Fresco fresco di acquisto da una libreria qui di Ancona a metà prezzo !
Ne aveva altre tre copie (sempre a prezzo dimezzato) quindi se a qualcuno interessa...
Stimolato dalla lettura del numero speciale di Archeo (n.32 del 1985) dedicato proprio alla pittura (testo di Sergio Pernigotti) reperito sul web, volevo approfondire un pò e ho cercato (e trovato) proprio il testo di Tiradritti.
Devo dire che mi ero fatto un'idea diversa di quest' opera (in primis dell' apparato iconografico che avrei trovato), infatti l'ho sfogliata a lungo prima di acquistarla....
Ho letto in libreria interamente il capitolo relativo al Nuovo Regno (non chiedetevi il perchè... è semplicemente il periodo che conosco meglio, quindi lo reputavo migliore per un giudizio sull'acquisto).
E non posso dire di aver avuto un pò di incertezze.
Inanzitutto una premessa per le fotografie (di cui una parte viene dall' archivio di Sandro Vannini): non aspettatevi (nelle foto a grande formato, cioè a tutta pagina) visioni che definirei "grandangolari", a ampio angolo di ripresa. Al contrario queste (almeno la maggior parte) riportano il particolare di una scena o una parte di essa.
Sicuramente la scelta è voluta, perchè le pitture si riescono ad osservare fin nel piccolo dettaglio, non sono però convinto che questo possa piacere a tutti.
Per quanto riguarda i testi (tutti di Tiradritti, escluso il capitolo "Tecnica della pittura murale egizia" che è un contributo di Giorgio Capriotti) per ora mi esprimo sul capitolo che ho letto (quello del Nuovo Regno appunto) questi si focalizzano sull'analisi e descrizione delle scene, sulla loro composizione e sulla tecnica utilizzata. Con un piccolo particolare.
Da quello che ho avuto modo di capire (parere strettamente personale) l'attenzione dell' autore si concentra su quegli esempi che denotano maggiore creatività e variabilità: significa che lo spazio dedicato (in termini volgari di "pagine") è direttamente proporzionale a queste due caratteristiche.
Esempio: 12 righe dedicate (nel testo) alla tomba di Seti I
12 pagine per Amenhotep III-Akhenaton
12 pagine per le tombe di Ramose, Hor-eh-heb, Menna, Nakht
14 righe per la toba di Nefertari
Un confronto "quantitativo" così grezzo ovviamente non dice nulla sulla qualità del testo, ma lo faccio notare solo perchè le mie aspettative erano diverse, ovvero una lunga descrizione di quelli che ritengo grandi capolavori, a cui però sono dedicate due serie di foto a grande formato (parlo dei sepolcri di Seti I e Nefertari).
Per quanto riguarda il testo è ottimo: ricco di informazioni e soprattutto molto scorrevole, si legge che è un piacere.
L'unica pecca è quella, come già ho fatto notare, di estrema sintesi per alcuni casi.
"La decorazione dei monumenti voluti da Sety I è eseguita in un bassorilievo molto delicato, derivato da un perfetto equilibrio tra i canoni dell' arte tradizionale e gli influssi dell' arte amarniana. Le figure raggiungono livelli di perfezione formale estrema e il colore è utilizzato per impreziosirle con la doviziosa notazione dei particolari. Molta attenzione è attribuita alla trasparenza dei vestiti ottenuta sovrapponendo leggere pennellate di bianco sfumato al colore dell' incarnato. La tomba del sovrano della Valle dei Re (VdR 17) fa ricorso a questo stile ricco e brillante accanto a un trattamento più austero delle figurazioni, utilizzato soprattutto per le immagini e i testi geroglifici delle numerose sillogi funerarie riportate nella tomba. Il soffitto della camera del sarcofago è decorato con una riproduzione del cielo stellato che diventa un motivo ricorrente in tutte le tombe reali successive. Le stelle sono segnalate da cerchi rossi, racchiuse nelle figure gialle delle costellazioni che si stagliano contro il blu profondo dello sfondo".
Mi aspettavo di più per uno dei più grandi capolavori della storia antica.
Questa la mia impressione iniziale. A lettura completata, cercherò di esprimere quella complessiva.