[RPG 3] Scenario: Dentro Ognuno di noi

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Gornova
00venerdì 6 febbraio 2004 11:14
Atto I: L'altro me stesso

E' come un sogno, eppure é reale. E' come sentire un suono lontano di flauti, che si perdono nelle tenebre infinite.
Il corpo, se di corpo si poteva parlare un tempo, non esiste più: sono fuori dal ciclo della vita, della morte, della dannazione, della ressurrezione.
Sono fuori dalla salvezza, sono dentro quello che non esiste, eppure é sempre con noi.

Falco

Lontano, un eco. Un lago blu, cristallino, un giorno di sole. Un corpo, delle sensazioni, una persona seduta su un tronco caduto, che affila una ascia.
Noti subito che l'ascia stessa é appena servita per abbattere l'albero, e che l'albero é appena caduto, in mezzo ad un prato: NO.
Non un prato, una palude, assoltata dal sole, una palude, in cui l'acqua ristagna: eppure vedi che ci sono isole asciutte, sicure, ma quante sono le buche dove si può sprofondare?
"L'albero é abbattuto, Falco", dice l'uomo mentre si volta.
E lo vedi, o meglio TI VEDI.
"Ora tocca a te: fallo a pezzi, é per questo che sei venuto qui,no?"
Dice l'altro Falco, porgendo l'ascia, appena affilata.
Istintivamente la tua mano va sulla Ex-Lvce, ma é scomparsa.. forse qui non esiste neppure...

Marco

E' un freddo luogo, stretto, buio, quello in cui ti trovi.
Una caverna, da quello che riesci a vedere.
In lontananza c'è qualcosa... o meglio qualcuno.
TI avvicini e senti, che sta parlando da solo:
"Non volevo ucciderlo.. era solo per lei, per mia sorella!"
Vedi il volto dell'uomo, e vedi te stesso, e capisci di cosa sta parlando.. comprendi all'istante.
L'altro Marco ti guarda, e dice:
"Devi perdonarmi, non dimenticare... capisci? Prendi questa torcia, e guidami fuori di qui, ti prego.."
Ti guardi attorno, e realizzi che tu ed il tuo doppio siete intrappolati all'interno di un enorme sistema di gallerie.. come se fosse un complesso funerario...

Giusto

Il Libro é sul tavolo. Rilegato in pelle (umana? ha forse importanza oramai?), massiccio, enorme, contiene molte informazioni che farebbero impazzire i più.
Ma non lui.
Lo guardi, compiaciuto, e realizzi dal suo sguardo, lucido, preciso, tagliente, che ti sta guardando da molto tempo, attendendo la risposta ad una domanda di cui non comprendi il significato.
Lui blocca ogni tua replica, ti avvicina il libro, appoggiandolo sul tavolo, e ti mostra un passo di quella pagina:

"Non é morto ciò che in eterno può attendere, ma con il passare delle strane ere anche la morte può morire"

e ancora

"Cthulhu n'fagna Ryleh! Ya! Ya! Shub Niggurath!"

E tu capisci.. vedi il nome del libro, un libro tradotto da qualche lingua antica.. Necronomicon.. ma come fa a esistere? L'altro Giusto, il te stesso, ti guarda, e lascia il libro sul tavolo, senza dire nulla, osservando la tua reazione....
Raiden
00giovedì 12 febbraio 2004 09:53
Marco Bellero
"Ascolta il tuo cuore...". Queste erano le parole di Astrifone; sembrano ormai lontanissime, come se le avesse pronunciate secoli addietro e non pochi istanti prima.

"Ascolta il tuo cuore...".
Guardo il mio doppio tendermi la torcia. Sembra veramente me stesso. Eppure c'è qualcosa che non mi convince... in lui, nella sua apparizione, nel luogo in cui ci troviamo.

"Ascolta il tuo cuore...". Il mio cuore non si fida! Ha visto troppe cose che ne hanno fatto vacillare ogni certezza, anche le più salde! Come può fidarsi ora di un se stesso e di un complesso di caverne mai viste?

"Ascolta il tuo cuore...".
Finalmente, dopo un interminabile istante, decido di rivolgergli la parola. "Ebbene, TU vorresti che ti guidassi fuori di qui? E così l'hai fatto per LEI, eh? Allora, non ti sarà difficile dirmi chi sei TU e tutto, ma proprio tutto, quello che sai di LEI e di ME, non è vero?"

In realtà questa domanda ha un duplice obiettivo: oltre al rendermi conto se posso fidarmi di questa mia immagine, vorrei provare a scoprire quello che mi successe ad Iniax ed eventuali notizie su mia sorella. Chissà, forse sono informazioni che la mia mente ha rimosso o obliato, e l'unico modo per appurarlo è GUARDARE DENTRO DI ME, se quell'essere è veramente me.

"Ascolta il tuo cuore..."...



pkrcel
00lunedì 23 febbraio 2004 10:39
Giusto
"Il centro della spirale."

"Sì questo deve essere il centro...o sono forse all'ultimo passo?"

Uno sguardo alla ricerca di conferme....elgi si siede ed attende che il suo riflesso gli dica qualcosa...ma inutilmente.

"Sì, ciò che mi attende è l'ultimo passo"

Eppure, sedersi a questo tavolo, con davanti il libro.....una sensazione improvvisa...il vuoto!

"Non devo cadere! Non ancora, non questa volta ancora!"

Ancora una volta il viso riflesso del giovane laziale è imperturbabile...come a dire che la caduta è inevitabile....può un uomo sfidare la gravità?

"No NO NOOOO, basta, non reggerò!"

Ed ancora il vuoto si fa più insistente, la discesa è ora quasi verticale, tutti i muscoli sono tesi allo spasmo nella speranza di resistere, ma è vano lo sforzo fisico, Giusto si sente trascianre verso il basso....

"Può un uomo sfidare la gravità? Averci provato è il segno della sconfitta, dell'ignoranza e dell'ingenuità....averci quantomeno.....provato"

Il dolore è troppo, ed un istante è quanto serve per rilassare i muscoli e lasciarsi andare...cadere in questo vuoto infinito....o forse no, perchè un rumore segna la fine della caduta.

Un leggero soffio, un rumore di pagine che strisciano l'una contro l'altra...quelle di un libro...aperto....al centor id un tavolo al quale siede Giusto, che avidamente ne legge il contenuto, sotto lo sguardo, inestpressivo per un osservatore disattento, di quel riflesso, che tutto ha voluto mostrare a Giusto.....

