Il topic della Guinness

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Davide P.
00domenica 24 agosto 2003 13:45
Intervento ricevuto via e.mail


Ciao

son Davide ho visitato il vostro sito prima di partire per l'irlanda
devo in un modo o nell'altro ringraziarvi per le dritte dirette o indirette
l'irlanda e' bella si rischia in ogni modo di vedere l'irlanda che ti vogliono far vedere
certo non gli si puo' chiedere di rimanere "indietro" cosi' che noi possiamo vedere l'irlanda che ci siamo sempre immaginati

abbiamo fatto 9 gg affittando la macchina partendo da dublino, scendendo lungo le coste , passando per kilkenny, kinsale(spero si scrivano cosi') arrivando fino ad ovest
risalendo la costa fino a dooline e galaway e orizzontalmente tornando a dublino

stupenda la zona sud ovest, il resto bello ma forse troppo poko tipico (per un turista che ha pochi gg ed ha paura di essersi "fermato nel posto sbagliato")
Doolin Eccezionale ,a parte essere un enorme citta B&B

ci abbiamo messo 5 gg per mangiare il tipico Stufato o una zuppa:)

sinceramente son contento delle vacanze che ho passato
un po' da turissa boccalone (illuminato) un po' intravedendo l'irlanda che mi aspettavo di vedere

solo due dubbi mi attanagliano
1 perche' spillano in due tempi la guinness? (per far meno schiuma?/rituale pagano?)
2 che testa hanno a mettere linee tratteggiate per superare in punti improponibili?(curve dossi ecc ecc?

ciao e buon proseguimento con il sito

Shiva.davide@libero.it
Silviorua
00domenica 24 agosto 2003 19:12
La spillatura della guinness....
...deve essere fatta mooooooooolto lentamente, la birra deve riposare per poter formare una bella crema densa ( chiamata head) che deve rimanere tale fino all'ultimo sorso!
Per questo ne spillano circa tre quarti, la lasciano che si assetti, e poi finiscono di riempire il bicchiere!

Alcuni anni fa avevano anche fatto uno spot molto divertente dove si vedeva un tipo che si faceva dei balletti improponibili intorno ad una pinta di Guinness in attesa che fosse pronta da bere!!
Dicono che lo spot fosse per il mercato inglese, dove appunto nei bar non spillavano la Guinness a dovere perche' i clienti non erano abituati ad aspettare!!

Per le linee ed i segnali stradali non so risponderti: io vovo al Nord e da noi si usa la segnaletica inglese ( in miglia oltretutto)
davide
00lunedì 25 agosto 2003 15:03
Quindi se spillata in un colpo solo e lasciata riposare la schiuma sarebbe differente?
moris
00lunedì 25 agosto 2003 15:19
La stout deve essere spillata così non per rito o abitudine.
La spillatura in due tempi è indispensabile per ottenere un perfetto effetto "crema" .
Non è uno sfizio estetico ma un processo che impedisce l'ossidazione della guinness (bevanda molto ricca di ferro) ed il conseguente sapore acidulo che ne deriverebbe dopo qualche minuto qualora non ci fosse un bel manto protettivo a difenderla.



Padme
00lunedì 22 settembre 2003 00:52
Help!!!Sono in astinenza da Guinness!!!Ho letto innumerevoli volte che la Guinness bevuta fuori dall'Irlanda è diversa,più amara,ecc.
Lo so lo so!!!Ma vi prego!!!Ho bisogno di qualcosa che le somigli almeno!!!
Dove posso bere una buona Guinness a Napoli e provincia in un pub che ricordi almeno lontanamente un vero pub irlandese?
E com'è la Guinness in lattina o in bottiglia(sempre che riesca a trovarla!!!)che viene venduta in Italia?
cybermatrix
00lunedì 22 settembre 2003 07:59
[SM=g27813] La Guinness importata qui da noi perde il suo sapore originale, fa "quasi" schifo perchè, se non sbaglio, subisce un particolare procedimento di pastorizzazione.[SM=g27813]
Slainte[SM=g27811]
cris
00giovedì 12 febbraio 2004 12:55

