[POL-IT]Addio manifesti 6x3 la campagna si rimpicciolisce

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Lpoz
00lunedì 13 marzo 2006 19:04

Addio manifesti 6x3 la campagna si rimpicciolisce
di Virginia Fiume

Probabilmente quando uscirà questo articolo saranno già spariti dalle strade i manifesti elettorali 6 x 3 con cui siamo stati bombardati per un paio di mesi. Un martellamento che ha cambiato il volto alle città, che ha fatto sbizzarrire la creatività di tanti burloni, tra nasi finti da clown e frasi ironiche, e che dimostra quanto questa campagna elettorale sia basata più sullo screditarsi a vicenda delle due coalizioni che non su programmi e contenuti reali.
Nei trenta giorni precedenti alle elezioni le affissioni si possono fare solo negli appositi spazi predisposti dai comuni. Quindi torneranno nelle nostre strade i classici tabelloncini di metallo, pronti per essere tappezzati di tanti manifesti in miniatura. E addio al volto rassicurante di Di Pietro che per tre volte ripete “legalità, legalità, legalità”. Un caro saluto a Prodi, che con postura degna di un pontefice, sguardo vivo e braccio destro proteso verso una folla immaginaria, si propone agli italiani con lo slogan “la serietà al governo”. Serietà da cercare in 280 pagine di programma, pagine per la cui descrizione si sono sprecati i paragoni, dalle pagine gialle al ricettario del Cucchiaio d’argento. Un programma che potrebbe essere lungo la metà se si togliessero i corsivi che screditano l’attuale maggioranza e se ci fossero contenuti e punti programmatici con cui partire per attuare delle riforme strutturali di un Paese che sta girando su se stesso. Serietà al governo comunque. Chi se la sente saluti con un pugno chiuso Diliberto.

Il comunista dei comunisti. “Abroghiamo la Moratti”, “Via dalla sporca guerra”. Mentre lo guardi lì che incombe con i suoi istinti colpodispugneschi ti verrebbe voglia di chiedergli di tenere giù le mani dalla scuola. La riforma Moratti è discutibile, ma mettersi a cambiare tutto di nuovo è idea folle. E le sporche guerre, che non piacciono a nessuno, non finiranno mai se quelli come lui non hanno il coraggio di prendere le distanze da chi brucia le bandiere e inneggia a Nassirya. Saluteremo la famigliola della Margherita. Tutti chiusi in una scatola immaginaria, delimitata dalle pareti del manifesto, da cui vorrebbero uscire, “il 9 aprile riapriamo il futuro”. A loro il premio per originalità e creatività. L’oscar per il carisma va ai DS. Solo una foto, Fassino che cinge la spalla di Prodi, solo una frase per il popolo dei militanti “Con Prodi”. Un ultimo sguardo affascinato a Casini versione George Clooney. “Un’idea diversa” e “Io c’entro”. Ma i manifesti che ci si metterà un po’ di più a salutare, anche per motivi strettamente numerici, data la quantità, sono quelli di Berlusconi. Lasceranno un grande vuoto e una grande indecisione le grandi torri e i pannelli che erano allestiti davanti alla Stazione Centrale di Milano. Quattro torrette, che è impossibile non vedere, addobbate con tutti gli slogan del Cavaliere.

Da “No global al governo No grazie” a “La sinistra dice che tutto va male, lasciamola perdere”. Spariranno tutti questi manifesti dalle strade, ma per lasciarne memoria il Corriere sta organizzando una mostra che raccoglie tutte le foto scattate durante la campagna elettorale e mandate al sito nella sezione “le foto degli e-lettori”, dal 28 aprile al 5 maggio a Reggio Emilia, durante la settimana della fotografia europea. Io voto per un signore cicciotello che si mimetizza tra tanti e forse prende in giro tutti col suo colpo di genio “NON VOTATE PER ME, ma per le mie ricette pronte”.


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