..."come arrivare al centro al centro della spirale".

[Modificato da pkrcel 23/02/2004 10.40]

Gornova
00martedì 24 febbraio 2004 10:39
Marco

"Come puoi chiedermi di ricordare quei momenti? Io soffro, non lo vedi?"
Il tuo doppio ti guarda per alcuni interminabili istanti, si rannicchia al suolo, ed iniiza a parlare:
"Lei era mia sorella.. la mia stella, che io dovevo proteggere ad ogni costo, non era forse così? Noi ci volevamo bene, molto nostro padre era contento, ed erano giorni felici. Ma poi lui provò a metterle le mani addosso, ed io cosa potevo fare?
LUI NON DOVEVA TOCCARLA.
Quando mi ripresi, lui non era più. La mia furia omicidia lo aveva distrutto, no ? Allora perché mi tormento? L'HO FATTO PER LEI.. e lei da quel giorno non mi vede più come un fratello..."

Giusto

Il centro della spirale é caldo.
Tranquillo, in silenzio.
Insieme continuate nella vostra lettura.
La conoscenza ti passa attraverso, come un fiume in piena: il libro ne é pieno. Pratiche che non hanno nulla di umano ti riempono la mente.
Dopo un momento é troppo.
La pazzia é arrivata a compimento, e la cosa peggiore di tutto, la cosa più terrificante.... é il suo sguardo.
IL SUO SGUARDO ALLUCINANTE E PIENO DI MALVAGITA'.

Il tuo sguardo, mentre osservi il te stesso sprofondato nel vortice della pazzia...


[Modificato da Gornova 24/02/2004 10.46]

pkrcel
00mercoledì 25 febbraio 2004 09:22
Giusto
"Ecco...lo sguardo di un folle....ecco cosa deve aver visto Romeo quella sera...."

Stranamente sereno, lucido e cosciente Giusto si avvicina a se' stesso....come guidato dalla stessa volontà, anche il suo riflesso si porta più vicino.

Gli occhi iniettati di sangue.....e lo stesso gesto...quella mano che si porta vicino al volto.

...e le voci all'unisono...

"perchè?"

Mentre un sorriso malvagio si dipinge sul volto....

...sul volto di Giusto, mentre la mano scende poco più in basso, con l'intento di chiudersi in una morsa.


Raiden
00martedì 2 marzo 2004 11:23
Marco Bellero
''Che strana sensazione avere a che fare con me stesso. Era meno difficile trovarsi a contemplare quella enorme massa di malvagità al centro dell'Universo'', penso osservando la figura prostrata ai miei piedi, in preda ai suoi ricordi ed alle sue sofferenze.
Che poi sono anche le MIE.

Mi dirigo verso il mio sosia con fare amichevole, e prendo dalle sue mani la torcia esattamente come mi aveva richiesto.
"Alzati, Pretoriano Marco Bellero!" gli intimo con tono deciso. "Cosa direbbe la tua... la NOSTRA Clarissa se ti vedesse strisciare a terra come un verme? Tu eri un esempio per lei, un modello di coraggio e orgoglio da seguire, ed adesso te ne stai rannicchiato al suolo a piangere come un plebeo qualsiasi?"

"No. Non sarà questo il nostro destino. Noi ce ne andremo da qui. Falco, Giusto ed Astrifone ci stanno aspettando... da qualche parte. E prima che la mia carcassa biancheggi e vada ad ingrassare i vermi voglio trapassare con questa spada quel dannato traditore di Detamargus."

"Tu stesso sai e senti quante cose ci rimangono ancora da fare, e ti lasci andare in preda allo sconforto ed alle lacrime? Ci sarà un tempo anche per quelle, se vorrai... per conto mio, io ormai le ho esaurite. E da tempo."

"Alzati dunque, ed andiamo incontro al nostro fato. Qualunque esso sia". Detto questo gli porgo la mia mano.

Mentre lo incoraggio ad alzarsi, torno a pensare fra me e me ''Strano. Eppure fino a pochi giorni fa anche io avrei reagito così se mi avessero brutalmente chiesto di mia sorella. Questa cerca mi ha dunque svuotato di ogni sentimento umano? Meglio così, almeno non avrò remore nell'attuare quello che ho in mente di fare... eppure, quanto vorrei rivedere per un'ultima volta la mia Clarissa...''



"Ha mille nomi, mille aspetti, ma è sempre lo stesso e tende al medesimo fine"

[Modificato da raiden il redentore 02/03/2004 11.24]

Gornova
00martedì 9 marzo 2004 11:12
Marco

"Ma come hai fatto tu a superarlo? Come hai fatto a dimenticare quello?"
Marco si alza prendendo la tua mano, ti guarda fisso negli occhi e dice:
"Come fai a dire che qualcun altro é importante.. non é SOLO LEI importante per me, per te, per NOI?"
Dice mentre ti guarda negli occhi...

Giusto

Non un gemito.
Non un sussurro.
Non una parole.
Gli occhi si chiudono, le mani si stringono nella morsa attorno al collo.
Inizi a stringere.
"Cthulhu n'fagna! Yo! Yo! Shub Nigurrath! Nyarlathothep! LODE LODE LODE LODE LODE LODE..."
Sussurra: "lode.. lode... lode..."
Poi il gemito della morte, mentre il corpo perde il suo alito di vita.. e diventa inerme.. inerme e freddo..
Raiden
00mercoledì 10 marzo 2004 10:48
Marco Bellero
"Marco... nulla al mondo sarà mai più importante della mia, della TUA, della NOSTRA Clarissa! Ovunque si trovi in questo momento, il mio pensiero è sempre rivolto a lei, e non passa giorno che non desideri disperatamente di rivederla."

"Ma non sono soltanto un fratello ferito. Sono anche un soldato di Roma e di Augusto, e per quanto il suo potere si rivelerà effimero nella storia io debbo fare tutto quanto è nelle mie possibilità per proteggerlo dalla terribile minaccia che ci opprime. Inoltre salvando Augusto salverò sicuramente la mia dolce Clarissa: per questo non posso permettermi di tentennare, proprio ora che sono così vicino alla meta."