Sarà l' atmosfera o il posto o i locali ma non sono più riuscito a trovare una stout simile alla cara vecchia Guinness.
Se qualcuno è davvero convinto di avere un qualcosa di simile a portata di mano si faccia avanti per carità!
Ho scritto addirittura al sito della Guinness ma non si riesce ad importare.
fabio pg
00giovedì 12 febbraio 2004 14:02
è logico nessuna guinness qui è come lì.... [SM=g27813] [SM=g27813]
admin/moris
00giovedì 12 febbraio 2004 14:13
Cris,

un invito per i tuoi prossimi messaggi.
Per evitare omonimie con altri Cristiani e Cristine del forum ti consiglio di personalizzare il tuo nick (chessò : Cris 82 o Cris MI , ecc...)

ciao, moris


Tornando alla spillatura : Dai un'occhiata anche a queste discussioni

Stout e birre irlandesi a confronto
www.freeforumzone.it/viewmessaggi.aspx?f=13145&idd=681

Pub Irlandesi in Italia
www.freeforumzone.it/viewmessaggi.aspx?f=13145&idd=39


I fattori che influiscono sulla differenza di gusto del nettare nero tra Italia e Irlanda sono tantissimi :

- impianti di spillatura adeguati e gestiti in maniera competente

- manutenzione degli impianti e immagazzinamento corretto presso i pub

- esperienza, cultura e sensibilità di chi spilla e di chi beve

- consumo e giacenze, quindi stout molto più "giovane"

- trasporto stradale e conseguente movimento del liquido dentro i fusti

- variazioni climatiche durante il trasporto per giungere ai depositi italiani

Per queste e altre ragioni una stout spillata in Italia non sarà mai uguale alla "sorella" irlandese

fabio pg
00mercoledì 28 aprile 2004 14:17
è da tempo che volevo mettere su un sito dedicato alla guinness e finalmente ci siamo quasi (quasi per dire...mi ci vogliono ancora un paio di mesi) e volevo approfittare di questo splendido forum per chiedervi (sempre se vi fa piacere) di "collaborare" in questa iniziativa.
come?
semplicissimo, mandandomi foto, racconti, consigli e insulti!

nel sito ci sarà anche una pagina dedicata alla splendida isola ma soprattutto alla questione dell'irlanda del nord, e poi miti e leggende.

se credete che questo sito possa piacervi aiutatemi! [SM=g27811]

la mail dove potrete mandare materiale è:

fabioz_net@hotmail.com

bè vediamo se va avanti l'idea...


ps: per moris se c'è qualche problema su questo post contattami subito! [SM=g27817]

ciao gente! [SM=g27823]


Shackelm
00venerdì 18 giugno 2004 18:32
esiste un record di "drinkaggio" Guinness?
[SM=x145427]
fabio pg
00venerdì 18 giugno 2004 18:39
Re:

Scritto da: Shackelm 18/06/2004 18.32
esiste un record di "drinkaggio" Guinness?
[SM=x145427]



se esiste io lo supero.... [SM=g27827] [SM=g27828]

non mi ricordo il mio record...anche perchè dopo il record stai proprio fuori! [SM=x145457]

a san patrizio al pub ho chiuso la serata con 12 pinte ma sono dovuto andare a casa alle 3..la mattina si lavorava!

ciao, fabio
[SM=x145427]
Marco(cinese)
00sabato 19 giugno 2004 00:30
a fabio, io dodici pinte di guinness me le faccio giusto per sciacquarmi l'ugola[SM=x145448] [SM=x145448] [SM=x145448]
pedair
00sabato 19 giugno 2004 00:53
in realtà il conteggio del recordo è totalmente virtuale:
se il numero ufficiale delle pinte è fornito dalla tua memoria... beh... enough said!
se tale numero è fornito da chi ti sta accanto o costui/ei è allergico all'alcol/astemio oppure come si fa a fidarsi?

