[SOC] Concorsopoli a Padova

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-Giona-
00martedì 12 gennaio 2010 17:53
www.ilgiornale.it/interni/padova_quel_concorso__confezionato_misura_per_figlio_dellex_rettore/baroni_universitari-federico_milanesi-universita-padova-rettore/12-01-2010/articolo-id=413082-page=0-co...

Padova: quel concorso confezionato "su misura" per il figlio dell’ex rettore
di Stefano Filippi
Una mail anonima è arrivata al Giornale il 1° dicembre scorso. "Vi comunico che il vincitore della selezione 20009N35 sarà il figlio dell'ex rettore". Un posto a tempo indeterminato. E così è stato 10 giorni dopo, grazie a un concorso dall'esito annunciato

Padova - La mail anonima ma ben informata era datata 1 dicembre. «Vi comunico che il vincitore della selezione 2009N35 dell’università di Padova sarà Federico Milanesi».
Cioè il figlio dell’ex rettore Vincenzo. Il quale aveva già ottenuto un contratto a termine nello stesso ateneo che scatenò un pandemonio. Adesso invece l’augusto genitore ha passato la mano (si parla di lui come un possibile candidato del centrosinistra a governatore veneto contro Luca Zaia): momento giusto perché il rampollo fosse assunto in pianta stabile. E così fu, grazie a un concorso dall’esito annunciato.
Il risultato della selezione è appeso nella bacheca del Bo, sede dell’università padovana. Selezione pubblica numero 2009N35 per titoli ed esami, bandita il 18 settembre e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il mese successivo. La commissione presieduta dal professor Stefano Merigliano ha svolto le due prove (pratica e colloquio) il 10 e 11 dicembre nel laboratorio Laif di piazza Capitaniato. I 15 iscritti iniziali si sono assottigliati fino a poche unità. Soltanto tre gli idonei, uno il vincitore, l'esimio figlio di cotanto padre.
Il lavoro è quello di fonico. Tecnico audio. Un impiego che Federico già svolge in università. La figura professionale fu creata nel 2008 all'interno del Master di giornalismo istituito in collaborazione con l’Ordine e diretto (in origine) dal professor Ivano Paccagnella. Milanesi jr vinse la selezione e strappò un contratto di due anni a mille euro il mese. Paparino era ancora in sella e scoppiò il finimondo. Del caso si interessò la procura della Repubblica, che aprì un fascicolo poi archiviato. I vertici dell’ateneo finsero di scandalizzarsi. I giornalisti furono i più litigiosi, con polemiche e dimissioni annunciate e ritrattate: alla fine si ritirarono sdegnati. Il Master passò sotto la direzione del preside di Lettere. Federico non dovette rinunciare al contratto ma fu destinato a un diverso settore.
Stavolta invece si fa sul serio. Basta precariato, assunzione definitiva nel centro multimediale universitario. Per il quale servono competenze tecniche particolari: la «conoscenza di sistemi informatici di registrazione e post-produzione, di sistemi analogici e digitali per la registrazione, manutenzione e configurazione del sistema di editing audio e video». Per queste mansioni «l’ideale sarebbe un ingegnere elettronico o informatico specializzato in informatica musicale», spiega la mail. Invece il bando chiede la laurea in Scienza della comunicazione o al Dams (Discipline delle arti, musica e spettacolo): guarda caso, è proprio il titolo posseduto da Federico. Così per la commissione non c’è il rischio di trovarsi concorrenti che ne sappiano più di lui dal punto di vista ingegneristico.
Un concorso su misura. Che contiene anche alcune incertezze tecnico-scientifiche, a detta della mail: che cosa vuol dire «registrazione e post-produzione» senza specificare «di documenti sonori e digitali»? E quel «posizionamento microfoni» invece di «tecniche di ripresa microfonica»? Di quale «manutenzione» si parla? Pulire e spolverare l’impianto? E poi quel «sistema di editing audio e video» senza accenni alle caratteristiche della strumentazione in possesso dell’ateneo. In commercio ne esistono migliaia. «Il bando è così poco preciso che sembra scritto dallo stesso vincitore in pectore».
L’università italiana è il regno delle baronie e dei concorsi pilotati. E chi non vanta padri nobili e santi in paradiso si rassegna.
«Non sono un veggente - scrive il “quarantenne disoccupato” che ha spedito la mail alla redazione del Giornale -. Sono una persona molto più preparata di Federico sulle materie del colloquio, e il mio curriculum non è neppure confrontabile con il suo. Per me sarebbe un sogno avere finalmente un contratto a tempo indeterminato. Quindi mi è stato consigliato di non partecipare a questo concorso perché “tanto riusciremmo lo stesso a far vincere Federico, ma se partecipi tu ci rompi le scatole e ti puoi scordare futuri possibili contratti con l'università”.
Io volevo partecipare lo stesso, ma la mia compagna, una giovane ricercatrice, mi ha minacciato: “Diranno che sono la compagna di un rompicoglioni e non mi prenderà più nessuno”.
Potevo farle torto? No. Sono stanco di partecipare a selezioni universitarie, fare prove di concorso eccellenti e sentirmi telefonare dal presidente della commissione che mi dice: “Sei stato molto bravo, ma sai che questo concorso non era per te”. Addirittura una volta mi hanno mandato una mail. Non credereste ai vostri occhi».
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Nella mia facoltà si diceva che un certo ricercatore, incaricato di tenere corsi agli studenti, stesse sui coglioni ad un professore ordinario perché era stato assunto grazie ad una commissione veramente imparziale, che non aveva tenuto in conto che un'altra candidata fosse la figlia di quel professore! Comunque, dopo un po' di tempo quella riuscì lo stesso ad avere un lavoro all'università.
Che ci sia Mussi o che ci sia la Gelmini, i poteri dei baronati sono duri a morire: non c'è nulla da fare.
Malduin
00martedì 12 gennaio 2010 23:29
Qualsiasi concorso universitario bandito è "ritagliato" su di una persona che dovrebbe vincerlo.

Qualche volta merita, qualche volta no...

lo sanno anche i sassi.
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