"Io non ho superato, o tantomeno dimenticato nulla. Ma questo tremendo viaggio, iniziato quattro anni fa, ha prosciugato interamente la mia anima. Non credo che sarò mai più in grado di ridere in vita mia, dopo tutto ciò che ho visto ed affrontato. Ed allo stesso modo non credo neppure che le lacrime righeranno di nuovo il mio volto. Posso solo andare avanti, senza provare più stanchezza se non quella dello spirito, e riunirmi con i miei compagni. Ho ancora qualcosa da fare a questo mondo insieme a loro, e solo dopo esserci riuscito tenterò di abbandonarmi ancora ai pensieri. Purtroppo ho imparato a mie spese che ci sono cose che vanno al di là dell'umana comprensione, al cospetto delle quali l'affetto di un fratello non è che una misera formichina."

"Io adesso me ne andrò da qui, Marco Bellero. Il tempo corre, ed ogni minuto sprecato in chiacchiere affretta la conclusione di tutto, di qualunque cosa si tratti. E con essa si avvicina anche la fine di Augusto, Clarissa, e del mondo come noi lo conosciamo. Sono uno dei tre uomini in grado di mettere la parola fine a questo orrore... non posso permettermi altri indugi. Seguimi, te ne prego. Il tempo delle parole è scaduto..."


pkrcel
00martedì 30 marzo 2004 10:23
Giusto
"Libero"

E' il suo unico pensiero....

"E' tempo di risalire, di andarsene e di concludere ciò che è stato iniziato tempo fa, ora so...di non potr comprendere null'altro che il mio ruolo di pedina in questa enorme tavola, il giogo infertomi dalla nascita si spezzerà....forse solo in un dato momento...ma che sià alla fine, sia almeno questa una mia scelta".

Gornova
00martedì 30 marzo 2004 11:00
Atto II: Il passaggio

Marco

"il tempo delle parole é scaduto"...
Sembra un'eternità mentre finisci di dire queste parole, a te stesso, a noi stessi, ti dici dentro di te.
Silenzio.
Lontano il gocciolare dell'acqua dalla grotta.
Poi una luce, distante, ma vicina. Ti senti attratto da questa luce e ti incammini verso di essa. Piano piano..
Poi rivedi davanti a te Giusto.

Giusto

"sia almeno questa una mia scelta"...
Le tue parole ti appaiono distanti, mentre ti allontani dal tuo cadavere, ora sei cambiato, ti dici dentro di te.
Silenzio.
Lontano il gocciolare dell'acqua dalla grotta.
Poi una luce, distante, ma vicina. Ti senti attratto da questa luce e ti incammini verso di essa. Piano piano..
Poi rivedi davanti a te Giusto.

Tutti

Vi trovate in una grande grotta, una immensa grotta, che dopo una rapida occhiata si svela essere un enorme costruzione, formata da blocchi di pietra dalle dimensioni titaniche.
La temperatura é accettabile, l'aria pulita, libera da qualsiasi odore, e siete insieme, vestiti, nel pieno delle vostre forze fisiche e mentali.
Le armi sono al loro posto.
Falco no.
La luce é poca, e sembra essere diffusa dall'alto, da un luogo lotano e irraggiungibile, oltre il cielo stesso.
Molto lontano, oltre di voi, si stende un'enorme sala, che si allarga davanti a voi.
In fondo a questa sala vi é una figura umanoide, vi sembra avvolta attorno a dei veli, che ne nascondono le forme e il volto.
pkrcel
00martedì 30 marzo 2004 14:21
Giusto
"Pretoriano Bellero...mai avrei sperato di rivedervi....in verità, pensavo di non poter rivedere nessuno."


Poche parole prima di rendersi conto di ciò che li circonda, poi il silenzio....nell'aria della grotta sale la tensione
..."cosa ci aspetta in fondo?"


Raiden
00martedì 30 marzo 2004 14:45
Marco Bellero
"Giusto, non sai quanto ampia sia la mia gioia nel rivederti. Purtroppo anche il nobile Centurione Falco sembra non essere più qui con noi... che il destino abbia pietà del suo spirito e lo accolga nel paradiso che si addice a degli eroi!"

"Così sembra che siamo giunti alla fine del nostro cammino", dico indicando la figura non molto lontana da noi. "Chissà quali parole potrebbe rivolgerci Astrifone in questo momento, ma anch'egli non è qui: dovremo cavarcela da soli."

"Un'ultima raccomandazione, Giusto, prima di affrontare la prova finale: tu sei sicuramente il più erudito fra noi... a me spetterà il compito di coprirti le spalle se dovrai avanzare rapidamente verso il tuo destino. Non curarti di me, preoccupati solo di portare a termine il nostro compito."

"Che gli astri ci siano propizi... e se questa è stata l'ultima occasione per parlarti, allora arrivederci, amico Giusto! Prima o poi ci ritroveremo, da qualche parte, in qualche tempo...


Gornova
00venerdì 2 aprile 2004 19:07
Falco
La brezza leggera mi soffia tra i capelli, scostandomi la bianca ciocca dagli occhi.
La giornata è limpida e soltanto qualche rada nuvola rompe la tranquillità del cielo...
Il lago giace immobile, soltanto qualche increspatura rivela la presenza di vita in questo luogo.
"Dove mi trovo?", si domanda Falco guardandosi attorno.
Poi sente il ritmico battere di un ascia contro un tronco, seguito da un secco rumore.
"L'albero è abbattuto...", pensa il centurione. "Ma quale albero?"
Poi una cote inizia ad affilare l'acciaio...
Falco si dirige nella direzione da cui proviene il rumore e si ritrova... Davanti a sè stesso!
"Non è possibile! Quello sono io!?!"
Questi sono i pensieri del centurione, vedendo la scena.
L'altro Falco gli porge l'ascia e lui l'afferra.

Superato lo stupore iniziale, Falco si riprende e domanda al suo alter-ego.


ndG: Lark ha problemi di lavoro.
Questo é cmq un suo post, in risposta a quello iniziale dello scenario. Quindi é ancora all'atto I. Andrà avanti in modo indipendente a voi, e forse un giorno.. chi lo sa? :D
Cmq vi saluta tutti!
Gornova
00lunedì 5 aprile 2004 10:01
Giusto e Marco

Vi avvicinante con cautela alla figura umanoide avvolta da pensanti vesti: man mano che vi avvicinante sentite una sensazione di opprimente pericolo che vi avvolge, vi trascina dentro l'abisso della paura.
In un attimo, sentite, rivedete tutto quello che é successo.
Lo strisciante, Iniax, la casa di Astrifone, il circolo di pietre, il vostro alter ego.
Vi trovate in ginocchio, spinti dalle vostre debolezze, ad una decina di metri dalla figura.
Il suo volto é coperto da un velo trasparente, e oltre questo velo vi pare di scorgere delle forme umane, almeno credete siano tali.
La domanda vi pare così sciocca, ma così essenziale, che comprendente subito di non aver davanti quello che appare essere; il tono di voce della domanda é così profondo, antico così inumano che vi fa rabbrividire:
"CHE COSA VOLETE?"