il mio record credo di averlo messo una sera alla festa di fidanzamento di un mio amico a dublino. si comincia alle 7 al pub e poi a casa di danny. alle 6ish qualcuno mi chiama un taxi e comunica al driver l'indirizzo di dove stavo.
in cucina avevano montato la colonnina con due spine guinness.
io ne ricordo chiaramente 11 (il giorno dopo ancora quando ho ripreso conoscenza e uso degli arti). ma il numero è approssimativo.
si potrebbe usare una forbice come gli exit poll di vespa![SM=x145427] [SM=x145448] [SM=x145448]
admin/moris
00sabato 19 giugno 2004 13:59
Confesso di non essere un grande bevitore ma il mio record personale penso sia di 13/14 pinte + 2 hot-whiskey (dalle 17 a mezzanotte)

Moris, Don Bosco e la Guinness

Kilcormac, sperduto vilaggio delle Midlands. Un sabato estivo.
Un paio di pub, il tipico supermercato di paese dove ci trovi dal topicida al garlic bread surgelato, una gelateria (De Vito's) e un Fish'n'chips. Qualche Ford e Vauxhall scassate , parcheggiate sulla Main Road.

Ero capitato lì di proposito, con un paio di concittadini, per andare a trovare i maestri falegnami che avevamo conosciuto ad Asti durante la costruzione di un irish pub e che erano diventati nostri amici durante il soggiorno italiano.

Arrivammo nel tardo pomeriggio, giusto il tempo di posare i nostri bagagli e fummo condotti al pub per una maratona etilico-conversatoria di 7 ore con decine di persone curiose (in quel luogo sperduto ogni straniero che biascicasse qualche parola di inglese veniva accolto come una rockstar...).
C'era gente desiderosa di parlare con noi anche davanti a quella parete di alluminio (o ceramica) con grondaia, dove le persone di sesso maschile si recano tra una stout e l'altra per poterne ingurgitare ancora senza fare esplodere la vescica.

Dopo l'ora di chiusura confesso che non mi reggevo più in piedi ma stranamente il mio inglese usciva fuori molto fluente...
A quel punto i nostri stomaci iniziarono a brontolare, desiderosi di qualcosa di solido dopo tanti liquidi, e fu così che fummo accompagnati in processione da mezzo villaggio al vicino Fish'n'Chips gestito da una venticinquenne che avrebbe fatto la sua porca figura sulle pubblicazioni del Borde Failtè. Capelli rossi voluminosi, occhi grandi e verdissimi e una cascata di lentiggini che si intravedevano anche su un generoso decoltè. Bellissima.Una visione celestiale.

In mezzo a baccalà in frittura e puzzolenti onion-rings venni sfidato ad una gara di serenate da parte di un tizio, appassionato melomane, che partì con uno struggente canto della tradizione locale, roba che avrebbe commosso anche la più acida delle zitelle.

A quel punto sentivo sulle mie spalle tutto il peso della tradizione melodica della nazione in cui sono cresciuto e nei miei deliri alcolici mi è parso pure di udire la voce dell'allora presidente (Cossiga ? Scalfaro ?) incitarmi a tenere alto il nome della patria e della bandiera. C'era pure Verdi che mi minacciava sussurrando "Non farci fare figure di merda...".

Peccato che, complici le abbondanti libagioni e una concomitante perdita di memoria, l'unica canzone italiana che mi venne in mente in quella strana situazione fu quella che imparai in seconda elementare da un insegnante salesiano (oddio, mi ricordai anche il jingle dell'Amaro Averna e la sigla di Lupin III ma non era il caso...).
Il titolo era "Don Bosco ritorna tra i giovani ancor...", la tipica canzone da gita in pulmann con la parrocchia.

La cantai a squarciagola con un pathos talmente forte, teatrale e convinto che dopo pochi secondi fui circondato da persone entusiaste e accolto da un applauso che manco Pavarotti...(mentre cantavo avevo gli occhi lucidi, risultato di troppa stout e bicchierini di Paddy's... ricordo che spalancai anche le braccia e feci smorfie da sceneggiata napoletana. L'acuto finale fu qualcosa in puro Mino Reitano style).
Un trionfo, ammesso pure dal mio avversario. Cossiga e Verdi si complimentavano dandomi pacche sulle spalle ed i locali si convinsero ancora di più che l'Italia era veramente terra di Romanticismo e Bel Canto.

