"TRASFUSIONI DI SANGUE E TESTIMONI DI GEOVA: IL RUOLO DEL MEDICO"

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Vitale
00mercoledì 2 luglio 2008 01:34

12 giugno 2008

www.personaedanno.it/cms/data/articoli/010748.aspx

"TRASFUSIONI DI SANGUE E TESTIMONI DI GEOVA: IL RUOLO DEL MEDICO" – Bruno MAGLIONA e Mariafrancesca DEL SANTE

(...)

In questo contesto di grande incertezza e di perdurante ambiguità, i sanitari finiscono con il trovarsi fra l’incudine e il martello nel decidere come procedere, sotto il profilo non soltanto etico e deontologico, ma anche delle eventuali responsabilità, in campo sia civile che penale.

Il medico si viene infatti a trovare in una situazione paradossale, in quanto se omette l’intervento rischia di essere sottoposto a procedimento penale per omissione di soccorso o – se all’omissione consegue la morte del paziente – per omicidio doloso, eventualmente nella fattispecie dell’omicidio del consenziente, o colposo, mentre se interviene potrebbe essere sottoposto a procedimento penale per violenza privata, ex art. 610 c.p., o trovarsi esposto (come nella vicenda tratteggiata in apertura) ad una azione risarcitoria da parte del paziente per violazione della libertà di autodeterminazione della persona assistita: come è stato giustamente sottolineato, “la responsabilità per la gestione di vicende così problematiche viene a ricadere, nei fatti, interamente sul medico”, in quanto “il diritto interviene , in questo campo, a posteriori, per valutare ‘col senno di poi’ (e con esiti pressoché imprevedibili) il significato penale della vicenda”.

Nella pratica, dunque, di fronte all’infinita varietà delle situazioni che possono determinarsi, il professionista non trova, nel momento in cui si impone una decisione operativa, un’indicazione sicura nella prassi giuridica, che ha finora offerto, come ricordato in precedenza, una gamma gravemente contraddittoria di soluzioni, privando il medico di univoche e chiare coordinate comportamentali.

continua...)

TESTO INTEGRALE DEL SAGGIO:
www.personaedanno.it/cms/data/articoli/files/010748_resource1_...

Vitale



wolfstenio
00mercoledì 2 luglio 2008 10:32
il problema del sangue è un problema che i tdg vorrebbero evitare di parlarne. io ricordo quando frequentavo le adunanze che cugini tdg(cugini perche' io come terapia faccio uso del sangue quindi non ero un fratello) evitavano di parlarne. il perche' secondo quello che sono riuscito a induire è che sono poche' le risposte che riescono a dare alle persone, tranne che è un peccato scritturale.con me evitavano del tutto perche' visto che in questo campo ne so qualcosa gli avrei azzittiti facilmente, come? gli facevo l'esempio del trapianto del midollo,del trapianto di organi,delle frazione tutte cose che anno a che fare col sangue. (ess. come si puo' dire a un chirurgo:tu puoi trapiantarmi il fegato pero' lo devi trapiantare spremuto senza una goccia di sangue. è impossibile visto che il fegato è composto dal 70% di sangue. oppure:caro chirurgo posso fare il trapianto di midollo pero' nella riabilitazzione non accetto una trasfusione di sangue. questo è impossibile visto che chi subisce un trapianto del genere è inevitabile che per l'organismo per riprendere la sua normale funzione a bisogno inevitabilmente dei 4 componenti principali del sangue.) quindi cari amici questo problema i tdg non riescono a digerirlo facilmente è non vedono l'ora che la societa' cambi dottrina come a fatto in passato con i trapianti. ciao e scusate gli errori. [SM=g1537332] [SM=g1400759]
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