Falco

"Sono io"
L'altro Falco ti guarda, e guarda l'ascia che tieni stretta nel tuo pugno, e dice:
"Questo é l'altro albero: abbattilo, lo puoi fare solo tu, Falco"
Ti guardi attorno, e poco lontano dall'altro albero, vicino alle acque cristalline, c'è un'altro albero. Con alcuni colpi di ascia ben piazzati pensi di poterlo abbattere senza fatica..
Gornova
00martedì 6 aprile 2004 16:57
Falco


Falco osserva sospettoso il suo alter-ego...

Rappresenta forse tutto quello in cui credo, tutto quello che mi lega al mio passato?
Non voglio abbandonare me stesso... Mi sono perso, aiutami a ritrovarmi ti prego...
Dammi le risposte che cerco.>
Raiden
00mercoledì 7 aprile 2004 11:51
Marco Bellero
Mi avvicino alla figura, ma avverto una spossatezza che mai avevo provato prima d'ora.

Un passo.
Una pulsazione.
Disagio.

Davanti a noi ci attendono le risposte che stiamo cercando da quattro anni "Chissà però in che forma ci verranno presentate" mi ritrovo a pensare mentre misuro i pochi passi che mi separano dall'essere ammantato.

Un passo.
Due pulsazioni.
Ma come mai sto facendo tutta questa fatica?

Un passo.
Tre pulsazioni.
Pesantezza.
Molti attimi, così pare.

Un passo.
Quattro pulsazioni.
Fatica.
Molti attimi.

Un passo.
Cinque pulsazioni.
Respiro affannoso.
Un istante, un'eternità.

Sono in ginocchio, annichilito dalla potenza che sprigiona la figura di fronte a me. Ogni singolo passo è stato per me un autentico calvario, che ha riportato alla mia mente questi ultimi quattro anni: Iniax... lo Strisciante... la centuria massacrata... Detamargus... Caio Albertus... il Senato... l'indovina... la fresca pioggia notturna di Roma... Astrifone... il braccio di Aracus... l'essere senza volto... me stesso... un maelstrom continuo ed infinito di orrori, un calderone mostruoso di follie per la mia mente già duramente provata.

"CHE COSA VOLETE?"
Se mi avessero trapassato con una spada avrei provato minori sofferenze. Il tono, il timbro vocale con cui vengono profferite queste semplici parole me le fanno apparire come una sentenza inappellabile. Sono annichilito di fronte al peso di questa figura e della sua voce, così profonda, così antica...

Sarebbe meglio lasciarmi andare all'oblìo, chiudere gli occhi e dormire... da quanto tempo non dormo... ma ho promesso a Giusto che lo avrei protetto. Rinnegherei dunque una promessa fatta ad un amico?

Non sia mai. Pianto la spada in terra e mi sorreggo ad essa. Digrigno i denti nello sforzo sovrumano di tirarmi su. Finalmente riesco a guardare i veli che nascondono l'essere di fronte a noi, e con molta sofferenza gli sibilo la mia risposta:

"Vogliamo la verità... e le risposte".



"Ha mille nomi, mille aspetti, ma è sempre lo stesso e tende al medesimo fine"

[Modificato da raiden il redentore 07/04/2004 11.52]

Gornova
00mercoledì 7 aprile 2004 15:12
Falco

"Se tu ti sei perso, allora mi sono perso anch'io"
Dice l'altro Falco, mentre osserva il tuo ciuffo di capelli bianchi e si sofferma sulla spada mancante, alla vostra destra
"Perché che cosa ci manca ancora? Abbiamo perso la nostra posizione, quasi la nostra sanità mentale, la nostra spada, i nostri compagni.
Dimmi tu che ci rimane"
Le acque blu e cristalline del lago attorno a voi si increspano, sospinte da un lieve sospiro della brezza, e l'altro Falco si ferma alcuni attimi a pensare.
"Io non posso darti risposte che non sai già. Non lo capisci? Non posso, perché non so queste risposte. Oltre ce chi ti darà queste risposte, ma ti dico: abbatti questo albero, fallo per te, non per me. Perché io l'ho già fatto da tempo. O non farlo affatto, se vuoi. Cambierà qualcosa? Non lo so, forse."

(risposta di Lark)

Falco

Falco soppesa pensieroso l'ascia...
Quanto dice il suo alter-ego è vero. Ho perso tutto, non mi rimane nulla fuorchè il desiderio di sapere, di conoscere il mio ruolo in tutto questo...
Un tempo ero un centurione, avevo una donna... Ora nulla di tutto ciò mi resta.
Ho perso tutto... Ho mandato alla morte i miei uomini, ho perso la mia donna, gli amici e la fede.
Non sono più nessuno, sto invecchiando e sono solo...
Ho perso anche Ex-Lvce, l'unica ragione di vita che mi rimaneva, l'ultimo appiglio prima dell'oscurità che mi divora dall'interno.
Solo la sete di conoscenza mi consente di proseguire, di fare un altro passo...
Falco impugna l'ascia a due mani e con passo deciso si avvicina all'albero.


Con queste parole Falco carica tutta la forza nelle braccia e colpisce la base del tronco...
pkrcel
00giovedì 8 aprile 2004 09:58
Giusto
Con Forza e molta feddezza Giusto segue di un passo il pretoriano, notando il suo disagio e la sua immensa fatica.

"Egli è rimasto legato a quanto di aveva di terreno", pensa il laziale, mentre, nel momento in cui Marco cerca il sostegno nella sua spada e raccoglie la forza per ripsondere alla misteriosa figura, gli si affianca e posa su di lui uno sguardo carico di comprensione e di gratitudine.

Al seguito delle flebili parole di Marco, Giusto ne aggiunge poche....e asciutte:

"Vogliamo porre fine a tutto questo, sei tu in grado di indicarci come?"

Gornova
00venerdì 16 aprile 2004 12:10
Giusto e Marco

"Vogliamo la verità... e le risposte", dice Marco.
"Vogliamo porre fine a tutto questo, sei tu in grado di indicarci come?"