La cosa difficile, però, fu tradurre il testo : tutti volevano sapere di cosa parlasse questa "wonderful italian song" cantata da questo "very romantic singer". Bluffando dissi che si trattava della storia straziante della fidanzata di un tale Donaldo Bosco (Don Bosco), emigrato italiano in America. (Don Bosco : come back...) e omonimo del santo, tra l'altro mio conterraneo.
I miei due amici italiani erano choccati dalla mia prontezza nel raccontare una panzana così poco credibile ( e dallo sfoggiare una così bella voce proprio io che sono stonato come una campana). Questa sorpresa li trattenne dall'esplodere in una fragorosa risata.

Rimediai parecchi baci tra le presenti e pure un pizzicotto sul sedere da parte di un'assatanata ultracinquantenne con i capelli alla Marge Simpson.

Ma la mia bellissima coetanea del fish'n'chips mi concesse unicamente il tipico sguardo che di solito si dà agli ubriaconi quando diventano patetici...Già... lei non era reduce da ore di pub come il resto dei presenti

[Modificato da admin/moris 19/06/2004 14.13]

redok
00sabato 19 giugno 2004 14:22
e per la cronaca ecco il testo!
DON BOSCO RITORNA
(oppure Giù dai colli)



Giù dai colli un dì lontano

con la sola madre accanto

tu scendesti verso il piano

dei tuoi sogni al dolce incanto.

Oggi, o Padre, non più solo

per le strade passi ancora,

dei tuoi figli immenso stuolo

con gran giubilo t’onoran.



Don Bosco ritorna tra i giovani ancor

ti chiaman frementi di gioia e d’amor. (2)

[SM=x145443] [SM=x145427] [SM=x145489]
Delirio Habanero
00sabato 19 giugno 2004 14:32
vorri trascorrere una serata al pub con fabio-pg e l'amministratore.
pedair
00sabato 19 giugno 2004 14:33
OT breve.
mi inchino a cotanta prestanza etilica. dalla mia esperienza di scuole cattoliche lasalliane mai mi sarebbe venuto "se nel cielo oh la salle beato..." che peraltro ancora ricordo purtroppo a memoria.
avendo spesso portato con me la mia fida chitarra (che ora riposa in un garage di raheny, D11) mi è stato spesso chiesto, durante feste e riunioni varie, di cantare pezzi italiani (dopo che mi ero indegnamente esibito in trad vari da christie ai pogues e via dicendo.
di solito eseguivo, nell'ordine:
1) Un vecchio e un bambino
2) La società dei mangaccioni
3) Tanto pe' cantà
4) Napul'è
5) mangiafuoco (di solito mixata su desire degli U2)
6) La canzone dell'amore perduto.

Anche io nelle traduzioni andavo libero e leggiadro, ma spesso non c'erano italici al seguito a potermi sputtanare o se c'erano bevevano![SM=x145427]
admin/moris
00sabato 19 giugno 2004 14:40
che bel mix :)

Scritto da: pedair 19/06/2004 14.33
5) mangiafuoco (di solito mixata su desire degli U2)



Pedair, è un mix che ci sta troppo bene, con tanto di schitarramento acustico veloce

Sta arrivandoooo... mangiafuocoooo. desiiiiiireeeeeee ! [SM=g27828]

complimenti [SM=g27811]
admin/moris
00sabato 19 giugno 2004 14:45
il topo e il paddy's

Scritto da: Delirio Habanero 19/06/2004 14.32
vorri trascorrere una serata al pub con fabio-pg e l'amministratore.



Macchè... sono una merdaccia se si fa gara a bevute... se poi ci aggiungi i superalcolici mi ritiro. Ho avuto una volta la sbronza allucinogena con il Paddy's (in Italia)
Ero a casa di un amico e dopo troppi bicchieri ho scambiato la sua cagnetta per un topo gigante e sono stramazzato sul divano con tanto di sudori freddi (ne avevo bevuto uno sproposito e soprattutto lo avevo mischiato con altri intrugli)

