che narrano di diluvi, piuttosto che di catastrofi in genere, si celi il salto di età. Una morte apparente di terra e cielo, soprattutto, volto a nuova vita sotto nuove stelle.
antonio crasto
00mercoledì 30 aprile 2008 08:37
Il fenomeno della Precessione degli Equinozi può essere colto da osservatori attenti, che abbiano registrato la posizione delle stelle per molte centinaia di anni, in alcuni modi differenti:

- uno spostamento del Polo nord celeste, con conseguente cambio della stella di riferimento (la polare, se esiste, è la stella che più si avvicina al Polo e che pertanto lo può rappresentare);
- uno cambiamento nella declinazione delle stelle (in pratica il loro ciclico spostamento a nord e quindi a sud);
- una contemporanea leggera rotazione dell’insieme di alcune stelle (costellazione);
- uno spostamento del punto di levata del Sole in un dato giorno (Equinozio di Primavera).

La possibilità che popoli antichi come Egizi e Sumeri abbiano colto una o più di queste caratteristiche della Precessione è concretizzata maggiormente se si ammette che durante il Paleolitico Superiore sia esistita una civiltà globale abbastanza evoluta. In tal caso i millenni di osservazione diventano tanti e sufficienti a cogliere alcuni aspetti del fenomeno.
Non è detto che questo sia stato compreso e dimostrato matematicamente, ma già la coscienza di esso sarebbe un notevole successo per le popolazioni antiche.

Io sono d’accordo sul fatto che una così alta conoscenza del cielo abbia suggerito partitari aspetti della religione delle antiche popolazioni. Rimango però dell’idea che il motore di tutte le religioni siano state le catastrofi celesti e non lenti spostamenti delle stelle.
A tal riguardo ritengo molto probabile che la Terra abbia subito in tempi relativamente recenti un cambiamento delle caratteristiche dell’orbita di rivoluzione e uno spostamento della direzione dell’asse di rotazione. Le popolazioni antiche avrebbero percepito l’allungamento della durata dell’anno (da 360 a 365 giorni) e un anomalo cambiamento repentino del Polo nord celeste.
Questa drammatica situazione astronomica potrebbe essere stata accompagnata da una catastrofe in Terra, con uno di quei diluvi o apocalissi che determinarono la fine dell’Era Glaciale.
Questo evento fu tramandato dagli Egizi con un mito particolarmente intrigante:

- la Terra (Geb) e il cielo (Nut) si erano uniti carnalmente (la Terra era coperta da nubi bassissime come durante un diluvio);
- Shu, padre di Geb e Nut, era geloso dei suoi figli e maledì Nut, negandole per il futuro di poter aver figli (la catastrofe terrestre stava ponendo fine all’età degli dèi egizi);
- Thot, dio delle scienze e della magia, sfidò la Luna al gioco dei dadi, ponendo come posta per ogni giocata minuti di rivoluzione della Terra intorno al Sole (la Luna e la durata dell’anno ci introducono all’aspetto cosmico della catastrofe);
- la Luna perse così tanti minuti che la durata dell’anno si allungò di cinque giorni (è evidente che Thot barava);
- i nuovi cinque giorni, i cinque giorni epagomeni egizi, erano liberi dalla maledizione di Shu e pertanto Nut potè generare in sequenza cinque figli, Osiride, Seth, Horus il Vecchio, Iside e Neftis;
- nacque così la nuova età, quella dei semidei, la quale consentirà la rinascita della civiltà egizia.