Il silenzio é allo stesso tempo rilassante e terrificante, sembra che queste domande riassumino tutto questo, tutto quanto, alla fine.
La figura non si muove, non parla, per alcuni istanti, lunghi ed eterni.
La luce, dall'alto, continua a scendere, imperturbabile.

"AVETE CON VOI LA CHIAVE?"

La voce, antica, inumana, profonda, pare provenire da un altro tempo, da un altro luogo...

[Modificato da Gornova 16/04/2004 12.10]

Gornova
00mercoledì 21 aprile 2004 14:21
(L'altro Falco, risposta al post di Lark)

Il tronco cade.
Con pochi, singoli, precisi colpi di ascia, il tronco cade, con un tonfo sordo.
L'altro Falco cade in ginocchio, ed inizia a piangere.
"L'albero é caduto, alla fine. Abbiamo perso tutto, dici? Io non ne sono convinto!"
Tutto succede in un attimo, mentre l'altro Falco ti salta alla gola, ed inizia a stringere, sempre più forte..
TI VUOLE UCCIDERE!

"BASTARDO! TU HAI DISTRUTTO IL TRONCO! HAI ABBATTUTO L'ALBERO! Perché?? Perché?? Perché non potevamo stare al nostro posto? Fare il nostro dovere? Dimmi perché hai creduto a quel folle del senatore.. dimmelo!"
Mentre inizia a stringere ancora di più, senti la vita che scivola via, e comprendi che l'unica cosa che puoi fare, ancora una volta, é LOTTARE..

(Post di Lark)

Falco

"Maledetto!", pensa Falco con rabbia...
Cerca di levarselo di dosso con tutte le forze che gli restano.
"Sì, è vero! Ho abbattuto l'albero, ma era necessario! Non te ne rendi conto?", grida Falco al suo alter-ego.
"Tu saresti stato al tuo posto sapendo di essere soltanto una pedina? Ti saresti accontentato di vivere un bel sogno, continuando ad essere divorato dal dubbio e dalla paura?"
"No, Falco, no... Noi siamo soldati, siamo veri figli di Roma! La nostra Grande Madre aveva bisogno di noi, soltanto noi potevamo aiutarla... E tu lo sai, lo sai VERO?"
"Apri gli occhi Falco! Abbiamo perso tutto, è vero, ma ci resta la nostra vita... Senza di questa non saremmo più nulla, saremmo stati divorati dalle ombre e continueremmo a vagare senza meta nel mondo delle tenebre..."
"Preferivi forse tenerti tutte le tue belle cose, la tua posizione, la tua donna e le tue convinzioni? Preferivi forse morire senza un motivo? EH?!?"
"Ebbene Falco, IO ti ho dato quel motivo... Il Senatore ce l'ha dato e dobbiamo ringraziarlo. Ha sacrificato suo figlio per farci capire chi siamo realmente..."
"No, noi non siamo Falco il Centurione, non siamo un insignificante vita in questo mondo! Noi siamo di più! Solo noi possiamo salvare Roma, soltanto noi siamo Falco, il Figlio di Roma!"

(risposta al post di Lark)

Atto II: Il passaggio

L'altro falco molla la presa, visto che Falco gli ha afferrato i polsi, e lo ha desistito, sia con la sua forza,che con la forza delle sue parole dal suo proposito.
"Se ne sei convinto, vai.. vai e finisci tutto questo. Io lo so, aspetterò, sempre qui, vicino al tronco caduto..."
Il lago, il tronco, tutto quanto scompare, in un vortice azzurro... mentre la realtà stessa si ricompatta, ti trovi in una enorme sala, con delle enormi colonne, e davanti a te, sotto la luce che proviene lontana sopra la tua testa.. vedi due figure familiari (Marco? Giusto?), che stanno parlando con qualcosa che pare umano, ma che é coperto da così tanti veli, che potrebbe essere qualsiasi cosa.
La Ex-Lvce é al tuo fianco, come sempre, ed irradia una luce azzurrognola...

Falco

Falco annuisce tristemente verso l'altro sè stesso, mentre la realtà attorno a lui si deforma, vorticando sempre più velocemente su sè stessa.
"Tutto si può perdere, tutto può andare distrutto... Ma nulla può toglierci i ricordi, cancellare chi siamo e quello che abbiamo vissuto. Nessuno può toglierci la nostra identità!", urla in risposta il Centurione, immerso nel vortice azzurro.
"E finchè tu resterai qui a tenere in vita il passato io potrò guardare avanti, senza paura di perdermi nuovamente..."
Queste ultime parole escono come un sussurro dalle labbra di Falco, mentre gli ultimi frammenti di realtà si disgregano per poi ricompattarsi attorno a lui, rivelando un'enorme sala agli occhi del Centurione.
Lentamente gli occhi di Falco si abituano alla forte luce che proviene da sopra di lui e distingue due sagome familiari che stanno parlando con un qualche cosa che pare anch'esso umano.
Falco, istintivamente, porta la mano alla spada e si rende conto che cinge nuovamente Ex-Lvce al suo fianco. Una sensazione di sollievo avvolge il Centurione, ma la sua espressione muta rapidamente (divenendo nuovamente dura e severa) quando si rende conto che la magica lama emette un lieve bagliore azzurrognolo...
Falco si sposta quindi dietro al colonnato, tenendosi al riparo dall'altrui vista e stringe forte l'elsa della spada, che tiene ancora nel fodero.
Osserva quindi la provenienza della luce, prima di muoversi silenziosamente cercando di avvicinarsi ai tre uomini che ha scorto prima.
Falco vuole verificare di chi si tratta ed ascoltare la loro conversazione prima di fare presente il suo arrivo..

[Modificato da Gornova 21/04/2004 14.29]

Raiden
00lunedì 26 aprile 2004 09:17
Marco Bellero
La figura continua ad atterrire la mia forza di volontà. Il modo con cui pronuncia l'ultima domanda è, per un semplice uomo come me, semplicemente insostenibile. La sua voce sembra martellare nelle mie orecchie senza sosta, incessante, come un maglio sull'incudine: non mi aspetto altro che di vedere esplodere la mia testa da un momento all'altro.

Sforzandomi di guardare in volto la figura ammantata che si erge di fronte a me, tento con le mie scarse forze residue di dargli una risposta:
"Siamo noi che vorremmo saperlo da te. Dipende tutto dal tipo di chiave che cerchi e da ciò che essa dovrebbe aprire".