Da allora, solo a sentire l'odore del whiskey, vedo pantegane ovunque [SM=g27828]
Delirio Habanero
00sabato 19 giugno 2004 15:28
no no, mica per una gara. voglio essere presente dopo che avete bevuto 13-14 guinness. :)
Shackelm
00martedì 22 giugno 2004 12:09
bhe io, che però ho 17 anni (fra 7 giorni) son riuscito a drinkare 6 pinte in un breve arco di tempo(30-40 min) tutte a stecca con lo stomaco abbastanza vuoto(è la mia specialità bere a stecca, 2 secondi e gremo un bicchiere).
comunque proverò a bere tranquillamente per vedere a quanto arriverò ;)

rosy71
00martedì 22 giugno 2004 12:20
beh sì, non vedo molto il senso di riempirsi lo stomaco con 6 pinte in mezz'ora...se non un vago senso di masochismo!
Personalmente non mi è mai capitato nemmeno in gioventù di essermi messa d'impegno a prenderla enorme, per me il palato vuole la sua parte e se capita di ubriacarsi vabbè, può succedere (sempre cercando di rimanere nei limiti della decenza...l'unica volta che mi è successo di perdere completamente il controllo mi sono così incazzata/spaventata che poi per un anno non ho più bevuto). Insomma, secondo me bisogna godersela e non cercare di passare il limite per forza.
Cmq il mio record di cui sono cosciente è stato 7 pinte e 3 hot whiskey (il 4° non l'ho finito quindi non vale). Mi ricordo tutto e niente mal di testa al mattino.
Di solito al pub le 3 o 4 pinte ci stanno, ma nella serata, suonando, chiaccherando...che secondo me te le godi anche di più.
Rosy [SM=x145477]
fabio pg
00martedì 22 giugno 2004 14:49
Re:

Scritto da: Marco(cinese) 19/06/2004 0.30
a fabio, io dodici pinte di guinness me le faccio giusto per sciacquarmi l'ugola[SM=x145448] [SM=x145448] [SM=x145448]



quando vuoi marco.....

perugia 20- lazie 1!!!!!!!


ciao, fabio [SM=g27811] [SM=x145427]
fabio pg
00martedì 22 giugno 2004 14:52
Re:

Scritto da: Delirio Habanero 19/06/2004 14.32
vorri trascorrere una serata al pub con fabio-pg e l'amministratore.



dai che con la guinness non stai tanto fuori manco se ne hai bevute 15.....ma se ci aggiungi un pò di shot...allora è proprio un casino! [SM=g27828] [SM=g27827]

ciao, fabio

[SM=x145427]
Shackelm
00martedì 22 giugno 2004 16:43
rosy tutti i giorni mi bevo la mia "dose" di Guinness insieme agli amici, parlando scherzando ascoltando la musica e fumando...qualche sigaretta ;) e pensando all'Irlanda.

il fatto è che stavo parlando di esagerazioni, allora i Russi che fanno i garini di Vodka che talvolta ci rimettono anche la pelle pensi se la godano?ovvio, no, puoi trovarlo stupido, e sinceramente ti assecondo se la pensi così.
però ogni tanto, senza esagerare, uan basa premeditata penso ci stia bene, se poi usi la scusa del record e sei in buona compagnia è ancora più unica...
vabè state bene
rosy71
00martedì 22 giugno 2004 18:34
ho fatto la mamma ancora una volta, sì? [SM=g27828]
rosy [SM=x145477]
Shackelm
00mercoledì 23 giugno 2004 09:13
[SM=x145427]

[Modificato da Shackelm 23/06/2004 9.14]

redok
00mercoledì 23 giugno 2004 11:05
dal sito del gransissimo kuaska www.kuaska.it


