[UNIONE] Di Pietro: «Meno tasse, ma paghino tutti»

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Pertinax
00lunedì 3 aprile 2006 17:50
Nella videochat di Corriere.it: «Embargo per società off-shore»
Di Pietro: «Meno tasse, ma paghino tutti»
«Ci aspettano un paio di anni di sacrifici per rimettere a posto il Paese. Berlusconi ha sistemato i suoi affari: quindi ha già vinto»



MILANO - «Al primo punto del programma dell'Italia dei valori (Idv) abbiamo messo la necessità che tutti paghino le tasse. Vogliamo far pagare meno tasse, ma farle pagare a più gente. Ci aspettano un paio di anni di sacrifici per rimettere a posto il Paese». Lo ha precisato Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori, aprendo la videochat con i lettori di Corriere.it. «Tremonti ha impoverito le famiglie con la sua "finanza creativa" e ha fatto diminuire la credibilità dell'Italia sul piano internazionale».

CONFLITTO DI INTERESSI - Alla domanda su "cosa fare di Berlusconi" nel caso di una sua sconfitta, secondo Di Pietro «occorre fare una legge sul conflitto di interessi, non per "punire" Berlusconi, ma perché deve valere per tutti. Noi proponiamo il ritorno a una legge del 1957: per candidarsi, sei mesi prima bisogna riconsegnare la concessione pubblica ottenuta», ha affermato il leader di Idv. «I condannati non dovrebbero più essere candidati in Parlamento».
«BERLUSCONI HA SISTEMATO I SUOI AFFARI» - «Berlusconi si è messo in politica per sistemare i suoi affari economici e giudiziari, quindi da questo punto di vista il Cavaliere ha già vinto», è l'opinione di Di Pietro. «Berlusconi non è mai stato condannato per mafia, ma persone a lui vicine come Dell'Utri e Mangano, sì».

CRAXI - L'ex magistrato poi ha parlato di Bettino Craxi. «Craxi è stato un uomo importante: nel bene e nel male. Il progetto politico socialista era buono, ma alcune persone nel nome socialista hanno violato la giustizia. Craxi aveva conti all'estero: è stato condannato e poi è diventato latitante per questo. Le amnistie sono un messaggio negativo: sono contrario all'amnistia per i condannati di Tangentopoli».

TRE PROVVEDIMENTI - Di Pietro ha indicato tre cose da fare "subito" nei primi mesi di governo: «Stabilire un'equità fiscale: embargo nei confronti di società di capitali off-shore; giustizia sociale: maggiore attenzione al lavoro dei giovani con crediti di imposta e parziale defiscalizzazione di nuove imprese e riduzione della fiscalità del lavoro a tempo determinato; migliorare il funzionamento della giustizia: manca la quotidianità dell'intervento e perciò i processi sono troppo lunghi».

DONNE IN PARLAMENTO - Di Pietro ha poi contestato il fatto che ci siano poche donne che con ragionevoli possibilità di essere elette nelle liste di Idv: «Non è così: Franca Rame, per esempio, è capolista in sei regioni». Quindi ha parlato di Pacs: «Lo Stato è rovinato dagli approfittatori e dagli evasori fiscali, non da chi ha un orientamento sessuale diverso dal mio come Luxuria. Diamo diritti a tutti, anche a chi è diverso da noi. A me basta che paghi le tasse e rispetti le regole».

ITALIA DEI VALORI - Infine un appello, anche agli elettori della Casa delle libertà scontenti dell'attuale governo: «Noi di Idv vogliamo essere una formazione di cui ci si può fidare, sia da parte degli elettori di centrosinista che di quelli di centrodestra, ai quali ci rivolgiamo», ha detto Di Pietro. «Idv ha messo al primo posto la riduzione del numero dei partiti e dei parlamentari».

03 aprile 2006
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