Gornova
00martedì 27 aprile 2004 18:36
Tutti

La figura tace.
Sembra passare un eone.
Sentite le pulsazioni dei vostri cuori, il battito nelle vostre menti, il peso di tutto quanto avete affrontato finora.
La figura vi osserva, sembra giudicarvi, guardare dentro, Oltre la vostra mera parte fisica.. dentro, nello spirito, nell'anima, nella vostra storia passata, fino a ritrovare tutto quanto.
Vi sentite appesanti, quando la voce parla ancora una volta, con più potenza:

"VEDO CHE VOLETE LA CONOSCENZA, VOI TRE. PORTATE QUI LA CHIAVE ED IL CANCELLO VI SARA' APERTO."

Tre?
Gornova
00mercoledì 28 aprile 2004 14:26
Falco

Falco avanza verso il Custode con passo fermo e deciso, ma lentamente, cadenzando bene i passi.

Osserva l'espressione incredula che si dipinge sul volto dei suoi compagni nel rivederlo, come quella di qualcuno che abbia appena visto un fantasma.

"Ebbene sì, amici, sono proprio io... Falco, in carne ed ossa", dico abbozzando un sorriso.
"Ora siamo nuovamente in tre..."

Poi, la sua espressione cambia e diviene fiera e determinata quando si rivolge al Custode.
"Il mio nome è Falco, Centurione della Gloriosa Roma. Ho perso tutto quello di più caro avessi per ottenere la conoscenza e, come loro, sono qui per chiederti di aprire il cancello e lasciarci passare...", dico estraendo Ex-Lvce e portandola alta davanti a me.

La luce azzurra emanata dalla magica lama si irradia rapidamente per tutta la stanza, crescendo di intensità.
"E' forse questa la chiave che cerchi, Custode?", dico tenendo Ex-Lvce ben stretta nel pugno.

[Modificato da Gornova 28/04/2004 20.29]

Raiden
00giovedì 29 aprile 2004 10:47
Marco Bellero
Lo stupore è pari soltanto alla mia gioia nel rivedere Falco... quando io e Giusto ci eravamo riuniti la sua assenza era palpabile. Speravo in cuor mio che fosse rimasto attardato rispetto a noi due, ma temevo che guardare dentro se stesso lo avesse perduto.

Evidentemente affrontare lo specchio del suo passato deve essere stato per lui molto più difficile che per me o Giusto. Ma so io quanto ho sofferto nell'incontrare me stesso: che razza di prova deve aver affrontato?

Le parole non servono in questi momenti: uno sguardo complice, fra compagni che hanno condiviso le più grandi sofferenze di questo mondo, vale ben più di mille discorsi di Cicerone. Mi affianco semplicemente a Falco, tirando fuori anche il mio medaglione. Solo la sua vicinanza ha il potere di riscuotermi dal terrore in cui mi aveva precipitato l'aura del Custode di fronte a noi.

"Pretoriano Marco Bellero, fedele servitore di Augusto e di Roma Caput Mundi. Anche io ho rinunciato a tutti i miei legami terreni per dischiudere la mia mente. Nei meandri della follia che più volte ho sfiorato ho visto e percepito misteri ed entità che avrebbero fatto vacillare chiunque... ma come vedi sono qui, pronto ad avere le risposte che cerco da 4 anni."

Estraggo il medaglione da sotto le vesti, qualcosa mi dice che dovrebbe essere molto freddo al tatto.
"E questa è la mia chiave..." concludo guardando Falco con un cenno di intesa.

Giusto

Senza un respiro, Giusto si para avanti ai suoi compagni, minuto nella sua piccola statura.

"Esattamente come i miei compagni, io ho perso tutto. Anche il mio nome, in quanto esso è trapassato assieme alla mia umanità.
Non ho da portare niente a testimonianza della mia fedeltà o del mio valore...in quanto non ne possiedo. Io sono qui solo per me stesso, e chiedo di passare."

(metto qui il post di Pkrcel)

[Modificato da Gornova 05/05/2004 10.11]

[Modificato da Gornova 05/05/2004 10.11]

Gornova
00lunedì 3 maggio 2004 19:56
Il Custode, fermo immobile, come sempre, si muove.
Si alza improvvisamente, e si avvicina a voi: siete pietrificati, quando

riabbassa il suo velo.

"IL PORTALE D'ARGENTO E' APERTO. AVETE LA CHIAVE CON VOI PASSATE, SE COSI' VOLETE"

E detto questo, il Custode torna al suo posto, ancora una volta.

Falco

Il suo volto.. terribile e adorabile.
Morte e distruzione insieme.
Vita e creazione insieme.
Hai visto dentro te stesso, ed hai sentito quello che volevi sentire: "non é finito tutto quel giorno in cui hai incrociato la tua strada con quella del centurione Caesar Caio.. quando hai avuto l'EX-Lvce con te, quando lo Strisciante ti si é parato dinnanzi"
Probabilmente non finirà neppure ora, anche se per un istante lo pensi, lo brami, lo DESIDERI.
Le parole.. oh, quante parole:
"Il mio nome è Falco, Centurione della Gloriosa Roma.."
Gloriosa..
Gloriosa..
Gloriosa..
Vedi la gloriosa Roma, la città eterna, in preda a delle grandi fiamme, la vedi assediata e razziata dai barbari che sono ancora molto lontani ai tuoi tempi.
La vedi.. a pezzi.
E mai più saprà risollevarsi alle stesse altezze che tu hai conosciuto: ma una domanda, a cui tu solo puoi dare risposta, ti sorge, nella mente.
"E' Gloria quella di Roma, o non é Gloria?"
"Ho servito una causa giusta, o ho portato solamente morte e distruzione attorno a me?"
"Ho fatto qualcosa della mia vita?"
Mentre le risposte faticano a venire, superi il portale d'argento, e la figura del custode.. seguito dai tuoi compagni.
Le risposte.. sono forse sempre state DENTRO di te?