LA DEGUSTAZIONE DI UNA BIRRA

La degustazione delle birre va inteso come un momento gioioso, divertente ed appagante che ha come fine la ricerca assoluta del piacere. Abbiamo sposato questa convinzione dopo aver assistito per anni a numerose sedute di assaggi condotte da istituzionali docenti, seriosi e... noiosi.
Nel corso di queste rigide e fredde esibizioni, si privilegiava l'aspetto accademico fine a se stesso con l'inevitabile risultato di non coinvolgere sia praticamente che emotivamente gli allievi presenti. Trasmettere la nostra passione e il nostro entusiasmo sono gli aspetti di questo lavoro che maggiormente ci gratificano.
Il complimento più bello è quando un allievo ci confida di "non essere quello di prima": non trangugia più una birra con il solo scopo di dissetarsi o peggio ancora di stordirsi, ma adesso non può fare a meno di valutare la consistenza della schiuma, di concentrarsi poi sull'olfatto alla ricerca del floreale e del fruttato ed infine di godersi a piccole sorsate le complesse sfumature del gusto e del retrogusto.
Dare un taglio da "happening" ad una seduta di degustazione non significa ovviamente non tener conto dei dogmi e dei parametri oggettivi, ma solamente assecondare, per poi liberare, la propria personalità ed il proprio anticonformismo. In tema di degustazione, mettiamo letteralmente "anima e corpo" e ci esaltiamo davanti ad una grande birra che può riservarci brividi ed emozioni indimenticabili. Ora passiamo ad occuparci di come si degusta una birra.
Degustare è un'arte che implica il coinvolgimento di tutti i sensi, in particolare la vista, l'olfatto e il gusto. Per prima cosa dobbiamo seguire alcune regole semplici ma fondamentali per una corretta degustazione.

L'ESAME DELL'ASPETTO

Il bicchiere deve essere perfettamente pulito, lavato con detergenti appositi, evitando l'uso del brillantante in quanto ogni agente grasso tende a far scomparire rapidamente la schiuma ed ad alterare irrimediabilmente il gusto della birra. Provate ad osservare questo fenomeno su di un bicchiere con tracce di rossetto!
La bottiglia deve essere stata conservata correttamente, al riparo dalla luce e dal caldo e con un'etichetta il più possibile completa che indichi almeno la data di imbottigliamento e di scadenza, i dati del produttore, gli ingredienti e il tenore alcolico; sarebbe anche molto utile ed interessante ricavare dati più approfonditi, come il numero della bottiglia, il lotto, l'etimologia del nome e qualche riferimento storico, culturale o legato al territorio.
Ora versiamo la birra in un bicchiere appropriato che ne esalti le qualità olfattive e gustative. Posizioniamo la bottiglia tenendola orizzontale e versiamo la birra con regolarità nel bicchiere inclinato all'inizio a circa 45° che poi gradatamente raddrizzeremo allo scopo di formare un'abbondante testa di schiuma che (a seconda del tipo di birra) lasceremo tracimare per poi livellare con un deciso colpo di spatola.
Avremo così una schiuma bella e cremosa, ricca e densa, ben aderente alle pareti del bicchiere e persistente che racchiude tutti i profumi e relative sfumature e che rende oltretutto ben digeribile la birra in quanto evita il formarsi di grosse bolle piene di aria che gonfiano lo stomaco e che comportano una difficile digestione.
Dopo aver versato la birra, passiamo senza indugio alcuno alla prima fase, dedicata all'osservazione e definizione dell'aspetto. Consideriamo il colore con le varie tonalità e i riflessi, poi la limpidezza e l'opalescenza, poi passiamo ad esaminare la schiuma commentandone la quantità, qualità, aderenza e persistenza.