Io ritengo che un mito così particolare e drammatico, che coinvolge Sole e Luna, non potesse essere ispirato dal semplice passaggio di età zodiacale.
Ritengo invece che questi passaggi zodiacali siano stati determinanti nell’ispirare alcuni culti e divinità egizie. E’ provato che durante l’età del Toro nacque il culto dei tori sacri, in qualche modo legati a Ptah e al Creatore, mentre la nuova età dell’Ariete vide l’arrivo a Waset / Tebe del dio Amon. Costui era stato fino ad allora nascosto nella sua sacra terra alle origini del Nilo e fu trasportato in Egitto dal sacro fiume per rendere omaggio all’Ariete del cielo.
-Kiya-
00mercoledì 30 aprile 2008 13:02
Re:
antonio crasto, 30/04/2008 8.37:



- uno spostamento del Polo nord celeste, con conseguente cambio della stella di riferimento (la polare, se esiste, è la stella che più si avvicina al Polo e che pertanto lo può rappresentare);
- uno cambiamento nella declinazione delle stelle (in pratica il loro ciclico spostamento a nord e quindi a sud);
- una contemporanea leggera rotazione dell’insieme di alcune stelle (costellazione);
- uno spostamento del punto di levata del Sole in un dato giorno (Equinozio di Primavera).




Nello specifico, ovvero in riferimento agli Egizi, certo fu fondamentale la levata eliaca di Sirio, in tal senso. Evento che non fu possibile registrare a cadenza fissa annualmente, poichè, proprio a causa della precessione, Sirio era in levata eliaca in concomitanza alla piena del Nilo, soltanto ogni 1462 anni circa.

Concordo con te nel dire che indubbiamente eventi catastrofici possono essere ritenuti base di miti antichi, ma con questo tendo comunque a non sottovalutare anche gli eventi più comuni, che magari diedero vita a singoli episodi che arricchirono miti già esistenti.

Prendi ad esempio la battaglia tra Horus e Seth, nella quale in un'occasione è Horus a "perdere" un occhio e, in altra è invece Seth a venir evirato.
Nella perdita dell'occhio di Horus non potremmo vederci una precisa stella che si "spegne", a causa di un'eclissi temporanea (di fatti poi il mito racconta che Thot - la Luna - restituisce l'occhio perduto)?
antonio crasto
00mercoledì 30 aprile 2008 14:49
Re: Re:
-Kiya-, 30/04/2008 13.02:


Nello specifico, ovvero in riferimento agli Egizi, certo fu fondamentale la levata eliaca di Sirio, in tal senso. Evento che non fu possibile registrare a cadenza fissa annualmente, poichè, proprio a causa della precessione, Sirio era in levata eliaca in concomitanza alla piena del Nilo, soltanto ogni 1462 anni circa.
...



Cara Maria,
la stella Sopedet / Sirio ripeteva a Heliopolis la sua levata eliaca ogni anno con una ciclicità di 365,25 giorni.
Estendendo all’indietro il calendario giuliano si può dire che essa riappariva in cielo a Heliopolis circa un’ora prima della levata del Sole ogni 20 Luglio.
Essendo il calendario civile egizio più corto di 0,25 giorni si aveva che la levata eliaca di Sopedet si spostava in questo calendario di un giorno ogni 4 anni. La levata eliaca di Sopedet si ripeteva dunque in uno stesso giorno del calendario civile, per esempio nel capodanno, ogni 1460 anni civili (365/0,25=1460).

La piena del Nilo era in stretta relazione col Solstizio d’Estate, che presentava una ciclicità di 365,2422 giorni.
Il Solstizio d’Estate si ripeteva dunque in uno stesso giorno del calendario civile, per esempio nel capodanno, ogni 1507 anni civili (365/0,2422=1507).

In considerazione delle differenti ciclicità, la levata eliaca di Sopedet si spostava dal Solstizio d’Estate di 0,0078 giorni ogni anno civile.
Oggi i due eventi al Cairo sono separati da circa 45 giorni, per cui si ha 45/0,0078=5769 anni, per cui 5769-2008=3761 a.C.
Questa data ottenuta con calcoli un po’ approssimati è quella da me ottenuta per l’inizio del calendario religioso di Sirio.

La levata eliaca di Sopedet si ripeterà al Cairo nel Solstizio d’Estate fra circa 41000 anni (365,25/0,0078-5769).

Questo dato fa capire come lo straripamento del Nilo in prossimità del Solstizio d’Estate sia stato un evento eccezionale. Per esempio, diecimila anni prima la levata eliaca sarebbe coincisa con un Equinozio, il Nilo non avrebbe straripato e Iside non sarebbe stata associata a Sirio.