Marco

Sotto il velo, senti le parole, lontane di un tuo misterioso superiore:
"Quello che troverete deve essere compreso, prima che distrutto.. tuo é questo compito.. ecco.. tieni, questo é l'ordine imperiale.."
Hai visto dentro te stesso, ed hai sentito quello che volevi sentire: "non é finito tutto il giorno quando ho incrociato quello straniero, a Roma.. non é finito quando sono sprofondato nella disperazione, ad Iniax.. neppure davanti a mostri innominabili.. non é finito"
Probabilmente non finirà neppure ora, anche se per un istante lo pensi, lo brami, lo DESIDERi.
Le parole.. oh, quante parole:
"Pretoriano Marco Bellero, fedele servitore di Augusto e di Roma Caput Mundi"
Fedele..
Fedele..
Fedele..
Vedi la tua fedeltà che ti porta alla morte, per mano di un sicario.. vedi Augusto morire, vedi il corpo dei pretoriani uccidere l'imperatore, per poter mettere qualcuno sullo scranno imperiale, qualcuno di più giusto.. qualcuno così fedele come te un tempo...
Ma é la domanda, a cui tu solo puoi dare risposta, che ti sorge nella mente:
"E' Fedeltà la mia verso Roma? O é solo un modo per nascondermi, per non prendere le mie responsabilità, per lasciare decidere agli altri il mio destino?"
"Ho fatto qualcosa della mia vita?"
Mentre le risposte faticano a venire, superi il portale d'argento, e la figura del custode.. seguito dai tuoi compagni.
Le risposte.. sono forse sempre state DENTRO di te?


Atto III: Attraverso le porte delle chiavi d'argento


La fine.
La risposta..
La risposta..
La verità...
La verità...
La verità...
Il dubbio....
Il dubbio....
Il dubbio....
Il dubbio....
La paura.....
La paura.....
La paura.....
La paura.....
La paura.....
Il senso......
Il senso......
Il senso......
Il senso......
Il senso......
Il senso......
Di tutto.......

Una tavola imbandita.
Un candeliere che getta luce sui di voi, sui vostri volti, sulle vostre vesti eleganti, sul buon cibo, sulle mura della stanza, riccamente adornate.
Il dolce profumo del buon cibo sulla tavola, i riflessi di goccie di luna dell'argenteria, il sapore del vino appena sotto la vostra lingua, il sapore di un bacio appena sfiorato.
L'oscurità attorno a voi, e quella luce, li davanti, che vi sembra osservare, sorridere, RIDERE di voi.
La volontà di alzarsi, di affrontare la luce, di ..

DI COSA?

Una voce conosciuta, quella di un vecchio amico, seduto (o obbligato?) assieme a voi.
Astrifone Argus, il druido, il mago, lo stregone ricercato da Roma per via della sua magia diversa, mostruosa.. pazza.

"Salve.. e ben arrivati. "

Vi guardate attorno.. nessun altro é con voi.
Solo Falco, Giusto, Marco ed Astrifone.. anche se qualcosa nell'ombra si muove...

[Modificato da Gornova 06/05/2004 20.30]

pkrcel
00giovedì 6 maggio 2004 15:02
Giusto
"Salute a voi Astrifone...."..dice Giusto con un filo di voce, sorpreso dall'imrpovvisa visione

Una veloce occhiata ai dintorni: "Questa volta, sembra che siamo tutti" pensa, mentre scambia uno sguardo con Falco, preoccupato per ciò che sembra mouversi al loro contempo.

Ripreso momentaneamente dalla sorpresa, torna a rivolgersi ad Astrifone, "Che accade druido? Se è possibile saperlo, dove ci troviamo?"

[Modificato da pkrcel 07/05/2004 9.38]

Raiden
00martedì 11 maggio 2004 09:07
Marco Bellero
Senza troppe cerimonie mi dirigo verso il tavolo a cui è seduto Astrifone, ma aspetto un suo invito prima di sedermi, preferendo rimanere in piedi di fronte a lui e la sedia. Stranamente, le ombre che si agitano dietro di noi non mi preoccupano affatto... "Un altro segno della mia umanità che se ne sta andando", penso. "Sto diventando come loro?"

Alzo la mano verso il nostro interlocutore. "Salute, Astrifone Argus! Come vedi siamo riusciti a guardare dentro di noi e sconfiggere le nostre recondite paure! Ci siamo dimostrati degni di oltrepassare il Cancello d'Argento e tornare da te."

"Una sola domanda ho intenzione di porti, e ti supplico di rispondermi nel modo più chiaro possibile: è questo il momento dei chiarimenti e delle risposte? O anche tu rappresenti una nuova prova, l'ennesima in questo interminabile viaggio?"


Gornova
00mercoledì 12 maggio 2004 09:22
Falco
Davanti a loro siede Astrifone, ma Falco prova una strana sensazione.
Non si sente sicuro... Le ombre si agitano dietro di lui, inquietanti, ed Astrifone stesso emana un'aura minacciosa, quasi facessa parte stessa di quelle ombre...

"Questo posto ha qualcosa di strano, qualcosa che non mi convince...", pensa il Centurione tra sè.

Il suo sguardo perplesso incrocia quello di Giusto, indeciso sul da farsi.
Poi Marco avanza verso Astrifone e Falco tenta inutilmente di fermarlo...

Ombre danzano sulle pareti, sfuggendo rapide allo sguardo di chi le osserva...
Lo sguardo del Centurione corre rapido dalle pareti della stanza ad Astrifone, per poi cadere sulla Ex-Lvce: una debole luce azzurrognola la accompagna in tutta la sua forma...

Falco si avvicina a Giusto e gli sussurra: "Ex-Lvce...", spostando repentinamente la mano sull'impugnatura dell'arma.

"Druido, ora credo di essere pronto ad avere le risposte...", dice Falco infine.
Gornova
00mercoledì 12 maggio 2004 09:58
Il silenzio é opprimente. Alla fine vi siete abituati. Non esistono più pensieri dentro la vostra testa, ne sussurri..
neppure il battito del cuore.
Niente, nessun rumore.
Poi l'eternità viene spezzata da Astrifone, che vi parla, con calma, con la sua solita voce e dice:
"Io non sono una prova, e mi dispiace, amici, se così vi posso chiamare, che mi consideriate così. E' vero. La spada dice la
verità quando dice che qui siamo in pericolo, ma non sono le ombre che portano al nostro annientamento.. saremo noi con le
nostre decisioni"
Astrifone si ferma, vi osserva, osserva la tavola imbandita, le ombre dietro di voi e dice:
"Come vedete le ombre sono DIETRO di noi, lotane ormai da quello che eravamo. Il circolo di pietre, quella spada, la
conoscenza di Giusto, il medaglione di Marco, LORO... Ci hanno cambiati, per sempre temo."
"Io l'ho scelto, l'avevo scelto da molto tempo.. perchè? Perché obbligarmi in questo stato? Ancoran non capite, vero?"
Astrifone sorride per un istante, poi continua dicendo:
"Non v'era tempo, ma dovevo narrarvi la mia storia, per spiegarvi le mie scelte. Ora il tempo c'è. Effettivamente, essendo questo uno stato che non contempla il TEMPO come lo comprendevamo noi, possiamo farlo.. sedetevi, forza.. non serve stare in piedi", dice rivolto a Marco.