L'ESAME OLFATTIVO

Finalmente siamo pronti e ansiosi di passare alle caratteristiche olfattive. Piccola premessa indispensabile: i recettori olfattivi si adattano ai contatti prolungati con le sostanze volatili. La funzione del naso è quella di identificare gli odori e non di avvertirli indefinitamente. Dopo un certo periodo di tempo, il naso cessa di trasmettere al cervello i messaggi relativi all'odore.
Dopo aver odorato troppo a lungo la stessa molecola, il naso si anestetizza: bisogna perciò identificare l'aroma rapidamente e questa è la vera sfida del degustatore. Il principio di saturazione degli odori è dunque di vitale importanza nell'identificazione dei profumi che ci può regalare un bicchiere di birra.
I profumi offerti dalla birra si possono collocare su tre livelli ben distinti. Al primo troviamo il profumo dominante (che impera all'inizio per poi calare), al secondo livello appartengono i profumi secondari (che si avvertono dopo il calo del primario) e al terzo i profumi di fondo o le sfumature (avvertibili in seguito al calo del secondario).
Possiamo paragonare gli aromi della birra ad un mazzo di fiori assortiti, ognuno col proprio specifico profumo, ma che tutti uniti portano ad una complessa combinazione che si usa definire col nome di "bouquet". Da ripetute esperienze, abbiamo tratto la conclusione che l'impostazione preferita è quella che indirizza la fase olfattiva in quattro canali ben definiti.
Il primo è dato dalla ricerca delle materie prime impiegate, quindi ci si concentra prima sul malto e poi sul luppolo, giungendo a definirne, ad esempio, l'intensità e le varie sfaccettature. La seconda fase è rivolta verso il floreale; quindi si tenta di riconoscere fiori e piante riconducibili alla nostra memoria olfattiva. Dopo aver analizzato il floreale si passa alla ricerca del fruttato, la parte più divertente e coinvolgente.
Gli aromi fruttati della birra derivano generalmente dagli esteri, quelle sostanze che si formano durante la fermentazione allorché gli acidi organici presenti nel mosto reagiscono con l'alcol. Gli esteri sono i grandi protagonisti della fase di ricerca del fruttato. Sono raggruppabili in numerose famiglie che ci indicano le diverse caratteristiche aromatiche di ogni componente della birra.
Possiamo utilizzare un apposito indice per valutare tali caratteristiche. Questo indice varia normalmente da 0 a 5 dove 0 ci indica una birra che non comporta alcuna sostanza percettibile (ad esempio una lager standard) e dove l'estremo vertice opposto 5 ci rivela una birra dal fruttato esplosivo in aromi e sapori (ad esempio una trappista rifermentata in bottiglia).
La quarta e ultima parte della fase olfattiva è dedicato alla ricerca di aromi e profumi più inusitati grazie alla tecnica dell' "open mind". E' un momento molto divertente ma utile per aprire la mente.
Si libera la mente dai campi che siamo soliti esplorare in fase olfattiva, come ad esempio fiori più o meno freschi o caldi, la frutta più o meno acerba o matura, il malto più o meno dolce o torrefatto, il luppolo più o meno aromatico o pepato. Si arriva così collegialmente ad identificare profumi veramente inaspettati come, per fare un solo ma emblematico esempio, la lingua salmistrata nella Rosé de Gambrinus.


L'ESAME GUSTATIVO

Passiamo ora all'esame gustativo, dal naso alla bocca finalmente! La soglia di percezione del gusto è per nostra fortuna più elevata di quella dell'olfatto. Riusciamo facilmente ad elencare i quattro sapori fondamentali: il dolce, il salato, l'acido e l'amaro.
La percezione di questi quattro sapori fondamentali è abitualmente situata in zone ben distinte della superficie della nostra lingua.
Grazie alle diverse papille gustative (calciformi, fungiformi e filiformi) siamo in grado di percepire con una certa facilità il dolce sulla punta della lingua, il salato sulla parte anteriore laterale, l'acido su una più ampia parte centro-laterale ed infine l'amaro sulla parte posteriore vicino alla gola. Nella birra saranno il dolce e l'amaro i due sapori sui quali concentreremo maggiormente la nostra attenzione in quanto il salato è molto raro e l'acido è tipico solo di alcune tipologie che poi vedremo più in dettaglio.
Di solito si inizia la fase gustativa concentrandosi intensamente sulla parte anteriore della lingua per poter cogliere tutte le sensazioni dolci che le papille calciformi riescono a farci percepire. E' proprio qui che riusciamo ad evidenziare un intenso sapore di malto o un piacevole sapore di miele che cercheremo poi di specificare (millefiori, acacia e così via). Avvertiremo i sapori zuccherati proprio sulla punta della lingua mentre i sapori dolciastri saranno catturabili sulla parte anteriore superiore.
I sapori salati si trovano raramente nella birra e sono dati per lo più dall'utilizzo di un'acqua caratterizzata da un'elevata presenza di cloruro di sodio.
Spesso, tuttavia, si è portati a confondere il salato con un amaro molto pronunciato che rinviene nella parte posteriore della lingua fino ad invadere la zona di percezione del salato (esempio classico: Orval). Non sempre intensamente ma a volte più marcato, avvertiamo il salato nella famosa Pilsner Urquell boema.
La sensazione di acido è per molte birre sinonimo di alterazione e degenerazione del gusto originale dovute a varie cause come, ad esempio, la mancanza di igiene nel corso del processo produttivo o nella cattiva gestione dell'impianto di spillatura. Tutto questo però non ci deve assolutamente indurre in confusione: alcune prestigiose tipologie di birre ci regalano dei sapori acidi e aciduli di grande rilevanza gustativa.
Saremo probabilmente tacciati di scarsa obiettività, ma il Belgio ci offre, da questo punto di vista, una varietà di birre di gran valore. Alludiamo ovviamente alle straordinarie acidissime lambic tradizionali del Pajottenland, a sud-ovest di Bruxelles oppure alle acidule fiamminghe Oud Bruin della zona di Oudenaarde e alle acetiche consorelle Rosse delle Fiandre (Rodenbach Grand Cru per nominare la caposcuola).
Passiamo infine al complicato ma suggestivo esame gustativo dell'amaro. Si distinguono tre principali fonti di amaro tipiche della birra: amaro da lievito (fenolico), da cereali torrefatti e ovviamente da luppolo. Ricordiamo ancora che l'amaro è recepito sulla parte posteriore della lingua vicino alla gola mentre la parte posteriore superiore e la parte posteriore del palato sono più sensibili all'amaro tipico del tostato. La più importante fonte di amaro nella birra è dato dall'utilizzo del luppolo. Esistono numerose varietà di luppolo e solo per dare un'idea citiamo tra i più aromatici, il finissimo Saaz dalla Boemia, gli inglesi Fuggles e Golding , l'Hallertau bavarese e il Cascade americano.


