Allarme Nilo: Greenpeace va in Egitto

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-Kiya-
00giovedì 27 ottobre 2005 14:38
Secondo gli scienziati non solo la portata del Nilo potrebbe ridursi del 75% per la fine del secolo, ma un innalzamento del livello del mare potrebbe allagare il 20% del delta del fiume

Una delegazione di Greenpeace arriva oggi in Egitto per segnalare le minacce e gli impatti del cambiamento climatico nel Paese africano.
«Come leader nelle energie rinnovabili in Africa e nel mondo arabo, l'Egitto ha un ruolo chiave nell'alleviare gli impatti del cambiamento climatico. Il delta del Nilo è cruciale per l'economia e la sopravvivenza stessa della popolazione, visto che il 95% del Paese è deserto; se il Nilo si ritira, l'Egitto entrerà in crisi» afferma Wael Hmaidan, di Greenpeace Mediterraneo.

Secondo gli scienziati non solo la portata del Nilo potrebbe ridursi del 75% per la fine del secolo, ma un innalzamento del livello del mare potrebbe allagare il 20% del delta del fiume.
Con l'ulteriore spettro della desertificazione crescente, tra i 2 e i 14 milioni di persone potrebbero diventare rifugiati ambientali a causa del cambiamento climatico.
Greenpeace è in Egitto per incontrare politici, agricoltori e cittadini che potranno visitare la nave «Anna» al Cairo, ad Alessandria e a Fuwwa.

Anche per l'Ipcc, il gruppo di esperti di cambiamento climatico dell'Onu, il Delta è a rischio per l'innalzamento del livello del mare, visto che in media si erge per meno di due metri sopra il livello del mare. Qui ci troviamo già di fronte a erosione delle spiagge, penetrazione di acqua marina e dunque aumento del sale nel terreno e conseguente diminuzione dell'area coltivabile.

«Il governo egiziano deve spingere gli altri governi dell'area mediterranea ad adottare seriamente le fonti rinnovabili se vogliamo che questo Paese sopravviva. La potenzialità di energia solare dell'Egitto sarebbe sufficiente a fornire energia all'intera regione mediterranea, bisogna dare l'esempio. Se le nazioni industrializzate come Stati Uniti ed Australia non agiscono spetta a noi, visto anche che saremo tra le prime vittime del cambiamento climatico», conclude Hmaidan.
Alexander Brandy
00mercoledì 7 dicembre 2005 09:44
non riesco a capire il collegamenteo tra sfruttamento delle fonti rinnovabili.... e salvataggio dell'egitto....


ti giuro che nn capisco.-... [SM=x822748]
-Kiya-
00mercoledì 7 dicembre 2005 20:43
Uhm... allora, vediamo seriesco a chiarirti le idee:

Se il Nilo rischia un abbassamento al 75% della sua portata, lungo il suo corso, vuol dire che ci sarà meno acqua a disposizione e meno potenza della stessa da impiegare nelle centrali idroelettriche (che sono tra le principali fonti di sostentamento del Paese). Quindi se diminuisce l'acqua, l'egitto produce meno energia.
Inoltre il Mediterraneo rischia di innalzarsi troppo, a causa dell'aumento di temperatura che hanno previsto da qui a fine secolo. Ciò significa che il Delta del Nilo, che si trova ad Alessandria, sulla costa Mediterranea, verrà parzialmente allagato per un altro 20% dall'acqua salata. Ciò causerà una diminuzione del terreno coltivabile.

Di conseguenza, secondo GreenPeace, bisognerà che l'Egitto punti su fonti di energia alternative rinnovabili, come l'energia solare (che permetterà di dare copertura elettrica anche alle abitazioni più isolate e quindi difficili da raggiungere da altre tipologie di impianti) e quella eolica. Quest'ultima utile anche a desalinizzare l'acqua marina.
Alexander Brandy
00domenica 11 dicembre 2005 18:13
sei stata chiarissima..... e perchè gli egiziani, dato che comunque sapranno di questi probelmi, non smettono di sfruttare le centrali idtroelettriche?????

buh----- [SM=x822748]
-Kiya-
00lunedì 12 dicembre 2005 06:37
Intanto è da vedere se ciò che Greenpeace afferma è attendibile... spesso si fanno allarmismi eccessivi, quindi...

in ogni caso l'esportzione di energia proveniente dalle centrali idroelettriche è un'enorme fonte di sostentamento per gli Egiziani, fortemente limitati in ogni altro settore dalla loro posizione geografica. Non possono farne a meno, non per ora.
Inoltre anche gli introiti del turismo stanno subendo forti cali a causa dei timori per gli attentati.
Alexander Brandy
00lunedì 12 dicembre 2005 09:17
effettivamente a questo nn avevo pensato...
però solamente per una questione economica dici che nn smettono disfruttare il Nilo???

perchè penso che saprannio che a parte il Nilo nn hanno assolutamente niente e che quindi nn gli conviene poi troppo continuare a rovinare l territorio...nn trovi kyia???

se io avessi un bene più prezioso degli altri, melo salvaguarderei ad ogni costo... perchè se perdo quello perdo tutto... [SM=x822748]

:smBacina:
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