"Vi farò sognare anche da brutto"

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giuggyna
00lunedì 1 settembre 2008 22:40
Gabriel Garko si racconta a Tgcom
Ama i ruoli "difficili" e considera il suo lavoro, anche nelle pause tra un set e l'altro, "comunque parte del privato". Parliamo di Gabriel Garko, protagonista assieme a Isabella Orsini de Il sangue e la rosa, la nuova fiction in quattro puntate di Mediaset in onda in prima serata su Canale 5 a partire dal 2 settembre. Tgcom li ha incontrati entrambi. Si comincia con l'attore, che vedremo presto nei panni del "capopopolo" Rocco Riboni.


Come sei arrivato a interpretare Rocco, cosa ti ha colpito del personaggio?
In generale, quando scelgo i film vado per ordine di copione, cast e regia. In questo caso il copione era fantastico, così come il cast... poi mi è piaciuta la difficoltà del personaggio, anche solo per il fatto che avrei dovuto recitare in romanesco. Ma non è giusto definire Rocco una "testa calda", perché lo è in quelle situazioni in cui verrebbe a chiunque. E' un personaggio dalla parte dei più deboli, le vicende sono ambientate nel 1830, che è un periodo difficile in cui io non avrei mai potuto vivere, in cui bastava uno sguardo sbagliato rivolto ai "potenti" per finire morto ammazzato. Lavorare a Il sangue e la rosa mi è piaciuto soprattutto perché è una storia di amore e di amicizia.

Oltre a recitare in diverse fiction hai lavorato anche in teatro con "Quel che sapeva Maisie". Cosa ti ha colpito di quell'esperienza e che differenza c'è con il mondo del cinema e dei film per la tv?
Fare teatro con Ronconi e la Melato è stata un'esperienza unica nel suo genere, molto intensa. C'è da dire che sul set di un film puoi rifare le scene, concentrarti in altro modo, sospendere e riprendere a girare riuscendo a riagganciarti a un particolare stato d'animo. A teatro no. E' tutto d'un fiato, il rapporto con il pubblico è più diretto...Vorrei continuare a fare entrambi. Le differenze tra cinema e tv invece, lavorativamente parlando, sul set, non ci sono. In questo momento però posso dire che preferisco fare una bella fiction piuttosto che un brutto film. Anche se il cinema resta per sempre e la fiction è più "del momento".

E se nel frattempo ti proponessero di partecipare a un reality?
Assolutamente no (ride, n.d.r.).

A cosa ti piace dedicarti quando non lavori?
Faccio quello che fanno tutti, sono una persona normale. Mi piace stare a casa, dedicarmi alla lettura, accudire i miei animali - due cani, tre gatti e un acquario -. Ultimamente ho letto Al buio e mi è piaciuto tantissimo, l'ho trovato agghiacciante. E poi c'è il mio lavoro, che non esce dal privato anche quando non lavoro, perchè una passione vera.

Sei già tornato sul set?
Sì, in questi giorni sto girando L'Onore e il rispetto 2, dove reinterpreterò Tonio Fortebracci. E sto valutando diversi progetti.

E se non avessi fatto l'attore?
Non lo so. Amo il mio mestiere, è una passione vera.

Hai mai paura di sbagliare interpretando un ruolo in un film che magari si rivela un flop?
Beh, quelli sono i rischi del mestiere. Tutto sta nella capacità di saper scegliere e non dimenticare che l'esame è sempre pronto.

Che ruolo ti piacerebbe interpretare adesso?
Qualsiasi ruolo, purchè mi permetta di mettermi alla prova. Il bello di questo lavoro è quello di far sognare la gente, aver la possibilità di vivere mille vite in una. Essere un bravo attore vuol dire essere magnetici. A me piacciono i ruoli difficili.

Compresi quelli che imbruttiscono?
Assolutamente sì (ride, n.d.r.). Anzi, adesso vorrei provare a far sognare anche da brutto
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