In merito all’Occhio di Horus sai bene che l’ho associato alla stella iota aurigae / Hassaleh, non perché essa si sia spenta per una eclisse temporanea, ma perché nella mia configurazione della costellazione del Falco / Horus la stella sembra essersi staccata dalla faccia.

Ho invece sottolineato nel libro, come la menomazione di Seth, la perdita dei testicoli, potrebbe avere un riscontro celeste. Configurando nel giusto modo le due costellazioni del Falco / Horus e del Toro / Seth, i testicoli del toro si troverebbero proprio dove oggi si vede la “Crab Nebula”, la Nebulosa del Granchio. Si sa che questa Nebulosa è ciò che rimane di una supernova, la cui esplosione fu vista dalla Terra nel secondo millennio d.C. E’ ipotizzabile però che la stella del Toro fosse in realtà un Nova, una stella che si accendeva periodicamente a causa di eventi esplosivi. Gli Egizi potrebbe aver notato questo strano fenomeno nel posto giusto del Toro e potrebbero aver arricchito il mito introducendo proprio la menomazione dei testicoli del toro, menomazione che avrebbe giustificato il giudizio degli dèi. Il toro Seth non avrebbe potuto più generare, per cui l’eredità di Osiride doveva andare al falco Horus, il quale anche senza un occhio poteva procreare e generare i futuri faraoni d’Egitto.



totis
00mercoledì 30 aprile 2008 22:19
Inche modo Torino entra nella storia dell'AE? Oppure è tutta una leggenda? [SM=x822741]
-Kiya-
00lunedì 5 maggio 2008 14:13
Caro totis, va tenuto presente che una risposta definitiva alla tua domanda effettivamente non c'è.
Intanto, per offrire una panoramica quanto più possibile completa, riporto una mia risposta, inserita in altra discussione a riguardo:


Innanzitutto, l'elemento che principalmente comproverebbe l'origine egizia della città è una lapide, ritrovata nel corso dei lavori di sterro per la costruzione della cittadella fortificata, con iscrizione dedicata alla Dea Egizia Iside.
Inoltre, si ritiene che Torino possedesse un Tempio ritenuto dedicato alla Dea Iside, proprio vicino al Po (Eridano nell'antichità, dal nome del leggendario principe che vi annegò), sulle cui rovine si eresse, nello stile del Pantheon, la chiesa dedicata non alla Madonna, bensì propriamente all Gran Madre di Dio. Nel seminterrato della Chiesa tutt'oggi si trova una statua di una cosiddetta Madonna nera...



e seguo con l'indicarti altre discussioni sull'argomento:

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=5474900

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=5474949

aggiungo anche il link che rimanda alla mia sezione Monografica (alla quale ho già provveduto ad abilitarti l'accesso), dove ho inserito una breve tesina su Eridano e la presunta origine Egizia di Torino. Le prove a favore di questa tesi sono citate lì:

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=5475007

fai pure seguire commenti o integrazioni, entrambi saranno graditi [SM=x822713]

totis
00domenica 11 maggio 2008 21:35
Finalmente riesco ad accendere il pc. Ringrazio Kiya per le risposte alla mia domanda che tra poco andrò a leggere. Sono veramente arabbiato.Venerdì trovandomi a Brema avevo programmato per il pomeriggio di visitare il Museo Egizio di Hildesheim ma non ho tenuto conto del grande traffico e numerosi incidenti. Ho impiegato 8 ore per fare 150 km e sono arrivato a Hildesheim alle ore 20, troppo tardi. Sarà per la prossima volta. Per il grande raduno ci sono novità ?. Grazie ancora e un grande saluto a tutti. [SM=g999100]
-Kiya-
00domenica 11 maggio 2008 21:43
novità a iosa e non solo per quello!

EgiTToPhiLìa frizza come una coppa di champagne ;)

in merito al raduno, trovi tutto nell'apposita discussione
Ras-Algehu
00martedì 27 maggio 2008 21:12
Io sapevo che era il nome dato dai greci prendendolo dal nostro fiume Pò e non il nilo.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:17.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com