RETROGUSTO E CORPO DELLA BIRRA

Dopo aver analizzato l'aspetto, l'olfatto e il gusto della nostra birra, diamo inizio alla fase conclusiva: la definizione del suo retrogusto.
Valutiamo l'intensità dei sapori di base sulla nostra lingua nei secondi che seguono la sparizione del liquido dalla nostra bocca. All'inizio l'amaro è spesso il protagonista, ma poi più per l'effetto del suo decadimento che per un maggior vigore degli altri sapori di base, questi ultimi intervengono a turno per poi decadere anch'essi, dando vita ad una evoluzione del retrogusto che possiamo così definire unico per ogni birra.
Non tralasciamo, di concentrarci anche sulla persistenza retro-olfattiva , cioè su quelle sensazioni che si avvertono a livello olfattivo dopo ogni sorsata. Altre sensazioni boccali sono a volte ben presenti nel corso di una degustazione, come l'astringenza, per esempio, che ricorda cachi e nespole acerbe.
Più importante è infine la definizione della sensazione del corpo di una birra. Un facile esercizio ci permette di valutarlo: palleggiate da una guancia interna all'altra una piccola quantità di liquido e poi concentratevi sulla parte centrale superiore della lingua: più il sapore intenso di malto rimane persistente, più la birra è dotata di corpo.


LIBERARE LA MENTE

Non amiamo molto l'aridità dei grafici e degli schemi; possiamo utilizzare una semplicissima scheda che ci fa capire subito quali componenti e quali aspetti caratterizzano la birra assaggiata.
Bisogna sempre comunque lasciare libero sfogo all'intuito e alla fantasia, non tralasciando mai un approccio descrittivo importante nella definizione dell'aspetto, del floreale e del fruttato assolutamente indispensabile per un breve riassuntivo commento finale.
Provate anche voi ad esercitarvi partendo da birre meno complesse confrontando alla fine, con i vostri amici, i differenti risultati e relativi commenti. Scoprirete con sorpresa di avere in comune alcune affinità che rinsalderanno le vostre convinzioni e che serviranno da incentivo per insistere e progredire nella giusta direzione, passo dopo passo.
Il segreto del buon degustatore è infatti quello di "liberare la mente" assaggiando con costanza, un numero sempre maggiore e differente di birre, anche artigianali, provenienti da tutto il mondo.

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Shackelm
00mercoledì 23 giugno 2004 13:40
ma penso che il buonsenso basti per arrivarci, e comunque ancora non è stato concepito il mio intervento...sò come ci si gusta una birra ve lo garantisco, pensate solo che mio padre ne faceva di diversi tipi artigianalmente quando aveva il bar (io avevo 8 anni e mi ricordo dell' Australia!).
ciao statemi bene.
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