{Quest Cavalieri di Odino} Agrath, l'Angelo Nero [DECEDUTO]

SirGuybrush
00mercoledì 21 marzo 2007 20:34



Un Evidente Destino.

Le viene dato un bicchiere d’acqua. Ha un sapore strano, ma ha la gola arsa e desidera soltanto dissetarsi. Una bellissima donna vestita di bianco le è vicina, le tiene la mano e le sorride compiacente. Non ricorda nulla ad eccezione del sempre attuale fortissimo mal di testa.
“E’ nato?”
“Si…è un maschio”
“Ma è in salute? Sta bene?”
“E’ il bambino più sano che abbia mai visto…”
“Potrò vederlo?”
“Non appena vi sarete riposata…siete stanca, ed avete perso molto sangue”
Ed in effetti si sente molto indebolita, ma perché non può vederlo?
“No…No…” Cerca di tirarsi su con la schiena, ma è come se fosse ancorata al giaciglio.
“Me lo porterete via…Ditemi che potrò rivedere mio Figlio!” cerca di muoversi, ma qualcosa la tiene legata al letto. L’hanno bloccata. “Fatemelo vedere! Liberatemi! Libera…te…mi…”
Nulla da fare. Le forze svaniscono rapite dall’effetto della bevanda che le hanno fatto bere. Che stupida! Non avrebbe dovuto fidarsi di quella falsa gentilezza, di quei modi melliflui e benevoli. La lasceranno morire ed i suoi tentativi di proteggerlo sono miseramente falliti. L’ hanno drogata con qualche sostanza e non riesce più ad opporsi a quel silenzioso regredire nel buio.
Ha fallito come madre.
Una madre che non ha potuto sottrarre il suo Angelo da un evidente destino.

Il vento sferza sulla pelle. Le vele si riempiono del respiro del abisso e il sole alto scalda il solido scafo dal gelo del Mar del Nord. A prua la figura imponente dell’Ottavo di Odino guarda silenziosa l’orizzonte azzurro di un immaginario oceano farsi infinito.
La gelida brezza e l’emozione dell’imminente battaglia, con l’esercito che freme e il cuore che ha fame di conquista. Ancora quattro giorni di viaggio, così gli ha riferito il Comandante a cui ha affidato le sorti dell’intera truppa.
Chiude la destra a pugno. Dal palmo della mano si sprigiona una scarica elettrica, un lampo, che per un attimo percorre anche l’interno delle pupille dell’Angelo, seguendo delle immaginarie venature di rame che si innestano nell’iride. Il suo stesso spirito agogna ormai l’imminente pugna. Ha imparato a desiderarla fin da giovanissimo, unico primogenito di sangue reale destinato ad essere la trasfigurazione terrena di Odino Padre.
Una vita già segnata, senza che l’affetto dei parenti o l’amore di una donna avessero potuto riscaldare quel Cuore circondato dal perenne scudo dei Ghiacci, impermeabile a qualsiasi umano sentimento.
E quando il senso della propria esistenza risulta, in qualche modo, già sentenziato dal distacco per le emozioni, vi è poco spazio per la compassione, per la bontà , per i gesti caritatevoli. Sarebbe per sempre rimasto una macchina da guerra, il Messia che avrebbe manifestato ai posteri la potenza dei Fulmini, la forza di Asgard che si erge quale unica possibile su tutte.

Sorride. Quel volto nascosto da una maschera d’oro massiccio sembra capace pure di questo, in un momento simile.
Ha sempre saputo del pretesto di Loki, del suo odio, della sua invidia.
Actar è solo un’ inutile formalità, la via, il mezzo per scuotere gli animi degli Otto ancora una volta, per riportare in auge la sacra Stirpe dei Ghiacci. Se il Cavaliere delle Zanne desidera la giostra, che riceva ciò che vuole. Nessuno gli impedirà di morire.
E quando anche questo insulso ostacolo sarà estirpato dalla faccia delle terre emerse, verrà il tempo delle stragi e del sangue, delle razzie e delle rappresaglie. Il dominio di nuovi palazzi, di nuove ricchezze, su nuovi schiavi cui poter affidare la ricostruzione dell’Impero.
Non vede l’ora. Già assapora lo spettacolo della distruzione sotto i tuoni devastanti del Potere del Richiamo.

Una Galea da Guerra lunga cinquanta metri.
Ionnal non l’avrebbe mai detto. Ed invece eccolo ancora una volta timonare con eccelsa maestria, solcando le onde dell’amato mare per respirare la salsedine ed il senso stesso della propria vita.
E’ stato liberato da una prigionia durata fin troppo tempo. Deve qualcosa a quegli uomini che accompagna verso un fine a lui ignoto. Solo respira quell’aria tesa, quella sensazione che qualcosa di grosso sta per avvenire. Sebbene in tanti anni di navigazione abbia imparato a farsi gli affari suoi, quegli uomini lo preoccupano non poco. Gli sono state promesse ingenti ricchezze e di poter tenere la nave, ciò gli basta per rimanersene tranquillo. Ma qualcosa non lo convince. Ionnal non è uno stupido. Non si farà aggirare da quelle menti contorte che ha avuto il piacere di conoscere.

