( WAR ) L'IRAN E I MISSILI

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Archita
00venerdì 11 luglio 2008 19:56
LA STAMPA.IT

Con la tensione internazionale alle stelle per l’ipotesi di un intervento militare occidentale contro l’Iran, nei giorni scorsi ventilato e poi smentito dal ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner, la Repubblica Islamica ha voluto ancora una volta fare ostentazione di forza, esibendo in pubblico un nuovo missile a lunga gittata chiamato «Ghadr», in lingua farsi Potenza: secondo quanto reso noto, il super-missile ha una portata massima di ben 1.800 chilometri.

Sembra trattarsi dell’evoluzione tecnica del già esistente «Shahab-3», in grado di colpire obiettivi situati fino a 1.300 chilometri di distanza dal punto di lancio. Il ’Ghadr’ è stato mostrato nel corso della tradizionale parata che ogni anno a Teheran celebra l’anniversario dell’inizio della Prima Guerra del Golfo con l’Iraq, protrattasi dal 1980 all’88 e costata nel complesso dai novecentomila a un milione e seicentomila morti.

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha esortato gli Stati Uniti a mostrare «coraggio» e a ritirarsi dall’Iraq. «L’unica soluzione ai loro problemi è mostrare coraggio, ammettere di aver commesso errori e lasciare la regione», ha detto in occasione della parata militare. «Dare la colpa agli altri, non risolverà i loro problemi», ha aggiunto Ahmadinejad, in un chiaro riferimento al fatto che Washington accusa Teheran d’interferire in Iraq offrendo sostegno alle milizie sciite. Secondo il presidente iraniano, «alle radici dell’insicurezza e la discordia» nella regione, vi è la presenza di forze straniere.

E sul nucleare commenta che «commette un errore» chi pensa di fermare il programma nucleare iraniano con «sanzioni economiche».

Attacco a chi offra spazio aereo a Stati Uniti
L’Iran colpirà con i propri missili qualsiasi Paese della regione che dovesse offrire il suo spazio aereo o le sue basi per un attacco americano contro i siti nucleari della Repubblica islamica. Lo ha affermato oggi il comandante dei Pasdaran (Guardiani della rivoluzione), Mohammad Ali Jafari. «Ogni Paese che mettesse a disposizione il suo spazio o le sue basi per attaccare l’Iran - ha avvertito Jafari, parlando con l’agenzia Fars - sarà considerato alleato del nemico e riceverà una risposta da parte della Repubblica islamica con i suoi missili». Per quanto riguarda il contrattacco che verrebbe portato contro gli Usa, il comandante dei Pasdaran ha sottolineato che Teheran non risponderebbe «con la tecnologia contro la tecnologia», essendo consapevole di non avere i mezzi degli Usa, ma ricorrerebbe alle «sue speciali caratteristiche e metodi» dopo avere «identificato i punti deboli del nemico». In passato i massimi dirigenti iraniani hanno minacciato di «colpire gli interessi americani in tutto il mondo» in caso di attacco contro la Repubblica islamica.
Granduca di Milano
00sabato 12 luglio 2008 08:25
Insomma si ridurrebbe come sempre agli attentati.
=Gradius=
00mercoledì 16 luglio 2008 22:37
Qua bisogna intervenire il prima possibile,perchè come in passato la società delle nazioni aveva fatto fare quello che voleva alla Germania,ora anche l'Onu deve intervenire ma duramente... Se continuiamo così,prima o poi l'Iran alza il tiro e ce l'abbiamo in quel posto... [SM=x751591]
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