"Tutto iniziò molti anni fa, in Grecia, ad Atene. Ero giovane, speranzoso, con gli occhi ancora coperti, e stavo assitendo,
come molti miei contemporanei, alla guerra civile... Cesare contro i suoi avversari. Ho visto con questi occhi la repubblica cadere. E mi domando ancora dove la brava gente di Roma, quella che ha sempre lavorato per il bene suo e dei suoi alleati, abbia sbagliato. Probabilmente lo sbaglio sta tutto nel sangue versato. Già, tutto lì."
"Ho conosciuto la tua maestra, Giusto, in quegli anni, e posso dire che avevamo molti in comune, molto di più di quanto ti
abbia mai detto, temo. Noi, facevamo parte di un ordine, o meglio, un culto, dedicato a qualcosa di antico, di MOLTO Antico. Ma non ci importava. Il potere giungeva da quella fonte.. molto forte.. nascosto dietro il nome di Apollo, o il suo nome più antico.. il Custode. Probabilmente anche il vostro compagno, Detamargus, aveva sentito parlare dell'antico ordine di Apollo"
"Questa entità esigeva molti tributi, anche in sangue, ma a quei tempi non attribuivo molta importanza al sangue degli
schiavi.. troppo tardi ho compreso, temo. Sta di fatto che essere in quel culto, lentamente, ci portava alla follia.. a
compiere atti al di fuori della natura umana, atti che neppure un folle poteva comprendere"
Astrifone pare a disagio, quando ne parla, e si appoggia al tavolo con i gomiti, e si copre il volto con le mani.
"Solo anni di isolamento, nella mia casa vicino a Treviri, vivendo come uno straccione, usando le mie poche conoscenze
rimaste, mi hanno permesso di tornare ad essere un membro della nostra razza.. prima. Non lo so... non o so.."
"Poi, venne quella notte.. io. Non ne posso parlare, capite: non perché non voglio dirvelo, ma perché non posso.. non posso
per il vostro bene. Io ho VISTO chi stava dietro a tutto questo.. voi li avete chiamati LORO, ma vi sono cose
che superano tutte le malvagità degli uomini, tutta i loro difetti... cose che non devono esistere, e non devono essere
ricordate.. che ne sarà di noi, mi chiedo??"
Astrifone tace,.. sembra aver finito il suo racconto quando all'improvviso toglie le mani dal suo volto, e continua dicendo:
"La mia salvezza, era collegata al circolo di pietre.. ma quando seppi che a sud, a Cartagine, .. quello che avevate trovato, io uscii dal mio sonno. Sapete? Mi ero quasi convinto di essere stato un pazzo,... un PAZZO .. ma era tutta verità.
Contattai il senatore, poverino.. lui non ha retto al peso delle rivelazioni.. e avevo dubbi anche su di voi.. ecco perché vi ho fatti passare per il cancello.. voi dovevate trovare da soli le forze di affrontare l'ORRORE che esiste, si vede, é tangibile, ma tutti non vedono.. capite?"
La voce di Astrifone si fa secca, e mentre si sporge per prendere il boccale di vino, notate dei tatuaggi, sotto le sua
vesti.. marchi a fuoco che non avete mai visto, e che non avreste mai voluto vedere..
"Ora voi penserete, giustamente, che io sia il fulcro, l'assassino, il pazzo, il vile, che vi ha trascinati fin qui.. e vi dirò che avete ragione.. perché se é vero che la tua maestra, Giusto, é stata raggiunta dai loro emissari.. noi oramai siamo oltre la loro portata, perché siamo OLTRE."
"Siamo.. come potete comprendere se non avete letto quegli scritti? Tu, Giusto, ne avrai sentito parlare.. Atlantide, viene chiamata.. la mitica isola che un tempo dominava il mondo.. ma non capite? Atlantide non é un luogo, é uno stato di ESISTENZA.. un passo che il piccolo essere umano ha compiuto nel corso della sua evoluzione..."
"Qui", dice Astrifone mentre allarga le mani, "questa é la nostra Atlantide, e se esitono ancora delle ombre dietro di noi, attorno a noi, bene.. dopo che abbiamo sconfitto quelle DENTRO di noi.. é perchè noi lo vogliamo.. ognuno di noi."
"Vi dico subito che esiste un modo per tornare indietro, alla vita di prima, anche se temo che il mondo non avrà mai più un senso per voi, un ordine, e che tutto sarà così INUTILE ai vostri occhi.. e che loro continueranno a tormentarvi.."
Quando Astrifone finisce questa frase, notate una porta, in fondo alla stanza.. una porta che solamente pochi istanti prima non esisteva..
"Quella é la porta, la via di uscita, il percorso che riporta a quella che era la vostra casa, oltre le porte dalle chiavi d'argento.. e la chiave.. la chiave é dentro di voi"
"Ma vi é un'altra strada, che vi propongo.. quella della nostra felicità, dell'abbandono in questo nuovo stato di esistenza.. una strada che io bramo più di ogni altra cosa, perché ci permetterà di VEDERE oltre la nostra normale comprensione.. di capire e sopratutto di trovare la pace.. e se lo vorrete, di sconfiggere loro.."

Dopo molte parole, Astrifone si ferma e vi pone LA domanda:

"Che cosa volete voi dalla vostra esistenza?"

[Modificato da Gornova 12/05/2004 10.00]

Raiden
00mercoledì 12 maggio 2004 10:17
Marco Bellero
"Che cosa voglio io? Lo saprai subito, Astrifone. Farò quel che devo fare... quel che sognavo di fare da molto tempo."

Detto questo mi alzo, noncurante delle ombre che ci danzano minacciose intorno e delle espressioni dei miei compagni, e mi reco alla piccola porticina che è comparsa a lato della stanza. Un sospiro lungo quanto un eone, e l'ho già aperta. Una fitta nebbia mi avvolge e toglie la mia figura dalla vista di Falco e Giusto.



[Modificato da raiden il redentore 12/05/2004 10.25]

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