L’attracco è avvenuto senza problemi. I soldati stanno bene non hanno patito molto il viaggio, ma gli sarà concesso di riposarsi prima di ripartire verso l’assedio. L’Angelo Nero in groppa al bianco baio bardato osserva da una collina più alta la disposizione dei soldati. Viene raggiunto dalla Lince, un Cavaliere dall’armatura completamente nera e raffinata, che senza esprimersi con alcun verbo, si inginocchia al cospetto dell’Ottavo, che prende a fissarlo con sguardo infuocato.
“Ho richiesto la vostra presenza…perché dovete portare a compimento una missione di estrema importanza”
“…”
“Andate al bosco atro…iniziate una cauta ispezione del territorio ostile…e del luogo dov’è prevista l’edificazione dell’accampamento…poi avvisate i Lupi Grigi che Odino si è mosso…ed attende che sia informato riguardo le mosse del Serpente e del Orso Bianco…Chiaro??”
Un suono gutturale, poco comprensibile, fuoriesce dalle labbra della Lince Nera, che le distende poi in un sorriso, illuminando quel volto dai lineamenti felini, da predatore.
“Potete andare…fate in fretta…”
Una leggera brezza smuove l’adorno azzurro mantello dalle spalle. La Lince è già sparita come trasportata sulle ali del Maestrale che spira dal mare aperto.
Il Figlio di Odino accoglie con la vista la vallata a Nord, il territorio pare disabitato, ad eccezione di alcune case di pescatori affacciate sulla spiaggia. Le minacciose nubi si stanno ritirando nell’entroterra, godranno di una notte serena, prima di ripartire all’alba.
Qualcosa, in quella inaspettata tranquillità, gli lascia il presagio che non sarà facile abbattere le difese ostili. Le foreste a nord di Barrington saranno utili riserve di legna per la costruzione di potenti armi d’assedio. Non dubita che ve ne sarà bisogno, anche se i presupposti per una Guerra lampo, che risolva la questione in paio di mesi, ci sono tutti.
Odino guiderà il popolo di Asgard verso il trionfo… ancora una volta. E lo farà per mano del suo prediletto Sacerdote. Dell’unico Angelo in grado di ferire la corazza della fede con il suo sortilegio. Il Boia delle Tempeste. Il Figlio del Tuono. L’Angelo Nero.

Caratteristiche fisiche, poteri, informazioni utili.

Karma:26000 S/F/M 400.
Nome Completo: Agrath , l’Angelo Nero.
Razza: Umana.
Clan:Nordico.
Agilità+3 / Forza +4 /Resistenza +5.
Età: non conosciuta.
Allineamento:Legale/Malvagio


Umano dai lunghi capelli argentei, i lineamenti del visto sono nascosti da una maschera dorata, su cui risaltano antichi fregi della gloria di Asgard. Occhi rossi come zaffiri, fisico possente, alto poco meno di due metri, molto solido nella costituzione fisica e robusto muscolarmente. Ama indossare un armatura con il pettorale purpureo impreziosito da arabeschi in oro puro, che rimembrano l’investitura a Sacerdote di Odino. Usa generalmente combattere con due spade lunghe di pregevolissima fattura, ma è soprattutto quando Odino si incarna nel suo diretto figlio, che l’Ottavo esprime tutta la sua devastante forza.
Ha un animo devoto al male, ma sa riconoscere il valore del nemico, rispettandolo quando lo affronta direttamente. E’ accecato dal potere, dalla gloria di Asgard, ciò lo rende un uomo sostanzialmente solo, che non ha mai conosciuto l’importanza degli affetti.


Skill di Razza:

Esperienza in armi da guerra leggere: Liv3
Ambidestria: Liv3
Volontà ferrea: Liv3
Conoscenze Arcane: Liv3

Incanto:

Il potere di Odino è l’unico capace di contrastare l’equilibrio e la tranquillità che vige sull’Isola.
L’Angelo nero è in grado di provocare una tempesta di fulmini magici idonei a penetrare le nebbie difensive che avvolgono Avalon. Tale incanto può essere contrastato da un rafforzamento della barriera “sacra” di protezione che avvolge l’Isola .
L’Ottavo per poter utilizzare il legame che lo unisce alla Divinità deve comunque in qualche modo poter vedere il suo obbiettivo. La sua precisione aumenterà con il maggiore avvicinamento al bersaglio.
Con il risultato che se vorrà colpire un posto specifico dovrà per forza recarsi sull’Isola, dovendosi accontentare altrimenti di danni diffusi e poco controllati qualora decida di attaccare dalla baia “guardando” Avalon (i danni dei fulmini in questo caso saranno minori, ciò non toglie che potrebbero essere idonei a distruggere parti di costruzione o provocare incendi).

Potere del Richiamo. (- 20 punti mente)

Maledizione dei ghiacci cast[2 turni] durata[8turni] il cavaliere richiama il potere dei fulmini di Odino capaci di forzare le difese magiche e provocare ingenti danni qualora l’Angelo nero si trovi nelle immediate vicinanze dell’obbiettivo.
Per ogni turno un Fulmine magico si scaricherà violentemente sul suolo, creando morte e distruzione se non adeguatamente contrastato.
Per poter mantenere il Richiamo l’Ottavo deve rimanere assolutamente concentrato, ogni minimo turbamento potrebbe causare la perdita del controllo sui Fulmini, che potrebbero finire dovunque (anche addosso allo stesso Ottavo).
Per questo motivo solitamente si fa scortare da un gruppo di soldati scelti, per proteggerlo durante il rito.


A cura di:
Amon Master Apprendista.
=Macstar=
00domenica 18 novembre 2007 12:37
gdr di riferimento

L'Epilogo
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